Papa Francesco nelle udienze del mercoledì ci sollecita a riflettere sul tema della preghiera nella nostra vita cristiana. Le sue catechesi sono semplici e sempre calate nelle problematiche che tutti incontriamo quando decidiamo di pregare. Anche noi abbiamo scelto in questo mese di pregare mettendoci davanti al Signore con la nostra quotidianità che tante volte non riusciamo ad apprezzare, a credere come l’amore di Dio la renda preziosa e come lo Spirito del Signore sia in azione nella nostra vita normale familiare, lavorativa, ricreativa. Nella Esortazione Apostolica “Gaudete et exsultate” un titoletto ha suscitato un particolare interesse tra i cristiani: “I santi della porta accanto”, cioè quelle persone che vivono vicino a noi e che hanno nella vita una bontà di sostanza, una bontà robusta, fatta di vita donata generosamente. Noi crediamo che lo Spirito del Signore, come la linfa nella vite, fa portare frutti abbondanti. Non dobbiamo stupirci se si parla di santità; infatti come afferma S. Paolo, noi cristiani siamo “santi”, perché amati da Dio, non perché perfetti, migliori degli altri. Abbiamo bisogno di conoscere la dignità e la preziosità della vita animata dallo Spirito del Signore.

                                                                                                            Veglia di preghiera

Presidente: Iniziamo la preghiera nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Insieme preghiamo con S. Francesco:

Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio, concedi a noi miseri, per la forza del tuo amore, di fare quello che sappiamo che tu vuoi e di volere sempre quello che a te piace, affinché sempre più interiormente illuminati e infiammati dal fuoco dello Spirito Santo, possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo e, con l’aiuto della sola tua grazia, giungere a Te, o Altissimo, che nella Trinità perfetta e nell’Unità semplice, vivi e regni e sei glorioso, Dio onnipotente, per tutti i secoli dei secoli. Amen

Canto

Se osserviamo superficialmente il nostro mondo, con difficoltà distinguiamo la vita dei cristiani dalla vita di chi non è cristiano anche perché la corruzione e l’ingiustizia sembrano presenti dappertutto. Ma non è così. Il cristiano è battezzato, la grazia di Gesù morto e risorto, per la presenza dello Spirito Santo, è stata riversata in lui ed è diventata un lievito nuovo che lo rende figlio di Dio, una persona nuova. Purtroppo per molti il Battesimo si è nascosto, come il fuoco
sotto la cenere. È urgente rimuovere la cenere e ridare lo splendore al fuoco.

 

Dalla Esortazione Apostolica “Gaudete Exsultate” (14)
Per essere santi non è necessario essere vescovi, sacerdoti, religiose o religiosi. Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così. Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova. Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un lavoratore? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli. Sei genitore o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a seguire Gesù. Hai autorità? Sii santo lottando a favore del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi personali. Lascia che la grazia del tuo Battesimo fruttifichi in un cammino di santità. Lascia che tutto sia aperto a Dio e a tal fine scegli lui, scegli Dio sempre di nuovo. Non ti scoraggiare, perché hai la forza dello
Spirito Santo affinché sia possibile, e la santità, in fondo, è il frutto dello Spirito Santo nella tua vita [ … ]. Ogni cristiano, nella misura in cui si santifica, diventa più fecondo per il mondo. I Vescovi dell’Africa Occidentale ci insegnano: “Siamo chiamati, nello spirito della nuova evangelizzazione, ad essere evangelizzati e a evangelizzare mediante la promozione di tutti i battezzati, affinché assumiate i vostri ruoli come sale della terra e luce del mondo dovunque vi troviate”.

 

Consapevoli della nostra fragilità rivolgiamo la nostra preghiera a Gesù Cristo perché faccia scendere su di noi il suo Santo Spirito affinché possiamo vedere la preziosità della vita che ci ha donata anche se è racchiusa in vasi di argilla.

 

Ripetiamo: Signore Gesù, Figlio di Dio Altissimo, abbia pietà di noi!

La bellezza della vita che tu ci doni vinca la tristezza delle nostre depressioni, dei nostri abbattimenti, dei momenti neri e delle nostre paure: Signore Gesù, Figlio di Dio Altissimo, abbia pietà di noi!

Succede che in famiglia si rovinino in modo insanabile le relazioni tra gli sposi o le relazioni tra genitori e figli; e allora le convivenze diventano pesanti e i rapporti diventano armi per ferire. Guariscici nel profondo e ognuno di noi impari la carità, l’accoglienza e il perdono. Signore Gesù. Figlio di Dio Altissimo, abbia pietà di noi!

La cronaca dei nostri giorni ci racconta fatti di una crudeltà inaudita. La forza della tua Resurrezione venga a liberaci dal potere del maligno. Signore Gesù, Figlio di Dio Altissimo, abbia pietà di noi!

È veramente incredibile che ancora ci siano luoghi e nazioni in cui le persone si uccidono con armi che loro stessi hanno comprato a caro prezzo. E così c’è chi si arricchisce sulla morte e sulle distruzioni. Signore Gesù, Figlio di Dio Altissimo, abbi pietà di noi.

 

Canto

 

Il segreto del nostro ottimismo e della nostra pace sta nel fatto che noi ci fidiamo dell’azione dello Spirito di Gesù in noi: Gesù risorto ha riversato gratuitamente il suo Spirito nei nostri cuori e la sua presenza ci trasforma e ci plasma come figli, con la dignità di sacerdoti, re e profeti. Per noi è importante riconoscere l’opera di Dio in noi ed aprirci alla sua grazia, incamminandoci nel bene.

 

Dalla lettera di S. Paolo ai Galati (5,13-26)
Voi, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri [ … ]. Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il Regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza dominio di sé. Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri. Parola di Dio!

 

Rispondiamo con una antica preghiera allo Spirito Santo

Siamo qui davanti a Te, Signore, Spirito Santo, trattenuti dal pesante fardello delle nostre debolezze, ma ora riuniti nel tuo nome. Vieni e resta qui con noi, penetra nei nostri cuori: insegnaci cosa fare, in quale direzione camminare, che cosa operare per poterti essere graditi, col tuo aiuto, in ogni cosa. Sii tu solo a suggerire e a far sorgere i nostri giudizi, tu che sei il solo a possedere con Dio Padre e con il Figlio suo, un Nome glorioso.

Non tollerare che ci facciamo perturbatori della giustizia, tu che ami la più grande equità. L’ignoranza non ci trascini verso il male e non ci pieghi l’interesse, né ci corrompa la proposta di cariche o di ruoli, ma tienici stretti a te con il dono della tua sola grazia, perché diventiamo uno in te e in nulla ci discostiamo dalla verità.

Fa’ che riuniti nel tuo santo nome sappiamo compaginare giustizia e misericordia, in modo tale che il nostro sentire non sia ora diverso dal tuo e che in futuro possiamo ricevere, a motivo della nostra condotta irreprensibile, i tuoi doni senza fine. Amen

 

Canto

 

È evidente a tutti noi quanto sia difficile incidere nella nostra società. Anche noi stessi come persone quasi ci nascondiamo, dimenticando che la luce della fede ci è stata data perché possiamo proporla anche a chi non crede. S. Francesco si diceva in debito di portare il Vangelo, di aiutare gli altri che non avevano la fortuna di vivere nella Chiesa. Un impegno particolare in questo nostro tempo ci è chiesto: di avere cura del creato. E questa non è una moda, ma è una esigenza precisa della nostra vita quotidiana ed è anche un “mandato” da proporre a tutti.

 

Dal Vangelo Secondo Matteo (7,21-29)
Gesù disse ai suoi discepoli: Non chiunque mi dice: “Signore, Signore!” entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi? Ma allora io dichiarerò loro: “ Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa
cadde e la sua rovina fu grande. Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi. Parola del Signore.

 

Concludiamo con un pensiero a Maria nostra madre, ma anche nostra sorella

Maria “ donna feriale”, visse sulla terra una vita comune a tutti, piena di sollecitudini familiari e di lavoro. Una preghiera di Don Tonino Bello

Santa Maria, donna feriale, forse tu sola puoi capire che questa nostra follia di ricondurti entro i confini dell’esperienza della terra, che noi pure viviamo, non è il segno di mode dissacratorie. Se per un attimo osiamo toglierti l’aureola, è perché vogliamo vedere quanto sei bella a capo scoperto. Se spegniamo i riflettori puntati su di te, è perché ci sembra di misurare meglio l’onnipotenza di Dio, che dietro le ombre della tua carne ha nascosto le sorgenti della luce. Sappiamo bene che sei destinata a navigazioni di alto mare. Ma se ti costringiamo a veleggiare sotto costa, non è perché vogliamo ridurti a livello del nostro piccolo cabotaggio, È perché, vedendoti così vicina alle spiagge del nostro scoraggiamento, ci possa afferrare la coscienza di essere chiamati pure noi ad avventurarci, come te, negli oceani della libertà.

Santa Maria, donna feriale, aiutaci a comprendere che il capitolo più fecondo della teologia non è quello che ti pone all’interno della Bibbia o della patristica, della spiritualità o della liturgia, dei dogmi o dell’arte. Ma è quello che ti colloca all’interno della casa di Nazaret, dove tra pentole e telai, tra lacrime e preghiere, tra gomitoli di lana e rotoli della Scrittura, hai sperimentato, in tutto lo spessore della tua antieroica femminilità, gioie senza malizia, amarezza senza disperazioni,
partenze senza ritorni.

Santa Maria, donna feriale, liberaci dalle nostalgie dell’epopea, e insegnaci a considerare la vita quotidiana come il cantiere dove si costruisce la storia della salvezza. Allenta gli ormeggi delle nostre paure, perché possiamo sperimentare come te l’abbandono alla volontà di Dio nelle pieghe prosaiche del tempo e nelle agonie lente delle ore. E torna a camminare discretamente con noi, o creatura straordinaria innamorata di normalità, che prima di essere incoronata regina del cielo, hai ingoiato la polvere della nostra povera terra.

 

Poniamo sotto la protezione di Maria la condizione di tutta l’umanità che in molte parti vive la minaccia della pandemia:

O santa Madre del Redentore, porta dei cieli, stella del mare, soccorri il tuo popolo che anela a risorgere. Tu che accogliendo il saluto dell’angelo, nello stupore di tutto il creato, hai generato il tuo Creatore, madre sempre vergine pietà di noi peccatori!

 

Concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci a Dio che è nostro Padre: Padre nostro!

 

La pace del Signore, che sempre Gesù augura ogni volta che visita i suoi Apostoli, sia sempre con noi!

 

E su tutti noi scenda la benedizione del Signore: Il Signore ci benedica e ci custodisca, volga a noi il suo sguardo pieno di misericordia, il Signore ci dia pace. Amen

 

Canto finale