La tecnica non basta
La tecnica è di grande aiuto all’uomo quando egli la usa per la diffusione del bene comune seguendo le norme dell’etica. Ma spesso questo non accade, perché si pensa che la tecnica e l’economia siano discipline autonome dall’etica “come se la realtà, il bene e la verità sbocciassero spontaneamente dal potere stesso della tecnologia e dell’economia” (LD 20).
Benedetto XVI, nell’Enciclica “Caritas in Veritate”, si contrappone a questa mentalità tecnicistica che finisce per far coincidere il vero con il fattibile. E “quando l’unico criterio della verità è l’efficienza e l’utilità, lo sviluppo viene automaticamente negato” (CV 20).
Le tecniche, per quanto intelligenti, finiranno sempre per essere utilizzate male se abbiamo un cuore ripiegato su se stesso che segue le sue voglie di potere e non la volontà di Dio. E questo è altamente “pericoloso” (LD 28) perché il potere umano è “aumentato freneticamente”.
Il cuore è malato se si muove come se tutto fosse suo, mentre tutto ciò che lo circonda gli è stato affidato perché porti frutti di giustizia. Il cuore malato si serve delle creature, che non gli appartengono, per realizzare i suoi obiettivi. Ed è così che l’appetito della persona più forte prende il sopravvento.

La trasformazione dei cuori
“«I deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi» ha affermato una volta Benedetto XVI” (Messaggio per la cura del creato 2023).
Papa Francesco, per uscire dalla difficile condizione in cui siamo, nel Messaggio per la giornata mondiale di preghiera per la cura del creato 2023, chiede innanzitutto di “trasformare i nostri cuori… È essenziale se si vuole iniziare qualsiasi altra trasformazione” (ibidem). È fondamentale se si vuole rinnovare il rapporto col creato, “affinché non lo consideriamo più come oggetto da sfruttare, ma al contrario lo custodiamo come dono sacro del Creatore” (ibidem).
La trasformazione dell’affettività è il fulcro della teologia francescana che accompagna l’esistere della persona.
Secondo S. Bonaventura l’amore umano ha bisogno di essere sanato perché è affetto da una quadruplice malattia: infermità, ignoranza, malizia, concupiscenza “dalle quali viene inficiata la forza intellettiva, la forza di amare e quella di avere potere” (S. Bonaventura, La sapienza cristiana, Le collationes in hexaemeron, Jaca Book, 1985, p. 125).
Solo l’amore di Dio ci può guarire!
Per questo il Padre ha mandato il Figlio che è sceso sulla terra a rinnovare l’umanità. Grazie a questa discesa il cristiano può rivolgersi al Verbo incarnato come al medico che risana, ordina e rettifica i suoi affetti ponendolo nella sublime condizione di essere immagine del Figlio secondo il corpo e a sua similitudine secondo lo spirito (cfr. FF 153).

La familiarità col Verbo incarnato
Grazie all’incarnazione del Verbo eterno l’uomo può superare la distanza abissale che lo separa da Dio fino a diventare familiare di Cristo nel quale egli trova il centro di significato e di senso per una vita rinnovata nel rapporto con tutta l’umanità e con tutto il creato.
Dice il Vangelo che è sposo, fratello e madre di Cristo chiunque lo segue, cioè fa la volontà del Padre che è nei cieli (cfr. Lc 12,50). I parenti di Gesù non sono i consanguinei, ma i discepoli. Non sono gli ascoltatori casuali o passeggeri dell’insegnamento di Cristo, ma coloro che ne condividono la vita, cioè agiscono insieme a Lui.
Il mistero della familiarità, unità, comunione che lega il Figlio al Padre nello Spirito Santo si dilata facendo entrare nello stesso legame di comunione tutti coloro che ascoltano la Parola e la mettono in pratica. Co-operando con Cristo con continuità (non una tantum) il nostro spirito diventa simile allo spirito di Cristo, cioè impara ad amare in modo nuovo. E si rapporta in modo nuovo con tutte le altre creature che diventano suoi fratelli e sue sorelle.

Fratelli “nella grande cattedrale del creato
La conoscenza solo teorica della Parola non coinvolge l’esistere, non smuove, non trasforma. Non va al cuore della fede. Non consente al Signore di redimerci, mentre l’ascolto operoso della Parola è la chiave di accesso all’amore divino. Agendo in conformità allo spirito di Cristo diventiamo fratelli di Lui e di tutto il creato.
Così trasformati e legati nella fraternità universale possiamo servirci senza timore del potere della tecnica e dell’economia, e concorrere al bene comune. E siamo lieti di collaborare, con l’aiuto della grazia, alla continua creazione di Dio (cfr. Messaggio per la cura del creato 2023).

Graziella Baldo

Il Cantico