Da poco abbiamo celebrato la Santa Pasqua che ci ha ricolmati di doni e di tanta gioia. Essa soprattutto ci ha ricordato e manifestato l’amore grande di Dio Padre che ha mandato a noi il suo Figlio Gesù a prendersi la nostra debolezza e ad andare volontariamente a morire sulla croce per noi e poi a tornare vincitore sulla morte, glorioso e pieno di luce, riversando in noi il dono dello Spirito. La cosa stupenda della Pasqua è che è per noi, ci riguarda, invade la nostra esistenza, ci rende possibile una vita nuova che non dobbiamo conquistare, ma che ci è donata: noi dobbiamo solo accoglierla, aprire il nostro cuore e la nostra mente, uscire dai nostri egoismi e dalle nostre chiusure. Ora, dobbiamo domandarci, in cosa consiste la vita nuova che sgorga dalla Pasqua di Gesù. Il Padre nella sua infinita bontà, conoscendo il nostro cuore, ci ha donato anche una Madre che ci accompagnasse lungo i sentieri della nostra esistenza e ci mostrasse in cosa consiste la vita nuova che ci dona in Cristo Gesù. Guardando a Maria, Madre di Gesù ma anche Madre nostra, noi possiamo vedere in lei questo modo nuovo di vivere. Nella preghiera chiediamo allo Spirito di aiutarci a coglierne i punti essenziali. Tutti i cristiani hanno amore e devozione a Maria, ma spesso questa devozione si risolve in una affettività, degna di rispetto, ma infantile, nutrita di sentimentalismi e ricerca di segni sensazionali. Siamo chiamati ad avvicinarci a Maria, con umiltà, e a scoprire l’opera meravigliosa di Dio che ha trovato spazio in lei ed a vedere in lei compiuto il disegno di redenzione operato da Cristo Gesù.

 

                                                              Veglia di preghiera
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Ci uniamo in preghiera davanti a Gesù risorto da morte con il desiderio di stare con Maria per imparare da lei la vita nuova inaugurata anche in noi con il Sacramento del Battesimo.

Preghiamo insieme: Signore Gesù Cristo, ti benediciamo per la misericordia senza limiti che hai manifestato a noi nella tua Pasqua di morte e resurrezione che ci ha liberato dalla morte e dalla schiavitù del maligno. Sentiamo che in noi rimane la debolezza verso il male che viene ad ingannarci e a volte a versare veleno nel nostro cuore. Signore Gesù sii il nostro buon samaritano e non lasciarci feriti lungo la strada. Lo chiediamo a te che con il Padre e lo Spirito Santo vivi glorioso per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Canto

 

La Pasqua di Gesù è venuta a risanare il disastro causato dal peccato che consiste fondamentalmente nell’averci racchiuso in una prigione che ha un centro ed è il nostro “io”. Tutto è riferito a questo centro: pensieri, sentimenti, azioni. È importante solo quello che entra nell’aggettivo possessivo “mio”. La Pasqua di Gesù è venuta a spezzare questo cerchio, a dimostrarci che quel che conta è l’apertura al Padre e l’amore verso i fratelli per i quali Egli dà la sua vita. Nel Battesimo è donata a noi per opera dello Spirito Santo la libertà di aprirci al Padre ed anche di aprirci ai fratelli, di amarli, di stimarli, di collaborare con loro, uscendo dalla prigione del nostro “io” e cercando nei pensieri, negli affetti, nell’operare di edificare un “noi”. È la vita nuova che vediamo brillare in Gesù ma anche in Maria.

 

Dalla Lettera ai Romani di S. Paolo Apostolo
Noi che già siamo morti al peccato, come potremo ancora vivere in esso? O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del Battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a Lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a Lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua resurrezione. Lo sappiamo: l’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con Lui, affinché fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è liberato dal peccato. Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con Lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di Lui. Infatti Egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù. Parola del Signore.

 

Ci rivolgiamo con la preghiera a Maria perché senza indugio venga a soccorrerci come una Madre piena di comprensione e di tenerezza. Nella preghiera ci uniamo ai nostri Vescovi:

Maria, Vergine del silenzio, non permettere che davanti alle sfide di questo tempo la nostra esistenza sia soffocata dalla rassegnazione o dall’impotenza. Aiutaci a custodire l’attitudine all’ascolto, grembo nel quale la parola diventa feconda e ci fa comprendere che nulla è impossibile a Dio.

Maria, Donna premurosa, destaci dall’indifferenza che ci rende stranieri a noi stessi. Donaci la passione che ci educa a cogliere il mistero dell’altro e ci pone a servizio della sua crescita. Liberaci dall’attivismo sterile, perché il nostro agire scaturisca da Cristo, unico Maestro.

Maria, Madre dolorosa che dopo aver conosciuto l’infinita umiltà di Dio nel Bambino di Betlemme, hai provato il dolore straziante di stringerne tra le braccia il corpo martoriato, insegnaci a non disertare i luoghi del dolore; rendici capaci di attendere con speranza quell’aurora pasquale che asciuga le lacrime di chi è nella prova.

Maria, Amante della vita, preserva le nuove generazioni dalla tristezza e dal disimpegno. Rendile per tutti noi sentinelle di quella vita che inizia il giorno in cui si apre, ci si fida e ci si dona.

 

Canto

 

Maria ci mostra come si esce dal proprio “io”, cella di prigione procurataci dal peccato: aprendosi
innanzi tutto totalmente al rapporto con Dio: la sua accoglienza, la sua apertura, il suo mettere
Dio al centro, il dichiararsi “eccomi: sono la serva del Signore”, e poi la sua disponibilità a
collaborare, a mettere la sua vita a disposizione per il disegno di salvezza di tutti gli uomini.
Tutto in lei forma una indicazione chiara e preziosa anche per il nostro cammino.

 

Dalla Enciclica Redemptoris Mater di S. Giovanni Paolo II
A Dio che rivela è dovuta “l’obbedienza della fede” per la quale l’uomo si abbandona a Dio tutto intero liberamente” come insegna il concilio (DV,5). Questa descrizione della fede trovò una perfetta attuazione in Maria. Il momento “decisivo” fu l’annunciazione, e le stesse parole di Elisabetta: “E beata colei che ha creduto” si riferiscono in un primo luogo a questo momento. Nell’ Annunciazione, infatti Maria si è abbandonata a Dio completamente, manifestando “l’obbedienza della fede” a colui che parlava mediante il suo messaggero […]. Ha risposto, con tutto il suo “io” umano, femminile; ed in tale risposta di fede erano contenute una perfetta cooperazione con la grazia di Dio che previene e soccorre ed una perfetta disponibilità all’azione dello Spirito Santo, il quale perfeziona continuamente la fede mediante i suoi doni. Maria dà il suo consenso dopo aver
udito le parole del messaggero. Dice: “Eccomi, sono la serva del Signore; avvenga di me quello che hai detto. Maria ha pronunciato questo fiat mediante la fede. Mediante la fede si è abbandonata a Dio senza riserve ed ha consacrato totalmente se stessa, quale ancella del Signore, alla persona ed all’opera del figlio suo. E questo figlio – come insegnano i Padri – l’ha concepito prima nella mente che nel grembo: proprio mediante la fede! Giustamente, dunque, Elisabetta loda Maria: “E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. Queste parole si sono già compiute: Maria di Nazareth si presenta sulla soglia della casa di Elisabetta e di Zaccaria come Madre del Figlio di Dio. È la scoperta gioiosa di Elisabetta: “La madre del mio Signore viene a me”!

 

Rivolgiamo la nostra preghiera di intercessione a Maria che Gesù ci ha donato come nostra
Madre. Ora alla Madre possiamo chiedere tutto con fiducia: Maria, intercedi per noi presso il
tuo Figlio Gesù!

 

Maria, nostra Madre abbi cura di tutta l’umanità. Ti diciamo che il vino è finito, che c’è tristezza,
che molti sono afflitti dallo scoraggiamento e dal pessimismo e cadono in una depressione che li
paralizza e distrugge la gioia dalla loro vita. Maria, intercedi per noi presso il tuo Figlio Gesù!

L’umanità si è messa sconsideratamente in una situazione disastrosa con la guerra e non sappiamo
come tornare indietro, come ricorrere a colloqui pacifici, come fare la pace, facendo cessare il
rumore e la violenza delle armi. Madre del buon consiglio ispira iniziative e percorsi per giungere
alla pace, salvando tanto sangue innocente. Maria, intercedi per noi presso il tuo Figlio Gesù!

Maria che hai saputo animare la vita nella famiglia di Nazareth, tu che hai custodito la comunione
tra voi tre, guarda le sofferenze della famiglie divise, agli sposi incapaci di fedeltà e di amore
durevole; guarda ai genitori e ai figli che vivono con relazioni distruttive, che non fanno maturare
la dimensione dei componenti la famiglia, Maria, intercedi per noi presso il tuo Figlio Gesù!

La pandemia ha fatto perdere lavoro, ha distrutto attività, ha ridotto in povertà molte famiglie
ed ha privato di speranza tante persone giovani. Maria, intercedi per noi presso il tuo Figlio
Gesù!

Molte persone vivono nel terrore del Covid e comunque molte relazioni sono venute meno e ci si
è chiusi in se stessi riparati dietro le mascherine. Maria riportaci ad una vita libera, piena di rapporti
e di incontri. Maria, intercedi per noi presso il tuo Figlio Gesù!

 

Canto

 

Maria ci aiuta a dare senso e valore alla nostra vita quotidiana, all’operare che ci sembra senza
importanza e che a volte ci fa sentire schiavi e inutili. La sua attività si svolgeva nella famiglia
di Nazareth: come in ogni famiglia puliva, cucinava, lavava, faceva tutto quello che fa una moglie
e una madre. Ma tutto era fatto con amore: qui è il segreto e la bellezza della sua vita. E tutto
diventava un sacrificio gradito a Dio, tutto era preghiera, tutto saliva al Padre come incenso
profumato.

 

Dalla Lettera Enciclica “Deus Caritas est” di Benedetto XVI
Tra i Santi eccelle Maria, Madre del Signore e specchio di ogni santità. Nel vangelo di Luca la troviamo impegnata in un servizio di carità alla cugina Elisabetta, presso la quale resta circa tre mesi per assisterla nella fase terminale della gravidanza. “L’anima mia rende grande il Signore“ dice in questa visita – ed esprime con ciò tutto il programma della sua vita: non mettere se stessa al centro, ma fare spazio a Dio incontrato sia nella preghiera che nel servizio al prossimo – solo allora il mondo diventa buono. Maria è grande proprio perché non vuole rendere grande se stessa, ma Dio. Ella è umile: non vuole essere niente altro che l’ancella del Signore. Ella sa di contribuire alla salvezza del mondo, non compiendo una sua opera, ma mettendosi a piena disposizione delle iniziative di Dio. È una donna di speranza: solo perché crede alle promesse di Dio e attende la salvezza di Israele, l’angelo può venire da lei e chiamarla al servizio decisivo di queste promesse.
Essa è una donna di fede: “beata sei tu che hai creduto” le dice Elisabetta. Il Magnificat – un ritratto, per così dire, della sua anima – è interamente tessuto di fili della Sacra Scrittura, di fili tratti dalla Parola di Dio. Così si rivela che lei nella Parola di Dio è veramente a casa sua. Lei parla e pensa con la Parola di Dio, i suoi pensieri sono in sintonia con i pensieri di Dio. Maria è una donna che ama. Come potrebbe essere diversamente? In quanto credente che nella fede pensa con i pensieri di Dio e vuole con la volontà di Dio, ella non può essere che una donna che ama. Noi lo intuiamo nei gesti silenziosi, di cui ci riferiscono i racconti evangelici dell’infanzia.
Lo vediamo nella delicatezza, con la quale a Cana percepisce la necessità in cui versano gli sposi e la presenta a Gesù. Lo vediamo nell’umiltà con cui accetta di essere trascurata nel periodo della vita pubblica di Gesù, sapendo che il Figlio deve fondare una nuova famiglia e che l’ora della Madre arriverà soltanto nel momento della croce. Allora quando i discepoli saranno fuggiti, lei resterà sotto la croce; più tardi, nell’ora di Pentecoste, saranno loro a stringersi intorno a lei nell’attesa dello Spirito Santo.

 

Preghiamo con le parole di Papa Francesco

 

O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, noi in questa ora di tribolazione, ricorriamo a te. Tu sei Madre, ci ami e ci conosci: niente ti è nascosto di quanto abbiamo a cuore. Madre di misericordia tante volte abbiamo sperimentato la tua provvidente tenerezza, la tua presenza che riporta la pace, perché tu sempre ci guidi a Gesù, Principe della Pace. Ma noi abbiamo smarrito la via della Pace. Ci siamo ammalati di avidità, ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti, ci siamo lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo. Abbiamo preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità, alimentare l’aggressività, sopprimere vite e accumulare armi, dimenticandoci che siamo custodi del nostro prossimo e della stessa casa comune. Nella miseria del peccato, nelle nostre fatiche e fragilità, nel mistero di iniquità del male e della guerra, tu, Madre santa, ci ricordi che Dio non ci abbandona, ma continua a guardarci con amore, desideroso di perdonarci e rialzarci. È Lui che ci ha donato Te e ha posto nel tuo Cuore immacolato un rifugio per la Chiesa e per l’umanità. Per bontà divina sei con noi e anche nei tornanti più angusti della storia ci conduci con tenerezza. Ricorriamo dunque a Te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione. In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci. Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono forse io, che sono tua Madre?” Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro cuore e i nodi del nostro tempo. Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi che tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto.

 

Ora tutti insieme ci riconosciamo figli di Dio. Insieme preghiamo: Padre nostro

La Pace del Signore Gesù Cristo risorto da morte, sia con tutti noi!

 

Il Signore ci benedica e ci custodisca – mostri a noi il suo volto ed abbia misericordia di noi – rivolga
verso di noi il suo sguardo e ci dia pace – il Signore ci benedica!

 

Su di noi scenda anche la benedizione materna di Maria!

 

Amen

 

Canto finale

 

Fraternità Francescana Frate Jacopa – Preghiera mese di maggio 2022