Nella Veglia di preghiera al Circo Massimo (11.08.2018) in preparazione al Sinodo dei Giovani, Papa Francesco colloquiando con i giovani ha detto loro con molta forza: “Siate capaci di sognare… Non lasciatevi rubare i vostri sogni!”. Per sottolineare le sue consegne ha additato: “un giovane, un italiano del XIII secolo, si chiamava Francesco e ha cambiato la storia d’Italia …”.
È sempre stupefacente come Papa Francesco riesca a parlare con gli uomini del nostro tempo, in particolare con i giovani. È ugualmente stupefacente come ci faccia scoprire aspetti inediti della figura di S. Francesco. In questo incontro con i giovani al Circo Massimo ha presentato S. Francesco come un giovane che porta in sè un sogno che difende con decisione. In realtà all’inizio del suo cammino di conversione S. Francesco proprio in un sogno scelse la sua via: “il Signore lo visitò in sogno con la dolcezza della grazia”. S. Francesco era in cammino verso la Puglia per andare a combattere e farsi un nome. A Spoleto, nella notte ha un sogno. Una voce lo chiama e gli dice: “Francesco chi ti può giovare di più: il signore o il servo?” Francesco rispose: ”Il signore”. La conversazione continuò, ma alla fine Francesco pone la domanda essenziale: “Signore, che cosa vuoi che io faccia?”. La voce gli comanda di ritornare alla sua patria, perché lì gli sarà rivelata la volontà di Dio (cf. FF 587 e 1032).
Al mattino si mise in viaggio per il ritorno. Il ritorno ad Assisi non fu facile, ma egli ormai “sentiva di aver scoperto il tesoro nascosto e, da mercante prudente, si industriava di comprare la perla preziosa che aveva trovato” (FF 1033) e questa tenne con sé per tutta la vita, questa fu il sogno che portò sempre con sè. Dovette difenderlo con tutte le sue forze davanti ai progetti di suo padre e sulla piazza di Assisi, alla presenza del Vescovo, si spogliò di tutto quello che era proprietà della sua famiglia e reclamò la libertà di seguire il suo sogno facendosi ricoprire dal mantello della Chiesa. Da quel momento una grande gioia si impossessò di lui e cantava anche in mezzo a percosse e a disprezzo. Sentì su di sé lo sguardo di Gesù sul giovane ricco: si sentì amato e subito vendette quel che aveva e lo diede ai poveri. Non solo diede i suoi beni, ma orientò tutta la sua pietà, tutte le sue cure ai più poveri, ai lebbrosi, agli ultimi, agli scarti della società. Il sogno che portava dentro lo spinse anche ad abbracciare i lebbrosi, a toccarli, a servirli: in loro vedeva tutti i fratelli dell’umanità disprezzata e scartata, vedeva Gesù Cristo crocifisso che aveva assunto l’aspetto di un lebbroso (cf. FF 1036).
Il sogno che teneva tenacemente nel suo cuore, aveva spinto Francesco a scegliere una vita di povertà e di umiltà ad imitazione del Signore Gesù Cristo. Si sentiva libero dalla mania di sentire l’altro come un concorrente e la voglia di primeggiare era lontana dal suo cuore: si sentiva fratello di tutti e pronto a servire tutti. A tutti augurava la pace nel nome del Signore e mai pose barriera con qualcuno.
Il suo amore e la sua cura si estendeva anche a tutte le creature che rispettava considerandole fratelli e sorelle; con gratitudine considerava madre la terra e chiamava sorella perfino la morte. Il sogno che aveva accolto dall’inizio del suo cammino di conversione fu sempre al centro dei suoi pensieri e dei suoi affetti, guidò le sue scelte e il suo stile di vita. S. Francesco fu un uomo nuovo perché ha rischiato per tenersi stretto il suo sogno, “ha rischiato per sognare in grande” (Papa Francesco, Veglia al Circo Massimo).
P. Lorenzo Di Giuseppe
Nel ricordo di S. Francesco, accompagniamo con la preghiera di Papa Francesco il Sinodo dei Giovani, che si apre il 3 ottobre, alla vigilia della Festa del Santo di Assisi, giorno del suo Transito.
Signore Gesù,
la tua Chiesa in cammino verso il Sinodo
volge lo sguardo a tutti i giovani del mondo.
Ti preghiamo perché con coraggio
prendano in mano la loro vita,
mirino alle cose più belle e più profonde
e conservino sempre un cuore libero.
Accompagnati da guide sagge e generose,
aiutali a rispondere alla chiamata
che Tu rivolgi a ciascuno di loro,
per realizzare il proprio progetto di vita
e raggiungere la felicità.
Tieni aperto il loro cuore ai grandi sogni
e rendili attenti al bene dei fratelli.
Come il Discepolo amato,
siano anch’essi sotto la Croce
per accogliere tua Madre, ricevendola in dono da Te.
Siano testimoni della tua Risurrezione
e sappiano riconoscerti vivo accanto a loro
annunciando con gioia che Tu sei il Signore.
Amen.