Ci uniamo in preghiera a tutta la Chiesa italiana che in questo mese di settembre celebra la nona Giornata per la Custodia del Creato che quest’anno ha per tema: “Educare alla custodia del creato, per la salute dei nostri paesi e delle nostre città” In questo nostro tempo lo Spirito del Signore sta riportando alla nostra coscienza la decisione del Creatore che affida all’uomo la custodia del creato. E questo ci sta riportando al “principio”, cioè al disegno originario di Dio che ci consegna la terra come nostra casa e il creato come il giardino in cui vivere nella pace e nella gioia.
Oggi purtroppo sperimentiamo come il degrado dell’uomo interiore provoca disastri nell’intero universo e coinvolge nella sofferenza anche il creato. C’è un passo del Profeta Osea così vero anche per il nostro tempo: “Si spergiura, si dice il falso, si uccide, si ruba, si commette adulterio, tutto questo dilaga e si versa sangue su sangue. Per questo è in lutto il paese e chiunque vi abita langue, insieme con gli animali selvatici e con gli uccelli del cielo; persino i pesci del mare periscono” (Os 4,2-3).Tutti siamo chiamati a svegliarci da un lungo sonno dell’indifferenza e della irresponsabilità per imparare ad abitare la terra secondo la sapienza del Padre.
Veglia di preghiera
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
L’amore del Padre, la pace del Figlio e la gioia dello Spirito Santo riempia il cuore di tutti noi. Amen.
Preghiamo: Altissimo, Onnipotente, Dio nostro Padre e origine di ogni creatura, confessiamo che hai fatto bene tutte le cose e che il creato è colmo delle tue meraviglie e del tuo splendore. Ti ringraziamo perché hai chiamato anche noi a collaborare alla tua creazione, affidando a noi la cura e la custodia del creato. Riconosciamo, che soprattutto nel nostro tempo, non solo non abbiamo atteso a questa consegna, ma anzi abbiamo agito contro il creato, trascurando e distruggendo l’alleanza che Tu stesso avevi stabilito, riducendo il creato a casa ostile, disprezzata fino al suo avvelenamento e alla sua distruzione. Aprici gli occhi e converti il nostro cuore perché, assieme ad ogni uomo e donna di questo nostro pianeta, possiamo ricuperare la gioia che ci viene da questo giardino in cui abitiamo. Te lo chiediamo per Gesù Cristo nostro fratello e nostro redentore che vive e regna con te e lo Spirito santo per tutti secoli dei secoli. Amen
Canto
Papa Francesco più volte ha richiamato alla nostra attenzione l’urgenza di prendere coscienza del piano del Creatore e della nostra responsabilità. Nella Evangelii Gaudium ci ammonisce: “Non lasciamo che al nostro passaggio (sulla terra) rimangano segni di distruzione e di morte che colpiscono la nostra vita e quella delle future generazioni” (215), perché è proprio così: il creato ferito e avvelenato non è più fonte di benessere e di gioia per noi e per le generazioni future. Ascoltiamo ancora Papa Francesco.
Papa Francesco – Udienza generale 5 giugno 2013:
Quando parliamo di ambiente, del creato, il mio pensiero va alle prime pagine della Bibbia, al Libro della Genesi, dove si afferma che Dio pose l’uomo e la donna sulla terra perché la coltivassero e la custodissero. E mi sorgono le domande: che cosa vuol dire coltivare e custodire la terra ? Noi stiamo veramente coltivando e custodendo il creato? Oppure lo stiamo sfruttando e trascurando? Il verbo “coltivare” mi richiama alla mente la cura che l’agricoltore ha per la sua terra perché dia frutto ed esso sia condiviso: quanta attenzione, passione e dedizione! Coltivare e custodire il creato è un’indicazione di Dio data non solo all’inizio della storia, ma a ciascuno di noi; è parte del suo progetto; vuol dire far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino, un luogo abitabile per tutti… Noi siamo spesso guidati dalla superbia del dominare, del possedere, del manipolare, dello sfruttare; non la “custodiamo” [la terra], non la rispettiamo, non la consideriamo come un dono gratuito di cui avere cura. Stiamo perdendo l’atteggiamento dello stupore, della contemplazione, dell’ascolto della creazione.
Le parole del Papa ci fanno capire che è necessaria una “conversione ecologica”: è necessario riscoprire e prendere come nostro impegno il disegno di Dio Creatore.
È necessario anche chiedere perdono a nome di tutta l’umanità, perché troppo spesso il nostro vivere ha deturpato il creato e la sua bellezza e ha immesso nelle sue pieghe veleni e morte.
Preghiamo:
1. Per la terra avvelenata dai rifiuti, che più non può produrre buon frutto per la vita delle tue creature, Perdonaci Signore
2. Per l’aria inquinata delle nostre città, per le polveri che causano malattie e morte, Perdonaci Signore
3. Per l’acqua che manca e condanna popoli e nazioni alla sete, per i fiumi che più non giungono ad irrigare la terra, Perdonaci Signore
4. Per il fuoco del clima che cambia, per i popoli che vedono la loro terra trasformata in deserto, Perdonaci Signore.
Canto
Il non aver creduto all’amore di Dio e non esserci fidati di Lui (= il peccato originale agli inizi della storia dell’umanità) è stato un disastro così grande che ha coinvolto non solo l’umanità inquinandola fin dalle radici, ma perfino tutto il creato che misteriosamente si è trovato intrappolato e ferito in esso. S. Paolo ci dice che per questo tutta la creazione soffre e geme. Il Signore ascolta il gemito del creato e ad esso promette la liberazione dalla corruzione. Ascoltiamo assieme la sua promessa di pace.
Dalla lettera di S. Paolo apostolo ai Romani (8, 19–24)
Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi, L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Nella speranza infatti siamo stati salvati. Parola di Dio.
Gesù Cristo è il primogenito della nuova creazione: nella sua Pasqua di morte e resurrezione, apre una strada per uscire dalla schiavitù indotta dal peccato e in Lui Dio si rivela come Padre provvidente e in Lui Egli ci dona novità di vita, per abitare la terra come figli, in semplicità e sobrietà.
Rivolgiamoci con fede al Signore Gesù che è venuto tra noi per restaurare l’Alleanza tra noi e il Creatore e di conseguenza tra noi e il creato. Diciamo insieme:
Manda il tuo Spirito, Signore, e rinnova la faccia della terra!
Signore Gesù, manda il tuo Spirito a liberare il cuore di tutti gli uomini dalla superbia e dalla violenza. Che la mente degli uomini sia abitata da desideri di armonia e di pace.
Manda il tuo Spirito, Signore, e rinnova la faccia della terra!
Signore Gesù, manda il tuo Spirito ad aprire l’intelligenza degli uomini a saper percorrere vie diverse dalla guerra e dalle armi per risolvere i numerosi problemi che sorgono nel rapporto tra popoli, tra gruppi, tra razze, tra religioni. Che la guerra sia bandita definitivamente dalla storia dell’uomo.
Manda il tuo Spirito, Signore, e rinnova la faccia della terra!
Signore Gesù, manda il tuo Spirito a risvegliare la nostra coscienza perché il nostro comportamento verso la terra, verso l’acqua, verso l’aria non sia di sfruttamento e di rapina, e nessuno di noi versi veleni nelle vene della madre terra e trasformi l’acqua e l’aria come strumenti di morte invece che di vita.
Manda il tuo Spirito, Signore, e rinnova la faccia della terra!
Signore Gesù, manda il tuo Spirito perché i nostri stili di vita siano improntati alla sobrietà e tengano conto dei poveri e delle tante persone che non hanno il necessario per vivere dignitosamente.
Manda il tuo Spirito, Signore, e rinnova la faccia della terra.
(preghiere spontanee)
Canto
Dalle parole di Gesù sentiamo come l’amore di Dio ci pone nella pace e nella gioia e risana il nostro modo di vivere il rapporto con il creato. Se entriamo nella prospettiva e nella fiducia che le parole di Gesù ci pongono davanti, anche per noi diventa possibile una vita serena, pur nelle difficoltà quotidiane che la vita ci pone. La pagina del Vangelo di Matteo è veramente un conforto per tutti noi.
Dal Vangelo secondo Matteo (6,24–34)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: “Non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano né mietono, non raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: ”Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cecate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena. Parola del Signore.
È un tempo in cui la scarsità delle risorse economiche morde tutti noi e a volte è difficile far quadrare conti e prospettive. Le parole di Gesù che abbiamo ascoltato ci invitano non ad essere contenti allocchi ma a fidarci della provvidenza del Signore, a saper vivere contenti anche se dobbiamo fare a meno di qualcosa e comunque a benedire il Signore per i tanti doni che abbiamo ricevuto e che ogni giorno provvedono al necessario della nostra vita. Impariamo da S. Francesco a benedire il Signore per le meraviglie della creazione che ci parla dell’amore e della bellezza di Dio Creatore.
Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfane,
et nullu homo ène dignu Te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le Tue creature,
spetialmente messor lo frate Sole,
lo quale è iorno et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale a le Tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’Acqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore
et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli ke ‘l sosterrano in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po’ skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate et benedicete mi’ Signore et rengratiate
et serviateli cum grande humilitate.
Preghiamo insieme con la preghiera dei figli di Dio, consegnata a noi nel momento del Battesimo:
Padre nostro
Il Signore ci benedica e ci custodisca
Mostri a noi il suo volto sereno e misericordioso
Il Signore guidi i nostri passi sulle orme di S. Francesco
Il Signore ci dia pace
Amen
Canto finale