preghiera-ottobre

 

La visita di Papa Francesco ad Assisi ci ha riempito di gratitudine e di gioia, ma anche di sentimenti di responsabilità per i doni che il Signore ha fatto a noi tramite S. Francesco. Per la preghiera di questo mese abbiamo pensato di intraprendere un pellegrinaggio spirituale guidati da Papa Francesco, riascoltando parole e preghiere che lui stesso ha rivolto ai presenti durante la sua visita ad Assisi. Ci avviciniamo a lui che ci dice: “Oggi anch’io, come tanti pellegrini, sono venuto per rendere lode al Padre di tutto ciò che ha voluto rivelare a uno di questi “piccoli” di cui parla il Vangelo: Francesco, figlio di un ricco commerciante di Assisi. L’incontro con Gesù lo portò a spogliarsi di una vita agiata e spensierata, per sposare “Madonna Povertà” e vivere da vero figlio del Padre che è nei cieli. Questa scelta, da parte di S. Francesco, rappresentava un modo radicale di imitare Cristo, di rivestirsi di Colui che, da ricco che era, si è fatto povero per arricchire noi per mezzo della sua povertà”.

Rendiamoci pellegrini anche noi per le vie di Assisi portando nella nostra mente e nel nostro cuore la domanda: ”Che cosa testimonia San Francesco a noi, oggi? Che cosa ci dice, non con le parole – questo è facile – ma con la vita?” Ascoltiamo con grande attenzione la lezione umile e appassionata che Papa Francesco ha inviato a tutto il mondo.

                                                                 Veglia di preghiera

Iniziamo questo nostro pellegrinaggio spirituale nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Preghiamo: Signore nostro Padre che nel tuo Figlio Gesù ci hai parlato e rivelato il tuo grande amore e la tua misericordia e che hai continuato a parlarci in alcuni uomini e donne rese nuove dal tuo Santo Spirito, prima di tutto nella tua e nostra Madre Maria, ma anche in tanti Santi che hanno testimoniato lungo i secoli la verità del Vangelo di Gesù Cristo, noi ti benediciamo. Ti ringraziamo perché hai mandato a noi il tuo servo S. Francesco ed ancora oggi parli a tutta l’umanità tramite la sua testimonianza. Padre donaci il tuo Santo Spirito perché non siamo francescani solo di nome, ma possiamo seguire nella nostra vita quotidiana le sue orme e il suo esempio. Amen

Canto

°°° 1 °°°

Iniziamo il nostro itinerario dalla Sala della Spogliazione di Francesco presso il Vescovado. Sulla pubblica piazza, davanti al padre e al Vescovo di Assisi, Francesco rinuncia al denaro e a tutti i suoi averi; si spoglia di ogni cosa, della sua vita mondana, di se stesso, per seguire il suo Signore Gesù, per essere come Lui. Ascoltiamo Papa Francesco:
Tutti dobbiamo andare per la strada di Gesù che ha percorso una strada di spogliazione.
Gesù è diventato servo, servitore; ha voluto essere umiliato fino alla Croce. E se noi vogliamo essere cristiani, non c’è altra strada. Ma non possiamo fare un cristianesimo un po’ più umano– dicono – senza croce, senza Gesù, senza spogliazione? In questo modo diventeremo cristiani di pasticceria, come belle torte, come belle cose dolci, ma non cristiani! Di che cosa deve spogliarsi la Chiesa? Deve spogliarsi oggi di un pericolo gravissimo, che minaccia ogni persona nella Chiesa: il pericolo della mondanità. Il cristiano non può convivere con lo spirito del mondo. La mondanità ci porta allo spirito del mondo: la vanità, la prepotenza, l’orgoglio. La spogliazione di Francesco ci dice semplicemente quello che insegna il Vangelo: seguire Gesù vuol dire metterlo al primo posto, spogliarci delle tante cose che abbiamo e che soffocano il nostro cuore, rinunciare a noi stessi, prendere la croce e portarla con Gesù. Spogliarsi dell’io orgoglioso e distaccarsi dalla brama di avere, dal denaro, che è idolo che possiede. Tutti siamo chiamati ad essere poveri, spogliarci di noi stessi: e per questo dobbiamo imparare a stare con i poveri, condividere con chi è privo del necessario, toccare la carne di Cristo! Il cristiano non è uno che si riempie la bocca con i poveri: è uno che li incontra, che li guarda negli occhi, che li tocca!

Momento di silenzio e di riflessione.

Preghiamo: S. Francesco, in questo luogo che ci interpella, voglio pregare perché ogni cristiano, la Chiesa, ogni uomo e donna di buona volontà, sappia spogliarsi di ciò che non è essenziale per andare incontro a chi è povero e chiede di essere amato. Amen

°°° 2 °°°

Con il pensiero scendiamo al santuario di S. Damiano, dove S. Francesco fu chiamato per nome dal Crocifisso. Ascoltiamo le parole di Papa Francesco:
La prima cosa che ci dice San Francesco, la realtà fondamentale che ci testimonia è questa: essere cristiani è un rapporto vitale con la Persona di Gesù, è rivestirsi di Lui, è assimilazione a Lui. Da dove parte il cammino di Francesco verso Cristo? Parte dallo sguardo di Gesù sulla croce. Lasciarsi guardare da Lui nel momento in cui dona la vita per noi e ci attira a Lui. Francesco ha preghierafatto questa esperienza in modo particolare nella chiesetta di san Damiano, pregando davanti al crocifisso, che anch’io oggi potrò venerare. In quel crocifisso Gesù non appare morto, ma vivo! Il sangue scende dalle ferite delle mani, dei piedi e del costato, ma quel sangue esprime vita. Gesù non ha gli occhi chiusi, ma aperti, spalancati: uno sguardo che parla al cuore. E il Crocifisso non ci parla di sconfitta, di fallimento; paradossalmente ci parla di una morte che è vita, che genera vita, perché ci parla di amore, perché è l’Amore di Dio incarnato, e l’Amore non muore, anzi, sconfigge il male e la morte. Chi si lascia guardare da Gesù crocifisso viene ri-creato, diventa una «nuova creatura». Da qui parte tutto: è l’esperienza della Grazia che trasforma, l’essere amati senza merito, pur essendo peccatori. Per questo Francesco può dire, come san Paolo: «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo» (Gal 6,14).

Canto

Preghiamo: Ci rivolgiamo a te, Francesco, e ti chiediamo: insegnaci a rimanere davanti al Crocifisso, a lasciarci guardare da Lui, a lasciarci perdonare e ricreare dal suo amore.

°°° 3 °°°

Con la nostra immaginazione trasferiamoci alla stupenda Basilica che custodisce in una tomba semplice ed austera, il corpo del nostro padre S. Francesco e continuiamo ad ascoltare con grande attenzione la parola di Papa Francesco:
Chi segue Cristo, riceve la vera pace, quella che solo lui, non il mondo, ci può dare. Nel Vangelo ascoltiamo queste parole: «Venite a me, voi tutti, che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,28-29).
Questa è la seconda cosa che Francesco ci testimonia: chi segue Cristo, riceve la vera pace, quella che solo Lui, e non il mondo, ci può dare. San Francesco viene associato da molti alla pace, ed è giusto, ma pochi vanno in profondità. Qual è la pace che Francesco ha accolto e vissuto e ci trasmette? Quella di Cristo, passata attraverso l’amore più grande, quello della Croce. E’ la pace che Gesù Risorto donò ai discepoli quando apparve in mezzo a loro (cfr Gv 20,19.20).
La pace francescana non è un sentimento sdolcinato. Per favore: questo san Francesco non esiste! E neppure è una specie di armonia panteistica con le energie del cosmo… Anche questo non è francescano! Anche questo non è francescano, ma è un’idea che alcuni hanno costruito! La pace di san Francesco è quella di Cristo, e la trova chi “prende su di sé” il suo “giogo”, cioè il suo comandamento: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato (cfr Gv 13,34; 15,12). E questo giogo non si può portare con arroganza, con presunzione, con superbia, ma solo si può portare con mitezza e umiltà di cuore.

Momento di silenzio

Preghiamo: Ci rivolgiamo a te, Francesco, e ti chiediamo: insegnaci ad essere “strumenti della pace”, della pace che ha la sua sorgente in Dio, la pace che ci ha portato il Signore Gesù.

°°° 4 °°°

Sempre accompagnati dal Santo Padre, saliamo all’ eremo delle Carceri, immerso nel verde del monte Subasio. Il creato che ci circonda, il bel verde che ci avvolge, la forza delle piante abbarbicate tenacemente sulle rocce, il canto degli uccelli, ci sollecitano a benedire il Signore, a ricordare che il Creatore ci ha affidato la custodia di tutte queste bellezze. Ascoltiamo ancora Papa Francesco:
Il Santo di Assisi testimonia il rispetto per tutto ciò che Dio ha creato e come Lui lo ha creato. Francesco inizia il Cantico così: “Altissimo, onnipotente, bon Signore… Laudato sie… cun tutte le tue creature” (FF, 1820). L’amore per tutta la creazione, per la sua armonia! Il Santo d’Assisi testimonia il rispetto per tutto ciò che Dio ha creato e come Lui lo ha creato, senza sperimentare sul creato per distruggerlo; aiutarlo a crescere, a essere più bello e più simile a quello che Dio ha creato. E soprattutto san Francesco testimonia il rispetto per tutto, testimonia che l’uomo è chiamato a custodire l’uomo, che l’uomo sia al centro della creazione, al posto dove Dio – il Creatore – lo ha voluto. Non strumento degli idoli che noi creiamo! L’armonia e la pace! Francesco è stato uomo di armonia, uomo di pace. Da questa Città della Pace, ripeto con la forza e la mitezza dell’amore: rispettiamo la creazione, non siamo strumenti di distruzione! Rispettiamo ogni essere umano: cessino i conflitti armati che insanguinano la terra, tacciano le armi e dovunque l’odio ceda il posto all’amore, l’offesa al perdono e la discordia all’unione. Sentiamo il grido di coloro che piangono, soffrono e muoiono a causa della violenza, del terrorismo o della guerra, in Terra Santa, tanto amata da san Francesco, in Siria, nell’intero Medio Oriente, in tutto il mondo.

Preghiera silenziosa
Preghiamo: Ci rivolgiamo a te, Francesco, e ti chiediamo: ottienici da Dio il dono che in questo nostro mondo ci sia armonia, pace e rispetto per il creato.

°°° 5 °°°

preghieraPresso la Porziuncola, il luogo caro a Francesco e a Chiara, dove lo Spirito del Signore li plasmò e li rese persone nuove insieme a tutta la prima generazione di coloro che avevano abbracciato la forma di vita evangelica, Papa Francesco ha parlato ai giovani, accogliendo le domande di alcuni di loro. Al termine del dialogo, ha affidato loro il compito che S. Francesco ritenne come sua speciale vocazione:
Vangelo, Vangelo…portare l’annuncio di Gesù agli altri.
Qui ad Assisi, qui vicino alla Porziuncola, mi sembra di sentire la voce di San Francesco che ci ripete: “Vangelo, Vangelo!”. Lo dice anche a me, anzi, prima a me: Papa Francesco, sii servitore del Vangelo! Se io non riesco ad essere un servitore del Vangelo, la mia vita non vale niente! Ma il Vangelo, cari amici, non riguarda solo la religione, riguarda l’uomo, tutto l’uomo, riguarda il mondo, la società, la civiltà umana. Il Vangelo è il messaggio di salvezza di Dio per l’umanità. Ma quando diciamo “messaggio di salvezza”, non è un modo di dire, non sono semplici parole o parole vuote come ce ne sono tante oggi! L’umanità ha veramente bisogno di essere salvata! Lo vediamo ogni giorno quando sfogliamo il giornale, o sentiamo le notizie alla televisione; ma lo vediamo anche intorno a noi, nelle persone, nelle situazioni; e lo vediamo in noi stessi! Ognuno di noi ha bisogno di salvezza! Soli non ce la facciamo! Abbiamo bisogno di salvezza! Salvezza da che cosa? Dal male. Il male opera, fa il suo lavoro. Ma il male non è invincibile e il cristiano non si rassegna di fronte al male. E voi giovani, volete rassegnarvi di fronte al male, alle ingiustizie, alle difficoltà? Volete o non volete? [I giovani rispondono: No!] Ah, va bene. Questo piace! Il nostro segreto è che Dio è più grande del male: ma questo è vero! Dio è più grande del male. Dio è amore infinito, misericordia senza limiti, e questo Amore ha vinto il male alla radice nella morte e risurrezione di Cristo. Questo è il Vangelo, la Buona Notizia: l’amore di Dio ha vinto! Cristo è morto sulla croce per i nostri peccati ed è risorto. Con Lui noi possiamo lottare contro il male e vincerlo ogni giorno. Ci crediamo o no? [I giovani rispondono: Sì!] Ma questo ‘sì’ deve andare nella vita! Se io credo che Gesù ha vinto il male e mi salva, devo seguire Gesù, devo andare sulla strada di Gesù per tutta la vita.
Allora il Vangelo, questo messaggio di salvezza, ha due destinazioni che sono legate: la prima, suscitare la fede, e questa è l’evangelizzazione; la seconda, trasformare il mondo secondo il disegno di Dio, e questa è l’animazione cristiana della società. Ma non sono due cose separate, sono un’unica missione: portare il Vangelo con la testimonianza della nostra vita trasforma il mondo! Questa è la via: portare il Vangelo con la testimonianza della nostra vita.

Preghiamo: Guardiamo a te Francesco: tu hai fatto tutt’e due queste cose, con la forza dell’unico Vangelo. Con la grazia del Signore hai fatto crescere la fede, hai rinnovato la Chiesa; e nello stesso tempo hai rinnovato la società, sempre con il Vangelo, con la testimonianza, rendendola più fraterna e più umana. Sii tu sempre benedetto insieme al tuo Signore Gesù Cristo. Amen

Uniti a tutta la Chiesa, in comunione profonda con il nostro Santo Padre, preghiamo il Padre nostro.

Il Signore dia la pace a tutti noi. Scambio della Pace.

Benedizione: Il Signore ci benedica e ci protegga. Faccia risplendere su di noi il suo volto e ci doni la sua misericordia. Rivolga su di noi il suo sguardo e ci doni la sua pace. Amen

Canto a Maria