Scuola di pace ad Adrano- Sabato, 3 ottobre 2015
Si consolida la collaborazione tra la Scuola di Pace Nazionale, la Fraternità Francescana “Frate Jacopa” e la comunità di Adrano. In occasione delle celebrazioni in onore di S. Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, in due Istituti Scolastici di Adrano – I.T.S. “Pietro Branchina” e Scuola Cattolica “Santa Lucia” – si sono tenuti lavori seminariali aventi per tema “ECONOMIA FRANCESCANA” Una proposta per uscire dalla crisi, tratto dal volume di P. Martin Carbajo Nùnez Ofm e presentato dallo stesso autore. Docente di Teologia morale presso Pontificia Università Antonianum e di Etica della Comunicazione presso Pontificia Accademia Alfonsiana in Roma, P. Martin Garbajo conduce studi sull’attualità del carisma francescano per dare un volto umano all’economia globale attraverso i valori della pace, della giustizia, della integrità del Creato.
Ad apertura dei lavori, Antonino Lo Monaco – presidente regionale per la Sicilia della Fraternità Francescana “Frate Jacopa” – ha esplicitato le finalità della Scuola di Pace, espressione e riflesso dello spirito francescano, unitamente alla necessità di diffondere una cultura di pace intesa come consapevole conoscenza di elementi che contribuiscono a creare condizioni di giustizia reciproca tra gli uomini, e di equità economica tali da disseminare stabili condizioni di armonia tra gli uomini e tra gli uomini e il Creato.
A seguire, Argia Passoni – presidente Nazionale della Fraternità Francescana “Frate Jacopa”, responsabile della Scuola di Pace Nazionale – evidenziando come la custodia del Creato non può essere scissa dalla considerazione sulla sua gestione, ha rimarcato il richiamo a S. Francesco, ai francescani: origine e legame con l’enciclica “Laudato sì”. Il nostro essere creature, il come siamo noi, la nostra natura, implica la capacità di accogliere l’altro, il fratello che, nella visione di S. Francesco, dovrà incarnarsi nella cura per l’uguale dignità di tutti gli uomini. Custodire, quindi, senza chiusura all’altro o, ancor meno, disprezzo dell’altro; custodire assieme all’altro, da amministratore e non da padrone; apprezzare i beni e condividerli, non tenerli per sé ma utilizzarli per sé come per gli altri.
I francescani dei primi secoli, a partire dalle scelta della povertà volontaria, studiano per comprendere come condividere i beni e far sì che ogni individuo sia parte attiva, protagonista della loro gestione – puntualizza la presidente Passoni –. Va da sé che il pensiero francescano non è astrazione dalla realtà ma, essendo legato alla realtà, dà senso alla ricchezza e al suo utilizzo; che povertà e ricchezza non devono essere vissuti in chiave personale ma in maniera tale da consentire la circolazioe dei beni stessi; che, con atteggiamento di gratuità come dono e non di dominio, si può alimentare “la relazione fraterna, libera e generosa, edificatrice del bene comune”.
Abbiamo bisogno di uscire dall’attuale crisi socioeconomica, etica-antropologica e dal consumismo imperante in cui tutto diventa merce-oggetto da consumare – ricorda ancora la presidente – e potere ritrovare, attraverso il rifiuto della quantificazione delle cose, il senso stesso delle cose capace di promuovere valore sociale. Comprendere, quindi, l’attualità di S. Francesco “No a un’economia di esclusione”, significa anche mostrare interesse per lo studio di una economia alternativa, della produzione della ricchezza e della sua suddivisione come base della moderna economia solidale, percorso verso cui guidano gli assi portanti dello straordinario e quanto mai attuale studio di P. Martin Carbajo.
Dall’attuale crisi, che – a differenza di altre vissute in passato – è strutturale, si può e si deve trarre opportunità di sviluppo e di cambiamento, ricorda l’insigne teologo che – guidando magistralmente la riflessione sulla umanizzazione della nuova economia – ha presentato questi temi di grande spessore etico e teologico armonizzando linguaggi e riflessioni mediante particolari metodiche comunicative e di coinvolgimento.
Temi apparentemente diversi per matrice ma posti in forte relazione perché imprescindibili dalla interazione di elementi legati ad ambiente-uomoeconomia e tutela del Creato come pure alle affermazioni di papa Francesco e dei suoi predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Diverse e varie le idee di forza analizzate nello studio di P. Martin e posti alla condivisione; tutti incardinati sui principi che i francescani hanno dato alla riflessione e alla pratica economica nei sec. XIII-XV: libertà, gratuità, fraternità, bene comune.
Ne consegue la necessità – per uscire dalla crisi – di condurre il ragionamento su una “Economia dal volto umano”, il volto dell’altro riconosciuto e rispettato come quello di un fratello, capace anche di aumentare la produttività. Infatti, i fracescani tentano di costruire la comunità tramite l’incontro personale, il perdono e i rapporti di fiducia nella considerazione che il prossimo non è un avversario, ma un fratello del quale mi devo sentire responsabile e al quale, quando si trova in difficoltà, devo tendere la mano.
Allora, bisogna trovare la giusta forza sociale per contrastare la “guerra di interessi in cui si sacrifica l’essere umano” e “dare senso alla gratuità, non semplicemente dando elemosina ma inserendo l’elemosina in un contesto di scambio di beni spirituali e immettendo la gratuità nello spesso ambito economico” per smantellare i moderni paradossi sociali ed economici e i nessi che intercorrono: aumento del reddito= aumento delle diseguaglianze; aumento dei beni materiali= aumento della condizione di infelicità e insicurezza; aumento reddito-ricchezza=aumento delle povertà! superare anche il non-tuismo imperante! per creare le “condizioni necessarie affinchè ognuno possa svilupparsi come persona libera, creativa e responsabile”. Senza la libertà della persona, di fatto, l’economia non può funzionare bene né possono essere fruiti equamente i beni comuni.
Per ciascun principio, e cogliendo il profondo legame tra la teoria e la pratica francescana, i lavori seminariali con studenti e docenti hanno assunto una nuova valenza. Hanno posto l’attenzione sì sul contesto spaziale nel quale le vicende umane si manifestano non solo, però, come contesto riferito al mero campo dei fenomeni fisici e naturali che contraddistinguono l’economia tradizionale e consolidata, bensì al modo in cui l’uomo si rapporta ai beni. Si comprende, così, la funzione sia di una visione di territorio- ricchezza (conseguenza dell’ambiente antropizzato) sia dei relativi stili di vita personali e sociali (conseguenze dell’ambiente sociale).
Legare, poi, l’idea stessa di economia alla evoluzione della visione/educazione ambientale porta a considerare come essa si caratterizza passando da una fase di interesse di tipo conoscitivo ad una di tipo valoriale. Dalla Conferenza ONU sull’Ambiente Umano di Stoccolma (1972) alla Conferenza di Rio di Janeiro (1992) si sono aperti nuovi scenari all’idea di sviluppo sostenibile. E, laddove la Dichiarazione di Rio afferma che “il diritto allo sviluppo deve essere realizzato in modo tale da soddisfare equamente i bisogni inerenti lo sviluppo stesso e l’ambiente delle generazioni attuali e future”, ci porta a ravvisare punti di contatto con gli studi e le riflessioni di P. Carbajo.
In definitiva, la protezione dell’ambiente quale fattore determinante per garantire una crescita equa, consapevole anche che i processi di cambiamento avvengono grazie al ruolo insostituibile che giocano la creatività e gli ideali delle persone, può restituire ad ogni uomo la coscienza del suo ruolo e l’assunzione della condivisione nelle decisioni che riguardano la progettazione e la realizzazione degli interventi strutturali nel territorio e sulle economie del territorio.
Chiara Longo
docente presso l’I.T.S. “Pietro Branchina” – Adrano
Scuola di Pace a Taormina
Domenica 4 ottobre la Sala del Consiglio Comunale ha ospitato la presentazione del libro di p. Martin Carbajo “Economia francescana una proposta per uscire dalla crisi”, sede quanto mai appropriata per una tematica che investe la responsabilità della res pubblica. Un vivace dialogo con il relatore ha concluso l’interessante incontro.