Giornata Mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta – 8 febbraio 2017
L’evento, che viene celebrato nel giorno in cui si ricorda la memoria Liturgica di Santa Bakhita, che conobbe nella sua vita le sofferenze della schiavitù, è promosso da Talitha Kum, la Rete Internazionale della Vita Consacrata contro la tratta di persone, in coordinamento con il Dicastero per la Vita Consacrata, il Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace, il Pontificio Consiglio dei Migranti e Popoli Itineranti, l’Accademia delle Scienze Vaticane, Caritas Internationalis (CI), l’Unione Internazionale delle Associazioni Femminili Cattoliche (WUCWO) e il gruppo di lavoro contro la tratta della Commissione giustizia e pace delle Unione Internazionali delle Superiore e dei Superiori Generali (UISG/USG).
La terza edizione della Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la tratta di persone mette in luce il dolore e la speranza di bambini, bambine e adolescenti trafficati.
Le ultime statistiche delle Nazioni Unite, ci dicono che un terzo delle vittime della tratta sono bambini. Il numero delle persone trafficate che ha meno di 18 anni è costantemente in aumento in tutto il mondo. Bambini ed adolescenti sono vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale, servitù domestica, matrimonio forzato, adozioni illegali, lavori forzati, estrazione di organi, accattonaggio, atti criminali (come il caso dei bambini soldato e il trasporto di droga) e stregoneria.
È urgente ascoltare il grido dei più piccoli, di tutti, di ogni famiglia e ogni comunità, che soffre la violenza dello sfruttamento e della schiavitù, che è ferita e umiliata.
Vogliamo essere un segno di speranza per tutti i bambini trafficati e le loro famiglie, e diciamo: “Sono bambini! Non Schiavi!
Unisciti anche tu alla Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la tratta. Sul sito www.preghieracontrotratta.org, puoi trovare il testo della preghiera da proporre in parrocchia, nella tua fraternità, o in famiglia. Sul sito troverai anche tutti gli eventi che si svolgeranno nella settimana dal 2 all’8 febbraio 2017, e le storie di questi piccoli.
Negli ultimi trent’anni, si calcola che sono stati circa 30 milioni i bambini coinvolti nella tratta. Attualmente nel mondo, ogni due minuti, una bambina o bambino è vittima dello sfruttamento sessuale. Più di 200 milioni di minori lavorano, di cui 73 milioni hanno meno di 10 anni.
Di questi piccoli, ogni anno ne muoiono 22 mila a causa di incidenti di lavoro.
• Nel mondo ci sono 168 milioni di bambini che lavorano. Più della metà, 85 milioni, sono impiegati in lavori pericolosi. 20 milioni di bambini sono impiegati nelle industrie di abbigliamento, tappeti, giocattoli, fiammiferi e sigarette. L’agricoltura rimane di gran lunga il principale settore che impiega lavoro minorile (98 milioni), il problema non è trascurabile neppure nei servizi (54 milioni) e nell’idustria (12 milioni), la maggioranza senza contratto di lavoro. Molti bambini lavorano in aziende agricole che producono cacao, caffé, cotone, gomma naturale e altre coltivazioni.
L’Asia e il Pacifico hanno il maggior numero, con circa 78 milioni, cioè il 9,3% dei bambini lavorano. È l’Africa Sub-sahariana che presenta la maggior incidenza di bambini lavoratori con circa 59 milioni, cioè il 21% del totale. Ci sono 13 milioni di bambini lavoratori in America Latina e Caraibi. Nel Medio Oriente e Nord Africa sono 9,2 milioni. Ogni anno, 22 mila bambini muoiono in incidenti lavorativi: 9% nell’industria, incluse miniere e cave, nell’industria manifatturiera ed edile.
• Il numero dei bambini coinvolti in conflitti armati è aumentato di circa 300 mila unità negli ultimi dieci anni. L’età media dei bambini soldato è di 14 anni. Il 40% dei bambini soldato è costituito da femmine.
• Nel mondo sono 2 milioni i bambini sfruttati nella prostituzione nel mercato globalizzato del commercio sessuale. Ogni anno altri milioni di bambini in tutto il mondo sono similmente sfruttati sessualmente, nella prostituzione o pornografia, la maggioranza ingannati e costretti a forza a questa situazione con false promesse e poca conoscenza dei rischi (UNICEF).
Circa 1 su ogni 10 ragazze sotto i 20 anni, ad un certo punto della loro vita, sono obbligate ad avere relazioni sessuali o altri atti sessuali contro la loro volontà