Nella preghiera proviamo a metterci davanti a una realtà poco presente nei nostri discorsi, ma urgente: di essa in questo nostro tempo parla tutta la Chiesa. È lo stesso Papa Francesco che sollecita la Chiesa a interrogarsi su un tema decisivo per la sua vita e la sua missione: la sinodalità affermando che “Proprio il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio”. Questo itinerario, che si inserisce nel solco dell’aggiornamento della Chiesa proposto dal Concilio Vaticano II, è un dono e un compito: camminando insieme (è questo il significato di sinodalità), e insieme riflettendo sul percorso compiuto, la Chiesa potrà imparare a vivere la comunione, a realizzare la partecipazione, ad aprirsi a nuove vie per la missione. Il “camminare insieme” è ciò che più attua e manifesta la natura della Chiesa come Popolo di Dio pellegrino e missionario. La parola “Sinodo” richiama prima di tutto che il Signore Gesù presenta se stesso come “la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6) e i cristiani negli Atti degli Apostoli venivano chiamati anche “i discepoli della via”. La sinodalità indica lo specifico del modo di vivere e di operare della Chiesa, Popolo di Dio. La sinodalità nella Chiesa manifesta e realizza in concreto il suo essere comunione: nel camminare insieme, nel radunarsi in assemblea e nel partecipare attivamente di tutti i suoi membri alla sua missione evangelizzatrice.

 

Veglia di preghiera
Chiediamo al Signore di mandare su di noi lo Spirito che faccia nascere la preghiera in ciascuno
di noi nel nome del Padre, del Figlio e dello stesso Spirito.

Preghiamo: Signore Gesù Cristo che, prima di separarti da noi qui in terra, hai pregato il Padre
per l’unità della Chiesa svelandoci che proprio l’unità è la testimonianza fondamentale per portare
gli uomini alla fede e ci dicesti: “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno
in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me
e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato […] Io in loro e tu
in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati
come hai amato me” (Gv 17,21-23). Signore Gesù donaci il tuo Santo Spirito perché il nostro
cuore e la nostra mente si aprano ad accogliere il dono della comunione e della unità e perché nessuno
di noi ponga resistenze al cammino fatto insieme nella tua Chiesa in mezzo a questa nostra
umanità ingabbiata nella ricerca affannosa del proprio io e del proprio benessere.

 

Canto

 

La Chiesa è chiamata a camminare con l’umanità, a stare dentro le relazioni delle persone e dei
popoli. Questo non le permette di sentirsi mai arrivata, mai soddisfatta e appagata. La stessa
rivelazione cammina, si arricchisce e manifesta nuovi aspetti nel messaggio che Gesù Cristo ha
consegnato ad essa fin dall’inizio. Il tema della sinodalità non è nuovo nella Chiesa, ma oggi si impone
in un modo nuovo, svelando significati nascosti e indirizzando a comportamenti fecondi per
una nuova evangelizzazione.

Discorso di inizio del Sinodo di Papa Francesco
Viviamo questo Sinodo nello spirito della preghiera che Gesù ha rivolto accoratamente al Padre
per i suoi: “Perché tutti siano una sola cosa” (Gv 17,21). A questo siamo chiamati: all’unità, alla
comunione, alla fraternità che nasce dal sentirci abbracciati dall’unico amore di Dio. Nell’unico
Popolo di Dio camminiamo insieme, per fare l’esperienza di una Chiesa che riceve e vive il dono
dell’unità e si apre alla voce dello Spirito […]. Viviamo questa occasione di incontro, ascolto e riflessione
come un tempo di grazia, fratelli e sorelle, un tempo di grazia che nella gioia del Vangelo,
ci permetta di cogliere almeno tre opportunità. La prima è quella di incamminarci non
occasionalmente ma strutturalmente verso una Chiesa sinodale: un luogo aperto, dove tutti si
sentano a casa e possano partecipare. La sinodalità esprime la natura della Chiesa, la sua forma,
il suo stile, la sua missione. Il libro degli Atti è la storia di un cammino che parte da Gerusalemme
e, attraversando la Samaria e la Giudea, proseguendo nelle regioni della Siria e dell’Asia Minore
e quindi nella Grecia, si conclude a Roma. Questa strada racconta la storia in cui camminano insieme
la Parola di Dio e le persone che a questa Parola rivolgono l’attenzione e la fede. La Parola
di Dio cammina con noi. Tutti sono protagonisti, nessuno può essere considerato semplice comparsa.
Non è più protagonista il Papa, il Cardinale, il Vescovo! Tutti siamo protagonisti.
Il Sinodo ci offre poi l’opportunità di diventare Chiesa dell’ascolto: di prenderci una pausa dai
nostri ritmi, di arrestare le nostre ansie per fermarci ad ascoltare. Ascoltare lo Spirito nell’adorazione
e nella preghiera. Ascoltare fratelli e sorelle sulle speranze e sulla crisi della fede
nelle diverse zone del mondo, sulle urgenze di rinnovamento della vita pastorale, sui segnali che
provengono dalle realtà locali. Infine abbiamo l’opportunità di diventare una Chiesa della vicinanza.
Torniamo sempre sullo stile di Dio: lo stile di Dio è vicinanza, compassione, tenerezza.
Dio sempre ha operato così. Se noi non arriveremo a questa Chiesa della vicinanza, non saremo
la Chiesa del Signore. E questo non solo a parole, ma con la presenza, così che si stabiliscano maggiori
legami di amicizia con la società e il mondo: una Chiesa che non si separa dalla vita, ma si fa
carico delle fragilità e delle povertà del nostro tempo, curando le ferite e risanando i cuori affranti
col balsamo di Dio.

 

Facciamo nostra una antica preghiera allo Spirito Santo usata nei concili e nei sinodi lungo i secoli
passati ed anche nei nostri tempi:

Siamo davanti a Te, Spirito Santo, mentre ci riuniamo nel tuo nome. Con Te solo a guidarci, fa’
che Tu sia di casa nei nostri cuori; insegnaci la via da seguire e come dobbiamo percorrerla.

Siamo deboli e peccatori; non lasciare che proviamo il disordine. Non lasciare che l’ignoranza ci
porti sulla strada sbagliata né che la parzialità influenzi le nostre azioni.

Fa’ che troviamo in Te la nostra unità affinché possiamo camminare insieme verso la vita eterna
e non ci allontaniamo dalla via della verità e da ciò che è giusto.

Tutto questo chiediamo a Te, che sei all’opera in ogni luogo e in ogni tempo, nella comunione del
Padre e del Figlio, nei secoli dei secoli. Amen

 

Canto

 

Nella Bibbia c’è un libro letto praticamente solo nel tempo pasquale: gli Atti degli Apostoli che
da molti è considerato come un quinto evangelo, il vangelo della prima comunità cristiana o vangelo
dello Spirito Santo. Negli Atti si narra la vita e il cammino della comunità che dopo la morte
di Gesù e la sua salita al Padre, esce da Gerusalemme e, attraverso la Samaria e la Giudea, proseguendo
nelle regioni della Siria e dell’Asia Minore e quindi della Grecia, arriva a Roma. La comunità,
nuovo Popolo di Dio, cammina insieme allo Spirito Santo e alla Parola di Dio. Per
comprendere la sinodalità della Chiesa è fondamentale vedere come si risolvono i problemi in
questa prima comunità: quando nasce un problema, ci si raduna, se ne parla liberamente, si prega
insieme, insieme si ascolta lo Spirito e insieme si decide e quindi si agisce. Leggiamo negli Atti
un episodio significativo.

 

Dagli Atti degli Apostoli (15, 22-32)
Agli Apostoli ed agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene allora di scegliere alcuni di loro e
di inviarli ad Antiochia insieme a Paolo e Bernaba: Giuda chiamato Barsabba, e Sila, uomini di
grande autorità tra i fratelli. E inviarono tramite loro questo scritto: “Gli Apostoli e gli anziani,
vostri fratelli, ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo
saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi
con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene, perciò tutti d’accordo, di scegliere
alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Barnaba e Paolo, uomini che hanno
rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda
e Sila che, vi riferiranno anch’essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti allo Spirito
Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle
carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa
buona a stare lontani da queste cose. State bene!”. Quelli allora si congedarono e scesero ad Antiochia;
riunita l’assemblea, consegnarono la lettera. Quando l’ebbero letta si rallegrarono per
l’incoraggiamento che infondeva.

Eleviamo le nostre richieste a Dio nostro Padre nel nome del suo Figlio Gesù. Davanti alla misericordia
del Signore chiediamo di imprimere bene nella nostra mente lo scopo del Sinodo che non
è produrre documenti ma far germogliare sogni, suscitare profezie, far fiorire speranze, stimolare
fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, imparare l’uno dall’altro. Tutta la Chiesa accolga
con docilità questa grazia.

Un momento importante del cammino sinodale è la preghiera che insieme innalziamo a Dio nostro
Padre, manifestando a Lui con fiducia le necessità che incontriamo nella nostra vita quotidiana
e che con le nostre sole forze non riusciamo a sostenere.

Una priorità che si impone è la condizione delle nostre famiglie incapaci di relazioni buone, cariche
di conflitti, in un clima di insoddisfazione, non educativo per i figli che non si sentono amati
ed accettati. La grazia del Sacramento del Matrimonio venga a risanare le nostre famiglie. Ti
preghiamo: Il tuo amore e la tua grazia ci soccorrano, Signore!
Sempre più frequentemente incontriamo fratelli e sorelle che vivono in una depressione insopportabile,
senza un senso, incapaci di pensare e agire con libertà, incapaci di relazioni con gli
stessi familiari, paralizzati nella loro visione pessimistica della vita. Per loro ti preghiamo: il tuo
amore e la tua grazia ci soccorrano, Signore!

Ti ringraziamo Signore perché la pandemia sembra superata. Purtroppo molte persone sono ancora
colpite. Signore dona loro tanta forza e sostieni la loro speranza. Ti preghiamo: il tuo amore
e la tua grazia li soccorra, Signore!

 

Canto

 

Una Chiesa sinodale è una Chiesa in uscita che non si chiude in una solitudine di pace e di autosufficienza.
La Chiesa sinodale apre a tutti, fa sì che tutti possano sentirsi a casa loro, accolti, apprezzati
per la loro esperienza. Come Gesù, si affianca all’uomo in cammino, con amicizia ascolta e parla
dei problemi delle persone. In una Chiesa sinodale c’è grande attenzione verso i fratelli separati ed
anche un dialogo sincero con i credenti di altre religioni e comunque di ogni uomo. L’esperienza sinodale
diventa una proposta per qualsiasi relazione tra gruppi umani. La Chiesa sinodale ha stima sincera
ed è aperta a tanti suggerimenti che il mondo può mostrare. Essa deve comportarsi come Gesù:
affiancarsi all’uomo che cammina, con amicizia, con rispetto ascoltarlo, illuminarlo, consolarlo.

Dal Vangelo secondo Luca (24, 13-31)
Ed ecco, in quello stesso giorno, due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Emmaus,
distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era
accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava
con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: “Che cosa sono questi
discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?” Si fermarono, con il volto triste; uno di loro,
di nome Cleopa, gli rispose: “Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto
in questi giorni?“. Domandò loro: “Che cosa?”. Gli risposero: “Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno,
che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti
e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso.
Noi speravamo che Egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, son passati
tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne delle nostre, ci hanno sconvolti;
si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di
avere avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che Egli è vivo. Alcuni dei nostri sono
andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto”. Disse
loro: “Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che
il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?”. E cominciando da Mosè e da
tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

Ci rivolgiamo ora a Maria, la Madre che Gesù ci ha donato nel momento della sua morte in croce.
Lo facciamo con le parole del nostro Papa Francesco.

Nella miseria del peccato, nelle nostre fatiche e fragilità, nel mistero di iniquità del male e della
guerra, tu, Madre santa, ci ricordi che Dio non ci abbandona, ma continua a guardarci con amore,
desideroso di perdonarci e rialzarci. È Lui che ci ha donato te e ha posto nel tuo Cuore immacolato
un rifugio per la Chiesa e per l’umanità. Riponiamo la nostra fiducia in Te. Siamo certi che
Tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro
aiuto. Così hai fatto a Cana di Galilea, quando hai affrettato l’ora dell’intervento di Gesù e hai
introdotto il suo primo segno nel mondo. Quando la festa si era tramutata in tristezza gli hai
detto: “Non hanno vino” Ripetilo ancora a Dio, o Madre, perché oggi abbiamo esaurito il vino della
speranza, si è dileguata la gioia, si è annacquata la fraternità. Abbiamo smarrito l’umanità, abbiamo
sciupata la pace. Siamo diventati capaci di ogni violenza e distruzione. Abbiamo urgente
bisogno del tuo intervento materno. Accogli dunque, o Madre, questa nostra supplica.

Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra.
Tu, arca della nuova alleanza, ispira progetti e vie di riconciliazione.
Tu, “terra del Cielo” riporta la concordia di Dio nel mondo.
Estingui l’odio, placa la vendetta, insegnaci il perdono.
Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare.
Regina del Rosario, ridesta in noi il bisogno di pregare e di amare
Regina della famiglia umana, mostra ai popoli la via della fraternità.
Regina della pace, ottieni al mondo la pace.

 

Concludiamo la preghiera alzando le nostre mani a Dio nostro Padre:
Padre nostro!

 

La pace di Gesù Risorto venga su tutti i popoli, su tutte le persone, scenda su ciascuno di noi e
sulle nostre famiglie.

E la benedizione di Dio Padre, del Figlio Gesù e dello Spirito Santo scenda su tutti noi. Amen

Canto finale