Andiamo fino a Betlemme, come i pastori. E se invece di un Dio glorioso, ci imbattiamo nella fragilità di un bambino, non ci venga il dubbio di aver sbagliato il percorso. Perché da quella notte le fasce della debolezza e la mangiatoia della povertà sono divenuti i simboli della onnipotenza di Dio. Da quel Natale, il volto spaurito degli oppressi, la solitudine degli infelici, l’amarezza di tutti gli uomini della Terra, sono il luogo dove Egli continua a vivere in clandestinità. A noi il compito di cercarlo. Mettiamoci in cammino senza paura.
(don Tonino Bello)
BUON NATALE!
Fraternità Francescana e Cooperativa Sociale Frate Jacopa
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