img2453Nel cammino dell’anno liturgico la Quaresima ha una importanza particolare. Essa è un tempo per fare memoria di Gesù che all’inizio della sua vita pubblica, dallo Spirito fu portato nel deserto per essere tentato, per affrontare il combattimento con Satana che lo spingeva ad assumere una via diversa da quella che il Padre aveva prevista per lui: una via di potenza e di successo, mentre il Padre lo chiamava ad essere un Messia povero, umile, non appariscente, del tutto simile all’uomo.
Fin dai suoi inizi la comunità cristiana visse con impegno particolare il tempo della Quaresima, conservandolo con il carattere di combattimento penitenziale da affrontare con le armi indicate da Gesù stesso: la preghiera, il digiuno, l’elemosina. Allo stesso tempo la Chiesa accompagnava i Catecumeni nell’ultimo tratto del cammino verso il Battesimo che avrebbero ricevuto nella Veglia Santa della Pasqua nella celebrazione della Resurrezione di Gesù.
Papa Francesco, per aiutarci nel cammino quaresimale, ci ha inviato un Messaggio, che lui stesso ci spiega trattarsi di “alcune riflessioni, perché possano servire al cammino personale e comunitario di conversione. Prendo lo spunto dall’espressione di S. Paolo ’conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà’ (2 Cor 8,9)”. La nostra preghiera vuole accogliere questo Messaggio e farlo arrivare al cuore e alla mente nostra e delle persone che possiamo incontrare.

 

                                                           Veglia di preghiera

 

Iniziamo la preghiera nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
L’amore del Padre, la pace del Figlio e la gioia dello Spirito Santo riempia il cuore di tutti noi. Amen.

 

Preghiamo: Signore Dio, nostro Padre che ci concedi anche quest’anno di vivere questo tempo della Quaresima, tempo favorevole per un nostro rinnovamento interiore, donaci il tuo Santo Spirito perché ognuno di noi fissi gli occhi nel tuo Figlio Gesù Cristo e in Lui possa conoscere la tua volontà. In particolare facendo memoria di Gesù che nel deserto lotta contro Satana che tenta di dargli un indirizzo alla sua missione di Messia, il tuo Spirito ci aiuti a decidere di intraprendere la lotta contro lo spirito mondano e contro il nostro egoismo che vogliono dirigere la nostra vita. Lo chiediamo a Te che vegli con amore misericordioso su ciascuno di noi e chiediamo l’intercessione del tuo Figlio Gesù che con Te e lo Spirito Santo vive e regna glorioso per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Canto 

 

Papa Francesco, fedele al suo compito di Pastore e guida di tutto il Popolo di Dio, ci ha inviato un Messaggio per vivere meglio la Quaresima. Questo suppone in noi un’attesa, un desiderio di  ricevere acqua per la nostra sete. Ma se noi non avvertiamo la sete, se in noi non c’è la convinzione che la gioia e la pace non ci vengono dai soldi, dalla salute, dalla vita comoda, dal non aver problemi… siamo nel sonno, siamo nella non vita. Per svegliarci, come Gesù, lasciamo che lo Spirito ci porti nel deserto, cioè in una condizione di silenzio interiore, di riflessione, di preghiera e di ascolto.

 

Dal Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2014 Spoliazione

Prendo lo spunto dall’espressione di S.Paolo: “Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2 Cor 8,9). Queste parole ci dicono qual è lo stile di Dio. Dio non si rivela con i mezzi della potenza e della ricchezza del mondo, ma quelli della debolezza e della povertà: “Da ricco che era, si è fatto povero per voi…” Cristo, il Figlio eterno di Dio, uguale in potenza e gloria con il Padre, si è fatto povero; è sceso in mezzo a noi, si è fatto vicino ad ognuno di noi; si è spogliato, “svuotato”, per rendersi in tutto simile a noi. È un grande mistero l’Incarnazione di Dio! Ma la ragione di tutto questo è l’amore divino, un amore che è grazia, generosità, desiderio di prossimità, che non esita a donarsi e sacrificarsi per le creature amate. La carità, l’amore è condividere in tutto la sorte dell’amato. L’amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e le distanze. E Dio ha fatto questo con noi. Gesù infatti “ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con intelligenza d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorchè nel peccato” (GS,22). Lo scopo del farsi povero di Gesù non è la povertà in se stessa, ma – dice S. Paolo – “perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà”. Non si tratta di un gioco di parole, di un’espressione ad effetto! È invece una sintesi della logica di Dio, la logica dell’amore, la logica dell’Incarnazione e della Croce. Parola della Chiesa.

 

Preghiamo:

Non finiamo mai di conoscerti, Gesù Cristo nostro Dio e nostro fratello. In Te infatti si rivela il mistero dell’amore del Padre, mistero profondo che supera le nostre capacità. La contemplazione della tua povertà ci fa capire ancora una volta come “le vie del Signore sono diverse dalle nostre vie” e abbiamo bisogno di andare oltre i nostri normali criteri; abbiamo bisogno di aprirci, di ascoltare, di conservare nel cuore.
La tua povertà, la tua umiltà, il tuo discendere fino a noi, ci commuove e ci mette nella gioia. La tua povertà ci arricchisce: quando ti sei fatto carne hai preso su di Te le nostre debolezze e ci hai comunicato la misericordia infinita del Padre.
Davanti al tuo amore misericordioso non ci spaventiamo delle nostre miserie: siamo convinti che Tu ci ami come siamo e che più che fissarci sui nostri peccati ci conviene tener fisso lo sguardo su di Te. Signore Gesù donaci il tuo Spirito e che in noi nasca un forte desiderio di contraccambiare il tuo amore. Amen

 

Canto 

 

Gesù sceglie di essere povero e proprio per questo era attento alle miserie che incontrava intorno a Lui: le toccava, se ne faceva carico, ed operava concretamente per alleviarle. Veramente Gesù passava tra la gente risanando, guarendo, consolando. Inviandoci a portare il Vangelo, invia anche noi ad essere misericordiosi, ad accompagnare l’annuncio della salvezza del Signore con atteggiamenti e azioni che testimoniano l’amore misericordioso di Dio. Il Messaggio del Santo Padre ci invita ad avere gli stessi sentimenti di Gesù, a guardare l’umanità con i suoi occhi, a camminare come poveri e ad essere consapevoli di ogni tipo di miseria presente tra la gente: miseria materiale, miseria morale, miseria spirituale: “il cristiano è chiamato a portare in ogni ambiente l’annuncio liberante che esiste il perdono del male commesso, che Dio è più grande del nostro peccato e ci ama gratuitamente, sempre, e che siamo fatti per la comunione e per la vita eterna. Il Signore ci invita ad essere annunciatori gioiosi di questo messaggio di misericordia e di speranza!”.

 

Dal Vangelo secondo Matteo (9,35–10,1)

Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il Vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!”. Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. Parola del Signore. Preghiamo con le parole del beato Giovanni Paolo II. In Te, Gesù, che ti sei fatto povero per noi, la Chiesa desidera ritrovare di nuovo la forza della beatitudine dei poveri, dei poveri in spirito, dei quali è il regno dei cieli. Con la forza di questa beatitudine desidera trasformare gli uomini, le società e i sistemi. Desidera costruire “la terra nuova e i cieli nuovi”.
Noi affermiamo la nostra solidarietà con la sterminata moltitudine dei poveri, con i loro diritti, con le loro speranze.
Noi affermiamo la nostra solidarietà con tutti coloro che muoiono di fame, con le migliaia di profughi che si trovano forzatamente lontani dalla patria e, privi come Te, Cristo, privi di un tetto, vivono tanto spesso in condizione indegna di esseri umani.
Affermiamo la nostra solidarietà con i disoccupati, con gli impoveriti, con le persone che, per malattia, vecchiaia o sventura bevono il calice amaro della solitudine e dell’abbandono.
Affermiamo la nostra solidarietà con le famiglie che soffrono per il dissesto morale in esse introdotto dalla cinica società dei consumi, con quanti lottano per sottrarsi alle spire della droga, della violenza e delle organizzazioni criminose.
Affermiamo la nostra solidarietà con tutte le vittime colpite nella sfera dei valori spirituali e sociali, con quanti sono privati della libertà, della dignità e della sicurezza; con quanti sono esclusi per nazionalità o razza, con quanti non possono esprimere liberamente il loro pensiero, con quanti sono sottoposti a violenze che profanano l’intimo santuario della coscienza. La tua luce, Gesù raggiunga il cuore e la mente di tutti gli uomini. La forza del tuo Santo Spirito renda anche noi, poveri e deboli, capaci di effondere il profumo del tuo Vangelo in questo nostro mondo. Amen

 

Canto

 

Non potremo parlare di povertà se non avremo seguito e imitato Gesù che si è fatto povero. Ci vengono in mente le parole di S.Francesco: “Io, frate Francesco piccolino, voglio seguire la vita e la povertà dell’altissimo Signore nostro Gesù Cristo e della sua santissima Madre e perseverare in essa fino alla fine” (FF 140). Il Messaggio di Papa Francesco ci domanda concretezza: “La Quaresima è un tempo adatto per la spogliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà. Non dimentichiamo che la vera povertà duole”. Mettiamoci con umiltà all’ascolto della Parola di Dio.

 

Dalla lettera dell’apostolo Giacomo (2, 1- 6. 14 – 17)

Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali. Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: ”Tu siediti qui, comodamente” e al povero dite: “Tu mettiti là, in piedi”, oppure: “Siediti qui ai piedi del mio sgabello”, non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi? Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano? Voi invece avete disonorato il povero!…
A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: “Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta. Parola di Dio

 

Un breve tempo di silenzio;

e poi preghiere spontanee che invitano l’assemblea a pregare per particolari situazioni di povertà, di solitudine, di esclusione, di malattia, di miseria morale, di miseria spirituale. I nostri incontri di preghiera devono essere una forte invocazione al Signore a nome di tutta l’umanità.

 

Concludiamo con la preghiera del Padre nostro.

 

Scambiamoci un segno della pace: la pace che viene dal Signore Gesù attraverso la nostra parola e il nostro cuore raggiunga tutti i fratelli e le sorelle radunate con noi a pregare.

 

Invochiamo la benedizione del Signore.

Il Signore ci benedica e ci custodisca.

Mostri a noi il suo volto sereno e misericordioso.

Il Signore guidi i nostri passi sulle orme di S. Francesco.

Il Signore ci dia pace.

Amen

 

Canto finale