La pandemia ci ha messo di fronte alla nostra fragilità, mentre ci credavamo onnipotenti; di fronte al fatto che “siamo tutti sulla stessa barca”; di fronte alla necessità di una scelta tra ciò che è essenziale e ciò che non lo è. Tutto questo ci interroga sul senso della nostra esistenza e su come custodire il progetto di Dio, che è progetto di fraternità universale.
Siamo in uno speciale “tempo della cura”. Un tempo che ci chiama a rispondere del “dono” dell’intera creazione, a partire dalla cura delle relazioni fondamentali, con Dio, con noi stessi, con gli altri, con la terra, entrando nel vivo di quel “tutto è connesso” che sentiamo più che mai vero e determinante oggi. Tempo della cura per un nuovo vivere insieme con sobrietà, giustizia, fraternità, ancorati alla speranza. E questo implica l’ascolto del grido dei poveri e della terra, un ascolto che il Calendario ci propone a 5 anni dalla Laudato Si’ attraverso un suo frutto: l’Esortazione “Querida Amazzonia”, dove l’Amazzonia, in un mondo dominato da una globalizzazione selvaggia, diventa luogo emblematico sia per l’improcrastinabile custodia del creato, sia per la salvaguardia della dignità umana, convocando tutti a conversione.