Veglia di preghiera

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Preghiamo con un animo grande che abbraccia tutta l’umanità, ricordando, con il Concilio Vati-
cano II, che “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri so-
prattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le
angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro
cuore” (GS 1). Signore Gesù Cristo ti preghiamo di plasmare il nostro cuore con la grazia dello
Spirito Santo perché la nostra presenza nel mondo sia aperta, generosa, accogliente verso tutti
e ricordi a tutti che non siamo soli e che abbiamo un Padre che veglia su di noi. Le vicende della
nostra storia sono sì frutto delle nostre scelte, ma su di esse c’è anche la tua misericordia e
l’amore di te che ti sei fatto nostro fratello e che hai promesso di rimanere sempre con noi. Su
di te si fonda la nostra pace e la nostra speranza. Amen.

 

Canto

 

Con gratitudine accogliamo la parola che il Signore ci rivolge tramite Papa Francesco, il pastore
che ci è donato per questo nostro tempo. Essa ci aiuta anche a porre la nostra attenzione ai pro-
blemi che i nostri contemporanei incontrano in questo nostro tempo e ad illuminarli con la parola
del Signore. Perciò noi l’accogliamo con affetto e con spirito di obbedienza.

 

Indizione del Giubileo Ordinario dell’anno 2025 di Papa Francesco
“Spes non confundit”, “la speranza non delude”. Nel segno della speranza l’apostolo Paolo infonde
coraggio alla comunità cristiana di Roma. La speranza è anche il messaggio centrale del prossimo Giubileo, che secondo antica tradizione il Papa indice ogni venticinque anni. L’anno Santo 2025 si
pone in continuità con i precedenti eventi di grazia. Nell’ultimo Giubileo Ordinario si è varcata
la soglia dei duemila anni della nascita di Gesù Cristo. In seguito, il 13 marzo 2015, ho indetto un
Giubileo Straordinario con lo scopo di manifestare e permettere di incontrare il “Volto della mi-
sericordia” di Dio, annuncio centrale del Vangelo per ogni persona in ogni epoca. Ora è giunto il
tempo di un nuovo Giubileo, nel quale spalancare ancora la Porta Santa per offrire l’esperienza
viva dell’amore di Dio, che suscita nel cuore la speranza certa della salvezza in Cristo. Nello
stesso tempo, questo Anno Santo orienterà il cammino verso un’altra ricorrenza fondamentale
per tutti i cristiani: nel 2033, infatti, si celebreranno i duemila anni della Redenzione compiuta
attraverso la passione, morte e risurrezione del signore Gesù. Siamo così dinanzi a un percorso
segnato da grandi tappe, nelle quali la grazia di Dio precede e accompagna il popolo che cammina
zelante nella fede, operoso nella carità e perseverante nella speranza. […] Possa la luce della
speranza cristiana raggiungere ogni persona, come messaggio dell’amore di Dio rivolto a tutti. E
possa la Chiesa essere testimone fedele di questo annuncio in ogni parte del mondo!

 

Preghiamo con il martire Dom Helder Camara. Questo Vescovo che è stato sempre in mezzo al
suo popolo ed ha saputo dare voce agli scartati dalla società dove viveva, interceda anche per
noi perché lo Spirito del Signore ci doni una parola schietta e una presenza illuminata e corag-
giosa.

 

Permettimi, Signore, di presentarti un’intenzione speciale per l’umanità che non ha voce. Vi
sono migliaia e migliaia di uomini e donne nei paesi poveri e nelle zone povere dei paesi ricchi,
che per quanto sacrosanti siano i loro diritti, non hanno diritto di alzare la voce, di reclamare
o protestare. Scoraggiàti, non hanno più voce. Diventano muti.
Almeno in parte, la colpa è anche nostra. Se noi che vogliamo la conversione degli altri, des-
simo l’esempio di una profonda conversione interiore! Finché non appare con evidenza che siamo
mossi unicamente dall’amore del prossimo in risposta all’amore di Dio, provocheremo solo irri-
tazione.
Padre, fa che sempre più siamo uniti al tuo Figlio. Possa Cristo vedere con i nostri occhi, ascol-
tare con le nostre orecchie, parlare con le nostre labbra, come, ne sono certo, accadde con
Maria!
Manda, Signore, il tuo Spirito, poiché solo lui può rinnovare il volto della terra! Solo lui può
spezzare gli egoismi e aiutarci a costruire un mondo più umano e più cristiano.

 

Canto

 

Nella Parola di Dio troviamo molti riferimenti alla speranza. Essa è un dono che lo Spirito Santo
infonde in noi cristiani fin dal momento del Battesimo. È l’amore del Padre che vuole che noi suoi
figli viviamo nella pace e il peso della vita non ci renda tristi, mai senza speranza. Nella sua mi-
sericordia, misteriosamente, Dio semina la speranza anche nel cuore dei non cristiani.

 

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica
La speranza è la virtù teologale per la quale desideriamo il Regno dei cieli e la vita eterna come no-
stra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre
forze, ma sull’aiuto della grazia dello Spirito Santo. “Manteniamo senza vacillare la professione
della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso” (Eb 10,23). Lo Spirito è stato “ef-
fuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, Salvatore nostro, perché giusti-
ficati dalla sua grazia, diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna (Tt 3,6 -7).
La virtù della speranza risponde all’aspirazione della felicità, che Dio ha posto nel cuore di
ogni uomo; essa assume le attese che ispirano le attività degli uomini; le purifica per ordinarle
al Regno dei Cieli; salvaguarda dallo scoraggiamento; sostiene in tutti i momenti di abbandono;
dilata il cuore nell’attesa della beatitudine eterna. Lo slancio della speranza preserva dal-
l’egoismo e conduce alla gioia della carità.

La speranza cristiana si sviluppa, fin dagli inizi della predicazione di Gesù, nell’annuncio delle
beatitudini. Le beatitudini elevano la nostra speranza verso il Cielo come verso la nuova Terra
promessa; ne tracciano il cammino attraverso le prove che attendono i discepoli di Gesù. Ma
per i meriti di Gesù Cristo e della sua Passione, Dio ci custodisce nella “speranza che non de-
lude” (Rm 5,5). La speranza è ”l’ancora della nostra vita. sicura e salda, la quale penetra … là
dove Gesù è entrato per noi come precursore” (Eb 6,19-20). È altresì un’arma che ci protegge
nel combattimento della salvezza. Essa ci procura la gioia anche nella prova: “lieti nella spe-
ranza, forti nella tribolazione” (Rm 12,12).

Come afferma il Concilio Vaticano II è dovere permanente della Chiesa di scrutare i segni dei
tempi e interpretarli alla luce del Vangelo. È necessario, quindi, porre attenzione al tanto bene
che è presente nel mondo per non cadere nello sconforto di ritenerci sopraffatti dal male e
dalla violenza. Preghiamo il Signore perché gli aneliti del cuore umano vengano trasformati in
segni di speranza dalla potenza di Dio. Ripetiamo insieme: Signore, fa fiorire i semi di bontà!

Ti preghiamo perché fiorisca il grande desiderio della pace: ancora una volta l’umanità si trova
immersa nella tragedia della guerra. Immemori dei drammi del recente passato siamo sottopo-
sti a una nuova difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza.
Signore fa che si intraprendano trattative finalizzate a una pace duratura. Signore fa fiorire i
semi di bontà!

Con grande preoccupazione vediamo che sempre più viene a mancare il desiderio di trasmettere
la vita. L’apertura alla vita con una paternità e maternità responsabile è il progetto che il Crea-
tore ha inscritto nel cuore e nel corpo degli uomini e delle donne. È urgente che il desiderio dei
giovani di generare nuovi figli e figlie, come frutto della fecondità del loro amore sia sostenuto
dalla speranza e generi nuova speranza. Signore, fa fiorire i semi di bontà!

È urgente recuperare la gioia di vivere. Non possiamo accontentarci di sopravvivere o di vivac-
chiare, di adeguarci al presente lasciandoci soddisfare da realtà solo materiali, preoccupati di
accumulare ricchezze che serviranno non sappiamo a chi. Ciò ci rinchiude nell’individualismo e
corrode la speranza e la gioia della vita. Signore, fa fiorire i semi di bontà!

Tanti fratelli e sorelle vivono in condizioni di disagio. Pensiamo ai detenuti che sperimentano
ogni giorno la durezza della reclusione, il vuoto affettivo, a volte la mancanza di rispetto. Si
creino iniziative intelligenti per il reinserimento nella comunità. Pensiamo ai migranti che ab-
bandonano la loro terra alla ricerca di una vita migliore. Le loro attese non siano vanificate dal-
l’egoismo e dalle chiusure dei benestanti. Signore, fa fiorire i semi di bontà!

 

Canto

 

La speranza è prima di tutto un dono di Dio. Ma noi siamo chiamati a riscoprirla anche nei segni
dei tempi, nelle vicende che il Signore ci dona. Noi cristiani dobbiamo avere occhi nuovi, come
quelli di Gesù Cristo, che ci aiutino a vedere segni di speranza nelle vicende che viviamo. Un’at-
tenzione particolare è da riservare al grido dei miliardi di poveri. Il prossimo Giubileo porti una
svolta, faccia sorgere iniziative piene di speranza per i poveri.

 

Dall’Indizione del Giubileo di Papa Francesco
Speranza invoco in modo accorato per i miliardi di poveri, che spesso mancano del necessario per
vivere. Non possiamo distogliere lo sguardo da situazioni tanto drammatiche, che si riscontrano
ormai dovunque. È scandaloso che, in un mondo dotato di enormi risorse, destinate in larga parte
agli armamenti, i poveri siano la maggior parte, miliardi di persone… Facendo eco alla parola an-
tica dei Profeti, il Giubileo ricorda che i beni della terra non sono destinati a pochi privilegiati,
ma a tutti. La fame è una piaga scandalosa nel corpo della nostra umanità e invita tutti a un sussulto di coscienza. Rinnovo l’appello affinché con il denaro che si impiega nelle armi e in altre
spese militari costituiamo un fondo mondiale per eliminare la fame e per lo sviluppo dei paesi po-
veri, per cercare una vita più dignitosa per tutti. Un altro invito accorato desidero rivolgere alle
nazioni più benestanti, perché riconoscano la gravità di tante decisioni prese e stabiliscano di
condonare i debiti di paesi che mai potrebbero ripagarli. Prima che di magnanimità, è una questione
di giustizia, aggravata oggi da una nuova forma di inequità di cui ci siamo resi consapevoli: c’è in-
fatti un vero “debito ecologico” soprattutto tra il Nord e il Sud, connesso all’uso spoporzionato
delle risorse naturali. Se veramente vogliamo preparare nel mondo la via della pace, impegnamoci
a rimediare alla cause remote delle ingiustizie, ripianiamo i debiti iniqui e insolvibili , saziamo gli
affamati.

 

Terminiamo il nostro incontro rivolgendoci a Maria guidati dalle parole di Don Tonino Bello per-
ché lei interceda per noi perché possiamo vivere bene il nostro presente, portando in noi la spe-
ranza.

Santa Maria, donna dei nostri giorni, vieni ad abitare in mezzo a noi. Tu hai predetto che tutte
le generazioni ti avrebbero chiamata beata. Ebbene, tra queste generazioni c’è anche la nostra,
che vuole cantarti la sua lode non solo per le cose grandi che il Signore ha fatto in te nel pas-
sato, ma anche per le meraviglie che egli continua ad operare in te nel presente.
Fa’ che possiamo sentirti vicina ai nostri problemi. Non come Signora che viene da lontano a
sbrogliarceli con la potenza della sua grazia o con moduli stampati una volta per sempre. Ma
come una che, gli stessi problemi, li vive anche lei sulla sua pelle, e ne conosce l’inedita dramma-
ticità, e ne percepisce le sfumature del mutamento, e ne coglie l’alta quota di tribolazione.
Santa Maria, donna dei nostri giorni, liberaci dal pericolo di pensare che le esperienze spirituali
vissute da te duemila anni fa siano improponibili oggi per noi, figli di una civiltà che, dopo essersi
proclamata postmoderna, postindustriale, e postnonsochè, si qualifica anche come postcristiana.
Facci comprendere che la modestia, l’umiltà, la purezza sono frutti di tutte le stagioni della sto-
ria, e che il volger dei tempi non ha alterato la composizione chimica di certi valori quali la gra-
tuità, l’obbedienza la fiducia, la tenerezza, il perdono. Sono valori che tengono ancora e che non
andranno mai in disuso. Ritorna, perciò, in mezzo a noi, e offri a tutti l’edizione aggiornata di
quelle grandi virtù umane che ti hanno resa grande agli occhi di Dio. Santa Maria, donna dei no-
stri giorni, dandoti per nostra madre, Gesù ti ha costituita non solo conterranea, ma anche con-
temporanea di tutti. Mettiti, allora, accanto a noi, e ascoltaci mentre ti confidiamo le ansie
quotidiane che assillano la nostra vita. Facci sentire la tua rassicurante presenza, o coetanea dol-
cissima di tutti.

 

Dobbiamo sempre benedire il Signore perché non siamo soli, abbiamo infatti un Padre. Senza di
Lui la nostra vita sarebbe un’avventura veramente triste. Preghiamo perciò come Gesù ci ha in-
segnato: Padre nostro!

Un altro dono immenso è la Fraternità che è un po’ come la nostra casa: scambiamoci con tutto
il cuore un segno di vicendevole appartenenza.

Invochiamo la Benedizione del Signore, per intercessione di Maria nostra Madre e del Padre S. Francesco: il Signore ci benedica! Mostri a noi il suo volto pieno di misericordia! Il Signore ci dia
pace e ricolmi di speranza la nostra vita!
Amen

 

Canto finale

 

Fraternità Francescana Frate Jacopa – Preghiera mese di giugno 2024