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Il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, in collaborazione con la Segreteria di Stato, nei giorni 11 e 12 luglio 2014 ha tenuto alla Casina Pio IV in Vaticano un Seminario internazionale sulla proposta di Papa Francesco nellʼEvangelii Gaudium “Per unʼeconomia sempre più inclusiva”.
Al Seminario, a porte chiuse, hanno partecipato una settantina di persone, esponenti di istituzioni internazionali, università e rappresentanti di grandi imprese e della società civile.

Sull’idea che ha dato vita a questo seminario, Alessandro Gisotti ha intervistato mons. Mario Toso, Segretario del dicastero Giustizia e Pace:

 

R. – Innanzitutto l’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco offre prospettive davvero stimolanti che però devono essere approfondite e tradotte in progettualità economica, perché sono emerse interpretazioni distorcenti che sono giunte ad accusare il Pontefice di marxismo. Occorre spiegare che la proposta di un’economia sempre più inclusiva non implica la rinuncia all’economia di mercato, semmai la valorizzazione di essa, dei suoi aspetti positivi; occorre spiegare che l’”economia che uccide” a cui allude Papa Francesco – e purtroppo ci sono stati molti imprenditori e lavoratori licenziati che si sono suicidati – non è tutta l’economia, ma quella che idolatra il denaro, quella che considera il lavoro una variabile dipendente dai meccanismi finanziari e monetari.

 

D. – Lei terrà l’intervento introduttivo del seminario. Può anticiparci i punti salienti?

R. – Il primo punto saliente é costituito dalla considerazione che la globalizzazione ha messo in moto un processo di convergenza dei redditi medi dei Paesi più poveri verso i Paesi più ricchi, ma allo stesso tempo, ha accresciuto le diseguaglianze tra diverse parti della popolazione mondiale. I due fenomeni sono figli della stessa rivoluzione, ovvero di un mercato che si globalizza aumentando i divari di rendimento della scolarizzazione e mettendo in forte concorrenza lavoratori a basso reddito con lavoratori ad alti salari dei Paesi ad alto reddito. Secondo punto: si sta vivendo una transizione lunga, promettente, sebbene problematica e complessa, che si spera porti dal “vecchio mondo” – segmentato nei confini nazionali – ad un “nuovo mondo” popolato da un’unica famiglia umana. Terzo punto: il problema economico di cui tradizionalmente gli economisti si sono occupati, è soltanto una delle dimensioni del problema odierno. Bisogna infatti assicurare che la creazione di valore economico sia sostenibile a livello ambientale. C’è dunque, oltre alla dimensione economica, anche una dimensione ambientale; che non produca drammatiche crisi finanziarie – quindi c’è una dimensione finanziaria – e che non esista un disallineamento tra il Prodotto interno lordo e il benessere.

 

D. – Al seminario partecipano anche esponenti di istituzioni internazionali, accademiche, così come i rappresentanti di grandi imprese e di quella che viene chiamata la società civile. Questo sottolinea anche un grande interesse che c’è un po’ a livello generale per quelle che sono le proposte che vengono enunciate da Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium, ma anche in tanti altri interventi…

R. – Devo dire che con riferimento a questa iniziativa – che si è voluto tenere ristretta nella partecipazione e anche riservata in quanto i contenuti non sono tutti definiti, ma sono suscettibili di perfezionamento e di integrazione –, c’è stata una grande adesione, anzi una specie di “piccolo assalto”. Molti desideravano partecipare ed essere presenti a questo evento al quale parteciperà, nel momento conviviale, il Sommo Pontefice. Questo sta a significare il grande interesse che si sta riscontrando attorno al Magistero sociale di Papa Francesco, un interesse che – tra l’altro – è sollecitato anche dai grandi problemi che sono sul tappeto, i quali esigono davvero una grande visione ma anche una grande progettualità a livello non solo economico ma anche politico. Sappiamo che oggi la crisi è dovuta anche al fatto che la finanza ha il sopravvento sulla politica e quest’ultima stenta ad offrire delle direttive, delle politiche finanziare fiscali tali da poter indurre la finanza ad essere al servizio del bene comune.

 

D. – Una voce sempre più ascoltata quella del Papa; lo vediamo in tante dimensioni. Anche questo simposio lo conferma.

R. – Sì, perché è una voce che intercetta i bisogni della gente, dei popoli, della famiglia umana, sia per quanto riguarda le questioni economiche che per quelle che riguardano la pace, lo sviluppo sostenibile… Tutte queste questioni sono intrecciate tra di loro e, tra loro, interdipendenti. Occorre, dunque, avere la capacità di una visione complessiva di tutti i problemi, i fattori, le valenze e, corrispondentemente, essere capaci di offrire una nuova progettualità e preparare nuove persone che siano determinate nel vivere il proprio protagonismo economico, sociale, politico con grande responsabilità nei confronti del bene comune e della giustizia sociale.

 

Il documento finale del Seminario, insieme ad altri articoli sono riportati nella rivista Il Cantico agosto 2014 (clicca qui)