Il mese di ottobre è illuminato dalla memoria del padre S. Francesco. Nel ricordo dei Santi dobbiamo precisare che la nostra preghiera, la nostra adorazione, il nostro ringraziamento è rivolto a Gesù Cristo, alla Trinità; anche a Maria che Gesù stesso ci ha donato come Madre e che con grande amore ha cura di noi, ci protegge, ascolta la nostra preghiera. I Santi sono la nostra  compagnia, la nostra famiglia. I Santi sono motivo della nostra gratitudine al Signore che in loro si manifesta e con la loro testimonianza ci indicano la via. Nella liturgia della S. Messa si afferma: “il tuo Figlio è l’unico maestro: la sua parola, lampada ai nostri passi; la sua croce, la sola nostra sapienza”. Allo stesso tempo si dice: “Tu doni alla tua Chiesa la gioia di celebrare la festa dei Santi, con i loro esempi la rafforzi, con i loro insegnamenti l’ammaestri, con la loro intercessione la proteggi”. Tra noi, chiesa che viviamo qui in terra, e i Santi, in Dio, si instaura una comunione eccezionale: è la Comunione dei Santi, è il legame della  famiglia di Dio. Il Santo nella sua vita terrena ci svela aspetti della vita di Dio e la sua testimonianza di vita ci indica la via per vivere bene e raggiungere anche noi la patria che è la vita di unione totale con Dio e con tutta la famiglia di Dio.

 

                                                          Veglia di preghiera
Iniziamo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Il Signore ci mandi il suo Santo Spi-
rito ci conceda questo tempo di preghiera fatta con tutto il cuore e fraternamente.

Preghiamo: Signore Gesù Cristo, siamo davanti a Te, Tu sei qui tra noi come il fratello maggiore.
Come tu ben sai stiamo vivendo un tempo non facile, eppure noi viviamo nella speranza, perché
ci sentiamo come gli Apostoli sulla barca in mezzo al lago in tempesta: siamo sballottolati dalla
violenza dei venti e dei flutti, ma Tu sei con noi sulla stessa barca. Anche noi ti gridiamo: sve-
gliati, Signore, stiamo affogando! Ma tu ci rispondi: gente di poca fede, perché temete? Signore
Gesù aumenta la nostra fede sempre così debole e rendici persone che nella società annunciano
il tuo amore e la tua pace. Lo chiediamo a te che in unione con il Padre e lo Spirito Santo vivi e
regni glorioso per tutti i secoli dei secoli. Amen

Canto

 

°°° 1 °°°

 

In questa nostra preghiera vogliamo avere davanti agli occhi S. Francesco di Assisi. Papa Fran-
cesco ci sta aiutando a vedere alcuni aspetti della vita di S. Francesco, motivando anche le ra-
gioni che lo hanno spinto a prendersi questo nome per il suo servizio petrino che fosse
indicazione di uno stile, di un animo da portare nel suo ministero. Seguendo S. Francesco, il
Papa ha riportato all’attenzione di tutta la Chiesa, ma anche dei non cristiani, un insegnamento
importante: il Creatore ha affidato all’uomo la cura del creato, disattendere questo compito
porta conseguenze disastrose soprattutto per i più poveri.

 

Dalla Laudato si’ (10-12)
S. Francesco amava ed era amato per la sua gioia, la sua dedizione generosa, il suo cuore uni-
versale. Era un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e una meravigliosa armonia con
Dio, con gli altri, con la natura, con se stesso. In lui si riscontra fino a che punto sono insepara-
bili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace
interiore. La sua testimonianza ci mostra anche che l’ecologia integrale richiede apertura verso
categorie che trascendono il linguaggio delle scienze esatte o della biologia e ci collegano con l’es-
senza dell’umano. Così come succede quando ci innamoriamo di una persona, ogni volta che Fran-
cesco guardava il sole, la luna, gli animali più piccoli, la sua reazione era cantare, coinvolgendo
nella sua lode tutte le altre creature. Egli entrava in comunione con tutto il creato. […] per lui
qualsiasi creatura era una sorella, unita a lui con vincoli di affetto […] S. Francesco, fedele alla
Scrittura, ci propone di riconoscere la natura come uno splendido libro nel quale Dio ci parla e
ci trasmette qualcosa della sua bellezza e della sua bontà: difatti dalla grandezza e bellezza
delle creature per analogia si contempla il loro autore (cfr Sap.13) […] Il mondo è qualcosa di
più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nel-
l’amore.

Ci rivolgiamo a S. Francesco come a un nostro fratello, con le parole di S. Giovanni Paolo II, ap-
pena eletto Papa: chiediamo la sua intercessione e il suo aiuto perché lo Spirito del Signore venga
a rinnovarci facendoci uscire dai nostri poveri interessi.

 

S. Francesco, aiutaci! Tu che hai tanto avvicinato il Cristo alla tua epoca, aiutaci ad avvicinare
Cristo alla nostra epoca, ai nostri difficili e critici tempi. Aiutaci! Questi tempi attendono Cri-
sto con grandissima ansia, benché molti uomini della nostra epoca non se ne rendono conto. Il
terzo millennio non vedrà una rinascita del Cristo, un nuovo avvento?
Noi, ogni giorno, nella preghiera eucaristica, esprimiamo la nostra attesa, rivolta a Lui solo, no-
stro Redentore e Salvatore, a Lui che è compimento della storia dell’uomo e del mondo.
Aiutaci, S. Francesco d’Assisi, ad avvicinare alla Chiesa e al mondo di oggi il Cristo. Tu che hai
portato nel tuo cuore le vicissitudini dei tuoi contemporanei, aiutaci, con il cuore vicino al cuore
del Redentore, ad abbracciare le vicende degli uomini della nostra epoca. I difficili problemi so-
ciali, economici, politici, i problemi della cultura e della civiltà contemporanea, tutte le soffe-
renze dell’uomo d’oggi, i suoi dubbi, le sue negazioni, i suoi sbandamenti, le sue tensioni, i suoi
complessi, le sue inquietudini…
Aiutaci a tradurre tutto ciò in semplice e fruttifero linguaggio del Vangelo. Aiutaci a risolvere
tutto in chiave evangelica affinché Cristo stesso possa essere “Via – Verità – Vita” per l’uomo del
nostro tempo. Questo chiede a Te, figlio santo della Chiesa, figlio della terra italiana, il Papa Gio-
vanni Paolo II, figlio della terra polacca. E spera che non glielo rifiuterai, che lo aiuterai. Sei stato
sempre buono e sempre ti sei affrettato a portare aiuto a tutti coloro che si sono rivolti a Te.

 

Canto

 

°°° 2 °°°

 

Anche la morte di S. Francesco è di grande insegnamento per tutti noi. Bisogna imparare a mo-
rire, ad accettare il piano del Signore: il Signore ci ha chiamati alla vita, alla vita che non finirà
mai; qui in terra sarà solo l’inizio, ma poi si espanderà verso l’immensità della eternità. La morte
è il passaggio: è la porta che si chiude su questa esistenza e si spalanca sull’eternità, è l’ingresso
alla patria, alla vita eterna. I gesti e le parole di S. Francesco che muore sono esemplari. Medi-
tiamoli per un momento. I gesti e le parole di S. Francesco che muore sono esemplari. Medi-
tiamoli per un momento.

 

Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano
Francesco fece chiamare tutti i frati presenti nella casa e, cercando di lenire il dolore che di-
mostravano per la sua morte, li esortò con affetto paterno all’amore di Dio. Poi, mentre tutti i frati gli erano attorno, stese la sua destra su di essi e la pose sul capo di ciascuno: Addio – disse
– voi tutti figli miei, vivete nel timore del Signore e conservatevi in esso sempre!
Trascorse i pochi giorni che gli rimasero in un inno di lode, invitando i suoi compagni dilettis-
simi a lodare con lui Cristo, Egli, poi, come gli fu possibile, proruppe in questo salmo: con la mia
voce ho gridato al Signore; con la mia voce ho chiesto soccorso al Signore. Invitava pure tutte
le creature alla lode di Dio, e con certi versi, che aveva composto un tempo, le esortava al-
l’amore divino. Perfino la morte, a tutti terribile e odiosa, esortava alla lode e, andandole in-
contro lieto, la invitava ad essere sua ospite: “ Ben venga, mia sorella morte!”. Si rivolse poi al
medico: “Coraggio, fratello medico, dimmi pure che la morte è imminente: per me sarà la porta
della vita!” E ai frati: “Quando mi vedrete ridotto all’estremo, deponetemi nudo sulla terra,
come mi avete visto ieri l’altro […]. Giunse infine la sua ora, ed essendosi compiuti in lui tutti
misteri di Cristo, se ne volò felicemente a Dio.

Nella vita di S. Francesco possiamo trovare insegnamenti importanti per risolvere i problemi del
nostro tempo. Chiediamo a Gesù che anche per la fraterna intercessione di S. Francesco rinnovi
la nostra vita.

Signore Gesù Cristo, fa che ognuno di noi esca da se stesso e ponga in Te e nell’amore ai fratelli
il centro della sua vita. Per la fraterna intercessione di S. Francesco rinnova il nostro cuore!

Signore Gesù, vieni a liberare il nostro cuore schiacciato sotto l’avidità del guadagno e nel mi-
raggio di una vita comoda. Per la fraterna intercessione di S. Francesco rinnova il nostro cuore!

Signore Gesù, dissotterra in noi l’originaria dimensione sociale e rendici, secondo il disegno del
Creatore, fratelli che vogliono incontrare altri fratelli e vanno per il mondo con cuore mite e ge-
neroso rispettando gelosamente la dignità di ogni persona. Per la fraterna intercessione di S.
Francesco rinnova il nostro cuore!

Signore Gesù, ricordaci che non viviamo per essere serviti, ma il nostro compito è servire, spen-
dere la vita in un amore concreto verso i fratelli e verso tutte le creature. Per la fraterna in-
tercessione di S. Francesco, rinnova il nostro cuore!

Signore Gesù, impotenti, noi siamo testimoni della guerra in Ucraina, della violenza che si abbatte
sul popolo armeno e su tante persone del Nord Africa sospinte alla migrazione. Sono tante le per-
sone che soffrono e muoiono! Suscita nella comunità mondiale una vera volontà di pace. Per la fra-
terna intercessione di S. Francesco rinnova il nostro cuore!

 

Canto

 

°°° 3 °°°

 

Il Vangelo delle Beatitudini S. Francesco lo ha vissuto come programma della sua vita. Il suo in-
tento era di vivere in se stesso la vita di Cristo, per assimilare parole e azioni di Lui e portarlo,
partorirlo, agli uomini. Stava lungamente con Gesù Cristo (cf FF 522). Ora la carta di identità
di Cristo è il Discorso delle Beatitudini.

 

Dal Vangelo secondo Matteo (5,1-12)
Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si
mise a parlare e insegnava loro dicendo: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei
cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in
eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati
i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giu-
stizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e mentendo diranno ogni sorte di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, per-
ché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono
prima di voi. Parola del Signore.

 

Francesco, unito all’amore verso Gesù, visse sempre un particolare amore a Maria, la Madre che
Lui ci aveva regalato sotto la croce. A lei ci rivolgiamo con le parole di Don Tonino Bello.

Santa Maria, serva della Parola, serva a tal punto che oltre ad ascoltarla e custodirla, l’hai ac-
colta incarnata nel Cristo, aiutaci a mettere Gesù al centro della nostra vita. Fa che ne speri-
mentiamo le suggestioni segrete. Dacci una mano perché sappiamo essergli fedele fino in fondo.
Donaci la beatitudine di quei servi, che egli, tornando nel cuore della notte, troverà ancora sve-
gli, e che, dopo essersi cinte le vesti, lui stesso farà mettere a tavola e passerà a servire. Fa’
che il Vangelo diventi la norma ispiratrice di ogni nostra scelta quotidiana. Preservaci dalla ten-
tazione di praticare sconti sulle sue esigenti richieste. Rendici capaci di obbedienze gaudiose.
E metti, finalmente, le ali ai nostri piedi perché alla Parola possiamo rendere il servizio missio-
nario dell’annuncio, fino agli estremi confini della terra. Santa Maria, serva del mondo, che su-
bito dopo esserti dichiarata ancella di Dio sei corsa a farti ancella di Elisabetta, conferisci ai
nostri passi la fretta premurosa con cui tu raggiungesti la città di Giuda, simbolo di quel mondo
di fronte al quale la Chiesa è chiamata a cingersi il grembiule. Restituisci cadenze di gratuità al
nostro servizio così spesso contaminato dalle scorie dell’asservimento. E fa’ che le ombre del po-
tere non si allunghino mai sui nostri offertori. Tu che hai sperimentato le tribolazioni dei poveri,
aiutaci a mettere a loro disposizione la nostra vita, con i gesti discreti del silenzio e non con gli
spot pubblicitari del protagonismo. Apri il nostro cuore alle sofferenze dei fratelli. E perché pos-
siamo essere pronti a intuirne le necessità, donaci occhi gonfi di tenerezza e di speranza. Gli
occhi che avesti tu. A Cana di Galilea.

 

Concludiamo la preghiera con le parole che Gesù ci ha insegnato: Padre nostro.

 

La pace del Signore sia sempre con noi!

Il Signore ci benedica e ci custodisca. Mostri a noi il suo volto e abbia misericordia di noi. Ri-
volga a noi il suo sguardo e ci dia pace. Amen

 

Canto finale