Presentazione Calendario Francescano 2022

 

Papa Francesco nel dare il titolo alla sua enciclica “Fratelli Tutti”, si è ispirato alla VI Ammonizione di S. Francesco che dice: “Guardiamo con attenzione, fratelli tutti, il buon pastore…” (FF 155), mettendo così in evidenza il carattere universale della fraternità. Nessuno è escluso dall’essere fratello, nemmeno i più indesiderabili come il lupo, i briganti, i saraceni, i lebbrosi… che devono essere tutti accolti come un dono d’amore offerto da Dio per aiutarci a crescere e a divenire migliori, attraverso le nostre differenze di carattere, di cultura, di religione. “Da tutti, infatti, si può imparare qualcosa” (FT 215).
Vedere il mondo da un’altra prospettiva apre gli orizzonti del nostro cuore e della nostra mente verso “l’ampiezza” dei “benefici” del Signore, verso “l’estensione” delle sue “promesse”, “i vertici” della sua “maestà”, “la profondità” dei suoi “giudizi” (cf FF 268), illuminandoci a meglio conoscerlo e infiammandoci del suo amore.
L’enciclica “Fratelli Tutti” inizia presentando un quadro del mondo contemporaneo pieno di “ombre”, oppresso com’è da problematiche complesse che fanno insorgere forme di aggressività e di violenza come i nazionalismi e i populismi. La chiusura individualistica ci fa perdere il “senso sociale” e il rispetto delle persone, soprattutto le più povere e scartate, perché ritenute un inciampo inutile all’affermazione di privilegi e interessi di parte. I diritti umani da un lato non sono universalmente riconosciuti e garantiti, ma dall’altro si gonfiano a dismisura, creando delle contraddizioni che sono frutto dell’illusione di essere “padroni assoluti della propria vita” (FT 34).
Guerre, attentati, persecuzioni ovunque hanno portato papa Francesco a parlare di una “terza guerra mondiale a pezzi”, che si combatte anche al di fuori dell’ambito strettamente militare, minacciando le relazioni interpersonali ed estendendosi ai rapporti digitali dove l’aggressività trova “uno spazio di diffusione senza uguali” (FT 44) e dove ci si isola dalla realtà circostante, perdendo così ogni “capacità di ascolto” (FT 48). Papa Francesco con la sua enciclica ci sollecita ad ascoltare, sull’esempio di S. Francesco, la “voce di Dio”, la “voce del povero”, la “voce del malato”, la “voce della natura” (FT 48).
Di tutte le problematiche del nostro tempo anche noi siamo testimoni nella quotidianità della vita. Ma sono proprio queste ombre di un “mondo chiuso” a sollecitarci per contrasto, dice papa Francesco, a “dare voce a tanti percorsi di speranza” (FT 54) affinché “il seme di S. Francesco cresca in tanti cuori” (FT 48).
Il primo di questi percorsi è quello indicato dalla parabola del buon samaritano, modello dell’uomo che, in alternativa all’indifferenza dilagante, si preoccupa, ossia si occupa prima di tutto (anche prima che di se stesso) dell’altro in cui riconosce il volto di Cristo, la pietra angolare che tiene salda e stabile la costruzione della nostra vita.
S. Francesco, chiamato alter Christus, “si liberò da ogni desiderio di dominio sugli altri – dice papa Francesco – si fece uno degli ultimi e cercò di vivere in armonia con tutti” (FT 4). Non c’è fraternità e pace senza l’amore di Cristo, poiché è l’amore per Cristo e, in Lui, per tutti gli uomini, a produrre la pace. Questo mette in luce l’aspetto gratuito della fraternità (FT 139) che non è mai utilitaristica. Non c’è fraternità se le nostre azioni vengono dettate dalla ricerca di una ricompensa, di una soddisfazione, fosse anche di tipo spirituale come ricevere un ringraziamento, un apprezzamento per la nostra attenzione verso l’altro.
Chi vive un’autentica carità si sente sempre in debito dell’amore. Scopo della vita di S. Francesco era far amare l’amore che deve risplendere negli atti quotidiani della nostra vita in un cammino di conversione personale che comprenda sia “le microrelazioni” all’interno di una ristretta cerchia parentale o amicale, sia “le macrorelazioni” (EG 205) che riguardano le relazioni in ambito sociale, politico, economico.
Oggi il termine “politica” è guardato con diffidenza e sospetto, come se fosse sinonimo di corruzione. Ma papa Francesco ci ha più volte ammonito a ricercare il significato più nobile della politica che, se è sana, è vocazione alla realizzazione del bene comune nello spirito evangelico della parabola del buon samaritano. Se questa parabola diventerà il nostro punto di riferimento nella costruzione di una società più umana, ci aiuterà a riscoprire il valore di “un’amicizia sociale” (FT 180), espressione di una fraternità universale frutto dell’incontro tra popoli e culture lontani e diversi tra di loro, ma uniti dall’apertura ai valori umani e dal desiderio di una pace vera e autentica per tutti, poiché, come ci ha insegnato la pandemia, non c’è guarigione e benessere se questi non sono per tutti. Solo l’amore vincerà il male e l’amore è dipendenza, legame, unione, cura dell’altro. L’odio invece cerca l’isolamento, la lontananza, l’uniformità, l’indipendenza.
La “Fratelli Tutti” è un’enciclica che traccia percorsi di speranza aperti al futuro e alle nuove generazioni, e trae forza dal Cantico delle Creature di S. Francesco in cui traspare uno spirito di comunione del Santo con tutte le creature dalle quali egli trae “sustentamento” e che egli riconosce come fratelli e sorelle, poiché del Signore portano “significazione”.
Il Santo di Assisi ci aiuti a far germogliare i semi di vita fraterna per ritrovare l’armonia e la pace in questo mondo ferito e bisognoso di rinascere a vita nuova in Cristo.