Stiamo vivendo il tempo di Pasqua: tempo centrale, sommo per la vita della Chiesa, tutto orientato alla manifestazione della misericordia di Dio in Gesù Cristo. In esso risuonano le parole di Gesù che spiegano quello che Lui ha fatto per noi: “Nessuno ha un amore più grande di colui che dà la vita per i propri amici”. La Chiesa per cinquanta giorni ci invita a riflettere e a pregare fino alla festa di Pentecoste, talmente profondo e ricco è questo mistero della Morte e Resurrezione di Gesù.
Un pericolo per noi è sentire e vivere questo evento in modo distaccato, come se fosse lontano, come se questa notizia così bella non riguardasse la nostra vita. Invece ci riguarda perché Gesù è morto portando i nostri peccati, ed è risorto sconfiggendo la nostra morte, aprendo a tutti noi la via della vita. La sua Resurrezione ci ha donato il suo Spirito, lo Spirito che ci ha resi suoi fratelli, ci ha fatto parte della sua vita, e ci ha resi con Lui figli del Padre. Tutto questo è come un lievito nuovo, una animazione nuova immessa dentro la nostra vita; e la nostra vita è perciò una vita nuova. Questa profonda trasformazione è stata donata a noi nel Battesimo che porta la Resurrezione di Gesù in noi, che è una “nuova nascita dall’acqua e dallo Spirito” (cf Gv 3, 5).
La vita nuova donata a noi è dono gratuito: nessuno di noi può meritarla né può comprarla: è opera di Dio. Noi siamo chiamati a riconoscerla e ad accoglierla e quindi a permettere ad essa di portare frutti. È lo Spirito Santo che agisce in noi ma non contro la nostra volontà e non senza la nostra partecipazione e la cura attenta per conservarla.
Veglia di preghiera
Iniziamo la preghiera nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. La Pace di Cristo risorto invada la nostra vita. Amen.
Preghiamo: Ti ringraziamo Gesù per la Pasqua che anche quest’anno ci stai facendo vivere: che la sua luce risplenda sempre più fulgida davanti ai nostri occhi e che ognuno di noi, le nostre fraternità, le nostre parrocchie, la Chiesa intera si apra perché nel nostro mondo si renda presente una testimonianza cristiana forte e chiara. La forza prorompente della Pasqua venga a smuovere il profondo della nostra vita e la nostra vita susciti domande ai nostri fratelli e perché vedendoci possano pensare alla tua bontà e alla potenza del tuo amore. Per Cristo nostro Signore. Amen
Canto
Nella Veglia di Pasqua, che è la madre di tutte le veglie, venivano battezzati coloro che si convertivano alla fede cristiana ed anche i figli dei cristiani. E questo perché era viva la fede nel legame inscindibile tra il Battesimo e la Pasqua di Gesù. Lungo i secoli questo legame si è un po’ indebolito. La Chiesa ha riscoperto questo legame e lo ha posto in primo piano ancora nella Veglia pasquale rinnovata poco prima del Concilio, affermando che essa è il momento più adatto per battezzare adulti e bambini, e che comunque tutti i cristiani sono invitati a far memoria del proprio Battesimo rinnovando gli impegni assunti nelle Promesse Battesimali. Nelle lettere di S. Paolo troviamo espressi i fondamenti della fede della Chiesa.
Dalla lettera di S. Paolo Apostolo ai Romani (6,3–11)
Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del Battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a Lui nella morte affinchè, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a Lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione. Lo sappiamo: l’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con Lui, affinchè fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è liberato dal peccato. Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con Lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di Lui. Infatti Egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù. Parola di Dio
Preghiamo con l’antica Sequenza della Pasqua:
Alla vittima pasquale, s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’Agnello ha redento il suo gregge, l’Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.
Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.
“ Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?”
“ La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto: precede i suoi in Galilea”.
Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi.
Canto
La Resurrezione di Gesù è sorgente di vita nuova, vita liberata dalla schiavitù del peccato, vita di figlio di Dio, perciò vita di Gesù in noi. Questa grande trasformazione di cui non ci rendiamo conto non è opera nostra, è opera di Dio, che gratuitamente riversa in noi lo Spirito di Gesù. E’ lo Spirito che abita in noi ed è lo Spirito che dal Sacramento del Battesimo fa sgorgare incessantemente la novità di vita in noi. Ora noi abbiamo bisogno di riconoscere e di accogliere consapevolmente quello che lo Spirito opera gratuitamente in noi e di vivere alla luce del dono di Dio.
Dalla lettera di Paolo Apostolo agli Efesini (5,8-20)
Comportatevi come figli della luce. Ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto: “Svegliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà”. Fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò sconsiderati, ma sappiate comprendere qual è la volontà del Signore. E non ubriacatevi di vino, che fa perdere il controllo di sé; siate invece ricolmi dello Spirito, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo. Parola di Dio
Rivolgiamo la nostra preghiera al Signore perché venga in aiuto alla nostra debolezza, ai nostri compromessi, ai nostri peccati che oscurano la nostra testimonianza, che non aiutano le persone ad avvicinarsi alla fede e che sviliscono le proposte della Chiesa rendendole prive di credibilità. Diciamo insieme: abbi misericordia di noi Signore!
Signore, nei nostri rapporti con le persone non sempre abbiamo rispetto per tutti, non sempre mettiamo al primo posto la dignità delle persone; spesso ci lasciamo guidare da pregiudizi e da atteggiamenti improntati a conflittualità, senza sforzarci a comprendere le ragioni dell’altro. Abbi misericordia di noi Signore!
Signore che vuoi il bene di ogni uomo, tu chiami anche noi a vivere come Gesù che passava e faceva il bene a tutti. Riconosciamo che non diamo tutto quel che possiamo dare per edificare la società, molte volte anche nel posto che ricopriamo in società non c’è dedizione e fedeltà nei nostri compiti; anche noi ci accodiamo volentieri all’andazzo della irresponsabilità e dell’ inerzia. Abbi misericordia di noi, Signore!
Signore anche le nostre famiglie non vivono l’amore, l’unità, il rispetto, il servizio nell’ambito della nostra coppia e nel rapporto tra genitori e figli e tra altri componenti la famiglia. Signore fa rivivere tra noi la grazia del Sacramento e che le nostre relazioni siano dimostrazione del tuo amore per l’umanità. Abbi misericordia di noi, Signore!
Ci sentiamo a posto e soddisfatti per qualche atto sporadico di generosità, per qualche spicciolo dato in elemosina; ma la vita nuova generata dalla Resurrezione ci chiede “una nuova mentalità che pensi in termini di comunità, di priorità della vita di tutti rispetto all’espropriazione dei beni da parte di alcuni” (EG,188). La vita nuova ci chiede un atteggiamento nuovo di fronte ai beni, la disponibilità alla condivisione. Abbi misericordia di noi, Signore!
Canto
Papa Francesco, nei giorni della Pasqua, in seguito ai fatti accaduti Giovedì Santo dei giovani studenti trucidati all’Università di Garissa, in Kenia ed alla constatazione di una diffusa volontà persecutoria verso i cristiani, ha rivolto a tutto il mondo parole che non possono non essere prese in considerazione da chi vuole vivere da cristiano. Riascoltiamone due brani.
Dai discorsi di Papa Francesco nei giorni della Pasqua:
Il mondo propone di imporsi a tutti i costi, di competere, di farsi valere… Ma i cristiani, per la grazia di Cristo morto e risorto, sono i germogli di un’altra umanità, nella quale cerchiamo di vivere al servizio gli uni degli altri, di non essere arroganti ma disponibili e rispettosi. Questa non è debolezza, ma vera forza! Chi porta dentro di sé la forza di Dio, il suo amore e la sua giustizia, non ha bisogno di usare violenza, ma parla e agisce con la forza della verità, della bellezza e dell’amore. Dal Signore risorto imploriamo la grazia di non cedere all’orgoglio che alimenta la violenza e le guerre, ma di avere il coraggio umile del perdono e della pace. A Gesù vittorioso domandiamo di alleviare le sofferenze dei tanti nostri fratelli perseguitati a causa del suo nome, come pure di tutti coloro che patiscono ingiustamente le conseguenze dei conflitti e delle violenze in corso. (Messaggio Urbi et Orbi – 5 aprile)… Deve continuare da parte di tutti il cammino spirituale di preghiera intensa, di partecipazione concreta e di aiuto tangibile in difesa e protezione dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, perseguitati, esiliati, uccisi, decapitati per il solo fatto di essere cristiani. Loro sono i nostri martiri di oggi, e sono tanti, possiamo dire che sono più numerosi che nei primi secoli. Auspico che la Comunità Internazionale non assista muta e inerte di fronte a tale inaccettabile crimine, che costituisce una preoccupante deriva dei diritti umani più elementari. Auspico non volga lo sguardo dall’altra parte (al Regina Coeli – 6 aprile)
Accogliendo l’invito di Papa Francesco non vogliamo volgerci dall’altra parte e vogliamo prendere in considerazione questa violenza inaudita e inaccettabile che colpisce soprattutto i cristiani ma anche altre persone indifese e innocenti. Ci rivolgiamo al Signore con una preghiera intensa e insistente. Ripetiamo: Pietà della nostra umanità, Signore Gesù!
Liberaci dalla tentazione di pensare che alla violenza si debba rispondere con altra violenza. Mantieni nel nostro cuore la consapevolezza che noi stiamo con Te che non hai resistito a chi ti ha perseguitato, insultato, flagellato e inchiodato sulla croce. Infondi in noi la gioia di appartenere ad un’altra umanità nella quale si vive al servizio gli uni degli altri, nell’accoglienza e nel rispetto. Preghiamo: Pietà della nostra umanità, Signore Gesù!
Eleviamo il nostro grido contro il silenzio complice della Comunità Internazionale e l’indifferenza dell’opinione pubblica sulla spietata persecuzione dei cristiani. Ricordiamo in particolare la feroce esecuzione dei giovani universitari in Kenia e i sequestri anche di bambini perché cristiani. Rivolgiamoci al Signore perché la comunità internazionale non continui ad assistere muta e inerte di fronte a tali inaccettabili crimini. Preghiamo: Pietà della nostra umanità, Signore Gesù!
Accetta, Signore, come sacrificio di lode unito al tuo sacrificio in croce, il sangue dei numerosi martiri del nostro tempo insieme alla sofferenza dei loro familiari, alle sofferenze delle comunità di appartenenza, a tutte le sofferenze provocate da ogni genere di persecuzione. Come il tuo sangue versato sulla croce, il sangue dei martiri diventi sorgente di benedizione per tutta l’umanità. Preghiamo: Pietà della nostra umanità, Signore Gesù!
Come Maria fu presente alla Pasqua di Gesù così è presente alla Pasqua di tutti i tempi. È presente anche a questa nostra Pasqua. Rivolgiamoci a Lei nella preghiera come ci suggerisce Don Tonino Bello:
Santa Maria, donna del terzo giorno, donaci la certezza che, nonostante tutto, la morte non avrà più presa su di noi. Che le ingiustizie dei popoli hanno i giorni contati. Che i bagliori delle guerre si stanno riducendo a luci crepuscolari. Che le sofferenze dei poveri sono giunte agli ultimi rantoli. Che la fame, il razzismo, la droga sono il riporto di vecchie contabilità fallimentari. Che la noia, la solitudine, la malattia sono gli arretrati dovuti ad antiche gestioni. E che, finalmente, le lacrime di tutte le vittime delle violenze e del dolore saranno presto prosciugate come la brina dal sole della primavera.
Santa Maria, donna del terzo giorno, strappaci dal volto il sudario della disperazione e arrotola per sempre, in un angolo, le bende del nostro peccato.
A dispetto della mancanza di lavoro, di case, di pane, confortaci col vino nuovo della gioia e con gli azzimi pasquali della solidarietà. Donaci un po’ di pace. Impediscici di intingere il boccone traditore nel piatto delle erbe amare.
Liberaci dal bacio della vigliaccheria. Preservaci dall’egoismo.
E regalaci la speranza che, quando verrà il momento della sfida decisiva, anche per noi come per Gesù, tu possa essere l’arbitra che, il terzo giorno, omologherà finalmente la nostra vittoria.
Padre nostro
Il Signore ci benedica e ci custodisca
Mostri a noi il suo volto sereno e misericordioso
Il Signore guidi i nostri passi sulle orme del padre S. Francesco e ci renda costruttori di fraternità e di pace.
Il Signore ci dia pace. Amen
Canto finale