dicembreLa preghiera fa parte del nostro vivere quotidiano. Quando preghiamo non sospendiamo la nostra vita, quasi facessimo una pausa, per poi riprenderla allo stesso modo dopo che abbiamo pregato. C’è un nesso profondo che rende la nostra preghiera e tutta la nostra esistenza un continuum coerente con le nostre scelte e la nostra fede. Riflettendo all’insieme della nostra vita, S. Pietro, nella sua prima lettera, ammonisce tutti i cristiani: “Diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta. Poiché sta scritto: sarete santi, perché io sono santo” (1,15 s). Il Concilio Vaticano II ribadisce questa chiamata: “Muniti di salutari mezzi di una tale abbondanza e di una tale grandezza, tutti i fedeli di ogni stato e condizione sono chiamati dal Signore, ognuno per la sua via, a una santità la cui perfezione è quella stessa del Padre celeste” (LG,11). Nella esortazione “Gaudete et Exultate”, Papa Francesco spiega cosa vuol dire “ognuno per la sua via” e afferma che non si tratta di copiare modelli di santità che appaiono irraggiungibili. Quello che conta è che “ciascun credente discerna la propria strada e faccia emergere il meglio di sé, quanto di così personale Dio ha posto in lui e non si esaurisca cercando di imitare qualcosa che non è stato pensato per lui” (n. 11). Dandoci la vita, Dio ci ha donato una personale dignità e ha pensato per ciascuno di noi una via particolare che è la nostra via, la nostra santità. Abbiamo bisogno di riflettere su questo punto per cogliere il senso e la preziosità della nostra quotidianità.

 

 

 

 

                                                                                                          Veglia di preghiera

Presidente: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Il Signore che è in mezzo a noi che siamo riuniti nel suo nome ci conceda di poterlo incontrare e di ascoltare con attenzione la sua parola. Amen

Preghiamo

Ispira nella tua paterna bontà, Signore, i pensieri e i propositi di noi che siamo in preghiera, perché vediamo ciò che dobbiamo fare e abbiamo la forza di compiere ciò che abbiamo veduto. Donaci la sapienza per distinguere il bene dal male. Lascia che i nostri cuori siano guidati dal- l’onestà e che le nostre labbra pronuncino la verità; donaci il coraggio di servire la verità anche quando gli altri ci denigrano. Allontanaci dall’inganno; rendici, invece, operatori di unità e di pace che diffondono il Vangelo nel loro ambiente di vita. Ci rivolgiamo a te nel nome di Gesù e siamo certi che tu ci ascolti, perché sei il nostro Padre. Amen

Canto

Con la fiducia di S. Francesco, vogliamo ascoltare le parole del Santo Padre nella certezza che le sue parole ci manifestano la volontà di Dio. Siamo anche grati al Signore che tramite il ministero di Pietro, oggi presente in Papa Francesco, anche in questo nostro tempo guida su strade sicure la sua Chiesa perché sia lievito di vita nuova per tutta l’umanità.

 

Dalla Esortazione ap. Gaudate et exultate di Papa Francesco (nn. 7-8)
La santità è il volto più bello della Chiesa. Non pensiamo solo a quelli già beatificati o canonizzati. Lo Spirito Santo riversa santità dappertutto nel santo popolo di Dio, perché “Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità” (LG, 9). Il Signore nella storia della salvezza, ha salvato un popolo. Non esiste piena identità senza appartenere a un popolo. Perciò nessuno si salva da solo, come individuo isolato, ma Dio ci attrae tenendo conto della complessa trama delle relazioni interpersonali che si stabiliscono nella comunità umana: Dio ha voluto entrare in una dinamica popolare, nella dinamica di un popolo. Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, negli anziani che continuano a sorridere. In questa costanza per andare avanti giorno dopo giorno vedo la santità della Chiesa militante. Questa è tante volte la santità della “porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio […] Lasciamoci stimolare dai segni di santità che il Signore ci presenta attraverso i più umili membri di quel popolo che ”partecipa pure dell’ufficio profetico di Cristo col diffondere dovunque la viva testimonianza di lui, soprattutto per mezzo di una vita di fede e di carità” (LG, 12).

La preghiera è sempre un incontro con il Signore. Può essere un dialogo personale, quando riusciamo a parlare con Gesù Cristo, come con un fratello e a rivolgerci a Dio Padre come un figlio si rivolge al proprio padre. A volte, soprattutto quando siamo riuniti insieme, preghiamo con le parole di qualche persona notevole per santità e per cultura. Oggi usiamo le parole di Romano Guardini, grande teologo e vero cristiano, che ha anticipato e preparato il Concilio Vaticano II.

Signore Gesù, fammi conoscere chi sei. Fa’ sentire al mio cuore la santità che è in te. Fa’ che io veda la gloria del tuo volto. Dal tuo essere e dalla tua Parola, dal tuo agire e dal tuo disegno, fammi derivare la certezza che la verità e l’amore sono ami a portata per salvarmi. Tu sei la via, la verità e la vita. Tu sei il principio della nuova creazione. Dammi il coraggio di osare. Fammi consapevole del mio bisogno di conversione e permetti che con serietà lo compia, nella realtà della vita quotidiana. E se mi riconosco indegno e peccatore, dammi la tua misericordia. Donami la fedeltà che persevera e la fiducia che comincia sempre, ogni volta che tutto sembra fallire.

Canto

Il cristiano vive. una vita normale di impegno e di lavoro per ricavarne il necessario per vivere lui e la sua famiglia ed anche per dare il proprio contributo per il cammino dell’umanità. Questa vita, vissuta secondo la volontà di Dio, secondo l’orientamento della Chiesa, è preghiera, come un sacrificio gradito a Dio, è come un profumo che sale a Dio gradito. Così è vissuto Gesù a Nazareth: quotidiana vita in famiglia, quotidiana ricerca del necessario per la vita, quotidiano impegno professionale per mantenere la famiglia. Maria e Giuseppe hanno condiviso con lui la stessa quotidianità. S. Paolo ci esorta ad offrire a Dio il nostro corpo, cioè la nostra vita quotidiana, le cose che dobbiamo fare, i nostri impegni nell’ambito della famiglia e della società.

 

Dalla Lettera ai Romani di S. Paolo Apostolo
Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. Per la grazia che mi è stata data, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto conviene, ma valutatevi in modo saggio e giusto, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri. Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi […] La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Condividete le necessità dei fratelli. Parola di Dio.

Mentre preghiamo il Signore perché venga a darci luce sulla nostra vita, vogliamo accogliere il Messaggio per la Giornata della Vita dei nostri Vescovi. Ispirati al Messaggio alziamo al Signore la nostra preghiera.

Signore nostro Creatore e nostro Padre, ti preghiamo perché la comunità cristiana e la società civile accolgano, custodiscano e promuovano la vita umana dal concepimento al suo naturale termine. Ti preghiamo: Ascoltaci, Signore!

L’esistenza è il dono più prezioso fatto all’uomo, attraverso il quale siamo chiamati a partecipare alla stessa vita di Dio. Ravviva negli uomini del nostro tempo questa consapevolezza perché la vita di ogni persona sia amata e difesa. Ti preghiamo: Ascoltaci, Signore!

Si rende sempre più necessario un patto per la natalità che coinvolga tutte le forze culturali e politiche e, oltre ogni sterile contrapposizione, riconosca la famiglia come grembo generativo per tener viva la speranza di tutta l’umanità. Per questo Signore donaci il tuo Santo Spirito. Ti preghiamo: Ascoltaci, Signore!

Siamo chiamati all’accoglienza della vita prima e dopo la nascita, in ogni condizione e circostanza, in cui essa è debole e minacciata. La difesa dell’innocente che non è nato deve essere chiara, ferma e appassionata. Nello stesso tempo ci è chiesta la cura di chi soffre per la malattia, per la violenza, per l’emarginazione. Per tutte le esistenze fragili e indifese Ti preghiamo: Ascoltaci, Signore!

Vediamo donne, uomini e bambini bisognosi di trovare rifugio in una terra sicura. La nostra società arriva a mettere in atto azioni per “respingere profughi e migranti verso luoghi dove li aspettano persecuzioni e violenze”. Il Signore conceda a tutti discernimento e pietà per cercare una giusta risoluzione. Ti preghiamo: Ascoltaci, Signore!

La mancanza di un lavoro stabile e dignitoso spegne soprattutto nei più giovani la speranza di un futuro più umano. In questo modo viene meno il desiderio e l’attesa della vita e si indebolisce l’alleanza tra le generazioni. Chiediamo al Signore di donarci la certezza che Egli è sempre con noi, non ci lascia mai soli e attende il nostro contributo per accompagnare tutta l’umanità verso un traguardo di famiglia. Ti preghiamo: Ascoltaci, Signore!

Canto

Al termine della nostra vita, quando il Signore ci farà passare da questo mondo ad un mondo di- verso che sarà la vita eterna, dove ognuno di noi sarà beato per sempre o dannato per sempre saremo pesati, valutati. Il criterio di valutazione ce lo rivela Gesù stesso.

 

Dal Vangelo secondo Matteo (25, 31-40)
Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, sederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Parola del Signore

La cosa importante della nostra vita è amare. Al termine della vita non conterà il conto in banca, né le onorificenze appuntate sul nostro petto, conterà solo se abbiamo amato. Accade già tra noi in questo mondo: gli altri ci ricorderanno se avremo amato. La carità sarà la misura della nostra vita e sarà l’unico successo davanti al Signore: solo l’amore sarà l’esercizio utile per la vita eterna e saremo giudicati sull’amore.

Con Don Tonino Bello, rivolgiamoci a Maria a colei che diede la sua impronta alla vita di Nazareth dove Gesù visse la maggior parte della sua vita, dove imparò ad essere uomo, ad avere relazioni umane e dove crebbe nella obbedienza e nell’umiltà, come operaio che ogni giorno lavora per guadagnarsi di che vivere.

Santa Maria, donna dei nostri giorni, vieni ad abitare in mezzo a noi. Tu hai predetto che tutte le generazioni ti avrebbero chiamata beata. Ebbene, tra queste generazioni c’è anche la nostra, che vuole cantarti la sua lode non solo per le cose grandi che il Signore ha fatto in te nel passato, ma anche per le meraviglie che egli continua ad operare in te nel presente. Fa che possiamo sentirti vicina ai nostri problemi […] Liberaci dal pericolo di pensare che le esperienze spirituali vissute da te duemila anni fa siano improponibili oggi per noi, figli di una civiltà che, dopo essersi proclamata postmoderna, postindustriale e post-nonsoché, si qualifica anche come post-cristiana. Facci comprendere che la modestia, l’umiltà, la purezza sono frutti di tutte le stagioni della sto- ria, e che il volgere dei tempi non ha alterato la composizione chimica di certi lavori quali la gratuità, l’obbedienza, la fiducia, la tenerezza, il perdono. Sono valori che tengono ancora e che non andranno mai in disuso. Ritorna, perciò, in mezzo a noi e offri a tutti l’edizione aggiornata di quelle grandi virtù umane che ti hanno resa grande agli occhi di Dio. Santa Maria […] mettiti accanto a noi e ascoltaci mentre ti confidiamo le ansie quotidiane che assillano la nostra vita moderna: lo stipendio che non basta, la stanchezza da stress, l’incertezza del futuro, la paura di non farcela, la solitudine interiore, l’usura dei rapporti, l’instabilità degli affetti, l’educazione difficile dei figli, l’incomunicabilità perfino delle persone più care, il capogiro delle tentazioni, la tristezza delle cadute, la noia del peccato…Facci sentire la tua rassicurante presenza, o Madre dolcissima di tutti noi.

Ringraziamo il Signore che ci ha concesso di pregare e insieme diciamo: Padre nostro! La Pace del Signore venga in tutti noi: Scambiamoci la pace del Signore!

Il Signore benedica noi, benedica le nostre famiglie, benedica questa nostra città e la sua misericordia sia sempre in mezzo a noi.

Amen

Canto finale

 

Fraternità Francescana Frate Jacopa – Preghiera mese di febbraio 2019