L’Indulgenza del Perdono d’Assisi anche in questi tormentati giorni ci sollecita a costruire il bene della pace e la speranza dell’intera umanità

 

img61-3Nella chiesetta della Porziuncola le persone ordinariamente si mettono in ginocchio. I giovani preferiscono sedersi a terra e pregare ricurvi sulle ginocchia. Altri stanno in piedi davanti all’altare. Tutti sono in un atteggiamento di intensa preghiera. È evidente che tutti respirano uno spirito di serenità e di pace: come se fra queste mura antiche e disadorne diventasse possibile una pausa ai nostri frenetici pensieri e un respiro profondo tra le nostre pesanti ansie.

Qui la preghiera nasce spontanea, semplice: qui puoi pensare solo a Dio, puoi rivolgerti solo a lui. E tutto questo è dovuto al fatto che tra queste pietre vive forte il ricordo della preghiera di S. Francesco, il ricordo di S. Chiara che offre se stessa come profumo al Signore, il ricordo di tanti santi e semplici persone che ininterrottamente, lungo i secoli, qui hanno scoperto l’amore del Signore.

Alzando gli occhi verso l’altare veniamo colpiti dalla luce e dai colori della splendida pala di Prete Ilario da Viterbo: essa narra la storia del Perdono di Assisi. C’è prima di tutto il cammino di S. Francesco verso il perdono: uscendo dal mondo, abbandonando la logica dell’avere e del contare agli occhi della gente, S. Francesco abbraccia una vita di umiltà e di penitenza. Si sente accolto dal Signore e sente come degli angeli che lo portano alla presenza del Signore. La gioia del perdono inonda la sua vita e gli fa sperimentare la visione del Paradiso: incontra Maria Santissima, incontra Gesù risorto e glorioso, incontra il Padre e lo Spirito Santo.

Questo incontro riempie di gioia inenarrabile la sua vita.Al culmine di tutto entra nel mistero dell’amore di Dio, che annuncia a Maria l’Incarnazione del Figlio di Dio, nella nostra povera umanità, per liberarci dalle nostre schiavitù e ridonare a noi l’immagine del Figlio diDio. S. Francesco si sente inserito nel piano di Dio, pervaso di una gioia profonda, perdonato e accolto nella comunione con il Signore. Uscendo dalla Porziuncola andrà in giro nel bosco piangendo con forti singhiozzi per l’assurdo che questo amore non viene ricambiato.

La certezza dell’amore del Signore non abbandonerà mai l’animo di S. Francesco e diventerà in lui anche fonte di una domanda: perché non portare anche ad altri la stessa gioia, perché non rendere possibile anche ad altri di sperimentare la beatitudine del perdono? Riflettendo sull’amore gratuito del Signore nel suo cuore si fa strada un proposito: “Voglio mandare tutti in Paradiso!”. Con grande fiducia perciò si recò dal Papa per domandare che tutti coloro che, pentiti dai peccati, venivano a pregare tra le mura della chiesetta ricevessero il perdono totale, la guarigione piena dall’inquinamento causato dal peccato.

Come il Signore aveva ridato integrità e dignità alla sua vita, così Franesco chiedeva che l’Indulgenza, per la misericordia del Signore e della sua Chiesa, ricostituisse in ognuno il volto del Figlio di Dio. La grazia di questa Indulgenza e di questo perdono si è saldamente stabilita tra le mura della Porziuncola e noi oggi ne sentiamo tutto il profumo che ci avvolge quando sostiamo nella pace e nel silenzio, lasciandoci guarire e pacificare dentro. Sempre tenendo presente gli inizi del Perdono della Porziuncola, nel corso del tempo la misericordia della Chiesa estese l’Indulgenza prima a tutte le chiese francescane e infine per il 2 agosto a tutte le chiese parrocchiali. Ma la grazia del perdono continua il suo cammino di guarigione e di risanamento nella vita dell’uomo; e molte persone, anche al di fuori delle mura della Chiesa, sono convinte che solo l’esperienza del perdono può diventare fondamento e sorgente di nuovi rapporti nell’umanità: purificato il cuore dell’uomo dall’odio e dalla vendetta, si potrà edificare una società saldamente ancorata alla pace.

 

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Innalziamo

la nostra preghiera

al Signore perchè venga

in soccorso alla nostra

debolezza e con la potenza

del suo Santo Spirito apra

il cuore e l’intelligenza

alle vie del perdono

e della pace

 

 

 

COME S. FRANCESCO CHIESE ED OTTENNE L’INDULGENZA DEL PERDONO

 

“Una notte dell’anno del Signore 1216, Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l’altare il Cristo rivestito di luce e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore! Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: “Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”. “Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande – gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai.

Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”. E Francesco si presentò subito al Pontefice Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visione avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione. Poi disse: “Per quanti anni vuoi questa indulgenza?”. Francesco scattando rispose: “Padre Santo, non domando anni, ma anime”. E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo chiamò: “Come, non vuoi nessun documento?”. E Francesco: “Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l’opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni”. E qualche giorno più tardi insieme ai Vescovi dell’Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra le lacrime: “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!”. (Da “Il Diploma di Teobaldo”, FF 3391-3397)

 

 

CONDIZIONI PER RICEVERE L’INDULGENZA DEL PERDONO DI ASSISI

Tale indulgenza è lucrabile, per sé o per i defunti, da tutti i fedeli quotidianamente, per una sola volta al giorno, per tutto l’anno nel santo luogo della Porziuncola e, per una volta sola, da mezzogiorno del 1° Agosto alla mezzanotte del giorno seguente, oppure, con il consenso dell’Ordinario del luogo, nella domenica precedente o successiva (a decorrere dal mezzogiorno del sabato sino alla mezzanotte della domenica), visitando una qualsiasi altra chiesa francescana o basilica minore o chiesa cattedrale o parrocchiale.

Le condizioni per acquistare il Perdono sono quelle prescritte per tutte le indulgenze plenarie e cioè: · Confessione sacramentale per essere in grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti); · Partecipazione alla Messa e Comunione Eucaristica; · Visita alla chiesa della Porziuncola (o un’altra chiesa francescana o parrocchiale), per recitare alcune preghiere. In particolare:

Il CREDO, per riaffermare la propria identità cristiana;

Il PADRE NOSTRO, per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo;

UNA PREGHIERA SECONDO LE INTENZIONI DEL PAPA (ad esempio Padre Nostro, Ave Maria, Gloria), per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice