La nostra preghiera è sempre una battaglia perché stare
con il Signore, per noi, immersi quotidianamente nelle cose
del mondo, è sempre difficile. Raramente sentiamo un tra-
sporto interiore che ci fa sembrare tutto leggero, di essere
come in Paradiso. In altre parole, la preghiera ci impegna
e per pregare dobbiamo invocare l’aiuto dello Spirito Santo.
Un grande sostegno ci viene dalla liturgia, nella quale la
preghiera della comunità ci porta. In questi giorni siamo
nel tempo liturgico dell’Avvento e risuonano in noi le aspi-
razioni e le grida dell’antico Popolo di Dio, che oppresso
sotto le varie schiavitù, tramite le voci dei Profeti, invoca-
vano la misericordia e la venuta del Messia. Ma l’Avvento
non riguarda solo il passato: è un tempo speciale, che ri-
portando alla presenza il passato, è denso di significato
anche per il nostro presente: anche noi gemiamo per la
condizione in cui sta vivendo l’umanità in questo nostro tempo. Infatti sentiamo nel-
l’aria un forte bisogno di cambiamento e una insistente invocazione di liberazione da
pesanti schiavitù causate dalla insipienza e dall’egoismo del genere umano. Come in
passato anche oggi Dio deciderà di intervenire, noi siamo il popolo che Egli ama, noi
siamo la sua famiglia che certamente non lascerà andare in rovina; anche oggi la
sua iniziativa sarà gratuita ed imprevedibile. Il suo Natale tra noi, l’avvenimento più
sconvolgente della storia, ci assicura che Dio non ci lascia soli. Ora In noi nasce l’in-
vocazione: vieni e non tardare! Nasce anche un profondo desiderio di incontrarlo.
Tutto l’Avvento è attraversato da questo vivo desiderio di incontrare il Signore Gesù,
unico Salvatore.

 

                                                              Veglia di preghiera
Benediciamo il Signore che ci concede di poter pregare. Lui è in mezzo a noi e ci anima con il suo
Santo Spirito. Preghiamo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Preghiamo insieme: In questo tempo di Avvento, ti invochiamo: vieni Signore a visitarci e a ri-
svegliare in noi il desiderio di incontrarti e di aprire il nostro cuore ad accoglierti. La situazione
disastrosa in cui l’umanità si è addentrata intraprendendo guerre insensate e sommamente di-
struttrici da cui non riesce ad uscire, la crudeltà che calpesta anche le relazioni più belle e più
umane, siano come un grido alla tua misericordia.
Vieni Signore e liberaci: Ci appoggiamo alle tue parole Gesù che ci dicono di chiedere nel tuo
nome e di avere fiducia nell’amore del Padre.

 

Canto

 

L’Avvento è il desiderio di tutta la comunità, ma è anche desiderio delle singole persone che sono
chiamate a rivedere la propria vita, a ridare un certo ordine ai pensieri e agli interessi, a porre
Gesù al centro di tutto. A vivere quel che diceva S. Agostino: “Tardi ti ho amato o bellezza antica
e sempre nuova!”

L’Avvento è la condizione dell’uomo
“Vieni, Signore Gesù!” (Ap. 22,20). L’ultima parola con la quale si conclude la Bibbia è l’invoca-
zione che apre e dà inizio all’anno liturgico. Rivolgendosi al Signore per implorare la sua venuta
nella gloria la Chiesa vive l’Avvento come il tempo della vigilanza, dell’attesa e dunque della
speranza nel compimento dell’ultima e definitiva promessa fattale dal Signore Gesù : “Sì, vengo
presto! Amen” (Ap. 22,20). L’Apostolo Paolo definisce i cristiani “Coloro che hanno atteso con
amore la sua manifestazione” (2 Tm 4,8). Attendere nell’amore la venuta del Signore significa
per i credenti partecipare all’attesa cosmica, a quel desiderio di compimento che abita ogni
essere vivente. Vivere il tempo liturgico dell’Avvento significa riconoscere che in tutto ciò in
cui c’è un alito di vita c’è un’attesa, ogni essere contiene in sé un avvenire, ogni essere attende
una venuta. In tutto questo si iscrive l’attesa dei cristiani che invocano il Veniente, facendosi
voce di ogni creatura: “Marana tha! Vieni, Signore Gesù”. Tutto e tutti attendono, tutto e tutti
gemono nell’attesa. Niente e nessuno è privo di attesa.

 

Signore Gesù, noi abbiamo bisogno di Te, se non intervieni Tu non ce la facciamo a trovare una
pace vera, giusta, che rispetti ogni nazione, che rinnovi le relazioni essenziali tra i gruppi umani.
Ascolta il nostro grido e non tardare: Vieni Signore Gesù e non tardare!

Poniamo davanti a Te la distesa della terra bagnata dal sangue del numero sconfinato di giovani
morti per una guerra insensata, voluta da uomini che ogni giorno di più mostrano un egoismo e
una cattiveria veramente diabolici: Vieni Signore Gesù e non tardare!

È orribile la visione del dopo bombardamento: sulle striscie nere si aggirano gli scampati: mutilati,
orfani, anziani in pianto, persone smarrite, vedove e dappertutto distruzione: Vieni Signore Gesù
e non tardare!

La cattiveria con cui vengono distrutte tutte le strutture costruite per il benessere delle per-
sone: ospedali, scuole, chiese, impianti di vario genere, dà la misura dell’odio che si annida nel
cuore di tanti responsabili: Vieni Signore Gesù e non tardare!

 

 

Canto

 

Gesù è inviato dal Padre per accogliere il desiderio dell’uomo di incontrare Dio. Spesso l’uomo
non desiderava neanche incontrare Dio ma si era fatto dei per conto suo e addirittura si sentiva
lui stesso dio: è questo il disastro della idolatria che è il grande peccato anche dei nostri giorni.
In questo modo l’uomo aveva posto Dio fuori dei propri interessi, fuori della sua vita: lo aveva
praticamente allontanato, aveva posto un muro tra Dio e l’uomo. Gesù viene a rimuovere il muro
e a creare di nuovo la comunione tra Dio e l’uomo. Da questa comunione dipende la vita e la gioia
dell’uomo.

 

Dalla Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco
Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo in-
contro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da
Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che
questo invito non è per lui, perché nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore. Chi rischia,
il Signore non lo esclude, e quando qualcuno fa un piccolo passo verso Gesù, scopre che Lui già
aspettava il suo arrivo a braccia aperte. Questo è il momento per dire a Gesù Cristo: “Signore,
mi sono lasciato ingannare, in mille maniere sono fuggito dal tuo amore, però sono qui un’altra
volta per rinnovare la mia alleanza con te. Ho bisogno di Te. Riscattami di nuovo, Signore, ac-
cettami ancora una volta fra le tue braccia redentrici”. Ci fa tanto bene tornare a Lui quando
ci siamo perduti! Insisto ancora una volta: Dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci
stanchiamo di chiedere la sua misericordia. Colui che ci ha invitato a perdonare “settanta volte
sette” ci dà l’esempio: Egli perdona settanta volte sette. Torna a caricarci sulle sue spalle una

volta dopo l’altra. Nessuno potrà toglierci la dignità che ci conferisce questo amore infinito e
incrollabile.

 

Ci rivolgiamo a Te: Signore Gesù, noi vogliamo stare con Te. Spesso cerchiamo di trovare da soli
quello che riempie di senso la nostra vita, crediamo di sapere di che cosa abbiamo bisogno per
essere felici e per vivere una esistenza dignitosa in questa società. Purtroppo ci inganniamo,
perché solo in Te possiamo estinguere la sete che ci portiamo dentro, solo in Te possiamo trovare
le risposte alle domande essenziali della nostra vita. Vieni, Signore Gesù e diventa il centro dei
nostri cuori e delle nostre intelligenze che spesso cadono vittime dello smarrimento, dell’angoscia
e della tristezza. Liberaci dalle false sicurezze e dai miraggi che il mondo fa balenare intorno a
noi. Non farci cercare fughe e scappatoie dalle difficoltà e dalle sconfitte della vita, ma facci
accettare quello che tu fai in noi, con i piedi ben fermi nella realtà quotidiana, ma con la consa-
pevolezza di non essere soli, di vivere abbracciati dal tuo amore e di essere tenuti per mano dal
tuo Santo Spirito. Signore Gesù, vincitore della potenza del Maligno e di tutto il male che lui ha
disseminato nella vita dell’uomo, Tu sei il nostro alleato e con Te anche noi siamo forti e vincitori,
custodiscici come la pupilla dell’occhio, soccorrici come il Buon Samaritano e quando ci perdiamo
mettiti in cerca di noi come per la pecorella smarrita. Fa che ci appoggiamo solo in Te, sii tu la
nostra roccia di sostegno nelle tempeste e donaci la certezza che sei con noi sulla nostra barca.
E la paura non si impossessi della nostra vita.

Gesù nostro fratello, insegnaci la fiducia e la beatitudine del rapporto con il Padre: per l’azione
dello Spirito Santo fa nascere in noi gli stessi sentimenti, la stessa gratitudine e la stessa de-
cisione di far la sua volontà. I nostri pensieri e le nostre azioni salgano al Padre graditi come
profumo d’incenso.

Gesù, nostro maestro, spesso il nostro agire e i nostri affetti sono sperduti nelle cose inutili:
nelle ricerca affannosa di ciò che ci dà gloria e buona riputazione, nella preoccupazione per cer-
care di accumulare ricchezza, nel tentativo di mantenerci giovani e sani. Signore, dacci amore
per tutte le cose belle e buone, facci apprezzare tutti i tuoi doni. Ma soprattutto fa che al cen-
tro di tutto ci sia il tuo amore, la ricerca di un colloquio ininterrotto con Te e un amore sincero
verso tutti i fratelli. Fa che impariamo da Te ad essere aperti verso tutti, a saper accogliere
tutti, a saper ascoltare tutti, a far delle nostre attività un servizio a tutti.

 

Chiediamo al Signore un amore concreto verso tutte le persone che incontriamo nella vita: nella
famiglia, nella professione, nella via. La cosa più grande di cui hanno bisogno è incontrare Gesù
Cristo e da lui conoscere l’amore del Padre. Perciò come Gesù andiamo per il mondo annunciando
il Regno di Dio e l’amore del Padre.

 

Dalla Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco
La prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto, l’esperienza di
essere salvati da Lui che ci spinge ad amarlo sempre di più. Però che amore è quello che non
sente la necessità di parlare della persona amata, di presentarla, di farla conoscere? Se non
proviamo l’intenso desiderio di comunicarlo, abbiamo bisogno di soffermarci in preghiera per
chiedere a Lui che torni ad affascinarci. Abbiamo bisogno d’implorare ogni giorno, di chiedere
la sua grazia perché apra il nostro cuore freddo e scuota la nostra vita tiepida e superficiale. È
urgente ricuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta di riscoprire ogni giorno che siamo
depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova. Non c’è niente di meglio
da trasmettere agli altri. Tutta la vita di Gesù, il suo modo di trattare i poveri, i suoi gesti, la
sua coerenza, la sua generosità quotidiana e semplice, e in fine la sua dedizione totale, tutto è
prezioso e parla alla nostra vita personale. Ogni volta che si torna a scoprirlo, ci si convince che
proprio questo è ciò di cui tutti hanno bisogno perché risponde alle necessità più profonde delle
persone, perché tutti siamo stati creati per quello che il Vangelo ci propone: l’amicizia con Gesù
e l’amore fraterno.

 

Con don Tonino Bello mettiamoci vicino a Maria, donna dell’Avvento, donna accogliente, donna
che per prima pote’ posare gli occhi del suo corpo sul piccolo Gesù. Da lei impariamo a desiderarlo
e ad accoglierlo.

 

Santa Maria, donna accogliente, aiutaci ad accogliere la Parola nell’intimo del cuore. A capire,
cioè, come hai saputo fare tu, le irruzioni di Dio nella nostra vita. Egli non bussa alla porta per
intimarci lo sfratto, ma per riempire di luce la nostra solitudine. Non entra in casa per metterci
le manette, ma per restituirci il gusto della vera libertà. Lo sappiamo: è la paura del nuovo a ren-
derci spesso inospitali nei confronti del Signore che viene. I cambiamenti ci danno fastidio. E
siccome Lui scombina sempre i nostri pensieri, mette in discussione i nostri programmi e manda
in crisi le nostre certezze, ogni volta che sentiamo i suoi passi, evitiamo di incontrarlo, nascon-
dendoci dietro la siepe, come Adamo tra gli alberi dell’Eden. Facci comprendere che Dio, se ci
guasta i progetti, non ci rovina la festa, se disturba i nostri sonni, non ci toglie la pace. E una
volta che l’avremo accolto nel cuore, anche il nostro corpo brillerà della sua luce. Santa Maria,
donna accogliente, rendici capaci di gesti ospitali verso i fratelli. Sperimentiamo tempi difficili,
in cui il pericolo di essere defraudati dalla cattiveria della gente ci fa vivere tra porte blindate
e sistemi di sicurezza. Non ci fidiamo più l’uno dell’altro. Il terrore di essere ingannati ha preso
il sopravvento sugli istinti di solidarietà che pure ci portiamo dentro. E il cuore se ne va a pezzi
dietro i cancelli dei nostri recinti. Disperdi, ti preghiamo, le nostre diffidenze. Facci uscire dalla
trincea dei nostri egoismi. Aiutaci ad accogliere gli stranieri che per cause diverse si presentano
alla nostra patria.

Santa Maria, nostra madre, presentiamo a te i problemi delle guerre insipienti che non riusciamo
a risolvere: la guerra tra Ucraina e Russia; la guerra palestinese; la guerra civile in Nigeria, le
tante guerre che sconvolgono sempre più interi territori per accappararsi le terre senza nessuna
attenzione a quella natura creata dal Padre perché possano benificiarne tutti i popoli.

 

Ricordandoci che siamo tutti figli di un unico Padre, tutti fratelli di Gesù Cristo, preghiamo come
Gesù ci ha insegnato: Padre nostro

Scambiamoci un segno, un gesto per la pace!

E preghiamo per tutti gli uccisi nelle guerre: Gioia eterna dona a loro, Signore! Splenda ad essi
la luce del tuo volto e vivano sempre nel tuo infinito amore!

E su tutti noi scenda la Benedizione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

 

Canto finale

 

Fraternità Francescana Frate Jacopa – Preghiera mese di Dicembre 2025