L’urgenza della cura del pianeta ma, ancor prima, la realizzazione interiore dell’esigenza di compierla.
Sono questi i temi che hanno scandito il «webinar» di mercoledì 14 ottobre nell’Aula «Santa Clelia Barbieri» dell’Arcivescovado, dal titolo «In cammino per la cura della casa comune». L’occasione è giunta per la concomitanza della Giornata diocesana della custodia del Creato. Ha introdotto i lavori don Davide Baraldi, Vicario episcopale per il laicato. Oltre al cardinale Matteo Zuppi sono intervenute la vaticanista Stefania Falasca e la giornalista «Green Accord» Luisella Meozzi. L’incontro è stato organizzato dal Tavolo diocesano per la custodia del Creato e trasmesso in streaming, attraverso il sito dell’Arcidiocesi e la pagina YouTube del settimanale televisivo «12 Porte».
«La custodia della casa comune non è un tema secondario – ha detto l’arcivescovo –. La cura del creato, gli stili di vita, le conseguenze delle scelte che si compiono non sono un aspetto accessorio ma decisivo per i credenti e per tutti gli uomini. Il problema infatti è la vita, la conservazione dell’umanità». Citando la “Laudato si’”, il cardinale ha precisato come «non si tratti di un’Enciclica “verde”, ma di un richiamo al rapporto dell’uomo di fronte a Dio. Perché quando l’uomo non ascolta più Dio deforma il Creato».
Della sua esperienza in Amazzonia durante il viaggio Apostolico di papa Francesco – era il gennaio 2018 – ma anche del suo reportage «Frantiera Amazzonia» ha parlato invece la vaticanista Stefania Falasca. «In quelle terre si gioca la partita del presente e del futuro dell’umanità – ha affermato –. Per troppi anni le risorse naturali dell’Amazzonia sono state depredate sistematicamente e senza criterio.
Ora il magistero di papa Francesco in una maniera limpida e chiara – direi inedita – ci spiega come la custodia del Creato non sia solo un fatto di etica, diritto o sopravvivenza: è una questione che appartiene alla fede».
Più rivolta al locale la testimonianza della giornalista Luisella Meozzi, da oltre vent’anni presidente di «Green Accord» Emilia Romagna. «Credo che far capire ai nostri concittadini che tutto è davvero connesso, che quanto accade in Amazzonia o in Australia non è scollegato dalle loro vite – ha spiegato – sia un passo decisivo. Noto la tendenza, da parte della gente, ad appassionarsi di una tematica ambientale se fisicamente prossima. Da qui il salto ulteriore: un percorso che porti quella stessa persona a comprendere la globalità di un problema come quello ambientale».
All’inizio dei lavori don Davide Baraldi ha inoltre ricordato le diverse iniziative diocesane volte alla cura integrale dell’ambiente, fra le quali la “Piccola guida ai nuovi stili di vita per la custodia del Creato”, ponendo come prossimo appuntamento saliente la XLIX Settimana sociale dei cattolici italiani che avrà per tema «Il pianeta che speriamo».
Marco Pederzoli – Avvenire Bo7