È iniziato un nuovo anno. Il tempo ci è donato non per stare seduti o sdraiati in attesa che passi: non ci è dato per trastullarci, o per accumulare ricchezza, ma è una chiamata, un invito a sentirci in cammino, in piedi con la spina dorsale dritta, andando verso i fratelli, perché il senso della vita è un pellegrinaggio verso la patria, è entrare con Gesù nell’amore del Padre. Ma mentre siamo in questo mondo, pellegrini in attesa, occorre rimanere “con i piedi e il cuore ben piantati sulla terra” (Messaggio di Papa Francesco per la giornata della pace), senza sfuggire il peso e le sofferenze della storia. In questi giorni certamente tutti noi abbiamo pregato il Signore per la pace: ma la pace ancora non ci è data e sta dimostrandosi umanamente sempre più difficile. Vogliamo continuare ancora a chiederla con umiltà. Il Santo Padre ci ha rivolto un Messaggio per tener vivo in noi il desiderio della Pace e perché ognuno costruisca il terreno buono per la pace. Rinnoviamo il desiderio di pregare in questa forma comunitaria perché abbiamo bisogno di incontrare insieme Gesù Cristo e di incontrarci tra di noi per rinforzare il nostro essere figli di Dio e fratelli.
Il Messaggio del Papa mira soprattutto a rinnovare i nostri pensieri, i nostri sentimenti: la Pace non è una pianta isolata: occorre preparare il terreno, occorre renderla possibile nutrendo sentimenti nuovi: prima di tutto convincerci che nessuno può salvarsi da solo, che alcune realtà sono il buon terreno, necessarie per non rendere sterile tutto l’anelito alla pace che sale dall’umanità. Occorre creare sentieri di pace, nuovi cammini da percorrere.

 

                                                                  Veglia di preghiera
Iniziamo nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Insieme preghiamo: Signore Dio, nostro Creatore e nostro Padre, nel tempo natalizio, noi tua famiglia, abbiamo avuto dal tuo amore gratuito, la possibilità di rivivere e contemplare le meraviglie del tuo amore verso tutta l’umanità nella decisione di mandare a noi il tuo Figlio Gesù per unirci in un modo insolubile a Lui e a Te Padre, non guardando alla nostra fragilità, riempiendo di Te la nostra solitudine, donandoci il nutrimento del tuo amore. Abbi pietà di noi, svegliaci, rendici capaci di accoglierti. Te lo chiediamo per Cristo nostro fratello. Amen

 

Canto

Il Signore della storia è Gesù Cristo e niente accade per caso, niente accade di nascosto dal suo occhio onniveggente e misericordioso. Quando accadono fatti dolorosi e assurdi come la pandemia e come la guerra che ancora uccide e distrugge, noi non riusciamo a trovare risposte che appaghino la nostra mente. Allora sapendo che la sapienza del Signore ci supera, rimaniamo fermi nella certezza del suo amore. La presenza del male è misteriosa ma è anche motivo di riflessione.

 

Dal Messaggio di Papa Francesco per la Giornata della pace
Dopo tre anni dall’inizio della pandemia del Codiv-19 è ora di prendere un tempo per interrogarci, imparare, crescere e lasciarci trasformare, come singoli e come comunità. Ho già avuto modo di ripetere più volte che dai momenti di crisi non si esce mai uguali: se ne esce o migliori o peggiori. […] Di certo, avendo toccato con mano la fragilità che contraddistingue la realtà umana e la nostra esistenza personale, possiamo dire che la più grande lezione che il Covib-19ci lascia in eredità è la consapevolezza che abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri, che il nostro tesoro più grande seppure anche più fragile, è la fratellanza umana, fondata sulla comune figliolanza divina e che nessuno può salvarsi da solo. È urgente dunque ricercare e promuovere insieme i valori universali che tracciano il cammino di fratellanza umana. […] Mentre da una parte la pandemia ha fatto emergere tutto questo, abbiamo potuto dall’altra, fare scoperte positive, un benefico ritorno all’umiltà; un ridimensionamento di certe pretese consumistiche; un senso rinnovato di solidarietà che ci incoraggia ad uscire dal nostro egoismo per aprirci alla sofferenza degli altri e ai loro bisogni; nonché un impegno, in certi casi veramente eroico, di tante persone che si sono spese perché tutti potessero superare al meglio il dramma dell’emergenza.

All’inizio del nuovo anno si fa anche qualche programma. Potrebbe essere un buon programma quello che dice S. Paolo nella 2 Cor 2,16: ”Essere nel mondo il profumo di Cristo”: con il Battesimo Cristo è in noi, vive nella nostra vita. Perciò chi incontra noi, incontra Gesù Cristo. È questo il modo fondamentale di evangelizzare. Una preghiera di John Henry Newman chiede al Signore di diffondere tramite noi il profumo di Cristo nel mondo:

Gesù, aiutami a diffondere ovunque il tuo profumo, ovunque io passi. Inonda la mia anima del tuo Spirito e della tua vita. Invadimi completamente e fatti maestro di tutto il mio essere perché la mia vita sia un’emanazione delle tua.
Illumina servendoti di me e prendi possesso di me a tal punto che ogni persona che accosto possa sentire la tua presenza in me. Guardandomi, non sia io ad essere visto, ma tu in me.
Rimani in me. Allora risplenderò del tuo splendore e potrò fare la luce per gli altri. Ma questa luce avrà la sua sorgente unicamente in te, Gesù, e non ne verrà da me neppure il più piccolo raggio: sarai tu a illuminare gli altri servendoti di me.
Suggeriscimi la lode che più ti è gradita, che illumini gli altri attorno a me: io non predichi a parole ma con l’esempio, attraverso lo slancio delle mie azioni, con lo sfolgorare visibile dell’amore che il mio cuore riceve da te.

 

Canto

 

Papa Francesco ancora una volta ribadisce che per costruire un modo nuovo di nuove relazioni, per edificare la pace come vita normale della società umana, occorre costruire la fraternità, mettendo al vertice dei nostri interessi l’amore e il rispetto per ogni uomo. La sua enciclica “Fratelli tutti” ha affermato questo come centro della vita cristiana.

 

Dal Messaggio di Papa Francesco per la Giornata della pace
Dalla esperienza della pandemia è derivata più forte la consapevolezza che invita tutti. Popoli e nazioni, a rimettere al centro la parola “insieme”. Infatti, è insieme, nella fraternità e nella solidarietà, che costruiamo la pace, garantiamo la giustizia, superiamo gli eventi più dolorosi […]. Solo la pace che nasce dall’amore fraterno e disinteressato può aiutarci a superare le crisi personali, sociali e mondiali. Abbiamo assistito all’insorgere di un altro flagello, una nuova terribile sciagura si è abbattuta sull’umanità. La guerra in Ucraina miete vittime innocenti e diffonde incertezza e angoscia tra tutti gli uomini. Questa guerra, insieme a tutti gli altri conflitti sparsi per il mondo, rappresenta una sconfitta per l’umanità intera e non solo per le parti direttamente coinvolte. […] Cosa dunque ci è chiesto di fare? Anzitutto di lasciarci cambiare il cuore dalla emergenza che abbiamo vissuto, di permettere cioè che, attraverso questo momento storico, Dio trasformi i nostri criteri abituali di interpretazione del mondo e della realtà. Non possiamo più pensare solo a preservare lo spazio dei nostri interessi personali o nazionali, ma dobbiamo pensarci alla luce del bene comune, con un senso comunitario, ovvero come un “noi” aperto alla fraternità universale. Non possiamo perseguire solo la protezione di noi stessi, ma è l’ora di impegnarci tutti per la guarigione della nostra società e del nostro pianeta.

Con umiltà e con fiducia, nel nome di Gesù Cristo, ci rivolgiamo a Dio nostro Padre e supplichiamo: Dio nostro padre vieni incontro alla nostra povertà!

Ti preghiamo per la guerra in Ucraina che da troppo tempo sta facendo vittime e sta distruggendo le strutture edificate in tanti anni per la salute e il bene della comunità. Costringi i reponsabili a trovare vie e modi per trattare, metti nella loro mente la decisione di fare pace. Dio nostro Padre vieni incontro alla nostra povertà!

Ogni giorno assistiamo al pianto e allo strazio delle mamme dei poveri giovani che spesso inconsapevolmente da ambo gli eserciti vanno a uccidere ed a morire. Veramente la nostra stoltezza è senza fine. Pietà per le loro giovani vite: Dio nostro Padre vieni incontro alla nostra povertà!

Per le famiglie che vivono al freddo e senza un riparo a causa dei bombardamenti, per le famiglie distrutte e smembrate a causa dei morti e delle deportazioni, difendi i loro diritti e i loro legami: Dio nostro Padre vieni incontro alla nostra povertà!

La guerra non c’è solo in Ucraina ma anche Iran e in altre zone del mondo. Soprattutto la impossibile condizione delle donne in Iran ci fa rabbrividire e chiedere che si faccia giustizia divina su quei presuntuosi capi religiosi: Dio nostro padre vieni incontro alla nostra povertà!

Per tutta la società organizzata sul possesso e sul benessere di pochi perché cresca in tutti il senso della fraternità e il desiderio del bene per tutti, che si venga incontro agli impoveriti a causa della pandemia e della guerra: Dio nostro Padre vieni incontro alla nostra povertà!

 

Canto

 

Di fronte ai grandi problemi del nostro tempo che ci chiamano ad aprire il nostro cuore e ad assumerci la nostra responsabilità, molte volte rimaniamo paralizzati. Forse pensiamo di essere soli e di dover da soli portare il peso. Non è così: non siamo soli e intorno a noi ci sono catene di persone che remano nella stessa direzione. È importante rendercene conto. E soprattutto con noi c’è Gesù il Figlio di Dio che facendosi uomo condivide in tutto il nostro cammino verso il bene.

 

Dal Messaggio del Santo Padre Francesco per la Giornata della pace
Siamo chiamati a far fronte alle sfide del nostro mondo con responsabilità e compassione. Dobbiamo rivisitare il tema della garanzia della salute pubblica per tutti; promuovere azioni di pace per mettere fine ai conflitti e alle guerre che continuano a generare vittime e povertà; prenderci cura in maniera concreta della nostra casa comune e attuare chiare ed efficaci misure per far fronte al cambiamento climatico; combattere il virus delle disuguaglianze e garantire il cibo e un lavoro dignitoso per tutti, sostenendo quanti non hanno neppure un salario minimo e sono in grande difficoltà. Lo scandalo dei popoli affamati ci ferisce. Abbiamo bisogno di sviluppare, con politiche adeguate, l’accoglienza e l’integrazione, in particolare nei confronti dei migranti e di coloro che sono come scartati nelle nostre società. Solo spendendoci in queste situazioni, con un desiderio altruista ispirato all’amore infinito e misericordioso di Dio, potremo costruire un mondo nuovo e contribuire a edificare il Regno di Dio, che è Regno di amore, di giustizia e di pace. Nel condividere queste riflessioni, auspico che nelnuovo anno possiamo camminare insieme facendo tesoro di quanto la storia ci può insegnare.
All’inizio di questo Nuovo Anno la nostra devozione ci fa incontrare Maria, la Madre di Gesù e la madre di tutti noi. Lo facciamo rivolgendoci a lei prima di tutto con le parole del padre S.Fra ncesco: “Ave Signora, santa Regina, santa Madre di Dio, Maria, che sei vergine fatta chiesa, eletta dal Santissimo Padre celeste che ti ha consacrata insieme al Santissimo suo Figlio diletto e allo Spirito Santo paraclito. In te fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene. Ave, suo palazzo, ave suo tabernacolo, ave, sua casa. Ave, sua veste, ave, sua serva, ave, sua madre” (FF 259).

 

Per esprimere a Maria i problemi che in questo tempo ci stanno opprimendo ci serviamo delle parole del Santo Padre:

Maria, ricorriamo a Te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione. In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci. Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono forse qui io, che sono tua Madre?”. Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro cuore e i nodi del nostro tempo. Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi che specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto. Così hai fatto a Cana in Galilea, quando hai affrettato l’ora dell’intervento di Gesù e hai introdotto il suo primo segno nel mondo. Quando la festa si era tramutata in tristezza gli hai detto: “Non hanno vino”. Ripetilo ancora a Dio, o Madre perché oggi abbiamo esaurito il vino della speranza, si è dileguata la gioia, si è annacquata la fraternità. Abbiamo smarrito l’umanità, abbiamo sciupato la pace. Siamo diventati capaci di ogni violenza e distruzione. Abbiamo bisogno del tuo intervento materno.

Accogli dunque o Madre la nostra supplica. Tu stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra.Tu, arca della nuova alleanza, ispira progetti e vie di riconciliazione.Tu, “terra del cielo”, riporta la concordia di Dio nel mondo. Estingui l’odio, placa la vendetta, insegnaci il perdono. Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare. Regina del Rosario, ridesta in noi il bisogno di pregare e di amare. Regina della famiglia umana, mostra ai popoli la via della fraternità. Regina della pace, ottieni al mondo la pace.

Concludiamo la preghiera rinnovando il proposito di vivere in fraternità con le persone che il Signore ci ha posto accanto e insieme preghiamo la preghiera che Gesù stesso ci ha consegnato:
Padre nostro!

 

Scambiamoci la pace con l’invocazione che essa possa raggiungere tutte le persone della terra.

E il Signore ci benedica e ci custodisca, mostri a noi il suo volto e ci dia pace, Il Signore ci benedica.

Amen

Canto finale