Gesù viene a ricordarci “la necessità di pregare sempre senza stancarci“ (Lc 18,1) Non è lui che ha bisogno della nostra preghiera: siamo noi, che come i bambini piccoli con i propri genitori, abbiamo bisogno di sentirci in comunione con Lui, di entrare in colloquio con Lui, di sentire che Lui ci parla, si interessa alla nostra vita; altrimenti moriamo interiormente. Abbiamo bisogno del colloquio con Lui per far maturare le nostre capacità, come uomini e come cristiani. Abbiamo anche bisogno di ascoltare una parola che venga a illuminare gli avvenimenti della nostra storia e che ci accompagni nell’avvicendarsi dei nostri giorni. A questo scopo la Chiesa ci rivolge messaggi, tramite la voce del nostro pastore il Papa. In questo tempo Benedetto XVI ci ha mandato un messaggio per la prossima Quaresima: “Credere nella carità suscita carità”, con esplicito riferimento alla prima lettera di Giovanni: “Abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi” (1 Gv 4,16) . Vogliamo accogliere il Messaggio del Santo Padre:per vivere con intensa fede questo tempo che ci prepara alla Pasqua e poter vivere più profondamente nella Carità che è Dio.
Veglia di preghiera
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Dio nostro Padre che sempre ha cura della nostra vita e che ci ha mostrato tutto il suo amore in Cristo Gesù, ci riempia, nel credere, di ogni gioia e pace, perché abbondiamo nella speranza per la virtù dello Spirito Santo. Amen.
Preghiamo: Signore Gesù, che all’inizio della tua vita di apostolo itinerante sei stato portato dallo Spirito nel deserto per essere tentato da Satana, dona a tutta l’umanità la forza per non lasciarsi ingannare dalle menzogne del nostro nemico e non cadere sotto la sua tirannia e perché, credendo all’amore che Tu porti a noi e appoggiandoci sulla certezza che Tu sei sempre con noi, possiamo camminare verso di Te senza riserve ed entrare con tutto il nostro cuore, con tutta la mente e con tutte le forze nell’Alleanza nuova ed eterna stabilita sul tuo sangue. Lo chiediamo a Te che vivi e regni glorioso con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen
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Il Messaggio del Santo Padre per la Quaresima di quest’anno vuole farci riflettere sul rapporto tra la Fede e la Carità, tra il credere in Dio e l’amore che deve animarci in un cammino di dedizione a Dio e ai nostri fratelli. Nel Messaggio il Papa cita più volte la sua prima enciclica “Deus caritas est” che parla appunto dell’amore. Siamo nell’Anno della Fede e prima di tutto viene riaffermata la necessità della fede, di quell’”incontro con Dio in Cristo che susciti nei cristiani l’amore e apra il loro animo all’altro, così che per loro l’amore del prossimo non sia più un comandamento imposto per così dire dall’esterno, ma una conseguenza derivante dalla loro fede che diventa operante nell’amore” (DC,31). Si tratta di unire nel profondo la nostra vita eliminando ogni doppiezza e camminando verso la semplicità, verso l’essere veramente uno e verso la coerenza. Sappiamo tutti come le accuse più frequenti che vengono rivolte a noi cristiani sono di vedere in noi una doppia personalità: quella che va in Chiesa e quella che vive nella vita quotidiana, in famiglia, nella professione, nella cittadinanza.
Lasciamoci illuminare dal Messaggio del Papa che ci ricorda che tutta la nostra vita è chiamata a rispondere all’amore di Dio.
Dal Messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima
Tutta la vita cristiana è un rispondere all’amore di Dio. La prima risposta è appunto la fede come accoglienza piena di stupore e gratitudine di un’inaudita iniziativa divina che ci precede e ci sollecita. Il “si” della fede segna l’inizio di una luminosa storia di amicizia con il Signore, che riempie e dà senso pieno a tutta la nostra esistenza. Dio però non si accontenta che noi accogliamo il suo amore gratuito. Egli non si limita ad amarci, ma vuole attirarci a Sé, trasformarci in modo così profondo da portarci a dire con S. Paolo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me (cf. Gal 2, 20). Quando noi lasciamo spazio all’amore di Dio, siamo resi simili a Lui, partecipi della sua stessa carità. Aprirci al suo amore significa lasciare che Egli viva in noi e ci porti ad amare con Lui, il Lui e come Lui; solo allora la nostra fede diventa veramente “operosa per mezzo della carità” (Gal 5,6) ed Egli prende dimora in noi (cf 1 Gv 4,12). La fede è conoscere la verità e aderirvi; la carità è camminare nella verità. Con la fede si entra nell’amicizia con il Signore; con la carità si vive e si coltiva questa amicizia. La fede ci fa accogliere il comandamento del Signore e Maestro; la carità ci dona la beatitudine di metterlo in pratica. Nella fede siamo generati come figli di Dio; la carità ci fa perseverare concretamente nella figliolanza divina portando il frutto dello Spirito Santo. La fede ci fa riconoscere i doni che Dio buono e generoso ci affida; la carità li fa fruttificare. Parola della Chiesa.
Un aspetto molto importante che ci aiuta a credere alla presenza misericordiosa di Dio nel difficile e per tanti aspetti smarrito nostro tempo è che lo Spirito Santo anche oggi suscita Santi. Santi come Madre Teresa, testimone della carità verso tutti i poveri. Preghiamo con le sue parole.
Padre, rendici degni di servire i tuoi figli e nostri fratelli,
che in mezzo al mondo vivono e muoiono nella povertà e nella fame.
Da’ loro, attraverso le nostre mani e il nostro cuore, il pane quotidiano, la pace e la gioia.
Padre donaci oggi e sempre la fede che sa vedere e servire Gesù, tuo Figlio, nei poveri.
Fa’, o Padre, che diventiamo un tralcio genuino e fruttuoso di Gesù, vera vite, accettandolo in noi
come la verità che dobbiamo annunciare,
come la vita che dobbiamo vivere,
come la luce che dobbiamo accendere,
come l’amore che dobbiamo comunicare,
come la via che dobbiamo percorrere, come la gioia che dobbiamo donare,
come la pace che dobbiamo diffondere,
come il sacrificio che dobbiamo offrire per la salvezza del mondo.
Canto
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Il Messaggio di Benedetto XVI riporta alla nostra mente le parole di Gesù: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,21). Abbiamo bisogno di pregare e di riflettere su questo aspetto centrale della nostra vita cristiana, che potrebbe diventare un ostacolo per coloro che anche vicino a noi, anche nelle nostre famiglie, stanno cercando la fede ed aspettano da noi un aiuto.
Dal Vangelo secondo Matteo (25,31 – 40)
Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che sono alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”
E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Parola del Signore
La santità nella vita della Chiesa è una testimonianza dell’opera efficace dello Spirito Santo che trasforma e rende nuova la vita di persone come noi . Ed è meravigliosa la diversità, la fioritura che i Santi ci mostrano in ogni epoca e in ogni condizione di vita. Tra i Santi più originali troviamo S. Giovanni Maria Vianney – il santo Curato d’Ars, che ha speso la sua vita dedicandosi al Sacramento della Riconciliazione, amando così il prossimo nel dare a ciascuno la cosa più preziosa: il perdono dei peccati.
Preghiamo con le parole con le quali l’umile santo Curato si affidava totalmente all’amore di Dio.
Ti amo, mio Dio, e il mio desiderio è di amarti fino all’ultimo respiro della mia vita.
Ti amo, o Dio infinitamente amabile, e preferisco morire amandoti, piuttosto che vivere un solo istante senza amarti.
Ti amo, Signore, e l’unica grazia che ti chiedo è di amarti eternamente.
Ti amo, mio Dio, e desidero il cielo soltanto per avere la felicità di amarti perfettamente.
Mio Dio, se la mia lingua non può dire ad ogni istante: ti amo, voglio che il mio cuore te lo ripeta ogni volta che respiro.
Ti amo, mio divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me e mi tieni quaggiù crocifisso con te. Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti e sapendo che ti amo.
Canto
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L’esemplarità di S. Francesco per noi francescani è via per andare a Cristo. Il Signore ha guardato alla nostra vita con amore e ci ha chiamati a camminare su una via sicura, ricalcando le orme del padre S. Francesco: il suo cammino nella fede e nella carità fu veramente eccezionale e questo per l’abbondanza dei doni dello Spirito Santo, ma anche per la sua disponibilità e generosità ad accogliere l’opera di Dio in lui.
Così di lui parla S. Bonaventura.
Dalla Leggenda maggiore di S. Bonaventura (FF 1168):
L’eccesso della devozione e della carità lo innalzava alle realtà divine in maniera tale che la sua affettuosa bontà si espandeva verso coloro che natura e grazia rendevano suoi consorti. Non c’è da meravigliarsi: come la pietà del cuore lo aveva reso fratello di tutte le altre creature, così la carità di Cristo lo rendeva ancor più intensamente fratello di coloro che portano in sé l’immagine del Creatore e sono stati redenti dal sangue del Redentore. Non si riteneva amico di Cristo se non curava con amore le anime da lui redente. Niente, diceva, si deve anteporre alla salvezza delle anime, e confermava l’affermazione soprattutto con questo argomento: l’Unigenito di Dio, per le anime, si era degnato di salire sulla croce. Da lì quel suo accanimento nella preghiera; quel correre dovunque a predicare; quell’eccesso nel dare l’esempio.
A lode di Gesù Cristo e del suo servo Francesco.
Rivolgiamo ora con umiltà e con fiducia la nostra filiale preghiera a Dio nostro Padre:
Padre santo che non ci hai abbandonati in balia di Satana e hai deciso di liberarci e salvarci mandando a noi il tuo Figlio Gesù, vieni anche oggi a soccorrere l’umanità che cammina sotto il peso del male, inseguendo i vari idoli che promettono invano vita e felicità, Ascoltaci Padre!
Padre santo, la nostra vita è pesante per tutti, ognuno di noi porta la sua croce. La croce di alcuni ci sembra eccessiva: la sofferenza di chi non ha pane e acqua sufficienti, la sofferenza di chi vive come schiavo del lavoro e della prepotenza, di chi vive sotto la paura della violenza, di chi è privato della sua dignità; poniamo questa mole enorme di sofferenza nelle mani del tuo Figlio Gesù che sta davanti a Te e intercede per noi, Ascoltaci Padre !
Padre santo, ti preghiamo per la Chiesa perché la prossima Quaresima sia una occasione per intraprendere un cammino di conversione e di purificazione e perché la prossima Pasqua la mostri splendente della luce di Cristo risorto, protesa nell’annuncio del Vangelo agli uomini della nostra generazione, Ascoltaci Padre!
Invito a pregare spontaneamente.
Padre nostro.
La Pace del Signore Gesù Cristo sia sempre con noi!
Scambio della Pace.
Benedizione:
Il Signore ci benedica e ci protegga. Faccia risplendere su di noi il suo volto e ci doni la sua misericordia. Rivolga su di noi il suo sguardo e ci doni la sua pace. Amen
Canto finale.