Dialoghi con il francescano Vincenzo Cherubino Bigi
“Chi sono io?” è il titolo di un agile libretto edito dalla Società Cooperativa Sociale Frate Jacopa. In esso sono raccolte in forma di dialogo alcune riflessioni fatte da p. Cherubino Bigi Ofm per aiutare a comprendere meglio chi siamo. In questi dialoghi sono tracciate vie che intendono dare fiducia e speranza all’uomo d’oggi, bisognoso più che mai di essere liberato dalle paure suscitate dai pericoli che minacciano a livello globale l’intero genere umano, mettendo a repentaglio la già compromessa pace tra i popoli e le relazioni interpersonali che dovrebbero essere improntate a uno spirito di vicendevole aiuto e prossimità, anziché di rivalità e di contrapposizione.
In questi colloqui si affrontano temi e problematiche (Dio, il male, la libertà, il progresso, la persona, l’amore, lo spirito, il corpo, il senso della vita…) che possono aiutare l’uomo d’oggi, in balia di se stesso e degli eventi, a districarsi nella complessità del mondo in cui si trova a vivere.
A questo scopo è di grande aiuto la filosofia francescana di p. Bigi, che è la filosofia dell’insufficienza e della povertà dell’uomo al quale solo Cristo povero, uomo perfetto e vero Dio, può dare senso. Per il francescano p. Bigi la vera sapienza (da sàpere = avere sapore) non può essere fine a se stessa, non può essere rivolta ad un conoscere che soddisfi un intelletto mosso dalla curiositas. La curiositas per S. Bonaventura è da evitare perché è “senza devozione” e strettamente connessa alla presunzione (S. Bonaventura, La Sapienza cristiana. Le Collationes in Exaemeron, Jaca Book, p. 45).
Invece la vera sapienza è quella povera di chi si sente insufficiente in se stesso e che cerca di riscoprire ciò che è essenziale per lui e che lo rende più umano.
La vera sapienza umanizza l’uomo e si distingue dalle scienze che con le loro tecnologie raffinatissime possono essere anche contro l’uomo. Basti pensare a tanti strumenti di morte che non sono affatto a vantaggio dell’uomo. Quindi nonostante il grande progresso delle scienze, anzi proprio in ragione di questo, la domanda sul senso della scienza per la vita dell’uomo, mantiene tutta la sua forza.
La parola “scienza” come la parola “scure” richiama l’atto del tagliare di netto, che esclude dalla conoscenza la dimensione affettiva. Invece i dialoghi con p. Bigi sono finalizzati alla ricerca di un conoscere affettuoso in cui tutta la persona (volontà, intelligenza, immaginazione…) partecipi alla ricerca di una conoscenza che sia a vantaggio dell’uomo.
Questi dialoghi ci indicano la via da seguire per compiere un cammino di sapienza cristiana ovvero di santità e di salvezza per tutti gli uomini e le donne che sono alla ricerca di approfondire il senso della loro vita.
Il titolo del libro “Chi sono io?” suppone molteplici risposte possibili, poiché ciascuno di noi può limitarsi a dare risposte superficiali, efficienti, alienanti e atte solo a raggiungere scopi di successo o di benessere nella vita. Alienarsi vuol dire perdersi, accettando modelli culturali che la società impone alla mentalità comune e adeguarsi ad essi. Per vincere questa possibile alienazione, bisogna ritrovare se stessi; bisogna sostenere la domanda di fondo: “Quando sono alienato come uomo? Quando sono umano?”.
Se io rifletto su me stesso, allora mi sarà data la possibilità di recuperare la mia dignità alienata dalla prevalenza dei modelli culturali dominanti che non mi pongono di fronte al mio compito di realizzare l’umano in me stesso.
Oggi l’uomo vive in rapporto alla macchina. La domanda “Chi sono io?” pone il problema di come l’uomo possa accontentarsi di un’attività umana meccanizzata che sia solo in funzione del risultato, ma di come possa anche cercare di interrogarsi sull’ultimo destino, sul senso, sull’ultimo valore.
Nell’uomo c’è una dimensione di santità che va oltre l’animale che è in lui, in quanto egli è in grado di cogliere il sacro e di stupirsi di fronte ad esso, spalancando così le porte a nuovi orizzonti di crescita e di speranza per il futuro.
Lucia Baldo
Il Cantico