Mettiamoci davanti alla realtà sempre scandalosa e purtroppo sempre più vasta della povertà che tiene prigioniera tanta parte dell’umanità. Con essa dobbiamo fare i conti:è una povertà che uccide, è la miseria figlia dell’ingiustizia, dello sfruttamento, della violenza e della distribuzione ingiusta delle risorse. È la povertà disperata, priva di futuro, perché imposta dalla cultura dello scarto nella quale l’unica legge è il guadagno. Non possiamo dirci indifferenti a questa povertà ma come ci ricorda Papa Francesco “Piccoli ma forti nell’amore di Dio come S. Francesco d’Assisi, tutti i cristiani siamo chiamati a prenderci cura della fragilità del popolo e del mondo in cui viviamo” (EG, 216) Come il sale che preserva dalla corruzione, c’è anche una povertà volontaria, una povertà che libera, che si pone davanti a noi come una scelta responsabile di vita. Il capofila di questa scelta è il nostro Signore Gesù Cristo che si è fatto povero per noi (cf. 2 Cor 8.9). Anche questa povertà ci parla come sana provocazione a riflettere sul nostro stile di vita.
Veglia di preghiera
Iniziamo il nostro momento di preghiera nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Preghiamo: Donaci Signore di aprire il nostro cuore ad accogliere il tuo Santo Spirito e a permettere a Lui di trasformare pensieri ed affetti nel nostro intimo, perché ognuno di noi possa incontrarsi con Te e riposare vicino a Te.
Per aprire bene gli occhi ci lasciamo interrogare da uno scritto di Don Tonino Bello che ci aiuta a vedere i poveri che sono vicini a noi.
Don Tonino Bello: i nuovi poveri
I poveri non sono una categoria standard, come un tempo. Sono una categoria mobile, quasi una variabile della nostra società, che produce sempre sacche di miseria. Individuare gli ultimi è difficile perché ci sono quelli che vanno “in divisa” (i mendicanti, coloro che stanno sotto le arcate delle basiliche di Roma…) e ci sono quelli che vestono in abito impeccabile, tagliato sulla moda dei nostri giorni, e lasciano intravvedere solo un piccolo distintivo della loro povertà. È la folla dei nuovi poveri di cui parlava Paolo VI “La povertà non è solo quella del denaro, ma anche la mancanza di salute, la solitudine affettiva, l’insuccesso professionale, la disoccupazione… gli handicap fisici e mentali, le sventure familiari e tutte le frustrazioni che provengono dall’incapacità di integrarsi nel gruppo umano più prossimo”. Questi poveri ce li abbiamo sempre fra noi: sentiamo il loro fiato sul collo, sono nostri amici, li chiamiamo per nome. Sono i droup-out i “caduti fuori”… Fratelli, chiediamo veramente al Signore che ci dia occhi per vedere queste sofferenze.
Canto
Anche quest’anno celebriamo la Giornata per i Poveri e Papa Francesco ci invia un Messaggio per aiutarci ad uscire dalla nostra indifferenza e da una rassegnata immobilità.
Dal Messaggio per la Giornata dei poveri di Papa Francesco
Il testo dell’Apostolo (Gesù Cristo si è fatto povero per voi (Cfr 2Cor 8,9) a cui si riferisce questaVI Giornata Mondiale dei Poveri presenta il grande paradosso della vita di fede: la povertà di Gesù Cristo ci rende ricchi. Se Paolo ha potuto dare questo insegnamento – e la Chiesa diffonderlo e testimoniarlo nei secoli – è perché Dio, nel suo Figlio Gesù, ha scelto e percorso questa strada. Se Lui si è fatto povero per noi, allora la nostra stessa vita viene illuminata e trasformata, e acquista un valore che il mondo non conosce e non può dare. La ricchezza di Gesù è il suo amore, che non si chiude a nessuno e a tutti va incontro, soprattutto a quanti sono emarginati e privi del necessario. Per amore ha spogliato se stesso e ha assunto la condizione umana. Per amore si è fatto obbediente, fino a morire e a morire in croce. Per amore si è fatto “pane di vita” (Gv 6,35), perché nessuno manchi del necessario e possa trovare il cibo per la vita eterna. Anche ai nostri giorni sembra difficile, come lo fu allora per i discepoli del Signore, accettare questo insegnamento; ma la parola di Gesù è netta. Se vogliamo che la vita vinca sulla morte e la dignità sia riscattata dall’ingiustizia, la strada è la sua: è seguire la povertà di Gesù Cristo, condividendo la vita per amore, spezzando il pane della propria esistenza con i fratelli e le sorelle, a partire dagli ultimi, da quanti mancano del necessario, perché sia fatta uguaglianza, i poveri siano liberati dalla miseria e i ricchi dalla vanità, entrambe senza speranza.
Rispondiamo a questo Messaggio affidandoci a una preghiera di S. Giovanni Paolo II:
Noi desideriamo confessare in modo particolare la nostra unione fraterna con tutti gli uomini e,
specialmente con coloro che soffrono perché sono privi del necessario, con coloro che costituiscono
la grande moltitudine dei poveri. Questa moltitudine, forse senza saperlo, segue Te, proprio
Te, buon Pastore, Figlio di Dio che ti sei fatto povero per noi, perché noi diventassimo ricchi
per mezzo della tua povertà. Noi affermiamo la nostra solidarietà con tutti i poveri del mondo
contemporaneo, nell’attualità drammaticamente concreta e quotidiana della loro sofferenze: con
le popolazioni colpite dalla guerra, o decimate dal flagello della siccità o dalla violenza dei fenomeni
atmosferici; con le migliaia di profughi che vivono tanto spesso in condizioni indegne di esseri
umani; con i disoccupati in attesa di un lavoro che consenta loro di procurarsi un onesto
sostentamento e di recare il proprio contributo all’edificazione della società; con le persone che,
per malattia, vecchiaia, o sventura bevono il calice amaro della solitudine e dell’abbandono. Affermiamo
ancora la nostra solidarietà con le famiglie che soffrono per il dissesto morale in esse
introdotto dalla cinica società dei consumi; con quanti lottano per sottrarsi alle spire della droga,
della violenza, delle organizzazioni criminose. Affermiamo infine la nostra solidarietà con tutte
le vittime di quelle altre povertà che colpiscono la sfera dei valori spirituali e sociali della persona.
Canto
Nella Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium che Papa Francesco ha indicato come guida fondamentale
per la vita della Chiesa in questo tempo, troviamo un insegnamento veramente importante
sul significato della presenza dei poveri e sulla loro testimonianza per tutto il popolo cristiano.
Dalla Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium
Nel cuore di Dio c’è un posto preferenziale per i poveri, tanto che Egli stesso ”si fece povero”.
Tutto il cammino della nostra redenzione è segnato dai poveri. […] Per la Chiesa l’opzione per i
poveri è una categoria teologica prima che culturale, sociologica, politica o filosofica. Dio concede loro la sua prima misericordia. Questa preferenza divina ha delle conseguenze nella vita di fede di tutti i cristiani, chiamati ad avere ”gli stessi sentimenti di Gesù “ (Fil 2,5). Ispirata da essa, la Chiesa ha fatto una opzione per i poveri intesa come una forma speciale di primazia nell’esercizio della carità cristiana, della quale dà testimonianza tutta la tradizione della Chiesa.
Questa opzione – insegnava Benedetto XVI – è implicita nella fede cristologica in quel Dio che
si è fatto povero per noi, per arricchirci mediante la sua povertà. Per questa desidero una Chiesa
povera per i poveri. Essi hanno molto da insegnarci. Oltre a partecipare del sensus fidei, con le
proprie sofferenze conoscono il Cristo sofferente. È necessario che tutti ci lasciamo evangelizzare
da loro. La nuova evangelizzazione è un invito a riconoscere la forza salvifica delle loro esistenze e a porle al centro del cammino della Chiesa. Siamo chiamati a scoprire Cristo in loro, a prestare ad essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche ad essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che dio vuole comunicarci attraverso di loro.
Senza tentativi di fuga e con gli occhi bene aperti sulle difficili situazioni in cui viviamo insieme
a tutta l’umanità, ma anche con una fede in Dio nostro Padre e in Gesù Cristo nostro fratello che
mai ci abbandonano e in tanti modi camminano con noi, nella preghiera rivolgiamo loro le nostre
richieste:
Gesù, Figlio del Padre, che ti sei fatto povero per noi, abbi pietà di noi!
Ti preghiamo per i poveri che incontriamo ogni giorno sulle nostre strade, nei supermercati, davanti
alle nostre chiese, che vivono vicino a noi: donaci di essere gentili con loro e di offrire loro
prima di tutto un sorriso e uno sguardo di amicizia. Gesù, Figlio del Padre, che ti sei fatto povero
per noi, abbi pietà di noi!
Signore, la pandemia che ci ha fatto sperimentare tutta la nostra fragilità, ha aumentato il peso
della povertà su tanti che hanno perso familiari, attività, lavoro. Perché questa persone non vengano
lasciate sole ma si provveda alla loro povertà. Gesù, Figlio del Padre, che ti sei fatto povero
per noi, abbi pietà di noi!
Signore, la guerra genera sempre morte, sofferenza, povertà. La guerra in Ucraina che sta andando
avanti con dovizia di armamenti lascia dappertutto morte e distruzione. I racconti e le immagini
che vengono messe davanti ai nostri occhi ci fanno rabbrividire e ci dicono quanto è grande
la pazzia dell’uomo quando vuole agire prescindendo da Te, Signore. E tutto questo viene scaricato
soprattutto sulle spalle dei più poveri. Gesù, Figlio del Padre, che ti sei fatto povero per noi,
abbi pietà di noi!
Signore, al disastro della guerra alimentata anche in altre parti della nostra terra, si aggiungono
i disastri climatici dovuti in larga misura allo stile di vita insensato che conduciamo su questa
terra. Signore abbi misericordia di questa nostra umanità e non permettere che si distrugga
con le sue stesse mani. Gesù, Figlio del Padre che ti sei fatto povero per noi, abbi pietà di noi!
Canto
Il Signore mette nel cuore di tante persone il desiderio di stare con i poveri, scegliendo anche loro
una vita povera, tenendo davanti agli occhi Gesù Cristo e la sua madre che vollero una vita povera. Si
tratta di una povertà che libera, una scelta responsabile che testimonia nella carne che Dio è il Padre
di Gesù Cristo, che solo lui è il necessario; e la ricchezza non è Dio e non può darci felicità.
Dal Vangelo secondo Luca (12,13-21)
Uno della folla gli disse: “Maestro, dì’ a mio fratello che divida con me l’eredità”. Ma egli rispose:
“O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?”. E disse loro: “Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza la sua vita non dipende da ciò che egli possiede”. Poi disse loro una parabola: “La campagna di un uomo ricco aveva dato
un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: che farò poiché non ho dove mettere i mei raccolti?
Farò così – disse – demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò
tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: anima mia, hai a disposizione molti beni per
molti anni: riposati, mangia, bevi e divertiti”. Ma Dio gli disse: “stolto, questa notte stessa ti
sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà? Così è di chi accumula tesori
per sé e non si arricchisce presso Dio. Parola del Signore.
Le ultime frasi grosse volate nella guerra in Ucraina hanno fatto intravvedere la possibilità che
la guerra diventi sempre più atroce, che possano entrare in azione addirittura armi nucleari: sarebbe
una catastrofe immane che minaccerebbe l’esistenza di tutte le persone e sicuramente
sarebbe la morte di tutti i poveri. Con tutte le nostre forze rivolgiamoci al Signore e con le parole
di S. Giovanni Paolo II preghiamo:
Dio dei nostri padri, grande e misericordioso Signore della Pace e della vita, Padre di tutti. Tu
hai progetti di Pace e non di afflizione, condanni le guerre e abbatti l’orgoglio dei violenti. Ti preghiamo
che mai il mondo debba vedere un giorno sventurato simile a quello di Hiroshima. Ti preghiamo
perché gli uomini non mettano mai più la loro fiducia, il loro calcolo, il loro prestigio in armi
così nefaste e così disonoranti. Preghiamo perché sia da tutti concordemente e lealmente proscritta
la terribile arte che le sa fabbricare, moltiplicare, conservare per il terrore dei popoli.
Ti preghiamo affinché quel micidiale ordigno non uccida, cercandola, anche la pace, non ferisca
per sempre l’onore della scienza, e non spenga la serenità della vita sulla terra. Ti preghiamo, affinché
invece la Fratellanza, la Pace e l’Amore siano concessi e assicurati al mondo intero.
Concludiamo questo momento di preghiera affidando tutti i poveri e l’umanità intera alla materna
protezione di Maria, la Madre di Gesù ma anche Madre nostra:
Sotto la tua protezione troviamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi
che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o vergine gloriosa e benedetta.
Ora come fratelli e sorelle preghiamo come Gesù stesso ci ha insegnato:
Padre nostro!
Il Signore doni a tutti i poveri ed anche a tutti noi la sua pace. Il Signore ci benedica e ci custodisca,
mostri a noi il suo volto e abbia misericordia di noi. Rivolga verso di noi il suo sguardo
e ci dia pace. Il Signore ci benedica anche per la intercessione del nostro padre S. Francesco
povero ed umile.
Canto finale