Siamo entrati nel tempo dell’Avvento e la Chiesa ci invita a svegliarci, a vigilare perché il Signore viene e noi rischiamo di non accorgercene, rannicchiati nel sonno e nell’accidia, impegnati negli affanni della vita e nella ricerca di un benessere solo materiale. Proprio per questo vogliamo fermarci davanti al Signore su un tema fondamentale per ognuno di noi: il tema della preghiera. Scambiando pensieri e impressioni con amici siamo arrivati alla conclusione che la pandemia ha portatole persone ad una specie di deserto, di stanchezza, di indifferenza, svuotando il nostro cuore e la nostra mente. Non
solo l’incontro tra le persone; ma anche l’incontro con Gesù Cristo sembra aver perso attrattiva. Da più parti viene affermata la necessità di girare pagina e di ricominciare: un nuovo inizio, una ripresa, tornando a quel che conta, vincendo l’inerzia, l’aridità che in questo tempo ci ha afferrato. Ridare
anima, senso a quel che facciamo; e quasi tutti hanno indicato nella preghiera il punto di ripresa. Nella preghiera infatti si rinnova l’amicizia con il Signore, la consapevolezza di essere amati, la certezza di camminare insieme con Lui.
Veglia di preghiera
Presidente: Iniziamo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
Preghiamo insieme:
Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio, concedi a noi miseri, per la forza del tuo
amore, di fare quello che sappiamo che tu vuoi e di volere sempre quello che a te piace, affinché
sempre più interiormente purificati, interiormente illuminati e infiammati dal fuoco dello
Spirito santo possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo e, con
l’aiuto della tua sola grazia, giungere a te, o Altissimo, che nella Trinità perfetta e nell’Unità semplice,
vivi e regni e sei glorioso, Dio onnipotente, per tutti secoli dei secoli. Amen
Canto
Nel periodo più intenso della pandemia, maggio 2020 – giugno 2021, Papa Francesco ha dedicato
39 udienze per parlare sulla vita interiore e sulla preghiera. Questa sua scelta ci dice il suo
voler sostenere i credenti sottoposti in questo tempo ad una forte spinta alla depressione e
allo scoraggiamento. Ha parlato della fede chiamando la preghiera “respiro della fede e sua
espressione più propria”. Ha chiamato anche la preghiera come “grido”: “grido della preghiera
di tutti gli uomini e le donne, di qualsiasi religione. Anzi, come afferma S. Paolo, “l’intera creazione
geme e soffre le doglie del parto”. La preghiera è questo gemere, questo gridare al Signore.
Dal Catechismo della Chiesa Cattolica (2598)
L’evento della preghiera ci viene pienamente rivelato nel Verbo che si è fatto carne e dimora
in mezzo a noi. Cercare di comprendere la sua preghiera attraverso ciò che i suoi testimoni ci
dicono di essa nel Vangelo, è avvicinarsi al Santo Signore Gesù come al roveto ardente: dapprima
contemplarlo mentre prega, poi ascoltare come ci insegna a pregare, infine conoscere come Egli
esaudisce la nostra preghiera. Il Figlio di Dio diventato figlio della Vergine ha imparato a pregare
secondo il suo cuore d’uomo. Lo apprende da sua Madre, che serbava e meditava nel suo
cuore tutte le “grandi cose” fatte dall’Onnipotente. Lo apprende nelle parole e nei ritmi della
preghiera del suo popolo, nella sinagoga di Nazaret e al Tempio [… ]. Gesù si ritira spesso in disparte,
nella solitudine, sulla montagna, generalmente di notte, per pregare. Egli porta gli uomini
nella sua preghiera, poiché egli ha pienamente assunto l’umanità nella sua Incarnazione e
li offre al Padre offrendo se stesso. Egli, il Verbo che si “è fatto carne”, nella sua preghiera
umana partecipa a tutto ciò che vivono i “suoi fratelli”; compatisce le loro infermità per liberarli
da esse. Proprio per questo il Padre l’ha mandato.
Preghiamo con le parole di Papa Francesco:
Dio Onnipotente, che sei presente in tutto l’universo e nella più piccola delle tue creature, Tu
che circondi con la tua tenerezza tutto quanto esiste, riversa in noi la forza del tuo amore affinché
ci prendiamo cura della vita e della bellezza. Inondaci di pace, perché viviamo come fratelli
e sorelle senza nuocere a nessuno.
O Dio dei poveri, aiutaci a riscattare gli abbandonati e i dimenticati di questa terra che tanto
valgono ai tuoi occhi. Risana la nostra vita, affinché proteggiamo il mondo e non lo deprediamo,
affinché seminiamo bellezza e non inquinamento e distruzione. Tocca i cuori di quanti cercano
solo vantaggi a spese dei poveri e della terra. Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa, a contemplare
con stupore, a riconoscere che siamo profondamente uniti con le creature nel nostro
cammino verso la tua luce infinita.
Grazie perché sei con noi tutti giorni. Sostienici, per favore, nella nostra lotta per la giustizia,
l’amore e la pace.
Canto
La preghiera è difficile ed è faticosa per tutti. A volte pensiamo che non sia così per il nostro
vicino, ma è falso: ci sono state persone che hanno avuto la facilità della preghiera, ma questo è
un dono raro. La preghiera è una lotta e l’immagine biblica che la rappresenta è la lotta di Giacobbe
con l’angelo al guado dello Iabbok. Molte volte siamo davanti a Dio come mattoni refrattari.
Ma ecco che in nostro aiuto viene lo Spirito Santo, lo Spirito che abita in noi fin dal momento
del Battesimo. Lo Spirito ci dà il dono della preghiera ed è Lui stesso a pregare in noi, come ci
assicura S. Paolo.
Dalla lettera ai Romani di S. Paolo Apostolo (8,14-27)
Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno
spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per
mezzo del quale gridiamo: “Abba! Padre!” Lo Spirito stesso, insieme al nostro Spirito, attesta che
siamo figli di Dio […] Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili
alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa
verso la rivelazione dei figli di Dio. La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per
sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione
sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di
Dio […] . Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo
conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che
cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio. Parola di Dio.
Invochiamo ora lo Spirito Santo:
Spirito Santo donato a noi da Gesù risorto, noi crediamo che fin dal momento del nostro Battesimo
tu abiti in noi come in un tempio, ci plasmi con la tua misericordia rendendoci pietre vive
per l’edificio santo che è la Chiesa, concedici di non resistere alla tua opera e di fare in tutto la
volontà del Padre, Sii benedetto per tutti i secoli! Signore, manda il tuo Spirito e rinnova la faccia
della terra!
Spirito Santo, insegnaci la preghiera nel segreto, la preghiera nel nostro intimo, faccia a faccia
con il nostro Padre. Per questo donaci sentimenti filiali perché possiamo pregare come un figlio
si rivolge al suo padre. Signore, manda il tuo Spirito e rinnova la faccia della terra!
Spirito Santo, fin dall’inizio del nostro cammino di fede abbiamo sentito l’impegno a pregare
come un debito che dobbiamo a tutta l’umanità e a tutto l’universo. Tu ci chiami a unirci a Gesù
Cristo e a tutti i cristiani sparsi in tutto il mondo per essere luce e sale per la salvezza dell’umanità.
Signore, manda il tuo Spirito che rinnova la faccia della terra!
Canto
Nelle catechesi sulla preghiera Papa Francesco dà molto risalto alla storia evangelica di Bartimeo,
un uomo cieco e solitario la cui vita sembra non interessare a nessuno. In questo racconto
salta agli occhi il “ grido” del cieco ed anche la “bella ostinazione che bussa al cuore di Gesù”. Le
parole gridate dal cieco, riprese dall’itinerario spirituale del Pellegrino russo, sono la preghiera
che si adatta al respiro della vita e che testimonia come un fuoco sacro arde nel nostro cuore:
“Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me”. Nel Vangelo secondo Luca troviamo le parole di Gesù
in risposta alla richiesta degli Apostoli “Signore, insegnaci a pregare”.
Dal Vangelo Secondo Luca (11,1-13)
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: “Signore,
insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”. Ed egli disse
loro: “Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni
giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a
ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione.” Poi disse loro: “Se uno di voi ha un
amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: ”Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un
amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “ Non mi importunare,
la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i
pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza
si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato,
cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce,
gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque,
che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo
darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!”.
Terminiamo il nostro incontro di preghiera con una accorata preghiera di Paolo VI a Gesù Cristo:
O Cristo, nostro unico mediatore, tu ci sei necessario: per vivere in Comunione con Dio Padre;
per diventare con te, che sei Figlio unico e Signore nostro, suoi figli adottivi; per essere rigenerati
nello Spirito Santo.
Tu ci sei necessario, o solo vero maestro delle verità recondite e indispensabili della vita, per
conoscere il nostro essere e il nostro destino, la via per conseguirlo.
Tu ci sei necessario, o Redentore nostro, per scoprire la nostra miseria e per guarirla; per avere
il concetto del bene e del male e la speranza della santità; per deplorare i nostri peccati e per
averne il perdono.
Tu ci sei necessario, o fratello primogenito del genere umano, per ritrovare le ragioni vere della
fraternità fra gli uomini, i fondamenti della giustizia, i tesori della carità, il bene sommo della
pace, Tu ci sei necessario, o grande paziente dei nostri dolori, per conoscere il senso della sofferenza
e per dare ad essa un valore di espiazione e di redenzione.
Tu ci sei necessario, o vincitore della morte, per liberarci dalla disperazione e dalla negazione e
per avere certezze che non tradiscono in eterno. Tu ci sei necessario, o Cristo, o Signore, o Diocon-
noi, per imparare l’amore vero e camminare nella gioia e nella forza della tua carità, lungo il
cammino della nostra vita faticosa, fino all’incontro con Te amato, con Te atteso, con Te benedetto
nei secoli.
Ci rivolgiamo con cuore semplice ed umile a Maria madre di Gesù e madre nostra perché custodisca
in noi il desiderio di pregare e non permetta che il nostro cuore si inaridisca:
Sotto la tua protezione troviamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi
che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o vergine gloriosa e benedetta.
Preghiamo come ci ha insegnato Gesù: Padre nostro!
La pace del Signore Gesù sia sempre con noi!
Il Signore ci benedica e ci custodisca, mostri a noi il suo volto ed abbia misericordia di noi. Rivolga
verso di noi il suo sguardo e ci dia pace. Il Signore ci benedica!
Amen
Canto finale