In mezzo a una montagna di notizie tristi di ingiustizie, di violenze, di respingimenti, di morti, la img2453liturgia in questi giorni di Pasqua ci raggiunge con una bella notizia: “Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa. Cristo, mia speranza è risorto. Si, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto!” (Sequenza di Pasqua). E Papa Francesco ripete: “L’annuncio gioioso della Pasqua: Gesù, il crocifisso, non è qui, è risorto, ci offre la consolante certezza che l’abisso della morte è stato varcato e, con esso, sono stati sconfitti il lutto, il lamento e l’affanno (cfr Ap. 21,4)” (Messaggio Urbi et orbi, Pasqua2016). Mentre noi uomini fin dall’inizio della storia abbiamo dubitato di Dio(Adamo ed Eva), ci siamo uccisi tra fratelli (Caino ed Abele) abbiamo tradito (Giuda) abbiamo scartato e crocifisso l’uomo più innocente e mite che abbia camminato sulla terra (Gesù), Dio ci ha circondati costantemente della sua misericordia che si è manifestata in Gesù Cristo, volto del Padre. Il suo amore misericordioso è sicuro e stabile come una roccia perché ha la radice in Dio: non dipende da noi, ma da Dio che è fedele. In questo tempo della Pasqua, che dura cinquanta giorni perché è senza limiti la profondità del suo mistero, lasciamoci inondare dall’amore di Gesù che ha vinto la morte ed è vivo e vicino alla nostra vita. La Pasqua venga a darci pace e a portarci la volontà di far la nostra parte perché l’umanità intera venga illuminata dal Vangelo di Gesù Cristo e diventi migliore, e perché le relazioni tra gli uomini vengano improntate a somiglianza dei comportamenti di Dio. La preghiera ci aiuti a lasciarci convertire.

 

 

                                                        Veglia di preghiera

Iniziamo la nostra preghiera nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen La pace di Gesù risorto sia sempre con tutti noi.

Preghiamo: Cristo Gesù, mite agnello immolato, tu sei la nostra Pasqua. Il tuo corpo per noi spezzato è la tua vita donata per liberarci dalla schiavitù del peccato, il tuo sangue per noi versato è il sangue della nuova alleanza con Dio Padre. Irradia su tutta l’umanità la forza della tua risurrezione perché sorga in essa una vera novità, perché tutte le sue energie siano indirizzate verso una fratellanza universale e verso un bene comune che raggiunga la vita di ogni uomo e ognuno possa godere della libertà e del necessario per una vita dignitosa. Nel tuo sangue versato nasca l’aurora di un mondo nuovo e l’umanità tutta intraprenda vie nuove di fraternità e di pace. Amen

 

Canto

 

La Pasqua è un dono immenso che solo la Misericordia di Dio poteva farci e che ci rivela l’infinito amore di Dio. Noi non potevamo neppure immaginare che Dio, nella persona del Figlio amato, sarebbe venuto a prendersi i nostri peccati e a tirarci fuori dalle nostre schiavitù, senza chiedere nulla a noi. Il canto del Preconio nella Veglia di Pasqua ci invita a esultare insieme agli angeli per la vittoria di Gesù risorto: “Gioisca la terra inondata da così grande splendore; la luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo. Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte, risorge vincitore dal sepolcro”. Andando avanti con il canto, questa antica liturgia fa un’affermazione strabiliante: “Davvero era necessario il peccato di Adamo, che è stato distrutto con la morte del Cristo. Felice colpa, che meritò di avere un così grande redentore!” Il mistero celebrato supera la capacità della nostra mente! Riascoltiamo dal Vangelo di Luca il racconto di una delle apparizioni di Gesù risorto.

 

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, i due discepoli che erano ritornati da Emmaus narravano ciò che era accaduto lungo la via. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!” Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma Egli disse loro: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i mei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che ho io”. Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: “Avete qui qualche cosa da mangiare?”. Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: “Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi”. Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: “Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni” Parola del Signore.

 

Nei primi secoli della vita della comunità cristiana la preghiera era piena di entusiasmo, piena di gioia. In questo clima si formarono formulari che poi venivano ripetuti sotto forma di inni. Alcuni di essi sono giunti fino a noi. La maggior parte di essi erano ispirati alla Pasqua perché la Pasqua è il nucleo centrale dell’annuncio cristiano detto anche “Kerigma”, cioè annuncio fondamentale, annuncio per eccellenza. Preghiamo con alcune frasi prese da questi inni meravigliosi.

 

Egli è la Pasqua della nostra salvezza. Egli è Colui che ad un legno fu appeso, Colui che in terra fu sepolto, Colui che da morte fu risuscitato ed ascese nell’alto dei cieli… Egli è il Cristo, Egli è il Re, Egli è Gesù, Egli è il condottiero, Egli è il Signore, Egli è colui che risuscitò da morte… O festa nuova ed universale, assemblea cosmica! Di tutti gioia, onore, cibo, delizia, per cui sono state dissipate le tenebre della morte, la vita fu estesa a tutti, le porte dei cieli sono state spalancate… O Cristo, leva ora lo stendardo su di noi e concedici di cantare con Mosè il cantico della vittoria, poiché tua è la gloria e la potenza nei secoli dei secoli! Amen

 

Canto

 

La resurrezione di Gesù coinvolge tutto il creato ed è sorgente di vita nuova e di speranza per tutti noi se ci apriamo ad accogliere l’opera di Dio che ha risuscitato il suo Figlio morto per noi. Nei primi secoli della vita della comunità cristiana, nella notte della grande veglia di Pasqua, venivano battezzati coloro che erano illuminati dallo Spirito Santo e si sentivano chiamati ad entrare a far parte della Chiesa, il nuovo popolo di Dio. La grazia del sacramento, per opera dello Spirito Santo, gratuitamente, come un fermento nuovo, comunicava la vita di Gesù che rendeva fratelli di Gesù Cristo, figli del Padre. Questo cambiava concretamente la vita: rendeva le persone capaci di rispondere all’ amore di Dio, ma anche ad amare i fratelli. S. Francesco è un esempio di un uomo abitato dalla resurrezione: la sua vita è nuova, animata unicamente dallo Spirito Santo. Davanti ai suoi occhi c’era sempre l’esempio di Gesù Cristo che sentiva come fratello e sposo e voleva imitare lui solo. S. Paolo ci annuncia come la resurrezione di Gesù viene in noi e ci rende figli, animati da uno Spirito nuovo.

 

Dalla lettera di S. Paolo ai Romani (6, 3-8)

Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del Battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a Lui nella morte affinchè come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a Lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione. Lo sappiamo: l’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con Lui, affinchè fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è liberato dal peccato. Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con Lui. Parola di Dio

 

Rivolgiamoci a Dio nostro Padre con umiltà riconoscendo che la novità portata a noi dallo Spirito di Gesù Cristo non ha prodotto frutti degni della vita nuova. La consegna che Gesù risorto lasciò agli Apostoli è sempre valida per tutte le generazioni cristiane e oggi più che mai: “Mi sarete testimoni!”. Dobbiamo riconoscere che la nostra testimonianza nella nostra società è troppo debole e quasi inesistente.
Diciamo insieme: Il tuo Santo Spirito rinnovi la nostra vita e vinca le nostre incredulità e la nostra accidia!

Cristo Gesù, risorto da morte, fa che la tua Chiesa inondata dallo splendore della resurrezione, risplenda nel mondo per i rapporti fraterni, improntati alla misericordia e al perdono.
Rit. Il tuo Santo Spirito rinnovi la nostra vita e vinca le nostre incredulità e la nostra accidia!

Signore Gesù che hai realizzato compiutamente nella tua esistenza terrena il disegno di Dio Creatore, fa che i cristiani curino le virtù umane, la giustizia, la legalità, la fedeltà nella propria professione.
Rit. Il tuo Santo Spirito rinnovi la nostra vita e vinca le nostre incredulità e la nostra accidia!

Nelle famiglie cristiane sia evidente l’amore vero tra gli sposi e tra i genitori e i figli, sia dato spazio e cura per vivere insieme e per incontrarsi. Ci sia particolare attenzione per gli anziani e per i malati.
Rit. Il tuo Santo Spirito rinnovi la nostra vita e vinca le nostre incredulità e la nostra accidia!

Nella comunità cristiana venga preso con serietà l’impegno a far diventare stile di vita quotidiana le opere di misericordia e in essa trovino accoglienza i poveri, gli scartati, quelli che non hanno voce.
Rit. Il tuo Santo Spirito rinnovi la nostra vita e vinca le nostre incredulità e la nostra accidia!

 

Canto

 

La novità di vita si deve vedere, come dai frutti si vede la pianta. La nostra esistenza che è un cammino verso la patria, deve affrettarsi perché il tempo non è infinito. Occorre guardare con attenzione dentro la nostra vita e decidere cosa possiamo e vogliamo fare, senza accontentarci delle buone intenzioni o di emozioni che giustificano il nostro immobilismo. La Pasqua del Signore Gesù sia luce ed energia che come lievito nuovo fermenti la nostra vita verso “opere sante”. Ascoltiamo le parole di un grande scrittore dei primi tempi della Chiesa.

 

Dai “Discorsi” di S. Gregorio Nazianzeno

“Beato l’uomo che ha cura del misero e del povero” (Sl 40, 2)… Nessun intervallo si interponga fra il tuo proposito e l’opera di beneficienza. La beneficienza, infatti, non consente indugi. Spezza il tuo pane all’affamato e introduci i poveri e i senza tetto in casa tua (cfr. Is 58, 7) e questo fallo con animo lieto e premuroso. Te lo dice l’Apostolo: Quando fai opere di misericordia, compile con gioia (cfr Rm 12, 8)… O servi di Cristo, suoi fratelli, ascoltatemi: finchè ci è dato di farlo, visitiamo Cristo, curiamo Cristo, alimentiamo Cristo, vestiamo Cristo, ospitiamo Cristo, onoriamo Cristo non solo con la nostra tavola, come alcuni hanno fatto, né solo con gli unguenti, come Maria Maddalena, né soltanto con il sepolcro, come Giuseppe d’Arimatea, né con le cose che servono alla sepoltura, come Nicodemo. Ma, poiché il Signore di tutti vuole la misericordia e non il sacrificio, e poiché la misericordia vale più di migliaia di grassi agnelli, offriamogli appunto questa nei poveri e in coloro che oggi sono avviliti fino a terra. Così quando ce ne andremo di qui, verremo accolti negli eterni tabernacoli, nella comunione con Cristo Signore, al quale sia gloria nei secoli. Amen

 

viacrucis

Al termine della Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo Papa Francesco ha innalzato una intensa preghiera alla Croce di Cristo che è la rivelazione somma dell’amore di Dio ed è la certezza della vittoria del Signore sulle nostre morti. Ci uniamo al nostro Papa in questa sofferta invocazione.

O Croce di Cristo, simbolo dell’amore divino e dell’ingiustizia umana, icona del sacrificio supremo per amore e dell’egoismo estremo per stoltezza, strumento di morte e via di risurrezione, segno dell’obbedienza ed emblema del tradimento, patibolo della persecuzione e vessillo della vittoria.

O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo eretta nelle nostre sorelle e nei nostri fratelli uccisi, bruciati vivi, sgozzati e decapitati con le spade barbariche e con il silenzio vigliacco.

O croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo nel volto dei bambini, delle donne e delle persone, sfiniti e impauriti che fuggono dalle guerre e dalle violenze e spesso non trovano che la morte e tanti Pilati con le mani lavate.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei potenti e nei venditori di armi che alimentano la fornace delle guerre con il sangue innocente dei fratelli e danno ai loro figli da mangiare il pane insanguinato.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei ladroni e nei corrotti che invece di salvaguardare il bene comune e l’etica si vendono nel misero mercato dell’immoralità.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei distruttori della nostra “casa comune” che con egoismo rovinano il futuro delle prossime generazioni.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi negli anziani abbandonati dai propri famigliari, nei disabili e nei bambini denutriti e scartati dalla nostra egoistica e ipocrita società.

O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nel nostro Mediterraneo e nel mar Egeo divenuti un insaziabile cimitero, immagine della nostra coscienza insensibile e narcotizzata.

O Croce di Cristo, Arca di Noè che salvò l’umanità dal diluvio del peccato, salvaci dal male e dal maligno! O Trono di Davide e sigillo dell’Alleanza divina ed eterna, svegliaci dalle seduzioni della vanità! O grido di amore, suscita in noi il desiderio di Dio, del bene e della luce.

O Croce di Cristo, insegnaci che l’alba del sole è più forte dell’oscurità della notte.

O Croce di Cristo, insegnaci che l’apparente vittoria del male si dissipa davanti alla tomba vuota e di fronte alla certezza della resurrezione e dell’amore di Dio che nulla può sconfiggere o oscurare o indebolire. Amen

 

Concludiamo la preghiera con la preghiera che ci fu consegnata nel Battesimo quando lo Spirito di Gesù risorto ci diede la dignità di fratello di Gesù Cristo e di figli come Lai dell’unico Padre:

Padre nostro.

 

Scambiamoci la pace che Cristo risorto augurava ai suoi Apostoli.

 

Il tempo della Pasqua ci regala una benedizione particolare:

Dio, che nella resurrezione del Cristo ha operato la nostra salvezza e ci ha fatto suoi figli, ci dia la gioia della sua benedizione. Amen

 

Il Redentore, che ci ha dato il dono della vera libertà, ci renda partecipi dell’eredità eterna. Amen

 

E noi che per mezzo del Battesimo siamo risorti in Cristo, possiamo crescere in santità di vita per incontrarlo un giorno nella patria del cielo. Amen

 

E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di noi, e con noi rimanga sempre. Amen

 

Canto finale