“Ascolta la voce del creato” è il tema e l’invito del Tempo del Creato di quest’anno. Il periodo ecumenico inizia il 1° settembre con la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato e si conclude il 4 ottobre con la festa di San Francesco. È un momento speciale per tutti i cristiani per pregare e prendersi cura insieme della nostra casa comune.
Originariamente ispirato dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, questo tempo è un’opportunità per coltivare la nostra “conversione ecologica”, una conversione incoraggiata da San Giovanni Paolo II e da papa Francesco come risposta alla “catastrofe ecologica” preannunciata da San Paolo VI già nel 1970.

 

                                                                                                                           Lodiamo il Signore

C, Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Iniziamo la preghiera benedicendo Dio Creatore, Padre ricco di misericordia, fonte di ogni bene.

T. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!

L. Solo Tu sei santo, Signore, solo Dio, che operi cose meravigliose.

T. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra! Solo Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo, Tu sei re onnipotente, Tu, Padre santo, re del cielo e della terra.

T. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra! Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene, il Signore Dio vivo e vero. Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza, tu sei umiltà, Tu sei pazienza.

T. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra! Tu sei bellezza, tu sei mansuetudine, tu sei sicurezza, tu sei quiete. Tu sei gaudio e letizia, Tu sei la nostra speranza.

T. O Signore nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra! Tu sei giustizia, tu sei temperanza, tu sei tutta la nostra ricchezza a sufficienza.

T. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra! Tu sei protettore, Tu sei custode e nostro difensore. Tu sei fortezza. Tu sei refrigerio.

T. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra! Tu sei la nostra speranza. Tu sei la nostra dolcezza. Tu sei la nostra vita, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso salvatore.

T. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!

 

Canto

 

Letture
Papa Francesco ha inviato a tutti un messaggio per aiutarci a riflettere in questo tempo del creato, ricordandoci che il creato è la prima parola di Dio: in esso si rivela la bellezza di Dio e la sua tenerezza verso di noi suoi figli.

1° Lettore: Dal Messaggio di Papa Francesco:
Se impariamo ad ascoltarla, notiamo nella voce del creato una sorta di dissonanza. Da un lato, è un dolce canto che loda il nostro amato Creatore; dall’altro, è un grido amaro che si lamenta dei nostri maltrattamenti umani. Il dolce canto del creato ci invita a praticare una «spiritualità ecologica» (Lett. enc. Laudato si’, 216), attenta alla presenza di Dio nel mondo naturale. È un invito a fondare la nostra spiritualità sull’«amorevole consapevolezza di non essere separati dalle altre creature, ma di formare con gli altri esseri dell’universo una stupenda comunione universale» (ibid., 220). Per i discepoli di Cristo, in particolare, tale luminosa esperienza rafforza la consapevolezza che «tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste» (Gv 1,3). In questo Tempo del Creato, riprendiamo a pregare nella grande cattedrale del creato, godendo del «grandioso coro cosmico» di innumerevoli creature che cantano le lodi a Dio. Uniamoci a San Francesco d’Assisi nel cantare: “Sii lodato, mio Signore, con tutte le tue creature” (cfr Cantico di frate sole).

 

Cantico di Frate Sole

 

2° Lettore: (continua la lettura dal Messaggio di Papa Francesco)
Purtroppo, quella dolce canzone è accompagnata da un grido amaro. O meglio, da un coro di grida amare. Per prima, è la sorella madre terra che grida. In balia dei nostri eccessi consumistici, essa geme e ci implora di fermare i nostri abusi e la sua distruzione. Poi, sono le diverse creature a gridare. Alla mercé di un «antropocentrismo dispotico» (Laudato si’, 68), agli antipodi della centralità di Cristo nell’opera della creazione, innumerevoli specie si stanno estinguendo, cessando per sempre i loro inni di lode a Dio. Ma sono anche i più poveri tra noi a gridare. Esposti alla crisi climatica, i poveri soffrono più fortemente l’impatto di siccità, inondazioni, uragani e ondate di caldo che continuano a diventare sempre più intensi e frequenti. Ancora, gridano i nostri fratelli e sorelle di popoli nativi. A causa di interessi economici predatori, i loro territori ancestrali vengono invasi e devastati da ogni parte, lanciando «un grido che sale al cielo» (Esort. Ap. postsin. Querida Amazonia, 9). Infine, gridano i nostri figli. Minacciati da un miope egoismo, gli adolescenti chiedono ansiosi a noi adulti di fare tutto il possibile per prevenire o almeno limitare il collasso degli ecosistemi del nostro pianeta.

 

Canto

 

3° Lettore: (continua la lettura dal Messaggio di Papa Francesco)
Ascoltando queste grida amare, dobbiamo pentirci e modificare gli stili di vita e i sistemi dannosi. Sin dall’inizio, l’appello evangelico «Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino!» (Mt 3,2), invitando a un nuovo rapporto con Dio, implica anche un rapporto diverso con gli altri e con il creato. Lo stato di degrado della nostra casa comune merita la stessa attenzione di altre sfide globali quali le gravi crisi sanitarie e i conflitti bellici. «Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana» (Laudato si’, 217).

 

                                                                                                  Invocazione di perdono

C. Chiediamo perdono al Signore prima di tutto per il nostro comportamento sconsiderato, da padroni e senza responsabilità di fronte ai grandi doni del creato, invocando che il cuore di tutti venga convertito con una conversione ecologica comunitaria che trasformi il modo di pensare e lo stile di vita dei potenti e delle persone semplici, dei ricchi e dei poveri. Ripetiamo insieme:
Kyrie eleison!

C. La base del vivere di tutta l’umanità diventi la ricerca dell’alleanza tra noi e l’ambiente, tenendo come specchio davanti a noi l’amore creatore di Dio, dal quale noi stessi siamo generati.
Kyrie eleison!

C. Sono programmati vari incontri in Egitto, a Parigi, in Canadà, per concordare rimedi alla disastrosa condizione della terra; perché non si riduca il tutto ad apparenze ed a vuote parole.
Kyrie eleison!

C . Con umiltà chiediamo perdono al Signore per la guerra in Ucraina e in altre parti del mondo: essa distrugge e porta morte a persone innocenti e indifese, abbatte strutture e getta dappertutto lunghe strisce nere cancellando ogni germe di vita e facendo ferite profonde anche alla madre terra. Chiediamo al Signore che con la sua potenza guidi l’umanità a intraprendere vie di trattative e di civile dialogo per giungere quanto prima alla pace.
Kyrie eleison!

 

                                                                                                 Affidamento a Maria

G. Concludiamo con una preghiera a Maria, il più bel fiore della Creazione. A lei chiediamo di imparare a camminare sulle vie volute dal Signore, verso un rinnovamento della nostra cura del pianeta terra e verso un ascolto della voce dei poveri, degli esclusi, dei feriti. Preghiamo con le parole di Don Tonino Bello.

T. Santa Maria, madre tenera e forte, nostra compagna di viaggio sulle strade della vita, ogni volte che contempliamo le cose grandi che l’Onnipotente ha fatto in te, proviamo una così viva malinconia per le nostre lentezze, che sentiamo il bisogno di allungare il passo per camminarti vicino. Asseconda, pertanto, il nostro desiderio di prenderti per mano, e accelera le nostre cadenze di camminatori un po’ stanchi. Divenuti anche noi pellegrini nella fede, non solo cercheremo il volto del Signore, ma contemplandoti quale icona della sollecitudine umana verso coloro che si trovano nel bisogno, raggiungeremo in fretta la “città” recandole gli stessi frutti di gioia che tu portasti un giorno a Elisabetta. Santa Maria, donaci la gioia di intuire le speranze de giorno nuovo. Ispiraci parole di coraggio. Non farci tremare la voce quando a dispetto di tante cattiverie e di tanti peccati che invecchiano il mondo, osiamo annunciare che verranno tempi migliori. Non permettere che sulle nostre labbra il lamento prevalga mai sullo stupore, che lo sconforto sovrasti l’operosità, lo scetticismo schiacci l’entusiasmo, e che la pesantezza del passato ci impedisca di far credito al futuro. Moltiplica le nostre energie perché sappiamo investirle nell’unico affare ancora redditizio sul mercato della civiltà: la prevenzione delle nuove generazioni dai mali atroci che oggi rendono corto il respiro della terra.

 

Con fiducia invochiamo con Papa Francesco:
Beata Vergine Maria, Regina di tutto il creato, facci piangere con il grido amaro del creato, perché noi e le generazioni future possiamo gioire con il dolce canto di vita e di speranza delle creature. Amen!

Preghiamo insieme come Gesù ci ha insegnato e come ci fu consegnato nel giorno del nostro Battesimo: Padre nostro!

E su tutti noi, su tutta l’umanità, su tutto il creato scenda la benedizione di Dio che è Padre, è Figlio ed è lo Spirito Santo. Essa sia garanzia di vita e di ogni bene. Amen

 

Canto finale