La Quaresima è “tempo di rinnovamento” per tutta la Chiesa, per le Parrocchie per le nostre Fraternità, per i singoli img2453cristiani. Papa Francesco ci ha inviato un Messaggio per vivere nel modo migliore questo tempo: “Rinfrancate i vostri cuori”. Il Papa ci suggerisce di indirizzare i nostri pensieri e le nostre energie verso una situazione scandalosa e di decadimento che vive l’umanità: “Una delle sfide più urgenti sulla quale voglio soffermarmi in questo Messaggio è quella della globalizzazione della indifferenza”. Spesso accade anche a noi di sentirci senza peccato, tranquilli nella vita che portiamo avanti da sempre; e quando siamo invitati a convertirci, non sappiamo cosa dovremmo cambiare nei nostri comportamenti. Il Papa ci ammonisce che l’indifferenza è un peccato, un peccato grave, una situazione da cui liberarci: “Abbiamo bisogno di sentire in ogni Quaresima il grido dei profeti che alzano la voce e ci svegliano” Il Messaggio chiama l’indifferenza: “mortale chiusura in se stessi”, essa è negazione radicale dell’amore. Papa Francesco ci assicura che “Dio non è indifferente a noi. Ognuno di noi gli sta a cuore… il suo amore gli impedisce di essere indifferente a quello che ci accade”. Anche noi, se siamo figli del Padre e fratelli di Gesù Cristo, non possiamo vivere nella indifferenza verso i nostri fratelli, non possiamo non somigliare al nostro Padre e non possiamo non imitare il nostro fratello primogenito.

 

                                                  Veglia di preghiera

Iniziamo la preghiera: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
La gratitudine e la gioia siano in tutti noi chiamati ad essere isole di misericordia in mezzo a un mare di indifferenza. Lode e onore a Dio.
Preghiamo: Signore Nostro Dio e nostro Creatore, che ci custodisci come la pupilla dell’occhio, che ci ami gratuitamente e ti interessi costantemente ai fatti della nostra vita, che quando commettiamo errori non ci abbandoni ma fai di tutto per rialzarci, donaci lo Spirito di Gesù Cristo che è vissuto tra noi facendo del bene a tutti e che non è passato mai vicino ad una persona senza amarla. Che lo Spirito di Gesù ci trovi attenti e disponibili alla sua guida, perché accogliendolo pienamente, noi viviamo come figli del Padre, ricchi di misericordia e di comprensione e rendiamo la nostra vita una testimonianza a Te che sei Padre di tutti noi e vivi e regni con Gesù Cristo e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Canto 

 

L’indifferenza verso il prossimo e la chiusura verso Dio è un male che vuole contagiarci e racchiudere la nostra vita dentro un guscio sterile. Abbiamo bisogno di nutrirci della Parola di Dio, specialmente durante la Quaresima, per ridare linfa nuova alla nostra esistenza. Il grido del Profeta Amos che alza la voce contro l’indifferenza dei suoi contemporanei che avevano responsabilità verso il popolo e che invece di avere a cuore la sua sorte, spensierati gozzovigliavano presi dalla ricerca dei propri piaceri, viene a svegliarci.

 

Dal Profeta Amos (6, 1-7)

Guai agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano sicuri sulla montagna di Samaria! Questi notabili della prima tra le nazioni, ai quali si rivolge la casa d’Israele! Andate a vedere la città di Calne, da lì andate a Camat, la grande, e scendete a Gat dei Filistei: siete voi forse migliori di quei regni o il loro territorio è più grande del vostro? Voi credete di ritardare il giorno fatale e invece affrettate il regno della violenza. Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli cresciuti nella stalla. Canterellano al suono dell’arpa, come Davide improvvisano su strumenti musicali; bevono il vino su larghe coppe e si ungono con gli inguenti più raffinati, ma della rovina di Giuseppe (= della fine imminente del regno d’Israele) non si preoccupano. Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati e cesserà l’orgia dei dissoluti. Parola di Dio

 

Le parole del profeta Amos suscitano in noi il ricordo di alcuni passi del Vangelo particolarmente significativi per noi personalmente e per le nostre comunità.

 

– I Farisei e i Dottori della Legge domandarono a Gesù: “Maestro, nella Legge, qual’è il grande comandamento?” Rispose Gesù: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello; Amerai il tuo prossimo come te stesso”.

Signore aiutaci a tenere sempre presenti questi due comandamenti e ad essere consapevoli che sono inscindibili e che è solo illusione pensare di amare Dio senza avere cura dei nostri fratelli.

Preghiamo: Convertici Signore!

 

– Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria… davanti a Lui verranno radunati tutti i popoli. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno… perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.

Il povero, il bisognoso, il sofferente sono la carne di Gesù, sono Gesù stesso tra noi. Come pensiamo di amare Gesù se non lo amiamo in coloro nei quali si identifica e si rende presente?

Preghiamo: Convertici, Signore!

 

Un momento di silenzio per riflettere e pregare.

 

Canto 

 

index

 

Il Santo Padre Francesco è per noi una testimonianza di un infaticabile interessarsi per la condizione dell’uomo, perché l’uomo è lo scopo di Dio, il punto verso cui tende tutto il suo operare. E quando Papa Francesco deve constatare che l’uomo è oppresso, quando gli appare che tutto ciò che è veramente umano è oscurato, è inquinato, sul suo volto scende una maschera di tristezza. Nel Messaggio per la Quaresima, come per riassumere la sua ansia per la conversione di tutti noi, ci dice che occorre cambiare il cuore, rinnovare il centro della nostra vita.

 

 

 

Dal Messaggio per la Quaresima 2015 di Papa Francesco

Per superare l’indifferenza e le nostre pretese di onnipotenza, vorrei chiedere a tutti di vivere questo tempo di Quaresima come un percorso di formazione del cuore, come ebbe a dire Benedetto XVI (DCE,31). Avere un cuore misericordioso non significa avere un cuore debole. Chi vuole essere misericordioso ha bisogno di un cuore forte, saldo, chiuso al tentatore, ma aperto a Dio. Un cuore che si lasci compenetrare dallo Spirito e portare sulle strade dell’amore che conducono ai fratelli e alle sorelle. In fondo un cuore povero, che conosce le proprie povertà e si spende per l’altro. Per questo, cari fratelli e sorelle, desidero pregare con voi Cristo in questa Quaresima: “Fac cor nostrum secundum cor tuum: Rendi il nostro cuore simile al tuo” (dalle litanie al Sacro Cuore di Gesù) Allora avremo un cuore forte e misericordioso, vigile e generoso, che non si lascia chiudere in se stesso e non cade nella vertigine della globalizzazione dell’indifferenza. Parola della Chiesa

 

Preghiamo con le parole di S. Giovanni Paolo II

Basta con l’odio e i soprusi! Non più guerre: in esse passioni e violenza sfidano la ragione e il buon senso. Non più indifferenza e silenzio per chi chiede comprensione e solidarietà, per il lamento di chi continua a morire di fame, tra sprechi e abbondanza di beni. Signore, come dimenticare chi soffre, chi è solo o abbandonato, triste e sfiduciato, chi non ha casa né lavoro, chi è vittima di angherie e sopraffazioni, e delle molteplici forme di schiavitù dei totalitarismi contemporanei? Come permettere che gli interessi economici riducano la persona a strumento di guadagno, che creature non ancor nate siano soppresse, che bambini innocenti siano umiliati e sfruttati, che anziani e malati restino emarginati e abbandonati? Solo Tu, Gesù, nato da Maria, puoi renderci fratelli, figli in Te Figlio del Padre, solo il tuo Santo Spirito può cambiare il nostro cuore di pietra e renderci accoglienti, attenti, premurosi verso ogni uomo, soprattutto verso chi è più povero e sofferente. Amen

 

Canto

 

Papa Francesco sottolinea che non solo la Chiesa universale ma “ogni comunità cristiana è chiamata a varcare la soglia che la pone in relazione con la società che la circonda, con i poveri e i lontani” (Messaggio Quaresima 2015). Le nostre Parrocchie, le nostre Fraternità non devono ripiegarsi su se stesse ma aprirsi a tutta l’umanità, sentirsi una famiglia sola con tutti gli uomini. E non si tratta di rifugiarsi solo in un amore universale che si impegna lontano nel mondo, ma di sentirsi responsabili e accoglienti prima di tutto di Lazzaro seduto davanti alla porta della nostra casa.

 

Dal Vangelo secondo Luca (15, 19-31)

C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricordati, che nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente. Perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento” Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”. Parola del Signore

 

 La parabola raccontata da Gesù ci fa capire che il peccato del ricco è soprattutto la sua indifferenza di fronte alla sofferenza e alla fame del povero Lazzaro.

 

La Vergine Maria, la Madre che Gesù ci ha donato sotto la Croce, ci insegna la misericordia e l’amore che diventa umile servizio.
La Vergine Maria sia il nostro specchio e ci insegni ad amare i fratelli nella nostra vita quotidiana. Lei, avendo saputo dall’angelo Gabriele che la sua cugina Elisabetta era già al sesto mese di gravidanza: “Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa” ad Ain-Karim nella casa di Zaccaria e di Elisabetta (Cf. Lc 1,39) e assistette con amore e umile servizio la sua cugina nell’ultimo periodo di gravidanza. A Cana durante una festa di nozze, è Maria che si accorse che era venuto a mancare il vino: “Venuto a mancare il vino, la madre disse a Gesù: Non hanno vino!” ed è sempre Maria che dice a coloro che servivano a mensa: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Cf. Gv 2,1ss). Rivolgiamoci perciò a Maria perché ci liberi dalla indifferenza, ci renda attenti e solleciti per le sofferenze e le difficoltà di tutti e ci dia prontezza e decisione per soccorrere le povertà che sono davanti alla nostra porta, magari con piccoli gesti di carità.” La Quaresima è un tempo propizio per mostrare questo interesse all’altro con un segno, anche piccolo, ma concreto, della nostra partecipazione alla comune umanità” (Messaggio Quaresima 2015).

 

Preghiamo il Signore perché per intercessione di Maria conceda a tutta la Chiesa, alle Parrocchie, alle Fraternità, ai singoli cristiani di essere animati dallo Spirito di Gesù che è amore e misericordia verso tutta l’umanità.

Affidiamoci a Maria con un’antica preghiera: O santa Madre del Redentore, porta dei cieli, stella del mare, soccorri il tuo popolo che anela a risorgere. Tu che accogliendo il saluto dell’angelo, nello stupore di tutto il creato, hai generato il tuo Creatore, madre sempre vergine, pietà di noi peccatori. Amen

Al termine della nostra preghiera, rivolgiamoci a Dio nostro Padre con le parole che Gesù ci ha insegnato e che ci ricordano che abbiamo un solo Padre, che tutti noi siamo fratelli e che Gesù è il nostro fratello primogenito:

Padre nostro

Scambio della pace

 

Papa Francesco ci ricorda la forza della preghiera per promuovere la misericordia tra tutti gli uomini e ci raccomanda di tenere bene a mente un appuntamento: “Non trascuriamo la forza della preghiera di tanti ! L’iniziativa 24 ore per il Signore, che auspico si celebri in tutta la Chiesa, anche a livello diocesano, nei giorni 13 e 14 marzo, vuole dare espressione a questa necessità della preghiera” (Messaggio Quaresima 2015)

 

Il Signore ci benedica e ci custodisca

Mostri a noi il suo volto sereno e misericordioso

Il Signore guidi i nostri passi sulle orme del padre S. Francesco e ci renda costruttori di fraternità e di pace.

Il Signore ci dia pace. Amen

 

Canto finale