In un breve tempo sono state inviati a noi due documenti del Ma gistero Petrino: l’enciclica Dilexit nos di papa Francesco e
l’Esortazione Apostolica Dilexi te di papa Leone XIV sul tema dell’amore di Gesù Cristo: l’amore umano e divino dei Sacro
Cuore di Gesù, amore per tutti gli uomini la prima e l’amore preferenziale verso i poveri e con i poveri la seconda. Tutti e
due i documenti sgorgati dal cuore di Papa Francesco anche se la seconda porta a noi anche il pensiero di Papa Leone XIV
che si è inserito nel testo con una rispettosa e mirabile condivisione. L’insegnamento dei due papi è chiaro “Che tutti i
cristiani possano percepire il forte nesso che esiste tra l’amore di Cristo e la sua chiamata a farci vicini ai poveri” (Di-
lexi Te, 3). Il significato profondo poi è riaffermare che quel che conta è l’amore perché tutto passa: il successo, la gloria,
il potere, solo la carità rimane ed è l’inizio della vita beata nel Signore. Ci fermiamo in preghiera facendo risuonare dentro di noi questo messaggio.
Veglia di preghiera
Nel nome del Padre. Del Figlio e dello Spirito Santo, rivolgiamoci al Signore.
Preghiamo insieme: Signore facci buoni amici di tutti, fa che le nostre persone ispirino fiducia a chi soffre e a chi vive nella povertà, spesso scartato e isolato da tutti. A chi cerca luce lontano da te, a chi vorrebbe cominciare e non sa come, a chi vorrebbe confidarsi e non se ne sente capace. Signore aiutami, perché non passi accanto a nessuno con il volto indifferente, con il cuore chiuso, con il passo affrettato. Signore aiutami ad accorgermi subito di quelli che mi stanno accanto, di quelli che sono preoccupati e disorientati, di quelli che soffrono senza mostrarlo, di quelli che si sentono isolati senza volerlo. Signore liberami dall’egoismo, perché ti possa servire,perché ti possa amare, perché ti possa ascoltare, in ogni fratello o sorella che mi fai incontrare.
Amen
Canto
Gesù è venuto per salvare tutti gli uomini: la sua venuta, la venuta di Dio tra noi è certame nte il più grande avvenimento della storia. La cosa più straordinaria è che non siamo stati noi poveri, bisognosi ad andare a Lui, ma addirittura Lui ha deciso di venire gratuitamente a liberarci. E in Gesù Dio ama ogni uomo: Dilexit nos! (così intitola l’ultima enciclica Papa Francesco), ama tutti, porta la salvezza a tutti! E tuttavia ha una preferenza, ha un amore preferenziale per i piccoli,per coloro che non contano, per i poveri. Maria nel suo Cantico dice: “ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati”. Papa Francesco negli ultimi mesi della sua esistenza aveva pensato di completare il discorso dell’amore di Gesù Cristo con una esortazione apostolica intitolata” Dilexi te” sulla cura della Chiesa per i poveri e con i poveri, immaginando che Cristo si rivolga direttamente ad ogni povero e gli dica: “hai poca forza, poco potere, ma “io ti ho amato”, ho amato proprio te messo da parte, escluso dalla società. Nel Vangelo secondo Luca si parla spesso dei poveri: Gesù allude senz’altro ai poveri quando parla della pecora smarrita e della moneta persa.
Vangelo secondo Luca (Lc 15,1-10)
Si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: “costui accoglie i peccatori e mangia con loro”. Ed egli disse loro questa parabola. “Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se lacarica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro “rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampadae spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me perché ho trovato la moneta che avevo perduta”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte. Parola del Signore!
Preghiamo con Papa Francesco. Egli al termine della Enciclica “Fratelli tutti”, si rivolge al Signore con questa preghiera:
Dio nostro, Trinità d’amore, dalla potente comunione della tua intimità divina effondi in mezzoa noi il fiume dell’amore fraterno. Donaci l’amore che traspariva nei gesti di Gesù, nella sua famiglia di Nazaret e nella prima comunità cristiana. Concedi a noi cristiani di vivere il Vangelo e di riconoscere Cristo in ogni essere umano, per vederlo crocifisso nelle angosce degli abbandonati e dei dimenticati di questo mondo e risorto in ogni fratello che si rialza in piedi. Vieni, Spirito Santo! Mostraci la tua bellezza riflessa in tutti i popoli della terra, per scoprire che tutti sono importanti, che tutti sono necessari, che sono volti differenti della stessa umanità amata da Dio. Amen
Canto
Dobbiamo benedire il Signore per i Pastori che manda a noi in questo tempo: sono persone diverse, con caratteristiche personali originali, ma riescono a darci un insegnamento uniforme, sempre in sintonia, sempre coerente a quanto detto prima. Papa Leone riprende le parole di Papa Francesco e porta a termine il messaggio che lui aveva pensato e in qualche modo delineato, aggiungendo con rispetto anche il suo pensiero.
Dalla Esortazione Apostolica “Dilexi te” di Papa Leone XIV
La cultura dominante dell’inizio di questo millennio spinge ad abbandonare i poveri al loro destino, a non considerarli degni di attenzione e tanto meno di apprezzamento. Nell’Enciclica “Fratelli tutti” Papa Francesco ci ha invitato a riflettere sulla parabola del Buon Samaritano, proprio per approfondire questo punto. Nella parabola, infatti, vediamo che di fronte a quell’uomo ferito e abbandonato lungo la strada, quelli che passano hanno atteggiamenti diversi. Soltanto il buon samaritano se ne prende cura. Allora torna la domanda che interpella ciascuno in prima persona: “Con chi ti identifichi? Questa domanda è dura, diretta e decisiva. A quale di loro assomigli?” Dobbiamo riconoscere la tentazione che ci circonda di disinteressarci degli altri, specialmente dei più deboli. Diciamolo, siamo cresciuti in tanti aspetti ma siamo analfabeti nell’accompagnare, curare e sostenere i più fragili e deboli delle nostre società sviluppate. Ci siamo abituati a girare lo sguardo, a passare accanto, a ignorare le situazioni finché queste non ci toccano direttamente. Tutti siamo molto concentrati sulle nostre necessità, vedere qualcuno che soffre ci dà fastidio, ci disturba, perché non vogliamo perdere tempo per colpa dei problemi altrui. Questi sono i sintomi di una società malata, perché mira a costruirsi voltando le spalle al dolore. Guardiamo il modello del buon samaritano. Le parole finali della parabola evangelica “Va’ e anche tu fa lo stesso” sono un comando che un cristiano deve sentire risuonare ogni giorno nel suo cuore.
Signore Gesù Cristo, mettiamo nelle tue mani la nostra fiduciosa intercessione per tutti i poveri del mondo. Sono tanti e le loro sofferenze rappresentano un peso esagerato sulle deboli spalle dell’umanità. Ogni giorno sperimentiamo la nostra incapacità a venir fuori da questa catastrofe.
Ti preghiamo: Soccorrici Signore!
Prima di tutto ti preghiamo per tutti gli impoveriti dalle numerose guerre che ancora oggi si combattono in numerosi punti della terra. Illumina Signore le menti dei responsabili, metti nel loro cuore la pietà per gli indifesi, per i bambini, il rispetto per ogni vita umana: Soccorrici, Signore!
Ti preghiamo, Signore, per tutte le popolazioni che si ritrovano ad essere sudditi di governi ingiusti e crudeli che non rispettano la dignità e i diritti dei cittadini ma che hanno di mira solo il guadagno e il benessere dei pochi privilegiati. Soccorrici, Signore!
Ti preghiamo, Signore, per tutti i malati mentali, per tutte le persone depresse e incapaci di vivere una vita normale: liberale, Signore, ridona loro il gusto della vita. Soccorrici, Signore!
Ti preghiamo, Signore, per tutti coloro che nella triste condizione di separati nel matrimonio hanno perso famiglia e casa. Soccorrici, Signore!
Ti preghiamo, Signore, per tutte le persone colpite da gravi malattie. Aiutale, Signore ad alzare gli occhi alla tua croce e a sentire che non le lasci sole. Soccorrici, Signore!
Dalla Lettera Apostolica “Dilexi te” di Papa Leone XIV
La tradizione cristiana afferma una vera e propria svolta nella nostra vita personale: che sono proprio i poveri a evangelizzarci. In che modo? Nel silenzio della loro condizione, essi ci pongono di fronte alla nostra debolezza. L’anziano, ad esempio, con la fragilità del suo corpo, ci ricorda la nostra vulnerabilità, anche se cerchiamo di nasconderla dietro il benessere o l’apparenza. Inoltre i poveri ci fanno riflettere sull’inconsistenza di quell’orgoglio aggressivo con cui spesso affrontiamo le difficoltà della vita. In sostanza, essi rivelano la nostra precarietà e la vacuità di una vita apparentemente protetta e sicura. Per noi cristiani, la questione dei poveri riconduceall’essenziale della nostra fede. L’opzione preferenziale per i poveri, ossia l’amore della Chiesa verso di loro, è determinante e appartiene alla sua costante tradizione. Non è sufficiente limitarsi a enunciare in modo generale la dottrina della incarnazione di Dio; per entrare davvero in questo mistero, bisogna specificare che il Signore si fa carne che ha fame, che ha sete, che è
malata, carcerata. “Una Chiesa povera per i poveri incomincia con l’andare verso la carne di Cristo. Se noi andiamo verso la carne di Cristo, incominciamo a capire qualcosa, a capire che cosa sia la povertà di Cristo” (Papa Francesco). Il cuore della Chiesa, per sua stessa natura, è solidale con coloro che sono poveri, esclusi ed emarginati, con quanti sono considerati uno “scarto” della
società.
A chiusura di questo momento di preghiera rivolgiamoci a Maria con le parole di Don Tonino Bello che riescono ad esprimere sempre i nostri sentimenti più profondi.
No, non fu neutrale. Basta leggere il Magnificat per rendersi conto che Maria si è schierata. Ha preso posizione, cioè, dalla parte dei poveri, naturalmente. Degli umiliati e offesi di tutti i tempi. Dei discriminati dalla cattiveria umana e degli esclusi dalla forza del destino. Di tutti coloro insomma che non contano nulla davanti agli occhi della storia.
Santa Maria, donna di parte come siamo distanti dalla tua logica! Tu ti sei fidata di Dio e, come Lui, hai scommesso tutto sui poveri, affiancandosi a loro e facendo della povertà l’indicatore più chiaro del tuo abbandono totale in Lui, il quale “ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti; ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti; ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono”. Noi, invece, andiamo più sul sicuro. Non ce la sentiamo di rischiare.
Santa Maria, donna di parte, tienici lontani dalla tentazione di servire a due padroni. Preservaci dal sacrilegio di legittimare, per un malinteso senso dell’universalità cristiana, le violenze consumate a danno egli oppressi. Quando, per non dispiacere ai potenti o per paura di alienarcene i
favori, pratichiamo sconti sul prezzo della verità, coprici il volto di rossore. Liberaci dall’indifferenza di fronte alle ingiustizie.
Santa Maria, donna di parte, ti preghiamo per la Chiesa, che a differenza di te, fa ancora tantafatica ad allinearsi coraggiosamente con i poveri. Nelle formulazioni dei suoi progetti pastorali decide di “partire dagli ultimi”. Ma nei percorsi concreti dei suoi itinerari si mantiene prudenzialmente al coperto, andando a braccetto con i potenti. Aiutala a uscire dalla sua pavida neu-
tralità. Aiuta tutti noi ad assumere le cadenze eversive del Magnificat e a schierarci al tuo
fianco. Amen
Ricordandoci che siamo tutti figli di un unico Padre, tutti fratelli di Gesù Cristo, preghiamo comeG esù ci ha insegnato: Padre nostro
Scambiamoci un segno, un gesto per la pace!
E preghiamo per tutti gli uccisi nelle guerre: Gioia eterna dona a loro, Signore! Splenda ad essi la luce del tuo volto e vivano sempre nel tuo infinito amore!
E su tutti noi scenda la Benedizione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
Canto finale
Fraternità Francescana Frate Jacopa – Preghiera mese di Novembre 2025