All’inizio del nuovo anno Papa Francesco ha inviato un Messaggio a tutti gli uomini: “La cultura della cura come percorso di pace”, augurando a tutti un anno che faccia “progredire l’umanità sulla via della fraternità, della giustizia e della pace fra le persone, le comunità, i popoli e gli Stati”. L’anno passato è stato un anno pieno di pesanti sofferenze e disagi di ogni genere. Pensiamo ai morti in condizioni terribili, soli, senza un familiare accanto. Pensiamo a quanti hanno perso il lavoro, a quante attività sono state chiuse. Pensiamo ai senza fissa dimora. Pensiamo a quante sono le patologie sociali aggravate ancor più dalla pandemia. Gli avvenimenti accaduti nell’anno passato dovevano insegnarci che non siamo soli, che la vita ci mette tutti sulla stessa barca e che è importate sentirci una sola famiglia e impegnarci insieme a prenderci cura gli uni degli altri, a prenderci cura insieme del creato per costruire una società fondata su rapporti di fratellanza.
Qualcosa si è mosso, ma siamo ben lontani dal poter dire di aver raggiunto la novità di relazioni che ci rende un’unica famiglia. Per questo vogliamo rivolgerci al nostro Padre origine di ogni bene.

 

                              Veglia di preghiera

Presidente: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

 

Dona la pace, Signore, a chi confida in te
Dona, dona la pace, Signore. Dona la pace!

 

Invocazione allo Spirito Santo 
Spirito Santo, che riempivi di luce i profeti
e accendevi parole di fuoco sulla loro bocca,
torna a parlarci con accenti di speranza.
Frantuma la corazza della nostra assuefazione all’esilio.
Ridestaci nel cuore nostalgie di patrie perdute.
Dissipa le nostre paure. Scuotici dall’omertà.

Liberaci dalla tristezza di non saperci indignare
Per i soprusi consumati sui poveri.
E preservaci dalla tragedia di dover riconoscere
che le prime officine della violenza e dell’ingiustizia
sono ospitate nei nostri cuori.
Donaci la gioia di capire che tu non parli
solo dai microfoni delle nostre chiese.
Che nessuno può menar vanto di possederti.

E che, se i semi del Verbo sono diffusi in tutte le aiuole,
è anche vero che i tuoi gemiti si esprimono
nelle lacrime dei maomettani e nelle verità dei buddisti,
negli amori degli indù e nel sorriso degli idolatri,
nelle parole buone dei pagani e nella rettitudine degli atei
(Don Tonino Bello)

 

Canto

 

La parola del Papa all’inizio dell’anno invita tutti ad aprire il cuore per condividere la preoccupazione per il bene di tutta l’umanità. Al primo posto la preoccupazione per la pace, il bene che fonda ogni altro bene. La pace è un bene da cercare, da amare, da promuovere.

 

Dal Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2021
Cultura della cura per debellare la cultura della indifferenza, dello scarto e dello scontro, oggi spesso prevalente […]
Non c’è pace senza la cultura della cura. La cultura della cura, quale impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti, quale disposizione ad interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto mutuo e all’accoglienza reciproca, costituisce una via privilegiata per la costruzione della pace. “In molte parti del mondo occorrono percorsi di pace che conducano a rimarginare le ferite, c’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia” (FT 225).
In questo tempo, nel quale la barca dell’umanità, scossa dalla tempesta della crisi, procede faticosamente in cerca di un orizzonte più calmo e sereno, il timone della dignità della persona umana e la “bussola” dei principi sociali fondamentali ci possono permettere di navigare con una rotta sicura e comune. Come cristiani, teniamo lo sguardo rivolto alla Vergine Maria, Stella del mare e Madre della speranza. Tutti insieme collaboriamo per avanzare verso un nuovo orizzonte di amore e di pace, di fraternità e di solidarietà. Di sostegno vicendevole e di accoglienza reciproca. Non cediamo alla tentazione di disinteressarci degli altri, specialmente dei più deboli, non abituiamoci a voltare lo sguardo, ma impegniamoci ogni giorno concretamente per formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri.

 

Preghiamo: Il comportamento fraterno, il camminare come membra gli uni degli altri, il vivere senza considerare l’altro un concorrente o, peggio ancora, un nemico, dovrebbe essere così semplice e spontaneo; invece è così problematico. Questo perché il cuore dell’uomo è stato inclinato verso relazioni malate. Chiediamo a Dio nostro Padre di mandarci lo Spirito di Gesù Cristo che ci liberi e ci dia un cuore guarito. Ascoltaci, Signore!

Signore apri le menti dei responsabili dei popoli perché resisi conto della insipienza delle spese per costruire e provvede le armi, in particolare quelle nucleari, decidano di orientare tutte le risorse per una seria lotta contro la povertà. Ascoltaci, Signore!

Signore ti preghiamo per tutte le religioni: sappiano orientare i gruppi e i popoli a comunicare i valori della solidarietà e della cura verso i poveri e i tanti esclusi dalla società. I leader religiosi nella loro proposta formativa facciano spazio a un atteggiamento rispettoso verso il creato. Ascoltaci, Signore!

 

Canto

Gesù è l’esempio della cura, dell’amore di Dio per l’umanità. Nella sua compassione Egli si avvicina ai malati nel corpo e nello spirito e li guarisce, procura loro il pane, perdona i peccati e dona una vita nuova. Gesù è il Buon Samaritano che si ferma vicino all’uomo ferito. E’ anche il Buon Pastore che si prende cura delle pecore.

 

Dal Vangelo Secondo Giovanni (10, 11-18)
Gesù allora disse: in verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutti le pecore, cammina davanti ad esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei. Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta; se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà ed uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.
Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.

 

Preghiamo con S. Paolo VI.
Signore, Dio della pace, che hai creato gli uomini, oggetto della tua benevolenza, per essere i familiari della tua gloria, noi Ti benediciamo e Ti rendiamo grazie: perché ci hai inviato Gesù, tuo Figlio amatissimo, hai fatto di lui, nel mistero della sua Pasqua, l’artefice di ogni salvezza, la sorgente di ogni pace, il legame di ogni fraternità. Noi Ti rendiamo grazie per i desideri, gli sforzi, le realizzazioni che il tuo Spirito di pace ha suscitato nel nostro tempo, per sostituire l’odio con l’amore, la diffidenza con la comprensione, l’indifferenza con la solidarietà. Apri ancor più i nostri spiriti e i nostri cuori alle esigenze concrete dell’amore di tutti, nostri fratelli, affinché possiamo essere sempre più costruttori di pace. Ricordati Padre di misericordia di tutti quelli che sono in pena, soffrono e muoiono nel parto di un mondo più fraterno. Che per gli uomini di ogni lingua venga il tuo Regno di giustizia, di pace e di amore. E che la terra, amata e rispettata come nostra sorella e madre, sia ripiena della tua gloria! Amen

 

Canto

Il peso, il valore della vita è l’amore: al termine del nostro pellegrinaggio sulla terra saremo giudicati, pesati, sull’amore. L’amore deve incarnarsi, deve raggiungere i fratelli nel concreto, nel quotidiano, nella relazione anche la più semplice ed umile.

• La cura come promozione della dignità e dei diritti della persona: il concetto di persona, nato e maturato nel cristianesimo, aiuta a perseguire uno sviluppo pienamente umano. Perché persona dice sempre relazione, non individualismo, afferma l’inclusione e non l’esclusione, la dignità unica e inviolabile e non lo sfruttamento.

• La cura del bene comune. Quanto ciò sia vero e attuale ce lo mostra la pandemia del Covid-19, davanti alla quale ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, perché nessuno si salva da solo.

• La cura mediante la solidarietà. La solidarietà esprime concretamente l’amore per l’altro, non come un sentimento vago, ma come determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno.

• La cura come salvaguardia del creato. L’Enciclica Laudato si’ ci chiede di prendere atto pienamente dell’interconnessione di tutta la realtà creata e pone in risalto l’esigenza di ascoltare nello stesso tempo il grido dei bisognosi e quello del creato. Da questo ascolto attento e costante può nascere un’efficace cura della terra, nostra casa comune, e dei poveri.

Questi principi possono costituire come una “bussola” per imprimere al cammino dell’umanità una
rotta veramente umana.

 

Preghiera del Santo Padre alla Vergine Maria (Maggio 2020)
«Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio».

Nella presente situazione drammatica, carica di sofferenze e di angosce che attanagliano il mondo intero, ricorriamo a Te, Madre di Dio e Madre nostra, e cerchiamo rifugio sotto la tua protezione.

Vergine Maria, volgi a noi i tuoi occhi misericordiosi in questa pandemia del coronavirus, e conforta quanti sono smarriti e piangenti per i loro cari morti, sepolti a volte in un modo che ferisce l’anima. Sostieni quanti sono angosciati per le persone ammalate alle quali, per impedire il contagio, non possono stare vicini. Infondi fiducia in chi è in ansia per il futuro incerto e per le conseguenze sull’economia e sul lavoro.

Madre di Dio e Madre nostra, implora per noi da Dio, Padre di misericordia, che questa dura prova finisca e che ritorni un orizzonte di speranza e di pace. Come a Cana, intervieni presso il tuo Figlio Divino, chiedendogli di confortare le famiglie dei malati e delle vittime e di aprire il loro cuore alla fiducia. Proteggi i medici, gli infermieri, il personale sanitario, i volontari che in questo periodo di emergenza sono in prima linea e mettono la loro vita a rischio per salvare altre vite. Accompagna la loro eroica fatica e dona loro forza, bontà e salute.Sii accanto a coloro che notte e giorno assistono i malati e ai sacerdoti che, con sollecitudine pastorale e impegno evangelico, cercano di aiutare e sostenere tutti.

Vergine Santa, illumina le menti degli uomini e delle donne di scienza, perché trovino giuste soluzioni per vincere questo virus. Assisti i Responsabili delle Nazioni, perché operino con saggezza, sollecitudine e generosità, soccorrendo quanti mancano del necessario per vivere, programmando soluzioni sociali ed economiche con lungimiranza e con spirito di solidarietà.

Maria Santissima, tocca le coscienze perché le ingenti somme usate per accrescere e perfezionare gli armamenti siano invece destinate a promuovere adeguati studi per prevenire simili catastrofi in futuro.

Madre amatissima, fa’ crescere nel mondo il senso di appartenenza ad un’unica grande famiglia, nella consapevolezza del legame che tutti unisce, perché con spirito fraterno e solidale veniamo in aiuto alle tante povertà e situazioni di miseria. Incoraggia la fermezza nella fede, la perseveranza nel servire, la costanza nel pregare.

O Maria, Consolatrice degli afflitti, abbraccia tutti i tuoi figli tribolati e ottieni che Dio intervenga con la sua mano onnipotente a liberarci da questa terribile epidemia, cosicché la vita possa riprendere in serenità il suo corso normale. Ci affidiamo a Te, che risplendi sul nostro cammino come segno di salvezza e di speranza, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Amen.

 

Canto

 

A conclusione della nostra preghiera chiediamo a Gesù nostro fratello il dono della pace e la serenità per noi e per tutte le famiglie per vivere con fiducia in questo tempo così pieno di pericoli. Insieme preghiamo:

Padre nostro

 

E su tutti noi scenda la benedizione del Signore:
Il Signore ci benedica e ci custodisca,
mostri a noi il suo volto e abbia misericordia di noi. E ci
doni la sua Pace.
Amen

 

Canto finale

 

Fraternità Francescana Frate Jacopa – Preghiera mese di gennaio 2021