preghiera-S.Francesco-MariaIl mese di maggio ci invita a ripensare il nostro rapporto con Maria, la madre di Gesù e la madre nostra: nel piano di Dio lei è la madre in tutte le sue dimensioni e nessuno di noi figli può prescindere da lei. Tutti i santi, i Papi di questo ultimo secolo, ma anche tutta la Chiesa esprimono questo profondo legame con Maria. Non poteva che essere così dal momento che Gesù, nel momento supremo della sua esistenza, vedendo sotto la croce Maria e vicino il discepolo Giovanni, instaura questo legame forte tra Maria e Giovanni: “Ecco tua madre… ecco tuo figlio”. Ma Giovanni siamo tutti noi, è tutta l’umanità a cui Gesù, perché fosse chiaro il suo disegno di amore misericordioso e tenero, regala una madre. Come madre, Maria sta davanti a noi non solo come colei che veglia su di noi e ci soccorre, ma anche come colei che ci indica la via e ci presenta vissuta da lei, la vita cristiana nelle sue attitudini fondamentali, nel suo rapporto con Dio e nella sua carità verso i fratelli. Per noi francescani è fondamentale approfondire il senso della profonda devozione di S. Francesco verso la Vergine Maria. Animato da un grande amore verso la Vergine Maria, S. Francesco che non voleva avere proprietà, raccomandò ai confratelli di non lasciare mai la chiesetta della Porziuncola perché “diceva di sapere per divina rivelazione che la beata Vergine, fra tutte le chiese innalzate in suo onore, amava quella con particolare predilezione” (FF 605). Ed è l’esemplarità di Maria che ci viene indicata da S. Francesco per “portare Gesù Cristo nel nostro cuore e nel nostro corpo per mezzo del divino amore e della pura e sincera coscienza” e generarlo “attraverso il santo operare che deve risplendere in esempio per gli altri” (cfr FF178/2). Nei momenti difficili della storia dell’umanità siamo invitati a rinnovare la fiducia in questa Madre e ad affidare la Chiesa e tutta l’umanità sotto la protezione di Maria.

                                                                                                                         

                                            Veglia di preghiera

Nel nome della Santissima Trinità. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito
Santo sia con tutti noi.
Amen.

 

Preghiamo. Signore Gesù la nostra gratitudine verso di Te non ha confini e noi vogliamo lodarti e benedirti per tutto quello che Tu hai fatto per noi che non meritiamo niente. Tra i tanti doni di cui gratuitamente hai riempito la nostra esistenza oggi vogliamo ringraziarti per averci dato la tua madre Maria come nostra madre: di averci affidati a lei e di aver consegnato lei a noi nel momento della tua morte. L’amore di tutta la Trinità, che si manifesta sul tuo volto, certamente ci sarebbe bastato: ma nell’averci consegnato in Maria una madre, tu hai voluto farci gustare la sovrabbondanza del tuo amore. Perciò ti benediciamo per tutti i secoli dei secoli. Amen

Canto

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Dalla Leggenda Maggiore di S. Bonaventura (FF 1165; 786)

[Francesco] circondava di indicibile amore la Madre del Signore Gesù per il fatto che ha reso nostro fratello il Signore della Maestà e ci ha ottenuto misericordia. In Lei principalmente, dopo che in Cristo, riponeva la sua fiducia, e perciò la costituì avvocata sua e dei suoi. In suo onore cantava lodi particolari, innalzava preghiere, offriva affetti tanti e tali che lingua umana non potrebbe esprimere; inoltre digiunava con grande devozione dalla festa degli Apostoli Pietro e Paolo fino alla festa dell’Assunzione. A lode della Madre di Gesù e del suo servo S. Francesco.

Preghiamo con uno dei testi in cui si esprime la pietà di Francesco per la Vergine Maria: il “Saluto alla Vergine” (FF 259-260).

Saluto alla Vergine: Ave Signora, santa regina, santa genitrice di Dio, Maria, che sei Vergine fatta Chiesa ed eletta dal santissimo Padre celeste, che ti ha consacrata insieme col santissimo Figlio diletto e con lo Spirito Santo Paraclito; tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene. Ave, suo palazzo, ave suo tabernacolo, ave, sua casa. Ave, suo vestimento, ave sua ancella, ave sua Madre. E saluto voi tutte, sante virtù, che per grazia e illuminazione dello Spirito Santo venite infuse nei cuori dei fedeli, perché da infedeli fedeli a Dio li rendiate.

Canto

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Il Concilio Vaticano II ha riservato tutto il Capitolo VIII della Costituzione Lumen Gentium per produrre una splendida trattazione della Vergine Maria. Maria è presentata nell’insieme della Storia di Salvezza ed anche additata come modello della vita cristiana. Parlando della sua fede si afferma: “Così anche la beata Vergine ha avanzato nel cammino della fede e ha conservato fedelmente la sua unione col Figlio sino alla Croce”. Nell’anno della fede i nostri occhi devono essere puntati su Maria: “Maria continua a precedere il popolo di Dio. La sua eccezionale peregrinazione della fede rappresenta un costante punto di riferimento per la Chiesa, per i singoli e le comunità, per i popoli e le nazioni, in un certo senso per l’umanità intera… Maria non cessa di essere la Stella del mare – Stella maris” (Giovanni Paolo II, RM,6). Ascoltiamo il racconto dell’ Annunciazione dell’angelo a Maria dove vediamo risplendere la fede di questa umile figlia di Israele che accoglie Gesù e lo genera prima nella fede e poi nel suo corpo di donna.

Dal Vangelo secondo Luca (1, 26-38)

L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: ”Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te”. A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: “Non Fraternità Francescana Frate Jacopa – Preghiera mese di maggio 2013 2 temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore.

Maria è non solo Madre di Dio ma anche Madre nostra. Per questo con fiducia affidiamo a lei le povertà e le sofferenze di tutta l’umanità. Preghiamo.

Maria, affidiamo a te le persone colpite dalla violenza delle armi, dalla prepotenza, dalla malvagità, dall’egoismo. In particolare affidiamo a te i bambini, le donne, le persone più deboli: sii tu la difesa della loro vita e della loro dignità. Intercedi per noi presso il tuo Figlio!

Maria, affidiamo a te il numero sconfinato dei poveri di acqua, di cibo, di cure necessarie. Maria converti i progetti dei responsabili dei popoli alla ricerca del bene comune e perché ogni uomo abbia il necessario per una vita dignitosa. Intercedi per noi presso il tuo Figlio!

Maria, affidiamo a te i giovani che non riescono a inserirsi nella società e a trovare una occupazione; fa che non si smarriscano e che i responsabili delle politiche sappiano aprire per loro percorsi nuovi. Intercedi per noi presso il tuo Figlio!

Canto

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S. Francesco, quando nella “Lettera ai fedeli” definisce la vita cristiana come vita di penitenza, ha davanti agli occhi l’esemplarità di Maria. E’ lei che vive rapporti nuovi con Dio: è lei prima di ogni altro la sposa, la figlia, la sorella, la madre di Gesù Cristo. Benedetto XVI nel nostro tempo ci ripropone con altre parole Maria, madre del Signore e specchio di ogni santità.

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Dall’Enciclica Deus Caritas est di Benedetto XVI

Tra i santi eccelle Maria, Madre del Signore e specchio di ogni santità. Nel Vangelo di Luca la troviamo impegnata in un servizio di carità alla cugina Elisabetta, presso la quale resta «circa tre mesi » (1, 56) per assisterla nella fase terminale della gravidanza. «Magnificat anima mea Dominum », dice in occasione di questa visita — «L’anima mia rende grande il Signore» — (Lc 1, 46), ed esprime con ciò tutto il programma della sua vita: non mettere se stessa al centro, ma fare spazio a Dio incontrato sia nella preghiera che nel servizio al prossimo — solo allora il mondo diventa buono. Maria è grande proprio perché non vuole rendere grande se stessa, ma Dio. Ella è umile: non vuole essere nient’altro che l’ancella del Signore (cfr Lc 1, 38. 48). Ella sa di contribuire alla salvezza del mondo non compiendo una sua opera, ma solo mettendosi a piena disposizione delle iniziative di Dio. È una donna di speranza: solo perché crede alle promesse di Dio e attende la salvezza di Israele, l’angelo può venire da lei e chiamarla al servizio decisivo di queste promesse. Essa è una donna di fede: « Beata sei tu che hai creduto », le dice Elisabetta (cfr Lc 1, 45). Il Magnificat — un ritratto, per così dire, della sua anima — è interamente tessuto di fili della Sacra Scrittura, di fili tratti dalla Parola di Dio. Così si rivela che lei nella Parola di Dio è veramente a casa sua, ne esce e vi rientra con naturalezza. Ella parla e pensa con la Parola di Fraternità Francescana Frate Jacopa – Preghiera mese di maggio 2013 3 Dio; la Parola di Dio diventa parola sua, e la sua parola nasce dalla Parola di Dio. Così si rivela, inoltre, che i suoi pensieri sono in sintonia con i pensieri di Dio, che il suo volere è un volere insieme con Dio. Essendo intimamente penetrata dalla Parola di Dio, ella può diventare madre della Parola incarnata. Infine, Maria è una donna che ama. Come potrebbe essere diversamente? In quanto credente che nella fede pensa con i pensieri di Dio e vuole con la volontà di Dio, ella non può essere che una donna che ama. Noi lo intuiamo nei gesti silenziosi, di cui ci riferiscono i racconti evangelici dell’infanzia. Lo vediamo nella delicatezza, con la quale a Cana percepisce la necessità in cui versano gli sposi e la presenta a Gesù. Lo vediamo nell’umiltà con cui accetta di essere trascurata nel periodo della vita pubblica di Gesù, sapendo che il Figlio deve fondare una nuova famiglia e che l’ora della Madre arriverà soltanto nel momento della croce, che sarà la vera ora di Gesù (cfr Gv 2, 4; 13, 1). Allora, quando i discepoli saranno fuggiti, lei resterà sotto la croce (cfr Gv 19, 25-27); più tardi, nell’ora di Pentecoste, saranno loro a stringersi intorno a lei nell’attesa dello Spirito Santo (cfr At 1, 14).

A Maria affidiamo la Chiesa e tutta l’umanità che ha bisogno di incontrare Gesù Cristo ancora con le parole di Benedetto XVI:

Santa Maria, Madre di Dio,
tu hai donato al mondo la vera luce,
Gesù, tuo Figlio – Figlio di Dio.
Ti sei consegnata completamente
alla chiamata di Dio
e sei così diventata sorgente
della bontà che sgorga da Lui.
Mostraci Gesù. Guidaci a Lui.
Insegnaci a conoscerlo e ad amarlo,
perché possiamo anche noi
diventare capaci di vero amore
ed essere sorgenti di acqua viva
in mezzo a un mondo assetato.

Si conclude con la preghiera del Padre nostro, la preghiera che ci fu consegnata nel Battesimo.

La Pace del Signore Gesù Cristo sia sempre con noi!

Scambio della Pace.

Benedizione: Il Signore ci benedica e ci protegga. Faccia risplendere su di noi il suo volto e ci doni la sua misericordia. Rivolga su di noi il suo sguardo e ci doni la sua pace. Amen

Canto

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