fratiacjpeg1Siamo gli amici dell’Associazione Solidabile, proprio quelli che molti di voi hanno avuto modo di conoscere durante le ultime Scuole di Pace qui a Frate Jacopa. Oggi approfittiamo di questo spazio sulla rivista Il Cantico per condividere insieme un altro pezzo della nostra esperienza vissuta con il gruppo di formazione-lavoro nella Casa. Stiamo ormai quasi per ultimare anche questa terza fase del progetto “Esperimenti di solidarietà”, iniziata a gennaio e che si concluderà molto probabilmente a fine giugno; il tempo è quasi volato e finora non possiamo che dire “sta andando molto bene”! Quest’anno il gruppo integrato è formato da nove persone: è ritornata con noi fin dall’inizio la nostra carissima Alessandra e c’è stato il nuovo inserimento di Flaminia, la più giovane della compagnia, che ha contribuito notevolmente, con la sua freschezza, simpatia e capacità di ascolto a consolidare ancora di più quel legame fraterno e profondo che questo cammino ha permesso di sperimentare non solo tra di noi ma anche con gli amici di Frate Jacopa che più spesso incontriamo: penso a padre Lorenzo, ad Argia, Marilena, Bice, Rosaria, Ignazio, Giorgio.Alcuni fatti posso proporvi, simbolicamente, per raccontare un po’ del nostro percorso durante questi mesi: tra questi, il grande regalo che ci ha fatto Claudio, il quale un bel giorno trovatosi non per caso di fronte ad un microfono (intuito di Lillj!) ha cominciato a cantare e non si è più fermato!. E così, spesso, mentre lavoriamo, ci torna in mente qualche vecchia canzone e tutti, dietro Claudio, cominciano a cantare… Considerando quanto fosse sempre molto taciturno con noi, unito alla sua decisionedi lavorare tutti e tre i giorni invece che solo due e che, ogni volta che canta, permette a tutti noi di tirare fuori qualcosa di sé, tutto questo mi sembra una bella conquista collettiva! In secondo luogo, ormai anche noi ci siamo talmente affezionati a Casa Frate Jacopa che anche quest’anno, a Pasqua, abbiamo voluto continuare l’esperienza dello scorso anno: gestire in autonomia la casa di accoglienza per alcuni giorni, a tempo pieno, con gli ospiti, le colazioni, i pranzi per noi! Antonil ella e Cristiano sono ormai due “colonne” di questa esperienza, sempre presenti, disponibili, autonomi sui compiti da svolgere e, soprattutto, pienamente interpreti dello spirito con cui abbiamo tanto desiderato condividere queste cose. Terzo, l’idea di una locandina (copyright di Simona) con le nostre foto dei tre anni di attività, dalle più vecchie alle più recenti. Ci sono diverse momenti e ci siamo un po’ tutti: vogliamo che gli ospiti della Casa abbiano la possibilità, vedendo le immagini e UN BENVENUTO “SPECIALE” A CASA FRATE JACOPA Una storia di fraternità leggendo il breve commento inserito, di conoscere e condividere questa esperienza. La locandina nella sua elaborazione è diventata poi espressione delle tre realtà riunite attorno all’impresa dei ragazzi, primi protagonisti del progetto: la Cooperativa Sociale Frate Jacopa, l’Associazione Solidabile Onlus e l’Assessorato ai Servizi Sociali del Municipio 18, che non ha mancato di dare il proprio patrocinio. L’affissione della Locandina nei locali di Casa Frate Jacopa è stata anche una buona occasione per invitare i referenti istituzionali del Municipio 18, l’Assessore ai Servizi Sociali Vito Rapisarda e la sua segretaria Franca, a trascorrere insieme una serata, durante la quale si è parlato del nostro lavoro insieme, si sono incontrate le famiglie, sono state distribuite le nostre locandine come segno dell’attività svolta nella Casa all’interno del progetto, realizzato insieme al Municipio. Infine, non posso che condividere con tutti voi questo scritto di Anna, la mamma di Luca. Sono sicura che permetterà a tutti di capire pienamente quello che ho cercato di raccontare con tante parole… E’ una testimonianza breve, ma ha dato il tempo sufficiente a una acrima di scendere. Però era una lacrima di Gioia, che scrivo con la lettera maiuscola non per retorica, ma perché sono sicura che scende dall’alto.

Vilma Fuccelli

 

“LUCA, DOVE VAI? VADO A LAVORARE”

Il lunedì, giovedì e venerdì Luca esce di casa verso le otto con il suo portamonete al collo, percorre un tratto di strada a piedi, si ferma alla solita pasticceria, si compra un cornetto al cioccolato e raggiunge i suoi compagni di lavoro per poi andare tutti insieme da Frate Jacopa. Per tutti il lavoro è importante ma, per le persone speciali come lui, lo è ancora di più perché vuol dire stare con gli altri e interagire. Nel lavoro l’uomo trova se stesso, le sue capacità, la sua funzione nel mondo e soprattutto lo allontana dal grande male: la noia. All’inizio di questo percorso mi è stato chiesto se questo lavoro poteva andar bene per Luca. Io ho risposto che non lo sapevo perché per lui la cosa più importante è il clima che si crea nell’ambiente. Luca ha avuto la fortuna di trovare persone straordinarie che lo capiscono, sanno stargli vicino, sanno ascoltare i suoi silenzi. Io non so quello che Luca fa al suo lavoro ma lo vedo uscire di casa felice e quando torna è sereno, a volte racconta qualche avvenimento divertente e ride sotto i baffi. Se gli chiedo: “Cosa hai fatto oggi?”, lui risponde: “Tutto”. Come genitore sono felice che Luca abbia incontrato delle persone, anche loro speciali, che hanno fatto uscire lui e gli altri come lui dal tunnel della noia e della solitudine. Grazie.

Anna, la mamma di Luca