Il testo “Poveri per vivere da fratelli” si pone nella linea del riandare alla fonte della nostra vocazione per recuperare il senso e il significato della “povertà” di fronte alle sfide del tempo presente, sempre più guidato dal feticcio della ricchezza e del potere e sempre più oscurato in umanità dal dominio sull’altro che tutto questo inesorabilmente comporta.
Con grande lucidità Papa Francesco di giorno in giorno con il suo Magistero ci pone davanti all’urgenza drammatica di capire ciò che sta alla base di questa crisi profonda e ci interpella come cristiani a non chiudere il nostro cuore a questo mare immenso di povertà, di esclusione, di miseria, ma a volgere il nostro sguardo ai poveri per uscire dall’indifferenza complice e trovare vie di risanamento allo scandalo della fame e della dignità negata a tanta parte della famiglia umana.
Al tempo stesso sta riportando alla nostra attenzione una verità di fede: non è soltanto una categoria sociologica e economica la povertà, è innanzitutto una categoria teologica. E ci chiama a rispecchiarci nel mistero di Cristo che si fa povero per arricchirci con la sua povertà e ad assumere la modalità della povertà come Chiesa: “una Chiesa povera per i poveri”.
La povertà non è qualcosa che possiamo lasciare ai margini della nostra vita o relegarla ad alcuni gesti di carità. La povertà è connaturata alla nostra realtà: attiene alla nostra identità creaturale. Ecco l’importanza di riflettere perché la nostra umanità è fatta di questa povertà, che se compresa e accolta, ci apre alla pienezza della vita in Dio.
La straordinaria esemplarità di S. Francesco nel farsi povero per farsi fratello sulle orme di Cristo, ci è di guida. La via francescana della povertà per amore – feconda di bene nella storia della civiltà – è risorsa anche per l’oggi, scuola di vita che può insegnarci come combattere sia la povertà materiale che spirituale, restituendo giustizia e condivisione.
Le piste del presente testo hanno lo scopo di avvicinarci alla ricchezza della povertà evangelica, riscoprendone la profondità antropologica, cristiana e francescana e delineandone alcuni ambiti di incarnazione nella modalità propria della vita laicale. Questo in sintesi il percorso che umilmente il presente lavoro intende offrire:
• sondare la dimensione antropologica della povertà per aprirci all’accoglienza del dono che sta alla base della nostra vita (1° capitolo);
• contemplare il mistero di Cristo Messia povero che rivela la povertà come via di salvezza (2° capitolo);
• accogliere l’eredità di S. Francesco che ci consegna in quel farsi povero per farsi prossimo la sapienza della povertà per vivere da veri figli del Padre (3° capitolo);
• dando attenzione all’ambito della famiglia, luogo della generazione e della custodia (4° capitolo);
• accostandoci all’ambito economico sociale alla luce del pensiero francescano delle origini sulla ricchezza della povertà (5° capitolo);
• indicando nella conversione degli stili di vita una custodia attiva per l’indispensabile cammino dalla appropriazione alla restituzione da inverare nella quotidianità (6° capitolo).
Le Schede che accompagnano le varie unità del testo sono volte a riportare in presenza l’alto magistero di Papa Francesco; diventano così rimando a nutrire la riflessione proposta, in particolare con la meditazione dell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium.
Nel consegnare questo libro, che ricordiamo è sempre frutto di una fraternità – fraternità di formazione – ci è gradito ringraziare in particolare Don Massimo Serretti (docente di teologia dogmatica alla Pontificia Università del Laterano) che ha nuovamente arricchito questo servizio fraterno con la sua competenza. Una speciale riconoscenza desideriamo esprimere anche a P. Vittorio Viola ofm (docente di Teologia liturgica al Pontificio Ateneo S. Anselmo e all’Istituto Teologico di Assisi) per il suo illuminante contributo al tema donatoci al Capitolo delle Fonti in Assisi.
Ci auguriamo che il presente sussidio, pur con tutti i suoi limiti, possa offrire alcuni squarci di luce, suscitando per grazia dello Spirito il desiderio di ricerca personale per amministrare a favore di tutti la sapienza della povertà.
Argia Passoni,
Commissione Nazionale Formazione