La Quaresima sta avanzando velocemente e già si intravvedono le luci della Pasqua. In questo tempo, che si è fatto breve, abbiamo l’opportunità di riflettere su un tema che, soprattutto per le catechesi di Papa Francesco, ritorna spesso nei nostri incontri: si afferma che la Chiesa ha fatto l’“opzione preferenziale” dei poveri. Il Giubileo della Misericordia ci spinge a riflettere con grande attenzione su questo tema. L’”opzione preferenziale” per i poveri prende l’avvio dalla constatazione che “Nel cuore di Dio c’è un posto preferenziale per i poveri, tanto che Egli stesso si fece povero” (EG 197). Anche le nostre fraternità e ciascuno di noi assieme alla Chiesa, guardando a Dio, dobbiamo domandarci cosa significa per noi, se sono solo belle parole o se hanno una consistenza nella nostra vita. Le opere di misericordia che Papa Francesco ci ripropone ripetutamente in questo Giubileo ci servano per verificare se abbiamo fatto una vera scelta. Occorre prendere in considerazione che intorno a noi e spesso anche in noi si annida l’indifferenza tanto che si può dire che essa è diventata lo stile dei vita più diffuso. Nella nostra società si vanno sempre più evidenziando strutture di peccato collegate ad un modello di falso sviluppo fondato sull’idolatria del denaro, che rende indifferenti al destino dei poveri le persone e le società più ricche, che chiudono le porte, rifiutandosi persino di vederli. Ci aiuti questo tempo di “ascolto operoso” in preparazione alla Pasqua ad assumere la pedagogia fondamentale che la Chiesa, nostra madre, intende offrirci attraverso le opere di misericordia corporali e spirituali per risanare il nostro cuore alle fonti della misericordia ed usare a nostra volta misericordia.
Veglia di preghiera
Iniziamo la preghiera nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. L’amore del Padre, la misericordia di Gesù nostro fratello e la consolazione dello Spirito Santo riempia il cuore di tutti noi. Amen
Preghiamo: Padre santo, ti ringraziamo per il tuo amore e per la tua provvidenza che mai si allontanano da noi. Mentre l’umanità cerca di metterti sempre più ai margini dei suoi interessi, Tu ci sei vicino come un padre che costantemente si prende cura della vita dei figli. Noi ti ringraziamo e ti preghiamo di tener conto soprattutto del tuo Figlio che si è fatto nostro fratello e che sempre intercede per noi. Guarda sempre la tua Chiesa che, pur nella sua fragilità, è il corpo del tuo Figlio Gesù e insieme con Lui innalza le mani alla tua grande misericordia e ti invoca per tutta l’umanità. Lui che vive e regna con Te e con lo Spirito Santo per tutti secoli dei secoli. Amen
Canto
Nella Bolla di indizione del Giubileo Papa Francesco a chiare lettere dice a tutti noi: “E’ mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle Opere di Misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina” (MV 15).
Anche noi abbiamo necessità di riflettere a lungo su questo operare misericordia che ci fa uscire dalle nostre comodità imbottite di belle parole e di buoni desideri. Per questo le Opere di Misericordia possono aiutarci ad imprimere in noi uno stile di vita nuovo nella quotidianità per imparare ad abitare il mondo con cuore misericordioso.
Dalla Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia di Papa Francesco
La predicazione di Gesù ci presenta le opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli. Riscopriamo le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. E non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e i morti. Non possiamo sfuggire alle parole del Signore e in base ad esse saremo giudicati.
Nello spirito del Giubileo della Misericordia rivolgiamoci a Gesù nostro fratello e nostro maestro. Diciamo insieme: Il tuo Santo Spirito guidi i nostri pensieri, i nostri affetti e le nostre azioni!
Come Tu sei passato per i villaggi della Palestina facendo del bene, incontrando tutti e dando a tutti fiducia, fa che anche noi sappiamo cogliere ciò che c’è di buono in ogni persona e non permettere che qualcuno abbia a soffrire per i nostri giudizi e la nostra presunzione, ti preghiamo: il tuo Santo Spirito guidi i nostri pensieri, i nostri affetti e le nostre azioni!
Nella tua vita terrena in tutte le circostanze sei stato strumento di perdono e di generosità nei confronti delle persone che incontravi nella tua itineranza, aiutaci perché anche noi possiamo essere disposti sempre al perdono e alla generosità, con lo sguardo fisso alla benevolenza e alla magnanimità del nostro Padre, ti preghiamo: il tuo Santo Spirito guidi i nostri pensieri, i nostri affetti e le nostre azioni!
Amico dei poveri, consolatore dei sofferenti, fa che soprattutto in questo Anno Santo, il nostro cuore si apra a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali. Che i nostri occhi sappiano guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e che ognuno di noi si senta provocato ad ascoltare il loro grido di aiuto. Ti preghiamo: il tuo Santo Spirito guidi i nostri pensieri, i nostri affetti e le nostre azioni!
Canto
Cosa dona splendore alla nostra vita, cosa la rende preziosa, veramente umana? Considerando la vita di Gesù che è un uomo realizzato, pieno di dignità; considerando la vita di Maria e la vita di tanti Santi, la vita di S. Francesco, ci rendiamo conto che la cosa importante è riscoprire e vivere il progetto di Dio Creatore che ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, perché vivesse nell’amore da ricevere e da dare. La Parola di Dio spesso ci ripropone questo messaggio: quando l’uomo ama, quando fa del bene, allora è veramente se stesso e, come dice il libro del Profeta Isaia, allora la sua bellezza, la sua luce brillerà.
Dal libro del profeta Isaia (58,5 – 10)
Non digiunate più come fate oggi…Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti? Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà… Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. Parola di Dio
Preghiamo:
Padre Santo, in comunione con tutta la Chiesa e a nome di tutta l’umanità, alziamo le mani e gli occhi a Te per tutti i sofferenti, per tutti i malati, per tutte le persone abbandonate, per tutti i feriti dalla violenza e dalla malvagità; ti chiediamo, per i meriti e la misericordia di Gesù che hai mandato a noi perché ci rivelasse il tuo grande amore, di aver pietà di loro e di donare a tutti noi occhi per vederli e un cuore che sappia condividere ed alleviare le loro sofferenze. Ti preghiamo, ascoltaci Signore!
Padre Santo, ti preghiamo per le popolazioni colpite dalla guerra, per le migliaia di persone che muoiono sotto i bombardamenti, per le migliaia di persone uccise crudelmente da feroci terroristi, ti preghiamo per le loro famiglie ferite per sempre dalla violenza. Padre santo solo Tu puoi consolarli e dare loro forza per andare avanti nella vita. Ti preghiamo, ascoltaci Signore!
Padre Santo ti preghiamo per le file sterminate di persone che fuggono e affrontando gravi pericoli si mettono in cammino con la speranza di trovare migliori condizioni di vita. Fa che trovino accoglienza e i paesi ricchi aprano loro i confini e la possibilità di una nuova patria. Ti preghiamo, ascoltaci Signore!
Padre santo ti preghiamo per i nostri giovani che non riescono a trovare un lavoro dignitoso che li faccia inserire serenamente nella società. Purtroppo alcuni di essi cadono vittime della droga o dell’alcool. Altri vengono adescati da gruppi malavitosi con il miraggio di un facile guadagno. Abbi misericordia della nostra società incapace di produrre politiche che cerchino il bene comune, il bene dei più deboli. Ti preghiamo, ascoltaci Signore!
Canto
C’è una malattia che sempre più va invadendo la vita sociale, che ha sempre più il movimento di un cancro maligno ed è l’indifferenza che come dice Papa Francesco “umilia”, ci toglie la dignità di persone umane. L’indifferenza di chi passa oltre senza neppure vedere, di chi pensa solo a se stesso e si gode la vita in mezzo a gente che soffre, che grida… Una vita vissuta così potrebbe compromettere anche la vita che verrà dopo e durerà tutta l’eternità.
Dal Vangelo secondo Luca (16,19 – 31)
C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricordati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi” E quello replicò: “Allora padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. La ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “se non ascolatano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”. Parola del Signore
Preghiamo affidandoci alla intercessione di Maria che è nostra madre e che quindi è anche nostra maestra. Prendiamo in prestito le parole del Vescovo Don Tonino Bello.
Santa Maria, donna di parte, che con il Magnificat hai fatto una precisa scelta di campo, decidendo di giocare dalla parte di chi perde, e hai preso posizione in favore dei poveri, dei discriminati, degli umiliati e degli offesi di tutti i tempi: di tutti coloro, insomma che non contano nulla davanti agli occhi della storia… Tienici lontano dalla tentazione di servire due padroni. Liberaci dall’indifferenza di fronte all’ingiustizia e a chi la compie. Obbligaci a uscire allo scoperto. Noi ti preghiamo anche per la Chiesa di Dio, che dichiara l’”opzione preferenziale” per i poveri… Aiutala a uscire dalla sua pavida neutralità. Dalle la fierezza di riscoprirsi coscienza critica delle strutture di peccato che schiacciano gli indifesi e respingono a quote subumane i due terzi del mondo. E mettile sulle labbra gli accordi eversivi del Magnificat.
Terminiamo la veglia con la preghiera di Gesù che ci fu consegnata nel giorno del Battesimo: Padre nostro.
Ci scambiamo un gesto di pace.
Benedizione:
Il Signore ci benedica e ci custodisca,
mostri a noi il suo volto e abbia misericordia di noi.
Rivolga a noi il suo volto e ci dia pace. Il Signore ci benedica.
Canto finale