Il tempo della preghiera è il momento in cui riusciamo a fermarci e ad intrattenerci con Gesù, respiriamo liberamente e, alleggeriti da pensieri pesanti e dolorosi, possiamo stare in pace anche con noi stessi. In questo tempo ci viene incontro Papa Francesco con una nuova Enciclica “Dilexit nos” che parla dell’amore umano e divino del Cuore di Gesù. Sappiamo che il suo amore è il centro della nostra vita e che da questo amore nulla potrà mai separaci. Questo amore si è realizzato ed è sempre vivo nel Signore nostro Gesù, che ha dato tutto per noi. Il suo Cuore è aperto per noi e ci ama come siamo, senza chiudersi di fronte alle nostre debolezze. Ci precede e ci aspetta senza pretendere che noi diventiamo degni di Lui. La sua amicizia è sua iniziativa. Guardando al suo Cuore noi possiamo conoscere e credere all’amore che Dio ha per noi. La nuova Enciclica è un pressante invito a guardare a questo Cuore di Gesù che ci viene presentato con amore e con intelligenza. Nel nostro mondo pieno di buio, di violenza, di ingiustizia e di situazioni assurde questa Enciclica è come una luce che illumina la notte e ridesta la speranza di un vivere migliore in tutti noi. Siamo entrati anche nel tempo dell’Avvento e la liturgia ci sollecita ad alzare la testa, a stare in atteggiamento di attesa, di desiderio di incontrare Gesù: quest’anno, in particolare, siamo invitati a farlo accogliendo il messaggio del Cuore di Gesù.
Veglia di preghiera
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Preghiamo insieme: Signore Gesù Cristo, tu ci conosci al di sopra di tutti, tu conosci il bisogno
che abbiamo di sentirci amati da Te. Il tuo amore ci trasforma, ci guarisce, ci rende nuovi nei
nostri rapporti: insegnaci ad essere umili, accoglienti, disponibili al servizio, capaci di vedere il
bene che c’è anche nella nostra società. Insegnaci a stare con te, a stare vicini al tuo S. Cuore,
e così diventeremo capaci di stare anche vicino ai fratelli. Lo chiediamo a Te, nostro fratello
primogenito, che vivi e regni per tutti i secoli. Amen
Canto
È commovente ascoltare Gesù che nell’Ultima Cena ci parla dell’amore che Lui e il Padre hanno
per noi. Si tratta dell’ultimo discorso fatto agli Apostoli, e quindi delle cose che più gli stavano
a cuore. Questo è dunque quel che più sta a cuore a Lui: rassicurarci del suo amore e dell’amore
del Padre.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo
al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine [… ] Disse agli Apostoli:
Figlioli ancora per poco sono con voi. Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri.
Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete
miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri. Non sia turbato il vostro cuore […] Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno
ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò
che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone;
ma vi ho chiamati amici perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non
voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il
vostro frutto rimanga. Parola del Signore
Rispondiamo a queste parole di Gesù, rivolte a noi nella vigilia della sua passione, con una pre-
ghiera di S. Agostino che ci parla di un amore di ritorno a Gesù. Anche noi dobbiamo domandarci
come possiamo non amare Colui che ha dato la vita per noi.
Non dubito, anzi sono certo: ti amo, o Signore. Hai colpito il mio cuore con la tua parola ed io
ti ho amato.
Il cielo, la terra e le cose tutte da ogni parte mi invitano ad amarti; invitano continuamente,
tutti gli uomini, perché se non ti amano non abbiano scuse. Più profonda sarà la tua misericordia
per chi avrai misericordia ed avrai pietà di chi vorrai avere pietà. Altrimenti parlerebbero a
sordi, cantando le tue lodi, il cielo e la terra.
Che cosa amo, quando amo te? Non la bellezza del corpo né la gloria di un momento, non lo
splendore della luce, questa luce così cara ai miei occhi; non le dolci armonie dei canti più sva-
riati; non la fragranza dei fiori, dei profumi e degli aromi; non la manna né il miele, non il corpo
desiderato per gli amplessi carnali. Nulla di tutto ciò amo, quando amo il mio Dio.
Eppure amo una certa luce, una voce, un odore speciale, un cibo, un amplesso quando amo il mio
Dio: la luce, la voce, il profumo, il cibo, l’amplesso del mio io profondo, dove splende all’anima
ciò che non sta nello spazio, dove parla ciò che il tempo non consuma, dove diffonde odore ciò
che il vento non disperde, dove ha sapore ciò che la voracità non attenua, dove si stringe un
amplesso che mai la stanchezza scioglie.
Tutto ciò amo, quando amo il mio Dio.
Canto
Cristo dunque ci ha amati e ci ama di un amore indicibile, un amore che supera le nostre capacità
di comprensione. Quando alcuni santi ce ne parlano riportando la loro esperienza di amore reci-
proco con Gesù Cristo, noi pensiamo che sono esagerazioni: talmente la sua profondità ci supera.
Papa Francesco nella Enciclica “Dilexit nos” vuole aiutarci ad entrare nell’amore di Cristo ripro-
ponendoci una via testimoniata in tutti i secoli della vita della Chiesa: la via del cuore, la via del
Sacro Cuore di Gesù.
Dalla Enciclica di Papa Francesco “Dilexit Nos”
Cristo stesso aveva assicurato i suoi discepoli: “Io ho amato voi” (Gv 15,9.12). Ci ha anche detto:
“Vi ho chiamato amici” (Gv 15,15). Il suo cuore aperto ci precede e ci aspetta senza condizioni,
senza pretendere alcun requisito previo per poterci amare e per offrirci la sua amicizia. Egli ci ha
amati per primo. Grazie a Gesù “abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi” (1 Gv
4,16). Per esprimere l’amore di Gesù si usa spesso il simbolo del cuore. Il Cuore di Cristo, che sim-
boleggia il suo centro personale da cui sgorga il suo amore per noi, è il nucleo vivo del primo annuncio. Lì è l’origine della nostra fede, la sorgente che mantiene vive le convinzioni cristiane. Il modo in cui Cristo ci ama è qualcosa che Egli non ha voluto troppo spiegarci. Lo ha mostrato nei suoi gesti e nelle sue parole. Guardandolo agire possiamo scoprire come tratta ciascuno di noi […] A volte Gesù ci parla interiormente e ci chiama per portarci nel posto migliore. E il posto migliore è il suo Cuore. Ci chiama per farci entrare lì dove possiamo ricuperare le forze e la pace: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro“ (Mt 11,28). Lungo tutto la sua storia la Chiesa ha riflettuto sul Cuore del Signore: ha contemplato e adorato nel Cuore il Figlio di Dio,
fatto uomo, nel Cuore ha contemplato il centro più intimo del Figlio incarnato e del suo amore divino e umano. La devozione al Sacro Cuore, in modo spontaneo e diretto ci indirizza a Lui e a Lui solo, che ci chiama ad una preziosa amicizia fatta di dialogo, affetto, fiducia, adorazione. Questo Cristo dal cuore trafitto e ardente è lo stesso che è nato a Betlemme per amore; è quello che camminava per la Galilea guarendo, accarezzando, riversando misericordia; è quello che ci ha amati fino alla fine aprendo le braccia sulla croce. Infine è lo stesso che è risorto e vive glorioso in mezzo a noi.
Preghiamo con S. Giovanni Paolo II che ha saputo ricuperare la tradizione del Popolo di Dio che nel Cuore trafitto di Gesù che versò sangue e acqua, ha contemplato la sorgente di un amore immenso.
Signore Gesù Cristo, redentore degli esseri umani, ci rivolgiamo al tuo Sacro Cuore con umiltà e
onestà, con venerazione e speranza, con un profondo desiderio di darti gloria, onore e lode. Si-
gnore Gesù Cristo, salvatore del mondo, ti ringraziamo per tutto quello che tu sei e per tutto
quello che tu fai per noi. Signore Gesù Cristo Figlio del Dio vivente, ti lodiamo per l’amore che ci
hai rivelato con il tuo Sacro Cuore, trafitto per noi e che è diventato la fonte della nostra gioia,
la sorgente della nostra vita eterna. Raccolti insieme nel Tuo Nome, che è più in alto di tutti gli
altri nomi, ci consacriamo al tuo Sacro Cuore, nel quale dimora la pienezza della verità e della
carità. Signore Gesù Cristo, Re dell’amore e Principe della Pace, regna nei nostri cuori e nelle
nostre case. Allontana tutti i poteri del male e portaci a dividere la vittoria del tuo Sacro Cuore.
Tutti noi diciamo e diamo gloria e lode a Te, al Padre e allo Spirito Santo, unico Dio vivente che
regnerà per sempre. Amen
Canto
Papa Francesco scrive nell’Enciclica: “La devozione al Cuore di Cristo è essenziale per la nostra
vita cristiana in quanto significa l’apertura piena di fede e di adorazione al mistero dell’amore di-
vino e umano del Signore” (Dilexit nos, 83). Nell’ultima parte dell’Enciclica Papa Francesco ci ri-
propone una riflessione che era ben presente tra i santi e i teologi che negli anni settecento e
nell’ottocento indicavano nel Sacro Cuore il fondamento della carità verso i poveri e i sofferenti,
la sorgente dell’amore fraterno. Andare al Sacro Cuore ci consola, ci dà pace; ma ci invia anche a
portare pace all’umanità, soprattutto ai poveri e ai sofferenti.
Dalla Enciclica “Dilexit Nos” di Papa Francesco
A un certo punto di questa contemplazione del cuore credente, deve risuonare quel drammatico
appello del Signore: “Consolate, consolate il mio popolo” (Is.40,1) E ci tornano alla mente le parole di S. Paolo, che ci ricorda che Dio ci consola “perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio” (2Cor 1,4). Questo ci invita ora a cercare di approfondire la dimensione comunitaria, sociale e missionaria di ogni autentica devozione al Cuore di Cristo. Infatti, nello stesso momento in cui il
Cuore di Cristo ci conduce al Padre, ci invia ai fratelli. Nei frutti di servizio, fraternità e missione
che il Cuore di Cristo produce attraverso di noi, si compie la volontà del Padre. In tal modo il cer-
chio si chiude: “In questo è glorificato il Padre mio: Che portiate molto frutto” (Gv 15,8) […] Dob-
biamo tornare alla Parola di Dio per riconoscere che la miglior risposta all’amore del suo Cuore è
l’amore per i fratelli; non c’è gesto più grande che possiamo offrirgli per ricambiare amore per
amore. […] L’amore per i fratelli non si fabbrica, non è il risultato di un nostro sforzo naturale,
ma richiede una trasformazione del nostro cuore egoista. Nasce allora spontaneamente la ben
nota supplica: “Gesù, rendi il nostro cuore simile al tuo”. Per questo stesso motivo, l’invito di S.
Paolo non era: “Sforzatevi di fare opere buone”. Il suo invito era precisamente: “Abbiate tra voi
gli stessi sentimenti di Cristo Gesù” (Fil 2,5).
Con umiltà e confidenza, ricordando le parole di Gesù: “In verità, in verità io vi dico: se chiederete
qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena” (Gv 16, 23-24). Credendo pienamente inquesta parola.
Ti chiediamo la pace che sembra così difficile tra la Russia e l’Ucraina, tra Israele e i Palestinesi,
tra le fazioni che si combattono in Siria e in altre regioni dell’Africa; illumina le menti dei re-
sponsabili di questi popoli perché vedano l’inutilità, la distruzione, il male delle guerre. Ascoltaci,
o Padre!
Padre, il tuo Santo Spirito, sovrabbondi su questa nostra società e ci renda ogni giorno di più
consapevoli che il denaro speso per gli armamenti è contro ogni ragionevolezza, è un ladrocinio
dei beni della terra e un oltraggio alla dignità umana. Ascoltaci, o Padre!
Ancora una cosa ti chiediamo: estirpa dalla umanità la violenza sulle donne, risveglia la bellezza
dei rapporti tra gli uomini e le donne nello stupore e nella gratitudine come fu al principio della
creazione, ridesta la bellezza e la gioia dell’essere famiglia tra mogli e mariti, tra genitori e
figli. Ascoltaci, o Padre!
Nel mondo del lavoro sta crescendo sempre più la tirannia del guadagno; la disattenzione alla di-
gnità delle persone, l’insicurezza e i rischi e di conseguenza le morti, crescono ogni giorno di più.
Padre, per intercessione del Cuore di Gesù, rendici fratelli attenti al bene di ogni uomo. Ascol-
taci, o Padre!
Ti preghiamo per i migranti anche oggi in balia delle onde del mare, abbandonati, respinti, nel
pericolo della vita. Padre Santo che possano trovare un posto sicuro per loro e le loro famiglie.
Ascoltaci, o Padre!
E ora Padre, con immensa gratitudine al tuo Figlio Gesù che ti ha rivelato a tutti noi, insieme
preghiamo: Padre nostro che sei nei cieli!
Con il desiderio di fare spazio alla pace che viene da Te, auguriamo pace e serenità ad ogni uomo
e ad ogni famiglia, soprattutto in questo tempo di Avvento e per la festa dell’Immacolata.
E su tutti noi e sulle nostre famiglie scenda la Benedizione del Signore: Il Signore ci benedica
e ci custodisca, mostri a noi il suo volto e abbia misericordia di noi. Rivolga verso di noi il suo
sguardo e ci dia pace. Il Signore ci benedica.
Canto finale