Siamo all’inizio del nuovo anno liturgico, nel tempo dell’Avvento che ci porterà per mano fino alla festa del Santo Natale.
Quest’anno celebriamo anche la ricorrenza degli 800 anni del presepio di Greccio. Per noi le celebrazioni non sono solo ricordi di accadimenti esteriori che danno una gioia momentanea. Ottocento anni fa a Greccio S. Francesco confidò al suo amico Giovanni: “Vorrei fare memoria di quel Bambino che è nato a Betlemme, e in qualche modo intravvedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato; come fu adagiato in una mangiatoia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello” (FF 468). S. Francesco vive un modo nuovo di incontrare Gesù Cristo: incontrarlo nella concretezza, quasi entrando a far parte dell’avvenimento evangelico, mettendosi nei panni di Maria e di Giuseppe o di qualche pastore. Vuole toccare l’umanità di Gesù, andare fisicamente verso il Natale, andare con Gesù, in compagnia di Gesù, a fianco di Gesù: è la via per far nostro il suo cuore, il suo modo di sentire, di amare e di agire; perché si possa vedere Gesù in me e allora arriverà la salvezza anche per i fratelli che in me incontreranno Gesù. Papa Francesco ci invita a celebrare l’Avvento nella povertà: sette anni fa introdusse nella vita della Chiesa la “Giornata dei poveri” ed anche quest’anno nell’imminenza dell’Avvento ci ha mandato un messaggio appunto per celebrare la 7a Giornata mondiale dei poveri. È un modo concreto per incontrare Gesù, incontrando i poveri. Il 19 novembre in tutta la Chiesa abbiamo celebrato la 7a Giornata Mondiale dei Poveri con il titolo “Non distogliere lo sguardo dal povero”. In questa nostra preghiera vogliamo fermarci sulla povertà che la Chiesa sta progressivamente mettendo al centro per incontrare l’uomo del nostro tempo, per scoprire ogni volta di più il contenuto centrale del Vangelo (Messaggio Papa Francesco, Giornata mondiale dei poveri).

 

                                                          Veglia di preghiera
Iniziamo: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Preghiamo: Signore Gesù, l’umanità in questo tempo conosce a sufficienza la realtà della povertà,
conosce anche le grandi risorse che ha a disposizione; tuttavia i poveri sono una moltitudine e il
loro numero cresce sempre di più. Si continua a fabbricare armi per la guerra, addirittura a
volte forse la guerra è in funzione dello smaltimento degli sconfinati depositi di armi, con spese
ingenti che da sole sarebbero sufficienti per procurare il necessario per una vita dignitosa di
tutti i poveri del mondo.
Tu Gesù ci dici che i poveri li avremo sempre. Sono una presenza importante, aiutaci a capirne il
messaggio. Fa’ che ognuno di noi ami la compagnia dei poveri, degli scartati, di coloro che contano
poco.

 

Canto

 

°°° 1 °°°

 

Ci ritroviamo insieme “per ricevere nuovamente da Lui il dono e l’impegno di vivere la povertà e
di servire i poveri” (Messaggio). Abbiamo necessità di riflettere come fare un vero incontro con i
poveri, come questo esiga una condivisione che diventi vita, e come toccare con mano la carne
di Cristo: “se vogliamo incontrare realmente Cristo, è necessario che ne tocchiamo il corpo in
quello piagato dei poveri, come riscontro della comunione sacramentale ricevuta nell’Eucaristia.
Il corpo di Cristo, spezzato nella sacra liturgia, si lascia ritrovare dalla carità condivisa nei volti
e nelle persone dei fratelli e della sorelle più deboli” (Messaggio di Papa Francesco per la Gior-
nata dei Poveri).

 

Dal Messaggio per la Giornata Mondiale dei Poveri
(Papa Francesco si sofferma sul libro di Tobia). L’attenzione fattiva verso i poveri è possibile
a Tobi perché ha sperimentato la povertà sulla propria pelle. Pertanto le parole che rivolge al
figlio Tobia sono la sua genuina eredità: “Non distogliere lo sguardo da ogni povero”. Insomma
quando siamo davanti a un povero non possiamo voltare lo sguardo altrove, perché impedi-
remmo a noi stessi di incontrare il volto del Signore Gesù. E notiamo bene quell’espressione
“da ogni povero”. Ognuno è nostro prossimo. Non importa il colore della pelle, la condizione so-
ciale, la provenienza […] Siamo chiamati a incontrare ogni povero e ogni tipo di povertà, scuo-
tendo da noi l’indifferenza e l’ovvietà con le quali facciamo scudo a un illusorio benessere.
Viviamo un momento storico che non favorisce l’attenzione verso i più poveri. Il volume del ri-
chiamo al benessere si alza sempre di più, mentre si mette il silenziatore alle voci di chi vive
nella povertà. La fretta, quotidiana compagna di vita, impedisce di fermarsi, di soccorrere e
prendersi cura dell’altro. La parabola del Buon Samaritano non è un racconto del passato, in-
terpella il presente di ognuno di noi. Delegare ad altri è facile; offrire del denaro perché altri
facciano la carità è un gesto generoso; coinvolgersi in prima persona è la vocazione di ogni
cristiano.

 

All’invito del Messaggio del Papa a “non distogliere lo sguardo dal povero”, rispondiamo con le parole di S. Giovanni Paolo II in una sua preghiera per i poveri:

In Te, Gesù, che ti sei fatto povero per noi la Chiesa desidera ritrovare di nuovo la forza della
beatitudine dei poveri, dei poveri in spirito, dei quali è il regno dei cieli e desidera restarle fe-
dele! Con la forza di questa beatitudine desidera trasformare gli uomini, le società e i sistemi.
Desidera costruire “la terra nuova e i nuovi cieli” in cui abitano la giustizia e la pace. “Gloria a
Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama” (Lc 2,14).
Profondamente consapevoli di questa missione e forti della verità della beatitudine da te pro-
nunciata con la tua nascita quale Figlio di Dio e dell’uomo, noi desideriamo confessare in modo
particolare la nostra unione fraterna con tutti gli uomini e, specialmente, con coloro che sof-
frono perché sono privi del necessario, con coloro che costituiscono la grande moltitudine dei
poveri. Questa moltitudine, forse senza saperlo, segue Te, proprio Te, buon Pastore, Figlio di
Dio, che ti sei fatto povero per noi, perché noi diventassimo ricchi per mezzo della tua povertà.
Noi affermiamo la nostra solidarietà con la sterminata moltitudine dei poveri, con i loro diritti,
con le loro speranze. Affermiamo la nostra solidarietà con tutti i poveri del mondo contempo-
raneo, nell’attualità drammaticamente concreta e quotidiana delle loro sofferenze. La luce
proveniente dal Presepe dissipi le tenebre dell’egoismo e della violenza.

 

Canto

 

°°° 2 °°°

 

Gesù in un mirabile discorso, nella prossimità della Pasqua, ci rivela cosa è importante e il signi-
ficato della nostra vita, degli innumerevoli gesti che compongono la nostra quotidianità. Quasi
sempre, distrattamente e a volte con un certo fastidio, facciamo quello che ci viene chiesto in
casa o nella comunità, o anche nei rapporti con gli altri, cose importanti o anche piccoli servizi.
dicendoci che nei poveri si incontra Gesù Cristo. La bontà e la sapienza di Dio che dà senso e si-
gnificato a tutto il nostro agire ci dice che ogni servizio, la cura che abbiamo verso gli altri è
fatta a Lui. Gli umili servizi in famiglia verso i piccoli e gli anziani, verso i malati, i lavori che ci
umiliano sono fatti a Lui.

 

Dal Vangelo Secondo Matteo (25,31-40)
Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con Lui, siederà sul trono della
sua gloria. Davanti a Lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il
pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete
in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi
avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto,
nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Al-
lora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da
mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti ab-
biamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e
siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: ”In verità io vi dico: tutto quello che avete
fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Parola del Signore.

 

Preghiamo: Vogliamo fermarci ancora sulla sconfinata moltitudine dei poveri. Non vogliamo di-
stogliere il nostro sguardo dalle sofferenze di popolazioni colpite dal flagello della carestia,
dalla siccità e dalle inondazioni. Teniamo gli occhi fissi su tutti coloro che in molte parti del
mondo muoiono di fame e di sete. Preghiamo: Donaci il tuo aiuto, Signore!

Ti preghiamo, Signore, per le migliaia di profughi che si trovano lontani dalla patria e vivono in
condizione indegna di esseri umani. Accade spesso che dai loro barconi fatiscenti vengano tra-
volti dalle onde e tragicamente vadano ad aumentare il numero dei sepolti in fondo al mare: Do-
naci il tuo aiuto, Signore!

Sentiamo una tristezza profonda per gli uccisi dalla guerra, abbandonati in mezzo a una distru-
zione di tutto o gettati in fosse comuni. Ti preghiamo Signore, per i sopravvissuti che vagano
smarriti, privati di tutto. Signore dona loro speranza e che la guerra abbia termine. Donaci il tuo
aiuto, Signore!

Davanti ai nostri occhi ci sono anche le migliaia di persone disoccupate, di persone che non hanno
avuto mai un lavoro o di persone che hanno perso un lavoro e oggi sono impoveriti e scartati dalla
società. Donaci il tuo aiuto, Signore!

Ricordati Signore delle vittime della violenza spesso nascosta nella stessa famiglia, tra persone
che dicono di amarsi ma vivono con relazioni sbagliate, fatte di possessivismo e di egoismo. Do-
naci il tuo aiuto, Signore!

Signore poniamo davanti alla tua misericordia tutte le vittime delle numerose povertà che col-
piscono la sfera dei valori spirituali e sociali della persona, di quanti sono privati del diritto alla
libertà, di quanti sono sottoposti a violenze psicologiche. Donaci il tuo aiuto, Signore!

 

Canto

 

°°° 3 °°°

 

Oltre che tenere gli occhi attenti ai poveri, vogliamo prendere in considerazione la povertà come
scelta, come atteggiamento, come stile di vita, come dono che lo Spirito del Signore fa alla no-
stra vita. Scegliere una vita povera, allontanando da noi lo sfarzo e le apparenze, avendo Gesù
nel nostro cuore, significa far nostro il suo modo di vivere nella sobrietà, contenti dell’essenziale
per vivere dignitosamente, nell’attenzione e nell’amore verso i fratelli e nel rispetto della de-
stinazione dei beni perché tutti possano goderne.

 

Dal Messaggio per la Giornata Mondiale dei Poveri
Non dimentichiamo che per i discepoli di Cristo la povertà è anzitutto una vocazione a seguire
Gesù povero. È un cammino dietro a Lui e con Lui, un cammino che conduce alla beatitudine del regno dei cieli. Povertà significa un cuore umile che sa accogliere la propria condizione di crea-
tura limitata e peccatrice per superare la tentazione di onnipotenza, che illude di essere im-
mortale. La povertà è un atteggiamento del cuore che impedisce di pensare al denaro, alla
carriera al lusso come obiettivo di vita e condizione per la felicità. È la povertà, piuttosto, che
crea le condizioni per assumere liberamente le responsabilità personali e sociali, nonostante i
propri limiti, confidando nella vicinanza di Dio e sostenuti dalla sua grazia. La povertà, così in-
tesa, è il metro che permette di valutare l’uso corretto dei beni materiali, e anche di vivere in
modo non egoistico e possessivo i legami e gli affetti […] Gesù chiama “beati” i poveri in spirito,
che hanno il cuore povero, in cui può entrare il Signore con la sua costante novità.

 

Non possiamo chiudere gli occhi sulla pesante situazione che sta attraversando tutta l’umanità.
Nel desiderio di essere vicini ai poveri ricorriamo ancora una volta a Maria, la Madre di Gesù e
la Madre nostra, Madre di tutti i poveri, Madre di tutti i sofferenti. A Lei affidiamo tutte le
persone che sono nel pericolo della guerra, sotto la paura delle bombe e delle distruzioni, le
tante persone che vagano smarrite sotto la minaccia delle deportazioni. Ci affidiamo ancora una
volta alle parole di Papa Francesco.

Maria, guarda a noi. Siamo qui davanti a te. Tu sei Madre, conosci le nostre fatiche e le nostre
ferite. Tu, regina della pace, soffri con noi e per noi, vedendo tanti tuoi figli provati dai conflitti,
angosciati dalle guerre che dilaniano il mondo. Volgi il tuo sguardo di misericordia sulla famiglia
umana, che ha smarrito la via della pace, che ha preferito Caino ad Abele e, perdendo il senso
della fraternità, non ritrova l’atmosfera di casa. Prendici per mano e guidaci alla conversione; fa
che rimettiamo Dio al primo posto. Aiutaci ad essere artigiani di comunione nel mondo, richia-
maci all’importanza del nostro ruolo, facci sentire responsabili per la pace, chiamati a pregare e
ad adorare, a intercedere e a riparare per l’intero genere umano. Madre da soli non ce la fac-
ciamo, senza il tuo Figlio non possiamo fare nulla. Ma tu ci riporti a Gesù, che è la nostra pace.
Perciò Madre di Dio e nostra, noi veniamo a te, cerchiamo rifugio nel tuo cuore immacolato. In-
vochiamo misericordia, Madre di misericordia; pace, regina della pace. Scuoti l’animo di chi è in-
trappolato dall’odio, converti chi alimenta e fomenta conflitti. Asciuga le lacrime dei bambini –
in quest’ora piangono tanto – assisti chi è solo e anziano, sostieni i feriti e gli ammalati, proteggi
chi ha dovuto lasciare la propria terra e gli affetti più cari, consola gli sfiduciati, ridesta la spe-
ranza. Maria, regina della pace, riversa nei cuori l’armonia di Dio.

 

Con fede profonda e con immensa gratitudine rivolgiamoci a Dio, nostro Padre: Padre nostro!

 

Invochiamo Gesù Cristo perché la sua pace, la pace vera, scenda su tutta l’umanità e rimanga sem-
pre su tutti noi. Scambiamoci un gesto di pace.

 

Benedizione:
Il Signore ci benedica e ci custodisca,
mostri a noi il suo volto e abbia misericordia di noi.

Rivolga verso di noi il suo sguardo e ci dia pace.

Il Signore ci benedica e ci protegga sempre.

A tutti noi Buona festa dell’Immacolata e una bellissima festa del Santo Natale.

 

Canto finale

 

Fraternità Francescana Frate Jacopa – Preghiera mese di dicembre 2023