All’inizio di questo nuovo anno, nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, Papa Francesco ci ha riproposto lo scottante e urgente problema dei migranti e dei rifugiati, realtà che ormai da anni sta sotto gli occhi di tutta l’umanità. Sarebbe un errore imperdonabile se anche noi ci abituassimo a questa realtà che squalifica tutto il preteso nostro cammino di civiltà e di progresso e che mette a nudo l’egoismo e la violenza che fanno da padroni nel nostro tempo. I migranti nel mondo sono oltre 250 milioni, e di essi 22 milioni sono rifugiati, uomini e donne, bambini, giovani e anziani che cercano un luogo dove poter vivere in pace. E’ come un popolo che si muove in cerca di raggiungere i diritti che gli spettano come uomini ed entrare in una condizione sociale necessaria per una vita dignitosa. Il fatto è molto umiliante per tutta l’umanità ed anche di difficile risoluzione, perché si tratta di cambiare il modo di vivere di tutti. Papa Francesco ci richiama al dovere di non girare gli occhi dall’altra parte e a sentirci tutti responsabili, anzi a considerare questa difficile situazione non come una minaccia, ma come un’opportunità per costruire un futuro di pace. Uniamo la nostra preghiera a quella del mondo intero perché il Signore voglia ascoltarci portando, nel cuore la fiducia che “niente è impossibile a Lui” e che nessuno ama l’umanità come Lui che ha dato a noi il Figlio suo prediletto. Ci aiuti il Signore ad abbracciare come fratelli “tutti coloro che fuggono dalla guerra e dalla fame o che sono costretti a lasciare le loro terre a causa di discriminazioni, persecuzioni, povertà e degrado ambientale” (Mess. GMP 2018).
VEGLIA DI PREGHIERA
Presidente: Dio che ci ama al di sopra di ogni nostra speranza e che nel suo Figlio Gesù si è fatto nostro prossimo e nostro fratello, trasformi il cuore di tutti noi e ci renda capaci di amore e di misericordia.
Preghiamo: Dio, Padre santissimo e onnipotente, che nella nascita di Gesù in una grotta a Betlemme, hai manifestato la tua misericordia e in umiltà e povertà sei entrato nella nostra storia per essere per sempre con noi, donaci la luce del tuo Santo Spirito perché possiamo vedere le meraviglie che tu operi per noi anche in questo nostro tempo. Sull’esempio di Maria fa che possiamo portare Gesù, nato in noi, anche a tutti coloro che incontriamo nelle nostre relazioni e nelle nostre attività. Rendici testimoni della tua bontà verso ogni uomo e della tua volontà di rinnovarci perché l’umanità sia veramente nuova e fraterna. Te lo chiediamo per lo stesso Gesù Cristo, nostro Signore. Amen
Canto
La nascita di Gesù in mezzo a noi è l’intervento di Dio per salvarci, liberandoci dal peccato, dalla schiavitù di Satana sotto la quale eravamo caduti con il peccato dei nostri progenitori. Ma la nascita di Gesù, venendo come nostro fratello, ci ha anche proposto un modo nuovo per vivere: se Gesù è in noi, noi dobbiamo vivere come lui, saper servire come lui, spendere la nostra vita come lui che ha dato la vita per noi. Non possiamo vivere solo per noi stessi, ma prendere su di noi i problemi dei fratelli. In questo tempo il problema che più pesa su tanti nostri fratelli è la condizione di migranti, fiumi di persone senza patria, oppressi in tanti modi, respinti e senza speranza. Amiamo queste persone o no? La loro condizione ci interessa o no? Cosa siamo disposti a cambiare nella nostra vita? Quale convivenza vogliamo per il futuro dell’umanità? Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace ci mette davanti agli occhi questa realtà.
Dall’Omelia di Papa Francesco nella Celebrazione della Notte di Natale
Per decreto dell’imperatore, Maria e Giuseppe si videro obbligati a partire. Dovettero lasciare la loro gente, la loro casa, la loro terra e mettersi in cammino per essere censiti […] E poi si trovarono ad affrontare la cosa forse più difficile: arrivare a Betlemme e sperimentare che era una terra che non li aspettava, una terra dove per loro non c’era posto. E proprio lì, in quella realtà che era una sfida, Maria ci ha regalato l’Emmanuele. Il Figlio di Dio dovette nascere in una stalla perché i suoi non avevano spazio per Lui: “Venne trai suoi, e i suoi non l’hanno accolto”, E lì… in mezzo all’oscurità di una città che non ha spazio né posto per il forestiero che viene da lontano, proprio lì si accende la scintilla rivoluzionaria della tenerezza di Dio. A Betlemme si è creata una piccola apertura per quelli che hanno perso la terra, la patria, i sogni; persino per quelli che hanno ceduto all’asfissia prodotta da una vita rinchiusa. Nei passi di Giuseppe e Maria si nascondono tanti passi. Vediamo le orme di intere famiglie che oggi si vedono obbligate a partire. Vediamo le orme di milioni di persone che non scelgono di andarsene ma che sono obbligate a separarsi dai loro cari, sono espulsi dalla loro terra. In molti casi questa partenza è carica di speranza, carica di futuro; in molti altri, questa partenza ha un nome solo: sopravvivenza. Sopravvivere agli Erode di turno che per imporre il loro potere e accrescere le loro ricchezze non hanno nessun problema a versare sangue innocente […] La fede ci porta a riconoscere Dio presente in tutte le situazioni in cui lo crediamo assente. Egli sta nel visitatore indiscreto, tante volte irriconoscibile, che cammina per le nostre città, nei nostri quartieri, viaggiando sui nostri autobus, bussando alle nostre porte.
Preghiamo guidati dalle parole di Papa Francesco:
Signore Gesù, che sei venuto tra noi, facendoti piccolo e povero, concedici di sperimentare nuove forme di relazione in cui nessuno debba sentire che in questa terra non ha posto. Trasforma la nostra paura in forza della carità: una carità che non si abitua all’ingiustizia come fosse naturale, ma ha il coraggio, in mezzo a tensioni e conflitti, di farsi “casa del pane”, terra di ospitalità. Ascoltaci, Signore!
Signore Gesù tu sei venuto a noi come un bambino fragile e indifeso, per renderci protagonisti e responsabili della vita che ci circonda; in Te non abbiamo paura di prendere tra le braccia, di sollevare ed abbracciare l’assetato, il forestiero, l’ignudo, il malato, il carcerato. Ascoltaci, Signore!
Commossi dalla gioia della tua venuta, piccolo bambino di Betlemme, ti chiediamo che il tuo pianto ci svegli dalla nostra indifferenza, apra i nostri occhi davanti a chi soffre. La tua tenerezza risvegli la nostra sensibilità e ci faccia sentire inviati a riconoscerti in tutti coloro che arrivano nelle nostre città, nelle nostre storie, nelle nostre vite. La tua tenerezza rivoluzionaria ci persuada a sentirci inviati a farci carico della tenerezza e della speranza di tutta l’umanità. Ascoltaci, Signore!
Canto
Ogni inizio anno il Pastore che il Signore ci ha inviato per questo nostro tempo ci manda un messaggio che possa guidare l’impegno di tutta la comunità cristiana nell’intero anno in comunione con tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Quest’anno il messaggio è “Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace”. Ne riportiamo solo alcuni brani che ci indicano necessari passi di conversione per cambiare anche i nostri comportamenti. Il Papa sottolinea quattro pietre miliari, quattro atteggiamenti fondamentali per inaugurare un’azione degna dell’uomo.
Dal Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace
Offrire ai richiedenti asilo, rifugiati, migranti e vittime di tratta una possibilità di trovare quella pace che stanno cercando, richiede una strategia che combini quattro azioni: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. “Accogliere” richiama l’esigenza di ampliare le possibilità di ingresso legale, di non respingere profughi e migranti verso luoghi dove li aspettano persecuzioni e violenze, e di bilanciare la preoccupazione per la sicurezza nazionale con la tutela dei diritti umani fondamentali. La Scrittura ci ricorda: “Non dimenticare l’ospitalità; alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo” (Ebr 13,2).
“Proteggere” ricorda il dovere di riconoscere e tutelare l’inviolabile dignità di coloro che fuggono da un pericolo reale in cerca di asilo e sicurezza, e di impedire il loro sfruttamento. Penso in particolare alle donne e ai bambini che si trovano in situazioni in cui sono più esposti ai rischi e agli abusi che arrivano fino a renderli schiavi. Dio non discrimina: “Il Signore protegge lo straniero, egli sostiene l’orfano e la vedova” (Sl 146, 9).
Innalziamo la nostra preghiera a Te, Gesù, venuto tra noi a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione, a rimettere in libertà gli oppressi, a consolare tutti gli sfiduciati, ad essere fratello per tutti gli scartati dalla società. Ti preghiamo: Signore Gesù, soccorri la nostra sofferenza!
Signore Gesù, mettiamo davanti a Te la sofferenza di tutti coloro che nei viaggi intrapresi per evitare guerre e persecuzioni hanno incontrato sfruttamenti, soprusi, nuove violenze; in particolare mettiamo davanti a Te la sofferenza di donne e bambini violentati e che hanno visto calpestata la loro dignità. Preghiamo: Signore Gesù, soccorri la nostra sofferenza!
Signore Gesù, tu che sei passato tra noi facendo sempre il bene, guarda alla folla senza numero di coloro che sono stati ridotti in schiavitù, derubati dei pochi averi, privati della speranza di poter giungere ad una vita dignitosa per sé e per le proprie famiglie. Signore Gesù, soccorri la nostra sofferenza!
Signore Gesù, Tu che non avevi un luogo dove posare il capo, guarda con misericordia alle migliaia di persone ammucchiate davanti ai cancelli e alle reti metalliche delle nostre nazioni che noi continuiamo a chiamare progredite. Queste persone si vedono respinte, giudicate come scarti, indesiderati, pericolosi. Signore fa che su questa nostra società risuoni forte la tua parola: “Dov’è il tuo fratello?”. Signore Gesù, soccorri la nostra sofferenza!
Canto
Il Messaggio di Papa Francesco, parlando di pietre miliari, ci invita a passare all’azione, a darci da fare per quello che possiamo, a non contentarci di buoni sentimenti o a pensare sempre che siano gli altri a dover agire. Ciascuno di noi vive insieme ad altri: proponiamo alle nostre fraternità, alle nostre comunità parrocchiali, ai nostri gruppi, alle nostre stesse famiglie, di riflettere insieme e di agire insieme per non rimanere intrappolati nella paura e nell’indifferenza e divenire, a partire dalla nostra quotidianità, operatori di pace lavorando per una convivenza a misura dell’unica famiglia umana.
Dal Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace
Accogliere e proteggere, ma anche promuovere e integrare.
“Promuovere” rimanda al sostegno allo sviluppo umano integrale di migranti e rifugiati. Tra i molti strumenti che possono aiutare in questo compito, desidero sottolineare l’importanza di assicurare ai bambini e ai giovani l’accesso a tutti i livelli di istruzione: in questo modo essi non solo potranno coltivare e mettere a frutto le proprie capacità, ma saranno anche maggiormente in grado di andare incontro agli altri, coltivando uno spirito di dialogo anziché di chiusura o di scontro. La Bibbia insegna che Dio “ama lo straniero e gli dà pane e vestito”; perciò esorta: ”Amate dunque lo straniero, poiché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto” (Dt 10,18-19).
“Integrare”, infine, significa permettere a rifugiati e migranti di partecipare pienamente alla vita della società che li accoglie, in una dinamica di arricchimento reciproco e di feconda collaborazione nella promozione dello sviluppo umano integrale delle comunità locali. Come scrive S, Paolo: “Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio“ (Ef 2,19).
Canto
Rivolgiamoci a Maria: a lei sotto la croce fu consegnato il compito di essere nostra madre. Come ogni madre Lei conosce la debolezza di noi suoi figli ed anche l’incapacità di risolvere questo difficile problema dei migranti. Con fiducia la invochiamo perché venga in nostro soccorso e interceda dal suo Figlio Gesù il cambiamento del cuore di tutta l’umanità perché si rinnovino le relazioni tra tutti gli uomini e tra tutti i popoli.
Maria, Madre di Gesù e madre nostra, porta del cielo e stella del mare, soccorri la nostra umanità che non riesce a cambiare il suo stile di vita perché tutto venga guidato dalla carità e dalla ricerca sincera del bene di ogni uomo a qualsiasi popolo appartenga.
Tu, nostra madre, vedi come nella nostra convivenza qui in terra gli uomini sono schiavi del denaro e del potere e come solo una parte dell’umanità sia padrona dei doni che dovrebbero essere per tutti. E gli altri sono nella miseria, sono messi da parte e muoiono per la sete, per la mancanza di cibo, spesso muoiono nella traversata dei deserti o dei mari. E’ qualcosa di indegno, è disumano…
Aiutaci Maria, cambia il cuore e la mente dei governanti perché emanino leggi a favore dei poveri e perché in ogni parte del mondo ci sia posto e lavoro per tutti. Cambia il cuore dei nostri paesi perché quelli che non riescono a vivere nella loro patria, siano accolti e non respinti. Perché la sofferenza di tanti non lasci indifferenti.
Fa’ che tutti riflettiamo seriamente a come poter contribuire anche noi, secondo i doni e le capacità che il nostro Dio Creatore ci ha dato non solo per goderne noi stessi, ma per servire il cammino di tutta l’umanità.
Insieme a tutta la Chiesa ti preghiamo: Aprici la porta della tua misericordia benedetta Madre di Dio: ponendo in te la speranza non andremo delusi, perché saremo per te liberati dal male. Tu sei infatti la salvezza del popolo cristiano. Santissima Madre di Dio, salvaci.
Canto
Concludiamo la nostra preghiera con le parole che Gesù stesso ci ha consegnato, ponendoci nel cuore la certezza che abbiamo un padre che ci vuole tutti fratelli e quindi responsabili gli uni degli altri:
Padre nostro.
Scambiamoci un segno di pace. E che la pace del Signore regni sempre nelle nostre famiglie e in ogni angolo della terra.
Benedizione:
Il Signore ci benedica e ci custodisca,
mostri a noi il suo volto e abbia misericordia di noi.
Rivolga verso di noi il suo sguardo e ci dia pace.
Il Signore ci benedica e ci protegga sempre Amen.
A tutti noi radunati per la preghiera, conceda il Signore la salute del corpo e la consolazione dello Spirito. Amen
Canto finale