Una Lettera Enciclica è un documento lungamente pensato e profondo che richiede da noi una lettura attenta e uno studio profondo. L’Enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco è sostanziosa e tratta tanti argomenti interessanti su cui ogni cristiano deve riflettere per essere realmente Chiesa del Signore. Anche nella preghiera vogliamo rifarci ad essa. In particolare questa volta meditiamo la parabola del Buon Samaritano che è la parola di Dio sulla quale si basa tutto il documento, il centro teologico dell’Enciclica. Papa Francesco stesso ci aiuta ad entrare nel significato dell’Enciclica: “Nell’intento di cercare una luce in mezzo a ciò che stiamo vivendo” (56). Via via che scorrono i numeretti il documento del Papa, in una magistrale sintesi, riprende i numerosi interventi sull’insegnamento fondamentale dell’appartenenza di tutti all’unica famiglia umana e della dignità intangibile di ogni persona umana. Da queste basi nasce la fraternità come unica via per un rinnovamento della convivenza umana. Siamo molto lontani da queste mete e umilmente riconosciamo di aver bisogno dell’intervento del Signore per camminare su questa via. Nella preghiera chiediamo la luce e la forza dello Spirito Santo.

 

                                                                         Veglia di preghiera
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: mettiamo il nostro cuore e tutta la nostra attenzione in Dio nostro creatore e nostro redentore.

Preghiamo con S. Francesco: Dio onnipotente, eterno, giusto e misericordioso, concedi a noi miseri di fare, a causa di te stesso, ciò che sappiamo che tu vuoi e di volere sempre ciò che a te piace, affinché, interiormente illuminati e accesi dal fuoco dello Spirito Santo, possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo, e, per tua sola grazia, giungere a te, o Altissimo che nella Trinità perfetta e nell’Unità semplice vivi e regni e sei glorificato, Dio onnipotente per tutti secoli dei secoli.

 

Canto

 

Con cuore libero e con grande desiderio di capire le parole di Gesù riascoltiamo la Parabola del Buon Samaritano. Papa Francesco ci esorta ad esaminarla con grande attenzione perché parla di noi e ciascuno di noi può lasciarsi interpellare da essa. La parabola ci parla di un amore concreto che rompe ogni confine e crea fraternità con ogni uomo.

 

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,25-37)
In quel tempo un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?” Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi? Costui rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima, con tutta la forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso”. Gli disse: ”Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”. Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è il mio prossimo?”. Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?” Quello rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa così”
Parola del Signore.

 

Preghiamo con S. Paolo VI:

O Cristo, nostro unico mediatore, tu ci sei necessario: per vivere in Comunione con Dio Padre; per diventare con Te, che sei Figlio unico e Signore nostro, suoi figli adottivi; per essere rigenerati nello Spirito Santo.

Tu ci sei necessario, o Redentore nostro, per scoprire la nostra miseria e per guarirla; per avere il concetto del bene e del male e la speranza della santità; per deplorare i nostri peccati e per averne il perdono.

Tu ci sei necessario, o fratello primogenito del genere umano, per ritrovare le ragioni vere della fraternità fra gli uomini, i fondamenti della giustizia, i tesori della carità, il bene sommo della pace.

Tu ci sei necessario, o grande paziente dei nostri dolori, per conoscere il senso della sofferenza e per dare ad essa un valore di espiazione redenzione.

Tu ci sei necessario, o Cristo, o Signore, o Dio-con-noi, per imparare l’amore vero e camminare nella gioia e nella forza della tua carità, lungo il cammino della nostra vita faticosa, fino all’incontro finale con Te amato, con Te atteso, con Te benedetto nei secoli.

 

Canto

La parabola del buon samaritano ci rivela una caratteristica essenziale di ogni essere umano tante volte dimenticata: siamo stati fatti per la pienezza, per la maturazione totale della nostra persona che si raggiunge solo nell’amore. Scegliere di amare è iniziare nella nostra vita terrena la vita eterna. La carità è l’unica virtù che ci prepara alla vita di unione piena con Dio in Paradiso.

 

Dalla “Fratelli tutti” di Papa Francesco (69-70)
Ogni giorno ci troviamo davanti alla scelta di essere buoni samaritani oppure viandanti indifferenti che passano a distanza. Non c’è più distinzione tra abitante della Giudea e abitante della Samaria, non c’è sacerdote né commerciante; semplicemente ci sono due tipi di persone: quelle che si fanno carico del dolore e quelle che passano a distanza; quelle che si chinano riconoscendo l’uomo caduto e quelle che distolgono lo sguardo e affrettano il passo. In effetti, le nostre molteplici maschere, le nostre etichette e i nostri travestimenti cadono: è l’ora della verità. Ci chineremo per toccare e curare le ferite degli altri? Ci chineremo per caricarci sulle spalle gli uni gli altri? Questa è la sfida attuale, di cui non dobbiamo aver paura. Nei momenti di crisi la scelta diventa incalzante: potremmo dire che in questo momento, chiunque non è brigante e chiunque non passa a distanza, o è ferito o sta portando sulle spalle qualche ferito. La storia del buon samaritano si ripete.

Le parole di Papa Francesco ci danno una consapevolezza: in fondo siamo vicini a quella trasformazione, a quel passaggio necessario che cambierebbe i nostri rapporti in famiglia, nei luoghi di lavoro, nella vita sociale ed anche nella vita politica. Basterebbe fermarci vicino ai fratelli, ascoltarli, comprendere le ferite della loro vita convinti che non sono nemici, non sono cattivi e se si comportano male è perché sono stati condizionati, hanno avuto difficoltà e problemi nel loro passato. Nel cuore di ogni uomo c’è il bene: dobbiamo aiutarci a farlo emergere, ad amare perché ognuno sia se stesso. Ma tutto questo non si realizza ed è misteriosa la tenace presenza e la grande fioritura del male nella nostra storia. Rivolgiamoci a Gesù Cristo, il buon samaritano di ogni uomo perché passi anche oggi nelle nostre strade, si fermi vicino ad ogni uomo che giace a terra ferito e ci prenda sulle sue spalle e ci porti nella casa accogliente, nella locanda, che è la santa Chiesa.

 

Preghiamo insieme: Signore Gesù, buon samaritano dell’uomo di tutti i tempi, passa ancora sulle nostre strade!

Signore Gesù, tu sanavi i malati, purificavi i lebbrosi, ridavi la vista ai ciechi, guarivi gli storpi, risuscitavi i morti, oggi ti chiediamo di darci il tuo aiuto per difenderci dal virus che sta attaccando tutta l’umanità. Ti preghiamo in particolare per chi è in fin di vita, isolato, solo di fronte alla morte: fa sentire la tua vicinanza, confortali e infondi in loro la speranza. Signore Gesù, buon samaritano dell’uomo di tutti i tempi, passa ancora sulle nostre strade!

Signore Gesù, tu liberavi dal dominio del maligno e suscitavi la fede in coloro che incontravi. Ti preghiamo di sostenere la nostra fede in questo tempo di pandemia e che il maligno non ci getti nello scoraggiamento e nella depressione. Il tuo Santo Spirito venga a renderci forti e pieni di speranza perché tu non ci abbandoni e certamente ci soccorrerai. Gesù, buon samaritano dell’uomo di tutti i tempi, passa ancora sulle nostre strade!

Signore Gesù, tu rimproveravi gli Apostoli e chi ti seguiva perché non sapevano capire la lezione dei fatti che accadevano. Anche oggi potresti dire: perché non capite che questa crisi è per ricordarvi che siete creature bisognose dell’aiuto di Dio, creature non dei, e per essere felici non vi bastano né il denaro, né il successo, né qualsiasi altra realtà al di fuori di Dio. Signore Gesù, buon samaritano dell’uomo di tutti i tempi, passa ancora sulle nostre strade!

Signore Gesù convertici: questo tempo di crisi diventi per noi un tempo di grazia in cui riusciamo a rivedere tutta la nostra vita. Ognuno di noi si domandi chi è suo dio, su chi ha fiducia, su chi mette la sua speranza. Questo diventi un tempo prezioso per ripensare al nostro stile di vita, alle nostre relazioni, ai nostri comportamenti verso i fratelli e verso il creato. Lo Spirito Santo metta in noi sentimenti di amicizia sociale, solidarietà e fraternità. Signore Gesù, buon samaritano dell’uomo di tutti i tempi, passa ancora sulle nostre strade.

 

Gesù il Buon Samaritano per l’uomo di tutti tempi. Oggi tutti noi cristiani uniti nella Chiesa formiamo una unica famiglia di Gesù, siamo il suo corpo, e siamo chiamati a continuare la sua missione, ad essere anche noi il buon samaritano per gli uomini del nostro tempo.

 

Dalla “Fratelli tutti” di Papa Francesco (77)
Ogni giorno ci viene offerta una nuova opportunità, una nuova tappa. Non dobbiamo aspettare tutto da coloro che ci governano, sarebbe infantile. Godiamo di uno spazio di corresponsabilità
capace di avviare e di generare nuovi processi e trasformazioni. Dobbiamo essere parte attiva nella riabilitazione e nel sostegno delle società ferite. Oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri buoni samaritani che prendono su di sé il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti. Come il viandante occasionale della storia ci vuole solo il desiderio gratuito, puro e semplice di essere popolo, di essere costanti e instancabili nell’impegno di includere, di integrare, di risollevare chi è caduto[…] È possibile cominciare dal basso e caso per caso, lottare per ciò che è più concreto e locale, fino all’ultimo angolo della patria e del mondo, con la stessa cura che il viandante di Samaria ebbe per ogni piaga dell’uomo ferito. Cerchiamo gli altri e facciamoci carico della realtà che ci spetta, senza temere il dolore o  l’impotenza, perché lì c’è tutto il bene che Dio ha seminato nel cuore dell’essere umano.

 

Nel concludere la preghiera rivolgiamoci a Maria con le parole di Don Tonino Bello. Maria è lo
specchio della nostra vita e ripropone a noi la vita di Gesù che lei ha fedelmente incarnato. A Nazaret ogni giorno lei si chinava sulle necessità di Giuseppe e serviva amorevolmente il figlio Gesù. Il suo comportamento formava anche Gesù e lo preparava ad essere il buon pastore.

Santa Maria, donna accogliente, aiutaci ad accogliere la Parola nell’intimo del cuore. A capire,
cioè, come hai saputo fare tu, le irruzioni di Dio nella nostra vita. Egli non bussa alla porta per
intimarci lo sfratto, ma per riempire di luce la nostra solitudine. Non entra in casa per metterci
le manette, ma per restituirci il gusto della vera libertà.

Santa Maria, donna accogliente, rendici capaci di gesti ospitali verso i fratelli. Sperimentiamo
tempi difficili, in cui il pericolo di essere defraudati dalla cattiveria della gente ci fa vivere tra
porte blindate e sistemi di sicurezza. Non ci fidiamo più l’uno dell’altro. Vediamo agguati dappertutto. Il sospetto è divenuto organico nel rapporto con il prossimo. Il terrore di essere ingannati ha preso il sopravvento sugli istinti di solidarietà che pure ci portiamo dentro. E il cuore
se ne va a pezzi dietro i cancelli dei nostri recinti.

Disperdi, ti preghiamo, le nostre diffidenze. Facci uscire dalla trincea degli egoismi corporativi.
Sfascia le cinture delle leghe. Allenta le nostre ermetiche chiusure nei confronti di chi è diverso
da noi. Abbatti le nostre frontiere. Visto che siamo costretti ad accogliere gli stranieri nel corpo
della nostra terra, aiutaci perché possiamo accoglierli anche nel cuore della nostra civiltà.

 

Canto

 

Uniamoci tutti nel nome di Gesù, di Maria e di S. Francesco nel desiderio di assumere per noi lo
spirito della Enciclica “Fratelli tutti” e nella certezza di avere un unico Padre:

 

Padre nostro

 

Su tutti noi, sulle nostre famiglie, sulle nostre Fraternità, scenda la benedizione di Dio Padre onnipotente, di Gesù Cristo suo Figlio e nostro fratello e dello Spirito Santo. Amen

 

Canto finale

 

Fraternità Francescana Frate Jacopa – Preghiera mese di novembre 2020