Nel 2021 le persone colpite da grave insicurezza alimentare nel mondo hanno raggiunto la cifra di quasi 200 milioni. E purtroppo è un numero destinato a salire. È quanto emerge dal rapporto annuale di Fao-Programma alimentare Onu-Ue, insieme ad altri membri della Rete Globale contro le Crisi Alimentari. Nello studio si sottolinea che sono 53 i Paesi o i territori dove l’emergenza fame è una tragica realtà a causa di conflitti e condizioni climatiche estreme. Ma anche per l’aumento dei prezzi dei generi alimentari. A pesare, in questo caso, è soprattutto la pandemia. Rispetto al 2020 si registra, tra coloro che sono colpiti da grave insicurezza alimentare, un aumento di almeno 40 milioni di persone. “Queste cifre – si legge nel Rapporto – sollevano anche un forte allarme su una tendenza preoccupante: l’insicurezza alimentare acuta ha visto una crescita inarrestabile negli ultimi anni”. Territori particolarmente colpiti sono l’Etiopia, il Sud Sudan, il Madagascar e lo Yemen. In questi Paesi è maggiore il rischio di carestia e di morte diffusa.

Investire nell’agricoltura
“Non c’è tempo da perdere”: è necessario stanziare almeno 1,5 miliardi di dollari. “La produzione agricola è possibile ed efficace anche in contesti di crisi difficili”. “In molte regioni a rischio la stagione della semina sta iniziando o sta per iniziare”. “C’è una finestra di opportunità – si legge nel Rapporto – per stabilizzare e aumentare la produzione alimentare locale”. Nel dossier si evidenzia poi che “il 60 e l’80 per cento delle persone attualmente in condizioni di grave insicurezza alimentare acuta è rappresentato da agricoltori, pastori, pescatori e silvicoltori, nelle aree rurali”. Persone “che dipendono dall’agricoltura per la sopravvivenza”. Per una famiglia in grave difficoltà, anche solo “una tazza di latte al giorno può fare la differenza tra la vita e la morte”. Per questo è urgente “investire in agricoltura”. Ma “i finanziamenti al settore agricolo sono stati notevolmente scarsi, rappresentando solo l’8% dei fondi al settore della sicurezza alimentare nel 2020”. È necessario invertire questa tendenza. “Investire nell’agricoltura e nei mezzi di sussistenza rurali è strategico ed economico: il rendimento è 10 volte rispetto all’assistenza alimentare”.

L’impatto della guerra in Ucraina
Nel dossier si prendono in esame, infine, anche gli effetti del conflitto in Ucraina. “La guerra – si sottolinea nel documento – avrà gli impatti più devastanti sui Paesi in crisi alimentare, oltre quelli già sull’orlo della carestia”. Stati che già affrontano alti livelli di fame acuta, “sono particolarmente vulnerabili ai rischi creati dalla situazione nell’Europa orientale, in particolare a causa della loro elevata dipendenza dalle importazioni di prodotti alimentari e agricoli e per la vulnerabilità agli shock dei prezzi alimentari”. “È necessaria un’azione umanitaria urgente su vasta scala”.

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

 

 

Il Cantico