dicembreIl nostro tempo per tanti aspetti così difficile e pieno di precarietà, ci sta portando anche magnifici doni. Abbiamo avuto nel mese di giugno la splendida Lettera Enciclica Lumen Fidei, veramente una grande luce per la nostra vita; e in questi giorni, ci è stata regalata l’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, documento che possiamo considerare programmatico del ministero di Papa Francesco. Ma la parola della Chiesa, come tutti i doni che vengono da Dio, ci sono dati come talenti che devono essere trafficati, messi a frutto a favore dei nostri fratelli. Il tempo della preghiera è occasione di incontro nel nostro intimo tra quello che il Signore ci dona e il nostro io profondo, tra la parola e la nostra responsabilità personale e comunitaria. Inoltre nel cammino formativo di questo anno abbiamo avuto, per grazia dello Spirito Santo, la coincidenza tra il nostro testo “Caritas Christi urget nos. Per una nuova evangelizzazione” con il tema della Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium. L’annuncio del Vangelo nel mondo attuale”. Questo fatto deve suscitare in noi un desiderio maggiore di approfondire la conoscenza del documento papale. C’è una idea fondamentale nella Evangelii Gaudium che ci impegna ad una revisione dei nostri pensieri: “La comunità evangelizzatrice sperimenta che il Signore ha preso l’iniziativa, l’ha preceduta nell’amore (1 Gv 4,10), e per questo essa sa fare il primo passo, sa prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi. Vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia” (EG,24). Vogliamo pregare perché il Signore ci conceda lo Spirito per evangelizzare avendo in noi una grande misericordia.

 

                                                                      Veglia di preghiera

Iniziamo la preghiera nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
L’amore del Padre, la comunione del Figlio e la gioia dello Spirito Santo riempia il cuore di tutti noi. Amen

 

Preghiamo: Dio grande e misericordioso, prepara con la tua potenza il nostro cuore a incontrare il Cristo che viene perché ci trovi vigilanti e disponibili, liberi dalla pesantezza del peccato e dagli affanni dei beni materiali, attenti ad ascoltare e ad accogliere i poveri e le persone sole. La presenza di Cristo si manifesti a tutti coloro che incontriamo nella famiglia, nella professione, nella normale vita quotidiana. Lo chiediamo a Te che sei nostro Padre e vivi glorioso con il tuo Figlio Gesù e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Canto

 

Papa Francesco non perde occasione di invitarci a sentire l’evangelizzazione come preciso impegno di ognuno di noi cristiani, come amore di Cristo che ci è partecipato e che ci spinge ad amare ogni uomo e a darci da fare per portarlo ad incontrare Cristo, cosa che è il sommo bene. Papa Francesco ci invita anche a guardare bene cosa c’è nel nostro cuore quando evangelizziamo facendo bene attenzione che non ci sia in noi giudizio verso i fratelli, irritazione per la loro debolezza, paura di comprometterci. Ascoltiamo la sua parola.

 

Dalla Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco:

In virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario (cfr Mt 28,19). Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione… La nuova evangelizzazione deve implicare un nuovo protagonismo di ciascuno dei battezzati. Questa convinzione si trasforma in un appello diretto ad ogni cristiano, perché nessuno rinunci al proprio impegno di evangelizzazione, dal momento che, se uno ha realmente fatto esperienza dell’amore di Dio che lo salva, non ha bisogno di molto tempo di preparazione per andare ad annunciarlo, non può attendere che gli vengano impartite molte lezioni o lunghe istruzioni. Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù; non diciamo più che siamo ”discepoli” e “missionari”, ma che siamo sempre “discepoli-missionari”. Se non siamo convinti, guardiamo ai primi discepoli, che immediatamente dopo aver conosciuto lo sguardo di Gesù, andavano a proclamarlo pieni di gioia: “Abbiamo incontrato il Messia” (Gv 1,41). La samaritana, non appena terminato il suo dialogo con Gesù, divenne missionaria (Gv 4,39). Parola della Chiesa.

 

Preghiamo insieme:

Desiderando con tutte le nostre forze il bene per tutta l’umanità e che il tesoro grande della fede possa diventare preziosa esperienza per ogni uomo, in particolare per i poveri e per i più sofferenti, coscienti della nostra debolezza, ti invochiamo con insistenza, Signore Gesù, perché mandi il tuo Santo Spirito su tutta la Chiesa e perché da tutti i cristiani parta l’evangelizzazione e raggiunga le periferie del mondo e di ogni esistenza, preghiamo: Ascoltaci Gesù nostro fratello!

Abbiamo sperimentato più volte nella nostra vita che tu Signore ci stai vicino soprattutto nei momenti difficili, abbiamo incontrato il tuo amore e il tuo perdono senza limiti, senza nostro merito hai arricchito di doni la nostra esistenza, Signore, fa che tante persone possano ricevere gli stessi doni e sperimentare la stessa luce: Ascoltaci Gesù nostro fratello!

Molte persone non riescono a fidarsi di Te, Signore, hanno paura di lasciare le loro povere sicurezze mentre pregiudizi e scandali sono barriera che non li lasciano venire a Te. Apri il loro cuore e la luce dello Spirito Santo li conduca per mano verso di Te: Ascoltaci Gesù nostro fratello!

 

Canto

 

La via percorsa da Gesù per venire incontro a noi, la via della Incarnazione, della discesa e della spogliazione per raggiungerci e mettersi come fratello vicino a noi, è la via che la Chiesa, “la Chiesa in uscita”, la comunità missionaria, deve percorrere per portare il Vangelo all’uomo d’oggi. Nell’apostolo Paolo possiamo ritrovare, come metodo di evangelizzazione, la grande misericordia che vediamo nel comportamento di Cristo Gesù, non solo nel momento della Incarnazione ma anche in tutto quello che dice e che fa. Ascoltiamo l’apostolo Paolo.

 

Dalla prima lettera di Paolo Apostolo ai Corinzi (9,16-23)

Annunciare che il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo. Infatti, pur essendo libero da tutti, mi son fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: mi son fatto come giudeo per i giudei, per guadagnare i giudei… Per coloro che non hanno Legge – pur non essendo io senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo – mi sono fatto come uno che è senza Legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono senza legge. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli, mi sono fatto tutto per tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io. Parola di Dio.

 

Momento di silenzio per cercare di vedere cosa c’è veramente dentro di noi, quali sono i nostri pensieri e i nostri sentimenti e se c’è stata qualche iniziativa personale o comunitaria nel campo della evangelizzazione. Sarebbe bene comunicare con gli altri dopo un po’ di silenzio.

 

Canto

 

Il padre S. Francesco cercava di imitare Gesù anche nell’andare verso gli altri con grande misericordia. Il racconto della conversione del lupo di Gubbio è certamente una parabola che ci fa comprendere come Francesco è veramente uno che prende l’iniziativa, che va incontro, che non teme di compromettersi, non giudica, ma usa misericordia. Questo metodo è il modo di agire di Gesù nella sua incarnazione, di S. Paolo che tutto fa per il Vangelo e che Papa Francesco indica come via per evangelizzare l’uomo d’oggi. E questo metodo arriva al successo, raggiunge la conversione e la pace.

 

Dai Fioretti (FF 1852)

Al tempo che santo Francesco dimorava nella città di Agobbio, nel contado di Agobbio apparì un lupo grandissimo, terribile e feroce, il quale non solamente divorava gli animali, ma eziandio gli uomini; in tanto che tutti i cittadini stavano in gran paura… Per la qual cosa avendo compassione frate Francesco agli uomini della terra, si volle uscire fuori a questo lupo, bene che li cittadini al tutto non gliel consigliavano; e facendosi il segno della santissima croce santo Francesco prese il cammino inverso il luogo dove era il lupo… Il detto lupo si fa incontro a santo Francesco con la bocca aperta. Santo Francesco chiamollo a sé e disse: “Vieni qui, frate lupo, io ti comando dalla parte di Cristo che tu non facci male né a me né a persona”. Mirabile cosa a dire! Immantanente il lupo terribile chiuse la bocca e venne mansuetamente come agnello e gittossi alli piedi di santo Francesco. E frate Francesco gli parlò così: “Frate lupo, tu fai molti danni in queste parti e hai fatto grandi malefici… Ma io voglio, frate lupo, far la pace fra te e costoro, sicchè tu non gli offenda più, ed eglino ti perdonino ogni passata offesa” E dette queste parole, il lupo con atti di corpo e di coda e con inchinare il capo mostrava d’accettare ciò che santo Francesco dicea e di volerlo osservare. Allora santo Francesco disse: “Frate lupo, poiché ti piace di fare e di tenere questa pace, io ti prometto ch’io ti farò dare le spese continovamente, mentre tu viverai, dagli uomini di questa terra, sicchè tu non patirai più fame; imperò che io so bene che per la fame tu hai fatto ogni male”. A lode di Gesù Cristo e del suo servo Francesco.

 

Al termine del nostro incontro ci uniamo alla preghiera di Papa Francesco alla Vergine Maria “stella della nuova evangelizzazione”:

Vergine e Madre Maria, tu che, mossa dallo Spirito Santo, hai accolto il Verbo della vita nella profondità della tua umile fede, totalmente donata all’Eterno, aiutaci a dire il nostro “sì” nell’urgenza, più imperiosa che mai, di far risuonare la Buona Notizia di Gesù.

Tu, ricolma della presenza di Cristo, hai portato la gioia a Giovanni il Battista, facendolo esultare nel seno di sua madre. Tu, trasalendo di giubilo, hai cantato le meraviglie del Signore. Tu, che rimanesti ferma davanti alla croce con una fede incrollabile, e ricevesti la gioiosa consolazione della risurrezione, hai radunato i discepoli nell’attesa dello Spirito perché nascesse la Chiesa evangelizzatrice.

Ottienici ora un nuovo ardore di risorti per portare a tutti il Vangelo della vita che vince la morte. Dacci la santa audacia di cercare nuove strade perché giunga a tutti il dono della bellezza che non si spegne.

Tu, Vergine dell’ascolto e della contemplazione, madre dell’amore, sposa delle nozze eterne, intercedi per la Chiesa, della quale sei l’icona purissima, perché mai si rinchiuda e mai si fermi nella sua passione per instaurare il Regno.

Stella della nuova evangelizzazione, aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione, del servizio, della fede ardente e generosa, della giustizia e dell’amore verso i poveri, perché la gioia del Vangelo giunga sino ai confini della terra e nessuna periferia sia priva della sua luce.

Madre del Vangelo vivente, sorgente di gioia per i piccoli, prega per noi, Amen. Alleluja.

 

Concludiamo con la preghiera del Padre nostro.

 

Scambiamoci un segno della pace: la pace che viene da Gesù, ma che è portata ai fratelli anche dalla nostra amicizia e dal nostro renderci vicini a loro.

 

Invochiamo una Benedizione particolare che ci sostenga nel nostro cammino di avvento.

Concedi a noi Signore di preparaci nel modo migliore ad accogliere la venuta del tuo Figlio Gesù.

Donaci la fede di Maria e di Giuseppe, l’attesa di Giovanni Battista.

Come i pastori di Betlemme possiamo anche noi gioire alla presenza del Bambino Gesù.

 

Canto finale

 

preghiera