dicembreLa nostra preghiera è un’esperienza sempre in continuo divenire, cammina con il passo della Chiesa ed anche dell’umanità in mezzo alla quale, come popolo di Dio, annunciamo le opere grandi di Dio e la sua misericordia. Siamo in ascolto di quel che accade nella vita della Chiesa in tutte le parti del mondo ed anche delle vicende delle comunità umane che vivono con noi su questa terra. In questo ultimo tempo il Santo Padre Francesco ci ha dato una Esortazione “Gaudete et Exultate” che è di una importanza particolare per la vita di ogni cristiano. In essa il Papa ci dice che ogni cristiano è chiamato alla santità, a vivere camminando davanti a Dio in una vita gradita a Dio, vivendo l’amore verso Dio e verso il prossimo, una vita vera e pienamente realizzata e quindi felice. La Chiesa da sempre ci ha detto questo, ma in questa Esortazione le parole del Papa ci arrivano fresche e così dirette per ripensare in che cosa consista la santità e come essa riguarda la vita di tutti noi. Ci sembra opportuno fermarci a riflettere su questa Esortazione. Questo momento di preghiera potrebbe essere l’inizio di una attenta lettura da fare da soli e in fraternità. È anche un’opportunità per riscoprire come nella Chiesa persone speciali come S. Francesco, animati dallo Spirito Santo, hanno tracciato solchi di santità anche per i laici, chiamati a viverla nelle comuni occupazioni del mondo.

 

                                            Veglia di preghiera

Presidente: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

L’amore, la pace e la gioia di Gesù Cristo sia con tutti noi e rimanga sempre nella vostra vita.

 

Preghiamo insieme: Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio, concedi a noi miseri, per la forza del tuo amore, di fare quello che sappiamo che tu vuoi e di volere sempre quello che a te piace, affinchè sempre più interiormente purificati, ulteriormente illuminati e infiammati dal fuoco dello Spirito Santo possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo e, con l’aiuto della tua sola grazia, giungere a te, o Altissimo, che nella Trinità perfetta e nell’Unità semplice vivi e regni e sei glorioso, Dio onnipotente, per tutti secoli dei secoli. Amen

 

Canto 

 

La Chiesa è il nuovo Popolo di Dio, un popolo scelto dal Signore: “Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di Lui, che vi ha chiamato alla sua luce meravigliosa” (1Pt 2,9). Siamo dunque un popolo eletto: non perché più intelligente o più bravo o più sano, ma perché il Signore ci ha chiamati e si è rivelato a noi senza riserve, come ad amici, indicandoci la via per essere felici, la via della santità.

 

Dalla Esortazione apostolica “Gaudete et exsultate” di Papa Francesco (nn. 1.11)

“Rallegratevi ed esultate” (Mt 5,12) dice Gesù a coloro che sono perseguitati o umiliati per causa sua. Il Signore chiede tutto, e quello che offre è la vera vita, la felicità per la quale siamo stati creati. Il Signore ha scelto ciascuno di noi “per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità” (Ef,1,4). Ma “ognuno per la sua via” (LG, 11). Dunque non è il caso di scoraggiarci quando si contemplano modelli di santità che appaiono irraggiungibili. Ci sono testimonianze che sono utili per stimolarci e motivarci, ma non perché cerchiamo di copiarle, in quanto ciò potrebbe perfino allontanarci dalla via unica e specifica che il Signore ha in serbo per noi. Quello che conta è che ciascun credente discerna la propria strada e faccia emergere il meglio di sé, quanto di così personale Dio ha posto in lui e non che si esaurisca cercando di imitare qualcosa che non è stato pensato per lui. Tutti siamo stati chiamati ad essere testimoni, però esistono molte forme esistenziali di testimonianza.

Tutto il Popolo di Dio, radunato dal Signore e chiamato alla santità, ha un compito speciale nel mondo: benedire, lodare e ringraziare il Signore a nome di tutta l’umanità. In questo ci lasciamo guidare dal nostro Padre S. Francesco:

Onnipotente, santissimo, altissimo e sommo Dio, Padre santo e giusto, Signore Re del cielo e della terra, per te stesso ti rendiamo grazie, perché per la tua santa volontà e per l’unico tuo Figlio con lo Spirito Santo hai creato tutte le cose spirituali e corporali, e noi fatti a tua immagine e somiglianza hai posto in Paradiso. E noi per colpa nostra siamo caduti.

E ti rendiamo grazie, perché come tu ci hai creato per mezzo del tuo Figlio, così per il tuo santo amore, col quale ci hai amato, hai fatto nascere lo stesso vero Dio e vero uomo dalla gloriosa sempre vergine beatissima santa Maria, e, per la croce, il sangue e la morte di Lui ci hai voluto redimere dalla schiavitù.

E ti rendiamo grazie, perché lo stesso tuo Figlio ritornerà nella gloria della sua maestà per destinare i reprobi, che non fecero penitenza e non ti conobbero, al fuoco eterno, e dire a tutti coloro che ti conobbero e ti adorarono e ti servirono nella penitenza: Venite benedetti dal Padre mio, entrate in possesso del regno, che vi è stato preparato fin dalle origini del mondo.

E poiché tutti noi, miseri e peccatori, non siamo degni di nominarti, supplici preghiamo che il Signore nostro Gesù Cristo Figlio tuo diletto, nel quale ti sei compiaciuto, insieme con lo Spirito Santo Paraclito ti renda grazie, come a te e a lui piace, per ogni cosa, Lui che ti basta sempre in tutto e per il quale a noi hai fatto cose tanto grandi. Amen.

 

Canto

 

L’Esortazione apostolica di Papa Francesco vuole aiutare tutti noi a superare la divisione tra le cose che riguardano la preghiera, la liturgia e la vita giornaliera, le occupazioni ordinarie delle persone. Spesso si crede che Dio non si interessi di queste seconde e che quindi esse non interessano la santità. In questo modo non si dà importanza alla vita di Maria e di Giuseppe a Nazareth e nemmeno ai quasi vent’anni passati da Gesù a fare l’artigiano.

 

Dalla Esortazione apostolica “Gaudete et exsultate” di Papa Francesco (nn. 14.15)
Per essere santi non è necessario essere vescovi, sacerdoti, religiose o religiosi. Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così. Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova. Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un lavoratore? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli. Sei genitore o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a seguire Gesù. Hai autorità? Sii santo lottando a favore del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi personali. Lascia che la grazia del tuo Battesimo fruttifichi in un cammino di santità. Lascia che tutto sia aperto a Dio e a tal fine scegli lui, scegli Dio sempre di nuovo. Non ti scoraggiare, perché hai la forza dello Spirito Santo affinché sia possibile, e la santità, in fondo, è il frutto dello Spirito Santo nella tua vita. Quando senti la tentazione di invischiarti nella tua debolezza, alza gli occhi al Crocifisso e digli: “Signore, io sono un poveretto, ma tu puoi compiere il miracolo di rendermi un poco migliore”.

 

Poniamo davanti al Signore alcune situazioni che più inquinano la nostra società: insieme invochiamo il suo aiuto cantando: Kyrie eleison!

La corruzione sembra come una frana che si è messa in moto e che non si riesce a fermare: bloccata da una parte spunta da altre parti. Il bene comune sembra scomparso dai nostri orizzonti: ognuno cerca il proprio tornaconto che poi è quasi sempre accaparramento di denaro, quel denaro che è un idolo e non può dar pace, serenità, e che comunque non porteremo via con noi. Kyrie eleison!

Il flagello della droga colpisce più di quel che si crede! Forse ci si scandalizza di meno. Forse è diventato quasi di casa, è accettato con rassegnazione nella nostra società. Ma esso distrugge tanti poveri ragazzi, annulla la loro personalità, li rende dipendenti, rende un inferno la vita della loro famiglia. Kyrie eleison!

Ci si stupisce quando le statistiche ci fanno sapere che la violenza prospera soprattutto nell’ambito delle famiglie dove sempre più accadono percosse, parole di disprezzo, insulti, e perfino omicidi di donne e di bambini. Occorre risalire alle cause dell’imbarbarimento delle relazioni e del fallimento dell’amore: è il cuore dell’uomo che esclude Dio dalla sua esistenza. Kyrie eleison!

Problema sempre grave è il lavoro che non si trova o che addirittura si perde e che comunque è precario per molti padri di famiglia, per molti giovani. E dire che nella società ci sono tanti bisogni che non vengono esuaditi per mancanza di personale. Kyrie eleison!

Viviamo nella paura di coloro che vengono in Italia. Ancora non abbiamo capito che la terra è di tutti e che c’è spazio per tutti. Il problema sta nel nostro cuore che non riesce ad aprirsi, ad accogliere i diversi come in una famiglia si accolgono tutti i fratelli. Kyrie eleison!

 

Canto 

 

Tutti noi vorremmo avere una vita felice, una vita piena di significato, preziosa davanti ai nostri occhi e davanti agli altri. E pensiamo che questo potrebbe accadere se avessimo più denaro, se fossimo più belli, più fortunati, più stimati. Mettiamo cioè la nostra speranza su cose che non possono darci quello che noi vorremmo. Ma essere felici è possibile pur in una vita ordinaria, pur nella pochezza e nella sofferenza, nella fatica che condividiamo con tutto il genere umano.

 

Dalla Esortazione “Esultate et exsultate” di Papa Francesco (nn. 32.33)
Non aver paura della santità. Non ti toglierà forze, vita e gioia. Tutto il contrario, perché arriverai ad essere quello che il Padre ha pensato quando ti ha creato e sarai fedele al tuo stesso essere. Dipendere da lui ci libera dalla schiavitù e ci porta a riconoscere la nostra libertà. Ogni cristiano, nella misura si santifica, diventa più fecondo per il mondo. I Vescovi dell’Africa Occidentale ci hanno insegnato: “Siamo chiamati, nello spirito della nuova evangelizzazione, ad essere evangelizzati e a evangelizzare mediante la promozione di tutti i battezzati, affinché assumiate i vostri ruoli come sale della terra e luce del mondo dovunque vi troviate”. Non aver paura di puntare più in alto, di lasciarti amare e liberare da Dio. Non avere paura di lasciarti guidare dallo Spirito Santo. La santità non ti rende meno umano, perché è l’incontro della tua debolezza con la forza della grazia. In fondo, come diceva Leon Bloy, nella vita “non c’è che una tristezza, quella di non essere santi”.

 

Con le parole di Don Tonino Bello affidiamoci alla nostra madre Maria perché ci custodisca in questo tempo di estate e ci tenga nel solco della nostra vocazione.

Vergine Santa, che, guidata dallo Spirito, ti mettesti in cammino per raggiungere in fretta “una città di Giuda”, dove abitava Elisabetta, e divenisti così la prima missionaria del Vangelo, fa’ che sospinti dallo stesso Spirito, abbiamo anche noi il coraggio di entrare nella città, per portarle annunci di liberazione e di speranza, e per condividere con essa la fatica quotidiana nella ricerca del bene comune. Donaci il coraggio e la lealtà di non imboscarci allontanandoci dai luoghi dove ferve la mischia, di offrire a tutti il nostro servizio disinteressato. E di guardare con simpatia questo mondo nel quale nulla vi è di genuinamente umano che non debba trovare eco nel nostro cuore. La nostra scelta preferenziale sia per la citta malata, di quella parte di essa, cioè, che soffre a causa della debolezza propria o della malvagità altrui. Il nostro comportamento esprima solidarietà e offerta di impegno con chi lotta per il pane, la casa, il lavoro. Solidarietà da tradurre in coraggiose scelte di campo. Offerta di impegno da non imbalsamare nel chiuso dei nostri buoni, ma sterili sentimenti. La santa Chiesa indichi a tutti gli umiliati e offesi della città, ma anche agli indifferenti, ai distratti e ai peccatori, la loro incredibile dignità sacerdotale, profetica e regale.

 

Concludiamo la nostra preghiera con la preghiera che Gesù stesso ci ha consegnato e che è la preghiera dei figli di Dio: Padre nostro.

 

La Pace del Signore Gesù sia con tutti noi: venga in noi e con noi rimanga sempre!

 

Scambiamoci un segno di pace.

 

Benedizione:
Il Signore ti benedica e ti custodisca, mostri a te il suo volto e abbia di te misericordia. Rivolga verso di te il suo sguardo e ti dia pace.

 

Canto finale

 

Fraternità Francescana Frate Jacopa – Preghiera mese di giugno 2018