A Natale abbiamo celebrato la venuta di Gesù, l’Emmanuele, il Dio con noi, che pone la sua tenda a fianco delle nostre tende, che vuole stare con noi perché sa che siamo soli. Sulla mangiatoia nella quale giaceva, gli Angeli cantano: Gloria a Dio e Pace in terra agli uomini. La preghiera è come un rispondere a questo Dio: è un volere stare con Lui, un parlare con Lui.
La preghiera è una meravigliosa via, un grande dono che nobilita la nostra esistenza, è la straordinaria possibilità di dialogare con Dio. Come figli noi ci rivolgiamo a Lui nostro Padre, a Gesù nostro fratello, allo Spirito nostro amico; ricorriamo anche a Maria che Gesù ci donò nostra madre.
All’inizio di questo anno, come all’inizio di ogni anno, il Papa ci ha inviato un Messaggio: “La Pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica”, invitandoci a pregare per la Pace, un bene che l’uomo insegue dall’inizio della sua esistenza, un bene che non è raggiungibile con le sole forze umane. In questo Messaggio Papa Francesco ci guida in una ricca riflessione sulla urgenza della Pace per tutta l’umanità. Nella preghiera vogliamo percorrere con lui questo cammino verso la Pace.

Canto

Presidente: Iniziamo la preghiera mettendoci alla presenza del Padre, di Gesù Figlio di Dio fattosi
uomo per noi, e dello Spirito amore e luce per la nostra vita.

Tutti insieme, a nome di tutta l’umanità, preghiamo con le parole di S. Giovanni Paolo II:
Dio dei nostri Padri, dei martiri e di tutti i Santi, Dio grande e misericordioso, Signore della Pace
e della Vita, Padre di tutti. Tu hai progetti di Pace e non di afflizione, condanni le guerre e abbatti
l’orgoglio dei violenti. Tu hai inviato il tuo Figlio Gesù ad annunciare la Pace ai vicini e
ai lontani, a riunire gli uomini di ogni razza e di ogni stirpe in una sola famiglia.Ascolta il grido
unanime dei tuoi figli, supplica accorata di tutta l’umanità; mai più la guerra, avventura senza
ritorno, mai più la guerra, spirale di lutto e violenza, minaccia per le tue creature in cielo, in terra
e in mare. In comunione con Maria, la Madre di Gesù, ancora ti supplichiamo: parla ai cuori dei
responsabili delle sorti dei popoli, ferma la logica della ritorsione e della vendetta, suggerisci
con il tuo Spirito soluzioni nuove, gesti generosi ed onorevoli, spazi di dialogo e di paziente attesa
più fecondi delle affrettate scadenze della guerra. Concedi al nostro tempo giorni di Pace.
Amen

Canto

Papa Francesco nel Messaggio della 53 Giornata Mondiale della Pace pone un legame speciale
tra la Pace e la Speranza, tra la Pace e l’attesa del genere umano. Dall’inizio della storia la
guerra è stata presente tra gli uomini, ma è stata sempre un flagello e una distruzione. La speranza
è che sia arrivato il tempo in cui l’uomo si volga indietro e, libero finalmente, possa riconoscere
la insensatezza e la inutilità delle infinite guerre della storia passata.

Dal Messaggio del Santo Padre Francesco per la 53ª Gornata Mondiale della Pace
La Pace è un bene prezioso, oggetto delle nostra speranza, al quale aspira tutta l’umanità. Sperare
nella pace è un atteggiamento umano che contiene una tensione esistenziale […]. La speranza è
la virtù che ci mette in cammino, ci dà le ali per andare avanti, perfino quando gli ostacoli sembrano
insormontabili. La nostra comunità umana porta, nella memoria e nella carne, i segni delle
guerre e dei conflitti che si sono succeduti, con crescente capacità distruttiva, e che non cessano
di colpire specialmente i più poveri e i più deboli. Anche intere nazioni stentano a liberarsi dalle
catene dello sfruttamento e della corruzione, che alimentano odi e violenze. Ancora oggi, a tanti
uomini e donne, a bambini e anziani, sono negate la dignità, l’integrità fisica, la libertà, la solidarietà
comunitaria, la speranza nel futuro […]. Le terribili prove dei conflitti civili e di quelli internazionali
aggravate spesso da violenze prive di ogni pietà, segnano a lungo il corpo e l’anima
dell’umanità. Ogni guerra, in realtà, si rivela un fratricidio che distrugge lo stesso progetto di fratellanza,
inscritto nella vocazione della famiglia umana.

Non possiamo dirci innocenti di fronte alla immensa sofferenza dell’umanità a causa della guerra.
La nostra responsabilità consiste nel non annunciare la giustizia, i diritti di ogni persona umana,
dal preferire di rintanarci nel nostro comodo e soprattutto nel nostro stile di vita consumistico.
Chiediamo perciò perdono al Signore a nome di tutta l’umanità.

Signore ti chiediamo la speranza, che si ravvivi nel nostro intimo e non ci faccia cadere nella rassegnazione
e nell’accidia: Donaci la pace, Signore!

Signore non lasciarci cadere nella mentalità di chi pensa ad una pace basata sulla paura o sulla minaccia
di un annientamento totale: Donaci la pace, Signore!

Signore, insegnaci ad accogliere l’altro, a non giudicarlo, a non rinchiuderlo in etichette, ma a
comprenderlo e ad amarlo con il tuo stesso amore: Donaci la pace, Signore!

Signore aiutaci a comprendere che il nostro stile di vita influisce sulle scelte economiche e sociali
che guidano il cammino dell’umanità: Donaci la pace, Signore!

Canto

Aprire un cammino di pace, mettendoci l’uno di fronte all’altro per dialogare nella verità e nella
comune ricerca della pace, non è cosa facile. Eppure l’uomo fa’cose più difficili, più complicate,
ma questa no! Occorre aprire sentieri nuovi, portando una grande speranza nel cuore.

Dal Messaggio di Papa Francesco per la 53ª Giornata Mondiale della Pace
Aprire e tracciare un cammino di pace è una sfida, tanto più complessa in quanto gli interessi in
gioco, nei rapporti tra persone, comunità e nazioni, sono molteplici e contradditori. Occorre, innanzi
tutto, fare appello alla coscienza morale e alla volontà personale e politica. La pace, in effetti,
si attinge nel profondo del cuore umano e la volontà politica va sempre rinvigorita, per aprire
nuovi processi che riconcilino e uniscano persone e comunità. Il mondo non ha bisogno di parole
vuote, ma di testimoni convinti, artigiani della pace aperti al dialogo senza esclusioni né manipolazioni.
Infatti non si può giungere veramente alla pace se non quando vi sia un convinto dialogo
di uomini e donne che cercano la verità al di là delle ideologie e delle opinioni diverse. La pace
è un edificio da costruirsi continuamente, un cammino che facciamo insieme cercando sempre il
bene comune e impegnandoci a mantenere la parola data e a rispettare il diritto. Nell’ascolto reciproco
possono crescere anche la conoscenza e la stima dell’altro, fino al punto di riconoscere nel
nemico il volto di un fratello.

Preghiamo e invochiamo la pace con le parole di Nachman di Breslavia, ebreo polacco vissuto
nel mille e settecento.

Signore, metti pace nel tuo popolo! Ti sia gradito, Signore Dio nostro e Dio dei nostri padri, Signore
della pace, re cui la pace appartiene, di porre pace nel tuo popolo. E la pace si moltiplichi
fino a penetrare in tutti quelli che vengono al mondo. E non ci siano più né gelosie né rivalità, né
motivi di discordia fra gli uomini, ma ci siano solo amore e pace fra tutti. E ognuno conosca
l’amore del suo prossimo, in quanto il suo prossimo cerca il suo bene e desidera il suo amore e
anela al suo costante successo, al fine di potersi incontrare con lui e unirsi a lui, per parlare insieme
e dirsi l’un all’altro la verità…in questo mondo. Mondo che passa come un batter d’occhi, come
un’ombra. Non come l’ombra di una palma o di un muro, ma come l’ombra dell’uccello che vola.

Canto

La ricerca della Pace ci spinge a guardare dentro di noi, a vivere nella mentalità del Vangelo,
dando spazio ad esempio al perdono, assurdo per la mentalità del mondo. Papa Francesco ci ripete
che abbiamo bisogno di una conversione ecologica, una conversione totale che coinvolga i
nostri rapporti con tutta l’umanità e con tutte le creature nostre sorelle.

Dal Messaggio di Papa Francesco per la 53ª Giornata Mondiale della Pace
Il cammino di riconciliazione ci chiama a trovare nel profondo del nostro cuore la forza del perdono
e la capacità di riconoscerci come fratelli e sorelle. Imparare a vivere nel perdono accresce
la nostra capacità di diventare donne e uomini di pace. Quello che è vero della pace in ambito sociale,
è vero anche in quello politico ed economico, poiché la questione della pace permea tutte le
dimensioni della vita comunitaria: non vi sarà mai vera pace se non saremo capaci di costruire un
più giusto sistema economico […]. Di fronte alle conseguenze della nostra ostilità verso gli altri,
del mancato rispetto della casa comune e dello sfruttamento abusivo delle risorse naturali – viste
come strumenti utili unicamente per il profitto di oggi, senza rispetto per le comunità locali, per
il bene comune e per la natura – abbiamo bisogno di una conversione ecologica […]. Da qui scaturiscono,
in particolare, motivazioni profonde e un nuovo modo di abitare la casa comune, un essere
presenti gli uni agli altri con le proprie diversità, di celebrare e rispettare la vita ricevuta e
condivisa, di preoccuparci di condizioni e modelli di società che favoriscano la fioritura e la permanenza
della vita nel futuro, di sviluppare il bene comune della intera famiglia umana. La conversione
ecologica alla quale facciamo appello ci conduce quindi a un nuovo sguardo sulla vita,
considerando la generosità del Creatore che ci ha donato la Terra e ci richiama alla gioiosa sobrietà
della condivisione. Tale conversione va intesa in maniera integrale, come una trasformazione delle
relazioni che intratteniamo con le nostre sorelle e i nostri fratelli, con gli altri esseri viventi, con
il creato nella sua ricchissima varietà, con il Creatore che è origine di ogni vita.

Ricorriamo ancora una volta alla ricchissima riserva di spiritualità e di amore di Don Tonino
Bello per pregare Maria, la Madre di Gesù e la Madre nostra. A lei, donna del terzo giorno che
ha visto e sperimentato la vittoria di Gesù risorto, affidiamo la nostra speranza e il superamento
dei tanti ostacoli nel cammino della pace.

Santa Maria, donna del terzo giorno, donaci la certezza che, nonostante tutto, la morte non avrà
più presa su di noi. Che le ingiustizie dei popoli hanno i giorni contati. Che i bagliori delle guerre
si stanno riducendo a luci crepuscolari. Che le sofferenze dei poveri sono giunte agli ultimi rantoli.
Che la fame, il razzismo, la droga sono il riporto di vecchie contabilità fallimentari. Che la noia,
la solitudine, la malattia sono gli arretrati dovute ad antiche gestioni. E che, finalmente, le lacrime
di tutte le vittime delle violenze e del dolore saranno prosciugate come la brina dal sole di primavera.

SantaMaria, donna del terzo giorno, strappaci dal volto il sudario della disperazione e arrotola per
sempre, in un angolo, le bende del nostro peccato.

A dispetto della mancanza di lavoro, di case, di pane, confortaci col vino nuovo della gioia e con
gli azzimi pasquali della solidarietà.

Donaci un po’ di pace. Impedisci di intingere il boccone traditore nel piatto delle erbe amare. Liberaci
dal bacio della vigliaccheria. Preservaci dall’egoismo.

E regalaci la speranza che, quando verrà il momento della sfida decisiva, anche per noi come per
Gesù, tu possa essere l’arbitra che, il terzo giorno, omologherà finalmente la nostra vittoria.

Tutti insieme, come assumendoci un impegno comune, preghiamo con parole attribuite a S. Francesco:

Oh! Signore, fa di me uno strumento della tua Pace:
dove è odio, fa’ ch’io porti l’Amore.
Dove è offesa, ch’io porti il perdono.
Dove è discordia, ch’io porti l’unione.
Dove è il dubbio, ch’io porti la fede.
Dove è errore, ch’io porti la verità.
Dove è disperazione, ch’io porti la speranza.
Dove è tristezza, ch’io porti la gioia.
Dove sono le tenebre, ch’io porti la luce.
Oh, Maestro, fa ch’io non cerchi tanto ad essere consolato, quanto a consolare;
ad essere compreso, quanto a comprendere;
ad essere amato, quanto ad amare.
Poiché: si è dando, che si riceve;
perdonando che si è perdonati;
morendo, che si risuscita a Vita Eterna.

Nel nostro Battesimo ci fu consegnata la Preghiera di Gesù che ci ricorda che siamo tutti figli di
un unico Padre e perciò tutti fratelli tra di noi:

Padre nostro.

Scambiamoci il segno della Pace che Gesù risorto porta a noi e che noi siamo invitati ad augurare
a tutti i fratelli.

Su tutti noi scenda la Benedizione del Signore:

Il Signore ci benedica e ci custodisca;
mostri a noi il suo volto e abbia misericordia di noi.
Rivolga verso di noi il suo sguardo e ci dia pace.
Il Signore ci benedica e ci protegga sempre. Amen

Canto finale