La Festa di S. Francesco, preceduta dal Triduo in suo onore, inizia il 3 ottobre con la celebrazione del suo “Transito”. La sua morte fu chiamata “transito” perché in pochi fu evidente come in lui, più che il cessare della vita terrena, il passaggio alla vera vita.
Francesco aveva previsto la sua morte e volle incontrarla nella terra benedetta della sua Porziuncola. Lì aveva radunato i suoi frati ed anche Frate Jacopa che rappresentava i numerosi laici che avevano seguito le sue orme. Come Gesù Crocifisso volle accanto a sé Maria e l’apostolo Giovanni, così il Santo si affida alla Fraternità che in un certo senso accompagna il suo viaggio nella patria e, nel dolore e nella speranza, lo consegna al Padre.

Il Transito del Padre S. Francesco quest’anno accende una luce tutta speciale. Il coronavirus ha gettato davanti ai nostri occhi tutta la violenza e il dolore della morte: abbiamo visto persone che si salutavano e poi non si vedevano più, abbiamo visto tante bare di persone morte nella solitudine senza il calore di una persona cara. Il passaggio del Padre S. Francesco da questo mondo al Padre ci ricorda che la morte è sempre un uscire da questo mondo per entrare nella vita e nella comunione con Dio nostro Padre. E’ sempre una separazione dolorosa, ma anche speranza di incontrarci di nuovo e di poter vivere nella resurrezione la pienezza della fraternità.

Fare memoria del Transito porti sollievo e venga a curare le ferite ancora così vivide di tutti coloro che non hanno potuto essere vicini ai loro cari nel momento del passaggio da questo mondo. E che tutti, anche chi muore da solo, ricordi che ha un Padre che lo attende.

E la Festa di S. Francesco sia per noi monito ad accogliere come preziosa eredità le parole da lui consegnate ai suoi frati sul letto di morte “Io ho fatto la mia parte, la vostra ve la insegni Cristo” (FF 1239).

A tutti l’augurio di buona festa, invocando, per l’intercessione del Santo Patrono d’Italia, ogni benedizione di pace e fraternità per il mondo intero!

P. Lorenzo Di Giuseppe e Fraternità Francescana Frate Jacopa