Anche quest’anno, dal 1 settembre, siamo chiamati a celebrare il “Tempo del Creato” che inizia con la Giornata di preghiera per la cura del creato. Papa Francesco ci ricorda il grande compito che ci è affidato inviandoci un messaggio ispirato alla Lettera di S. Paolo ai Romani: “L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità … ” (Rm 8, 19-20). S. Paolo ci rivela che il mondo materiale, che manifesta la gloria e la bellezza di Dio, creato per l’uomo, partecipa del destino dell’uomo ed è anch’esso ridotto ad una situazione violenta, sottoposto ad una schiavitù, a causa del nostro peccato. È opportuno ripensare la nostra idea del creato che non è quella realtà inerte, amorfa, indifferente a tutto. Il peccato dell’uomo ha portato sconvolgimento in tutto il creato. Da questa situazione disastrosa, che lo fa gemere, attende di essere liberato. Viene spontaneo il pensiero dei disastri che accadono in natura in questo nostro tempo. Accogliamo il messaggio del Santo Padre e convertiamoci ad uno stile di vita responsabile e coerente alla nostra dignità di uomini liberi, figli di Dio, consapevoli della cura che dobbiamo alla nostra casa comune che è il creato. Il 1 settembre con la Giornata Mondiale di preghiera per la cura del creato inizia un tempo di riflessione ecumenica che si concluderà il 4 ottobre festa di S. Francesco: non lasciamo passare invano questo tempo!

 

Benediciamo il Creatore
C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Iniziamo la preghiera benedicendo Dio, meraviglioso Creatore, Padre ricco di misericordia, fonte di ogni cosa buona e bella, attraverso le parole di S. Francesco con le “Lodi di Dio Altissimo”.
T. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!
L. Solo Tu sei santo, Signore, solo Dio, che operi cose meravigliose.
T. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!
L . Solo Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo, Tu sei onnipotente, Tu, Padre santo, re del cielo e della terra.
T. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!
L. Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene, il Signore vivo e vero. Tu sei amore e carità, Tu sei sa-
pienza, Tu sei umiltà, Tu sei pazienza.
T. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!
L. Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine, Tu sei sicurezza, Tu sei quiete. Tu sei gaudio e letizia, Tu sei la nostra speranza.
T. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!
L. Tu sei giustizia, Tu sei temperanza, Tu sei tutta la nostra ricchezza a sufficienza.
T. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!
L . Tu sei protettore, Tu sei custode e nostro difensore, Tu sei fortezza. Tu sei refrigerio.
T. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!
1L. Tu sei la nostra speranza. Tu sei la nostra dolcezza. Tu sei la nostra vita, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.
T. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!

 

Canto

La cura del creato, dovere fondamentale
Il Magistero di Papa Francesco, forte ed esplicito soprattutto nella Enciclica “Laudato sii’” e nella
“Laudate Deum”, ci ricorda che è un dovere fondamentale convertirci alla cura del creato, ad un amore fattivo verso la nostra casa comune che è la Madre terra. L’ecologia integrale non è un nobile sentimento ma un debito verso il creato e una responsabilità verso le generazioni future.

 

DAL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO
La salvezza cristiana entra nello spessore del dolore del mondo che non coglie solo gli umani, ma
l’intero universo, la stessa natura, oikos dell’uomo, suo ambiente vitale; coglie la creazione come
paradiso terrestre, la madre terra, che dovrebbe essere luogo di gioia e promessa di felicità per tutti.
[ …] Nel tempo che passa, però, condividiamo dolore e sofferenza: la creazione intera geme, i cri-
stiani gemono, geme lo Spirito stesso. Il gemere manifesta inquietudine e sofferenza, insieme ad anelito e desiderio. Il gemito esprime fiducia in Dio e affidamento alla sua compagnia affettuosa ed
esigente, in vista della realizzazione del suo disegno, che è gioia, amore e pace nello Spirito Santo.
Tutta la creazione è coinvolta in questo processo di una nuova nascita e, gemendo, attende la libe-
razione: si tratta di una crescita nascosta che matura, quasi granello di senape che diventa albero
grande o lievito nella pasta. Gli inizi sono minuscoli, ma i risultati attesi possono essere di una bel-
lezza infinita. In quanto attesa di una nascita – la rivelazione dei figli di Dio – la speranza è la pos-
sibilità di rimanere saldi in mezzo alle avversità, di non scoraggiarsi nel tempo delle tribolazioni o
davanti alla barbarie umana. La speranza cristiana non delude, ma anche non illude: se il gemito
della creazione, dei cristiani e dello Spirito è anticipazione e attesa della salvezza già in azione, ora
siamo immersi in tante sofferenze.

 

Vogliamo lodare ancora il Signore con le parole di Papa Francesco:
Dio onnipotente, che sei presente in tutto l’universo e nella più piccola delle tue creature, Tu che circondi con la tua tenerezza tutto quanto esiste, riversa in noi la forza del tuo amore affinchè ci prendiamo cura della vita e della bellezza. Inondaci di pace, perché viviamo come fratelli e sorelle senza nuocere a nessuno. O Dio dei poveri, aiutaci a riscattare gli abbandonati e i dimenticati di questa terra che tanto valgono ai tuoi occhi. Risana la nostra vita, affinché proteggiamo il mondo e non lo deprediamo, affinché seminiamo bellezza e non inquinamento e distruzione. Tocca i cuori di quanti cercano solo vantaggi a spese dei poveri e della terra, Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa, a contemplare con stupore, a riconoscere che siamo profondamente uniti con tutte le creature nel nostro cammino verso la tua luce infinita. Grazie perché sei con noi tutti i giorni. Sostienici, per favore, nella nostra lotta per la giustizia, l’amore e la pace.

Dall’arroganza del dominio all’umiltà della cura

DAL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO
Nell’attesa speranzosa e perseverante del ritorno glorioso di Gesù, lo Spirito Santo tiene vigile la comunità credente e la istruisce continuamente, la chiama a conversione negli stili di vita, per resistere al degrado umano dell’ambiente e manifestare quella critica sociale che è anzitutto testimonianza della possibilità di cambiare. Questa conversione consiste nel passare dall’arroganza di chi vuole dominare sugli altri e sulla natura– ridotta a oggetto da manipolare – all’umiltà di chi si prende cura degli altri e del creato. […]
Sperare e agire con il creato significa anzitutto unire le forze e, camminando insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, contribuire a ripensare alla questione del potere umano, al suo significato e ai suoi limiti. Il nostro potere, infatti, è aumentato freneticamente in pochi decenni. Abbiamo compiuto progressi tecnologici impressionanti e sorprendenti, e non ci rendiamo conto che allo stesso tempo siamo diventati altamente pericolosi, capaci di mettere a repentaglio la vita di molti esseri e la nostra stessa sopravvivenza. Un potere incontrollato genera mostri e si ritorce contro noi stessi. Perciò è urgente porre limiti etici allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, che con la sua capacità di calcolo e di simulazione potrebbe essere utilizzata per il dominio sull’uomo e sulla natura, piuttosto che messa a servizio della pace e dello sviluppo integrale.

 

Abbiamo nel nostro padre S. Francesco lo specchio dell’uomo che ha guardato solo a Gesù Cristo ed è vissuto con i suoi sentimenti e il suo cuore. Da lui nasce il Cantico delle creature che anche noi vogliamo innalzare a Dio meraviglioso Creatore.

Altissimo, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedizione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfane, e nullu homo ene dignu Te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tutte le tue creature, spezialmente messor lo frate sole.
Lo qual è iorno et allumini noi per lui. Et ellu è bello e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significazione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle: in celu l’hai formate clarite e preziose e belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento e per aere e nubilo e sereno et onne tempo, per lo quale alle
tue creature dai sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’acqua, la quale è multo utile et humile e preziosa e casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la notte: et ello è bello e iocundo e
robustoso e forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta e governa, e produci diversi frutti con coloriti fiori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli che perdonano per lo tuo amore e sostengo infirmitade e tribola-
zione. Beati quelli ke ‘l sosterranno in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra morte corporale da la quale nullu homo vivente po’ skappare;
guai a quelli ke morranno ne le peccata mortali, beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farà male.
Laudate e benedicete mi’ Signore e rengraziate e serviateli cum grande humilitate.

 

Preghiera di affidamento a Maria
Concludiamo la nostra preghiera affidandoci a Maria. Come Gesù anche Lei, non contagiata dal
peccato, aveva per il creato lo stesso atteggiamento del Creatore, lo stupore e la cura. A lei chiediamo di insegnarci a camminare sulle vie volute dal Signore, verso un rinnovamento della nostra cura del pianeta terra e verso un ascolto della voce dei poveri, degli esclusi, dei feriti. Preghiamo con le parole di Don Tonino Bello.

Santa Maria, madre tenera e forte, nostra compagna di viaggio sulle strade della vita, ogni volta che
contempliamo le cose grandi che l’Onnipotente ha fatto in Te, proviamo una così viva malinconia per le nostre lentezze, che sentiamo il bisogno di allungare il passo per camminarti accanto. Asseconda, pertanto, il nostro desiderio di prenderti per mano, e accelera le nostre cadenze di camminatori un po’ stanchi. Divenuti anche noi pellegrini nella fede, non solo cercheremo il volto del Signore, ma contemplandoti quale icona della sollecitudine umana verso coloro che si trovano nel bisogno, raggiungeremo in fretta la “città” recandole gli stessi frutti di gioia che tu portasti un giorno a Elisabetta.
Santa Maria, donaci la gioia di intuire le speranze di un giorno nuovo. Ispiraci parole di coraggio.
Non farci trenare la voce, quando a dispetto di tante cattiverie e di tanti peccati che invecchiano il
mondo, osiamo annunciare che verranno tempi migliori. Non permettere che sulle nostre labbra il la-
mento prevalga mai sullo stupore, che lo sconforto sovrasti l’operosità, lo scetticismo schiacci l’en-
tusiasmo, e che la pesantezza del passato ci impedisca di far credito al futuro. Moltiplica le nostre
energie perché sappiamo investirle nell’unico affare ancora redditizio sul mercato della civiltà: la prevenzione delle nuove generazioni dai mali atroci che oggi rendono corto il respiro della terra.

 

Beata vergine Maria, regina di tutto il creato, facci piangere con il grido amaro del creato, perché noi
e le generazioni future possiamo gioire con il dolce canto di vita e di speranza delle creature. Amen

 

Non vogliamo dimenticare le sofferenze di tante persone coinvolte da guerre, violenze, ingiustizie

Una preghiera unanime e insistente perché il Signore, per intercessione di Maria, orienti i potenti a cer-
care vie per la pace in Ucraina, a Gaza, e in tutte le nazioni in guerra. Chiediamo al Signore che rav-
vivi in noi la consapevolezza di avere un solo Padre, che ci ha voluti tutti fratelli.

Padre nostro
Scambiamoci un gesto di Pace
C. Il Signore ci benedica e ci custodisca, mostri a noi il suo volto e abbia misericordia di noi. Rivolga
verso di noi il suo sguardo e ci dia Pace. Il Signore ci benedica!
T. Amen

 

Canto finale

 

Fraternità Francescana Frate Jacopa – Preghiera mese di settembre 2024