img2453Conosciamo la sconfinata dimensione che ha la povertà oggi. Il recente Sinodo per l’Amazzonia ci ha aperto squarci sconfinati su popolazioni impoverite e private dei loro diritti. Noi stessi, pur vivendo tra i ricchi di questa terra, incontriamo poveri di pane, di affetti, di diritti nella nostra vita quotidiana quando attraversiamo le nostre strade. Abbiamo urgenza di guardare i poveri con occhi e cuore nuovo. I poveri hanno un posto privilegiato nella parola di Dio. Gesù Cristo, nel Discorso della montagna, ha proclamato beati i poveri e Lui stesso ha assunto la povertà come suo stile di vita (da ricco che era si è fatto povero). Dio è invocato come “Padre dei poveri”. Dagli inizi nella Chiesa si è proclamato un “amore preferenziale per i poveri”. I poveri ci aiutano a liberare la nostra vita dalle tante preoccupazioni inutili e a cercare le cose essenziali come la dignità della persona e la fiducia solo in Dio nostro Padre. In altre parole essi ci evangelizzano e ci comunicano una sapienza di vita. Il Messaggio di Papa Francesco per la III Giornata dei Poveri, che abbiamo scelto come testo su cui pregare, ci porta in presenza la gravissima ingiustizia per le condizioni di miseria in cui vivono i poveri nella nostra società. I poveri attendono da noi un aiuto, un sostegno per sentire che c’è una speranza alla loro difficile condizione.

 

 

                                                                                  Veglia di preghiera

Presidente – Iniziamo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen Gesù che si è fatto nostro fratello, che ha preso su di sé la nostra debolezza ed è passato tra noi come un mendicante, ci dia il suo Spirito per renderci amici di tutti i poveri. La sua pace sia con noi e rimanga per sempre con noi.

 

Preghiamo: Signore, Dio Onnipotente e padre di tutti gli uomini, nella creazione tu ci hai donato i beni sufficienti per una vita dignitosa per tutta la famiglia umana, ma noi con il nostro egoismo abbiamo escluso interi popoli dalla mensa comune; nei nostri cuori malati abbiamo corrotto le relazioni e abbiamo creato fiumi di gente emarginata e scartata e ci siamo chiusi nel nostro egoismo. Per intercessione di Gesù Cristo tuo Figlio e nostro fratello ti preghiamo aiutaci a rinnovare i rapporti tra noi perché nessuno venga escluso e i tuoi beni vengano condivisi tra tutti, perché appartengono a tutti. Te lo chiediamo per Cristo tuo Figlio e nostro fratello. Amen

 

Canto 

 

Guida – Accogliamo con animo libero e attento il Messaggio di Papa Francesco che ci manifesta la volontà di Dio per questo nostro tempo. Rifugiarci nella indifferenza o dire: ci penseranno gli altri, non è degno della dignità di figli di Dio che ci è stata data nel Battesimo.

 

Dal Messaggio di Papa Francesco per la III Giornata Mondiale dei poveri
È un ritornello permanente delle Sacre Scritture la descrizione dell’agire di Dio in favore dei poveri. Egli è colui che “ascolta”, “interviene”, “protegge”, “difende”, “riscatta”, “salva”… Insomma, un povero non potrà mai trovare Dio indifferente o silenzioso dinanzi alla sua preghiera. Dio è colui che rende giustizia e non dimentica (cfr Sal 40,18; 70,6); anzi, è per lui un rifugio e non manca di venire in suo aiuto (cfr Sal 10,14). Si possono costruire tanti muri e sbarrare gli ingressi per illudersi di sentirsi sicuri con le proprie ricchezze a danno di quanti si lasciano fuori. Non sarà così per sempre. Il “giorno del Signore”, come descritto dai profeti (cfr Am 5,18; Is 2-5; Gl 1- 3), distruggerà le barriere create tra Paesi e sostituirà l’arroganza di pochi con la solidarietà di tanti. La condizione di emarginazione in cui sono vessati milioni di persone non potrà durare ancora a lungo. Il loro grido aumenta e abbraccia la terra intera. Come scriveva Don Primo Mazzolari: «Il povero è una protesta continua contro le nostre ingiustizie; il povero è una polveriera. Se le dai fuoco, il mondo salta». Non è mai possibile eludere il pressante richiamo che la Sacra Scrittura affida ai poveri.

 

Rispondiamo a queste parole del Messaggio di Papa Francesco con la preghiera di Santa Teresa di Calcutta. S. Teresa, come già S. Francesco d’Assisi, anche nell’intento di portare solidarietà alla vita dei poveri, scelse una vita povera per poter comprendere la loro povertà e mai passò vicino a un povero senza fermarsi e parlare con lui. Per lei la povertà è la libertà di servire i più poveri tra i poveri.

 

Preghiera:
Signore Gesù Cristo, aiutaci a conoscere veramente i poveri e ad attingere la gioia della speranza che essi sanno donare. Donaci il tuo Santo Spirito per essere capaci di vederti sotto le sembianze del volto sfigurato dei poveri.
Nella tua vita terrena i più poveri che incontravi erano i lebbrosi: oggi la malattia più grave non è la lebbra o la tubercolosi, ma la solitudine, il sentirsi ignorati, non amati, non voluti. Signore Gesù Cristo, nostro fratello, fa che non riteniamo che sia una perdita di tempo quello speso a sfamare gli affamati, a vestire gli ignudi, ad assistere i malati, a cercare una casa ai senza tetto, a insegnare agli ignoranti, amando chi non è amato, accettando chi non è voluto, perché tu hai detto: Voi l’avete fatto a me! Fa che crediamo seriamente che il nostro servizio ai poveri è l’espressione concreta del nostro amore verso di Te.
Rendici espressione della bontà del Padre: bontà sul nostro volto e nei nostri occhi, bontà nel nostro sorriso e nel nostro saluto verso tutti quelli che incontriamo e soprattutto verso gli esclusi, verso gli scarti della nostra società.

 

Canto

 

Guida – Dio ascolta il grido dei poveri, ma siamo invitati anche noi ad ascoltarlo. Dobbiamo domandarci: chi aiuta i poveri ad alzare gli occhi alla misericordia di Dio, chi aiuta i poveri ad avere speranza? Certamente la loro condizione ha bisogno di una forza che vada oltre, che penetri gli avvenimenti per vedere, al di là di tutto, l’amore del Padre.

 

Dal Messaggio di Papa Francesco per la III Giornata Mondiale dei Poveri
Come non evidenziare che le Beatitudini, con le quali Gesù ha inaugurato la predicazione del regno di Dio, si aprono con questa espressione: «Beati voi, poveri» (Lc 6,20)? Il senso di questo annuncio paradossale è che proprio ai poveri appartiene il Regno di Dio, perché sono nella condizione di riceverlo. Quanti poveri incontriamo ogni giorno! Sembra a volte che il passare del tempo e le conquiste di civiltà aumentino il loro numero piuttosto che diminuirlo. Passano i secoli, e quella beatitudine evangelica appare sempre più paradossale; i poveri sono sempre più poveri, e oggi lo sono ancora di più. Eppure Gesù, che ha inaugurato il suo Regno ponendo i poveri al centro, vuole dirci proprio questo: Lui ha inaugurato, ma ha affidato a noi, suoi discepoli, il compito di portarlo avanti, con la responsabilità di dare speranza ai poveri. È necessario, soprattutto in un periodo come il nostro, rianimare la speranza e restituire fiducia. È un programma che la comunità cristiana non può sottovalutare. Ne va della credibilità del nostro annuncio e della testimonianza dei cristiani. Nella vicinanza ai poveri, la Chiesa scopre di essere un popolo che, sparso tra tante nazioni, ha la vocazione di non far sentire nessuno straniero o escluso, perché tutti coinvolge in un comune cammino di salvezza. La condizione dei poveri obbliga a non prendere alcuna distanza dal Corpo del Signore che soffre in loro. Siamo chiamati, piuttosto, a toccare la sua carne per comprometterci in prima persona in un servizio che è autentica evangelizzazione.

 

Insieme invochiamo: Ascoltaci Signore!

Signore nostro Padre, muovici dalla paralisi che ci attanaglia quando consideriamo le dimensioni di questo vastissimo e difficile problema della povertà di tanti. Aiutaci a vedere che vicino a noi, c è sempre qualcuno che si trova nella necessità materiale, psicologica, spirituale e che il più grande dono che possiamo fare loro è la nostra amicizia e il poco che possiamo fare è pur sempre un sollievo.

 

Ascoltaci Signore!

 

Padre santo, mediante il dono dello Spirito di Gesù rinnova il nostro cuore e la nostra intelligenza. Facci capire che i poveri non sono soltanto persone alle quali possiamo dare qualcosa: anche loro hanno qualcosa da offrirci e da insegnarci. Essi ci insegnano che una persona non vale per quanto possiede, per quanto ha sul conto in banca: un povero, una persona priva di beni materiali, conserva sempre la sua dignità. I poveri ci richiamano ad uno stile di vita sobrio che si accontenta dell’essenziale. Aiutaci Signore a lasciarci evangelizzare dai poveri, a sentire preziosa la dignità di ogni uomo e a trovare modi e vie per onorarla nei fatti.

 

Ascoltaci Signore!

 

Padre santo, guida le idee e le decisioni dei responsabili dei popoli perché intendano la loro autorità come servizio al bene comune e come promozione dei più deboli. Padre santo, in particolare ti preghiamo per i cristiani perché qualunque sia la loro responsabilità nella vita sociale, si ricordino sempre che l’altro è Gesù Cristo e che in particolare quello che fanno al povero lo fanno a Gesù Cristo.

 

Ascoltaci Signore!

 

Canto 

 

Guida – Nel recente Sinodo per l’Amazzonia è stato messo in grande evidenza la connessione tra grido della terra (distruzione del creato) e grido dei poveri (sterminio della vita umana). Questa connessione esige una nuova alleanza tra creato ed umanità, tra la terra e la Chiesa. Non solo la Chiesa, ma tutti singolarmente siamo coinvolti mediante una conversione a quattro dimensioni: una dimensione culturale, una dimensione ecologica, una dimensione sociale, una dimensione pastorale. Sempre più la nostra speranza è chiamata ad appoggiarsi sull’amore di Dio e su una grande mobilitazione per il bene che ci unisce agli umili e ai poveri.

 

Dal Messaggio di Papa Francesco per la III Giornata Mondiale dei Poveri
Cari fratelli e sorelle, vi esorto a cercare in ogni povero che incontrate ciò di cui ha veramente bisogno; a non fermarvi alla prima necessità materiale, ma a scoprire la bontà che si nasconde nel loro cuore, facendovi attenti alla loro cultura e ai loro modi di esprimersi, per poter iniziare un vero dialogo fraterno. Mettiamo da parte le divisioni che provengono da visioni ideologiche o politiche, fissiamo lo sguardo sull’essenziale che non ha bisogno di tante parole, ma di uno sguardo di amore e di una mano tesa. Non dimenticate mai che «la peggiore discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale» (ibid., 200). I poveri prima di tutto hanno bisogno di Dio, del suo amore reso visibile da persone sante che vivono accanto a loro, le quali nella semplicità della loro vita esprimono e fanno emergere la forza dell’amore cristiano. Dio si serve di tante strade e di infiniti strumenti per raggiungere il cuore delle persone. Certo, i poveri si avvicinano a noi anche perché stiamo distribuendo loro il cibo, ma ciò di cui hanno veramente bisogno va oltre il piatto caldo o il panino che offriamo. I poveri hanno bisogno delle nostre mani per essere risollevati, dei nostri cuori per sentire di nuovo il calore dell’affetto, della nostra presenza per superare la solitudine. Hanno bisogno di amore, semplicemente.

 

Rivolgiamoci a Maria perché interceda per noi il dono dello Spirito che venga a rinnovare il nostro cuore e il cuore di tutti cristiani. Ci guidano le parole di Don Tonino Bello.

 

Santa Maria, donna di parte, come siamo distanti dalla tua logica! Tu ti sei fidata di Dio e, come Lui, hai scommesso tutto sui poveri, affiancandoti a loro e facendo della povertà l’indicatore più chiaro del tuo abbandono totale in Lui, il quale “ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti; ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti; ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono” (1 Cor 1, 27-29). Noi, invece, andiamo più sul sicuro […] continuiamo a fare assegnamento sulla forza e sul prestigio, sul denaro e sull’astuzia, sul successo e sul potere.
Quando ci decideremo, sul tuo esempio, a fare scelte umanamente perdenti, nella convinzione che solo passando dalla tua sponda potremo redimerci e redimere?

 

Santa Maria, donna di parte, tienici lontani dalla tentazione di servire a due padroni. Preservaci dal sacrilegio di legittimare, per un malinteso senso dell’universalità cristiana, le violenze consumate a danno degli oppressi.

 

Santa Maria, noi ti preghiamo per la Chiesa di Dio, che, a differenza di Te, fa tanta fatica ad allinearsi coraggiosamente con i poveri. In teoria essa dichiara l’“opzione preferenziale” in loro favore. Ma in pratica rimane spesso sedotta dalle manovre accaparratrici dei potenti. […] Dalle la fierezza di riscoprirsi coscienza critica delle strutture di peccato che schiacciano gli indifesi e respingono a quote subumane i due terzi del mondo. Ispirale accenti di fiducia. E mettile sulle labbra le cadenze eversive del Magnificat… Solo così potrà dare testimonianza viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace. E gli uomini si apriranno ancora una volta alla speranza di un mondo nuovo. Come avvenne quel giorno di duemila anni fa. Sui monti di Giuda.

 

Concludiamo questo momento di preghiera con le parole che Gesù ci ha insegnato e che ci ricordano che siamo figli di una sola famiglia, la famiglia di Dio, in cui Gesù è il Figlio primogenito, Dio è il Padre di tutti e noi siamo tutti fratelli.

 

Padre nostro

 

Su tutti noi scenda la Benedizione del Signore:
Il Signore ci dia la sua pace e il suo amore. Scambiamoci un gesto di pace.

 

Benedizione:
Il Signore ci benedica e ci custodisca,
mostri a noi il suo volto e abbia misericordia di noi.
Rivolga verso di noi il suo sguardo e ci dia pace.
Il Signore ci benedica e ci protegga sempre. Amen

 

Canto finale

 

Fraternità Francescana Frate Jacopa – Preghiera mese di novembre 2019