Nuovi passi e le quattro iniziative per la comunità ecclesiale
Dalle conclusioni di Mons. Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto
Dobbiamo innanzitutto essere noi il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo. In questi mesi di preparazione alle giornate di Taranto abbiamo maturato progressivamente, attraverso incontri nelle diocesi e sui territori ed audizioni con le istituzioni, la convinzione che è importante sostenere alcune proposte di riforma per l’ecologia integrale. Abbiamo convenuto che il cambiamento però non avviene solo dall’alto ed è fondamentale il concorso della nostra “conversione” negli stili di vita come singoli cittadini e come comunità.
Per questo motivo intendiamo indicare quattro piste di conversione e di generatività futura per le nostre parrocchie.
1. LA COSTRUZIONE DI COMUNITÀ ENERGETICHE
Come è ben noto il collo di bottiglia della transizione ecologica nel nostro paese è rappresentato dalla quota limitata di produzione di energia da fonti rinnovabili. Le comunità energetiche attraverso le quali gruppi di cittadini o di imprese diventano prosumer (produttori di energia che in primo luogo autoconsumano azzerando i costi in bolletta e vendendo poi in rete le eccedenze) sono una grande opportunità dal basso per superare questo collo di bottiglia. E, allo stesso tempo, rappresentano un’opportunità di rafforzamento dei legami comunitari che si cementano sempre condividendo scelte concrete in direzione del bene comune. Nell’ottica di una transizione giusta e socialmente sostenibile le comunità energetiche diventano anche uno strumento di creazione di reddito che può sostenere fedeli, parrocchie, case famiglia, comunità famiglia e comunità locali come già dimostrato da alcune buone pratiche realizzate o in via di realizzazione nei territori.
Vogliamo che tutte le comunità dei fedeli in tutte le parrocchie italiane avviino un progetto e diventino comunità energetiche.
Sappiamo che abbiamo bisogno di circa 7 gigawatt di nuova produzione da fonti rinnovabili all’anno se vogliamo raggiungere l’obiettivo di emissioni nette zero nel 2050. Se in ciascuna delle 25610 parrocchie del nostro paese si costituisse almeno una comunità energetica che produce al livello massimo possibile di 200 chilowatt (o facesse nascere più comunità che arrivano complessivamente a quella produzione di energia) avremmo dato il nostro contributo con 5,2 gigawatt di nuova produzione da fonti rinnovabili.
2. L’IMPEGNO DELLA FINANZA RESPONSABILE
Nella Laudato si’ papa Francesco parla di uscire progressivamente dalle fonti fossili. Le nostre diocesi e parrocchie devono essere “carbon free” nelle loro scelte di gestione del risparmio utilizzando il loro voto col portafoglio per premiare le aziende leader nella capacità di coniugare valore economico, dignità del lavoro e sostenibilità ambientale coerentemente con le numerose prese di posizione nella dottrina sociale che evidenziano il ruolo fondamentale del consumo e del risparmio sostenibile come strumento efficace di partecipazione di tutti alla costruzione del bene comune.
3. L’IMPEGNO DEL CONSUMO RESPONSABILE
È cultura purtroppo diffusa nel paese lamentarsi di una piaga disperando che mai possa arrivare dall’alto una soluzione, eppure confidando solo in quella senza rendersi conto che il cambiamento possiamo realizzarlo noi stessi dal basso. Così è per il tema dello sfruttamento del lavoro e del caporalato ogni qualvolta un drammatico fatto di cronaca ci racconta di un bracciante morto nei campi. Eppure oggi esistono molti lodevoli imprenditori sociali che hanno costruito filiere caporalato free ed offrono prodotti agricoli liberi da sfruttamento e con elevati standard sociali ed ambientali e prezzi non dissimili da quelli dei prodotti corrispondenti. Oltre a chiedere che le amministrazioni locali ne tengano conto negli appalti e non mettano mai più nelle mense scolastiche dei nostri figli prodotti che non siano caporalato free vogliamo essere per primi noi comunità ecclesiali a prendere l’iniziativa ed essere caporalato free.
4. LA PROPOSTA DELL’ALLEANZA CONTENUTA NEL MANIFESTO DEI GIOVANI
L’orizzonte d’impegno più ampio verso il quale intendiamo camminare nei prossimi anni è l’alleanza intergenerazionale e quello dell’alleanza tra forze diverse di buona volontà nel nostro paese. Penso a quella nuova e vasta generazione di imprenditori più ambiziosi che non guardano solo al legittimo profitto ma anche all’impatto sociale ed ambientale della loro azione e che sono esempi di quella grande quantità di buone pratiche censite a Taranto e a Cagliari; penso alla ricchissima rete di organizzazioni della società civile e del terzo settore che incarnano concretamente il principio di sussidiarietà; penso alla rete dei comuni civili e responsabili che con le buone pratiche di Taranto abbiamo iniziato a censire; penso alla rete dei festival per la sostenibilità (ASVIS, festival dell’economia civile, giornate di Bertinoro, Symbola, festival della prossimità, salone della CSR, GreenandBlue,ecc.), una realtà bella ed emergente nel nostro paese che segnala la forte domanda di cultura e di impegno civile; penso ai giovani di Economy of Francesco e a quelli che hanno costruito il manifesto per l’alleanza qui a Taranto. Imparando sempre meglio ad unire le nostre forze nel prossimo futuro possiamo veramente diventare un popolo in cammino in grado di aiutare il nostro paese nella delicata transizione ecologica, sociale e spirituale verso il bene comune.
Riguardando al percorso che ci ha portato prima a Cagliari e poi a Taranto ci conforta aver scelto il metodo della sinodalità che papa Francesco ci ha indicato per il Sinodo. Ci siamo preparati a questo evento di ottobre con incontri nazionali, uno a Nord, l’altro in Centro Italia e l’altro nel Mezzogiorno, anche in Puglia: a Foggia, sul tema agricoltura e legalità e a Lecce sul tema giovani, lavoro e ambiente, a Bari su annuncio evangelico e transizione ecologica per stilare un insieme organico di proposte che prevedono una transizione ecologica equa che non lasci indietro nessuno e che affronti con decisione l’emergenza climatica.
Si è trattato proprio di un cammino di sinodalità: la Chiesa ha bisogno di rinnovarsi dando ascolto a tutti. Nel Regno il più piccolo è il più grande. L’ultimo è il primo. Il più grande si fa servo. Questa è la matrice della vera sinodalità, frutto del Vangelo coraggioso, autentico e maturo.
Usciti da qui sarà nostro dovere impegnarci perché le giuste istanze, le proposte, il manifesto dei giovani, trovino piena accoglienza e realizzazione: non abbiamo più tempo!
Abbiamo visto che possiamo realizzare il mondo diverso che abbiamo troppo a lungo solo immaginato mentre si perpetravano scelte di politica economica e sociale che hanno creato divari profondissimi tra gli uomini e oltraggiato la Terra.
Ogni delegato innanzitutto si industri a condividere e a promuovere nelle comunità di appartenenza i contenuti dell’esperienza di Taranto in particolare i 7 punti del manifesto sull’alleanza.
Chiediamo che le parrocchie e le diocesi prendano l’impegno di:
• promuovere la nascita di cooperative di comunità, cooperative di consumo, comunità energetiche e gruppi di acquisto solidale (GAS).
• Studiare, capire e valorizzare la vocazione del proprio territorio.
• Valorizzare le aree interne anche attraverso la pastorale rurale.
• Di essere audaci nel rivedere l’impostazione della formazione verso i giovani, non aver paura di proporre nelle catechesi l’amore e la cura della Casa Comune, l’iniziazione cristiana sia anche iniziazione al saper abitare il mondo in cui il buon Dio ci fa vivere.
• Provvedere a che vi sia nelle diocesi e nelle parrocchie un referente con la relativa competenza per la pastorale sociale, del lavoro e dell’ecologia integrale.
• Adoperarsi per la valorizzazione del ruolo della donna nella Chiesa ed in politica sostenendo misure per il tempo di cura della famiglia.
• Favorire e partecipare ai gruppi di cittadinanza attiva che nascono dai problemi del territorio.
Ai giovani dico di coltivare la speranza così come la vostra fede e di specchiarvi negli occhi di Gesù: è Gesù il buon samaritano. Nella parabola del buon samaritano ognuno può rivedere sé stesso che nelle diverse situazioni della vita incappa nei briganti, perdendo la sicurezza della salute, dei beni.
Qui a Taranto ci lasciamo con due segni l’uno già visibile, l’altro un sogno già in progress! Il primo è quello dei 50 platani piantati nel Rione Salinella, il secondo il progetto “prendi il largo”, con la costituzione della società benefit “Il Guscio” della comunità della parrocchia cattedrale San Cataldo di Taranto vecchia. Vogliamo aiutare i giovani pescatori a trasformare i gusci dei mitili in nuove materie prime, così che potremo raccontare questa parabola di come uno scarto, non solo tale ma problematico, possa divenire una ricchezza, una risorsa, un bene.
È un segno-sogno ad occhi aperti! Infatti Il CNR IRSA di Taranto ha già fornito, oltre al supporto scientifico, anche uno studio sulla filiera di trasformazione ed il reperimento dei primi acquirenti del prodotto finito, nell’area di Bergamo e di Venezia, interessati ad acquistare il risultato della produzione del carbonato di calcio per le loro attività commerciali. Ce la possiamo fare tutti insieme. Ci vuole solo coraggio!
Cari fratelli vescovi, cari delegati e delegate, carissimi giovani lo stile di questa Settimana sociale ha dimostrato che il Pianeta che speriamo è già cominciato. La speranza di una pienezza futura si basa su una salvezza presente. Il Beato Giuseppe Toniolo, fondatore delle Settimane Sociali ci sostiene. Un percorso si è già aperto grazie alle agorà digitali che si sono aperte e in cui tutti siamo coinvolti. Ma non possiamo perdere un giorno di tempo. Con i tre segnali stradali che il Papa ci ha proposto: gli attraversamenti, il divieto di sosta e l’obbligo di svolta, cominciamo subito. Impariamo da Papa Francesco con lo sguardo contemplativo e la concretezza nell’affrontare i problemi.
La 49ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani a Taranto sia oltre che una bella pagina della Chiesa italiana da poter raccontare, un punto fermo di svolta e di un futuro migliore che già da oggi ci appartiene.
Mons. Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto
Presidente del Comitato Scientifico
Il Cantico